venerdì, settembre 23, 2011

La laboriosa estate del MUOStro di Niscemi (di Antonio Mazzeo)

Le grandi piattaforme in cemento sono ultimate e nella prima settimana di ottobre potrebbe iniziare il collocamento dei tralicci per le tre grandi antenne circolari di 18,4 metri di diametro e le due torri radio di 149 metri d’altezza. Sul terreno sono visibili le lacerazioni delle ruspe per il tracciato stradale che congiungerà il costruendo centro con la stazione di radiotrasmissione della Marina militare USA di contrada Ulmo, Niscemi. Forse sarà l’ultima estate senza il MUOS (Mobile User Objective System), il modernissimo sistema di telecomunicazione satellitare delle forze armate statunitensi pensato per le guerre del XXI secolo, quelle con i missili all’uranio impoverito, gli aerei senza pilota e le armi nucleari in miniatura, conflitti sempre più “virtuali”, computerizzati, disumanizzati.

Tre anni di ritardo sulla tabella di marcia degli strateghi del Pentagono, centinaia di milioni di dollari dilapidati per individuare e correggere gli errori progettuali, ma adesso non c’è più tempo da perdere, anche a costo di stuprare i territori e l’ambiente e ignorare la volontà popolare. Così per Washington e militari italiani, si può sbancare all’interno dell’area protetta “Sughereta” di Niscemi, Sito di Importanza Comunitaria (SIC), senza le necessarie autorizzazioni, in spregio alle leggi e al senso comune. “Lavori del tutto abusivi”, ha denunciato il sindaco di Niscemi, Giovanni Di Martino, che in compagnia degli amministratori di Caltagirone (Ct), Gela (Cl) e Vittoria (Rg) si è recato al cantiere MUOS per notificare l’ordinanza di sospensione dei lavori. “Avremmo voluto incontrare i militari statunitensi e consegnare personalmente l’atto, ma non si sono presentati”, afferma Di Martino. “Poco tempo fa ho avuto notizia che all’interno della riserva naturale erano in piena attività camion, ruspe e betoniere. Ho inviato due volte i vigili urbani per verificare se effettivamente si stesse realizzando il terminale terrestre del MUOS. Da qui l’ordinanza di sospensione immediata dei lavori, provvedimento trasmesso alla Procura della Repubblica di Caltagirone, al Comando della polizia municipale, alla Stazione dei carabinieri ed al Genio civile di Caltanissetta”.

I lavori nell’area protetta “Sughereta” sono iniziati subito dopo il parere favorevole emesso l’1 giugno 2011 dall’assessorato territorio ed ambiente della Regione siciliana, bypassando l’amministrazione comunale che aveva formalmente dichiarato la propria contrarietà al progetto. Al diktat di Palazzo dei Normanni, il sindaco Di Martino ha risposto presentando ricorso al Tar. “La Regione non aveva titolo per adottare provvedimenti che sono di competenza del Comune di Niscemi”, spiega il sindaco. “L’assessorato avrebbe potuto rilasciare l’autorizzazione solo nel caso in cui fossimo rimasti inerti di fronte al problema. Il 20 novembre 2009, l’amministrazione comunale ha però annullato il nulla osta ambientale che era stato rilasciato in precedenza per il progetto MUOS, perché riteniamo che l’area è già altamente a rischio per la presenza di 41 antenne di comunicazione poste nella base statunitense già dagli anni ’90”.

L’enorme impatto sul territorio e l’habitat naturale che deriverà dall’installazione delle antenne satellitari è desumibile dall’elenco degli interventi programmati dalla marina militare USA, in calce all’autorizzazione firmata da Giovanni Arnone, capo di gabinetto dell’assessorato: “livellamento superficiale del terreno e suo consolidamento; realizzazione di un sistema di drenaggio delle acque meteoriche; installazione di una recinzione con cancello, di un impianto di illuminazione perimetrale e telecamere; sistemi di viabilità; installazione di tre antenne paraboliche, circondate da altre antenne temporanee di servizio che verranno smantellate al termine dei lavori; costruzione di una cabina di trasformazione con due gruppi elettrogeni diesel; realizzazione di un impianto antincendio tramite un serbatoio alimentato dall’acquedotto comunale e dotato di sistema di pressurizzazione mediante elettropompe; collegamenti dell’area con le esistenti reti idriche, elettriche e telefoniche mediante tubazioni interrate”.
Al progetto di Niscemi, il Dipartimento della difesa ha destinato oltre 43 milioni di dollari (13 per la predisposizione dell’area riservata alla stazione terrestre e 30 per gli shelter e le attrezzature tecnologiche del sistema). I lavori furono affidati nella primavera del 2008 ad un consorzio d’imprese denominato “Team MUOS Niscemi”, costituito dalla Gemmo S.p.A. di Arcugnano (Vicenza), società leader nell’installazione elettrica e nella costruzione d’impianti e dalla LAGECO (Lavori Generali Costruzioni) di Catania. Si tratta di aziende particolarmente attive nel business delle infrastrutture militari USA in Sicilia. La Gemmo, ad esempio, ha in affidamento da US Navy il “trasporto di armamenti, materiali ed attrezzature”, la “gestione dei servizi ambientali”, il “controllo delle sostanze nocive, la raccolta e il riciclaggio dei rifiuti” nelle basi militari di Sigonella, Augusta, Niscemi e Pachino (Sr). La LAGECO, invece, ha eseguito qualche anno fa i lavori di recinzione e la bonifica ambientale del terreno del centro di radiotrasmissione navale di Niscemi, “contaminato a causa di un versamento di gasolio”. L’assenza all’ingresso del cantiere di tabelle indicative dell’importo, della tipologia dei lavori e delle imprese affidatarie, in violazione delle normative vigenti, impedisce di verificare se è ancora il “Team MUOS Niscemi” ad eseguire i lavori “abusivi”. È certo invece che sono niscemesi le aziende a cui sono state affidate la movimentazione terra e la fornitura di cemento e calcestruzzo.

“Oltre ad aver prevaricato le intenzioni della città, l’autorizzazione della Regione non ha assolutamente tenuto in conto i risultati degli studi scientifici commissionati dal Comune e pagati con i soldi dei niscemesi”, commenta l’ingegnere Gianfranco Di Pietro, consigliere comunale di Niscemi. “Restano sul piatto i rischi di questa installazione. I dati progettuali del MUOS che il servizio VIA-VAS ha ritenuto di poter approvare, parlano di fasci elettromagnetici da 1.600W che sprigionano un campo elettromagnetico sopra i limiti consentiti, per oltre 135 chilometri in linea retta rivolti a 17° dalla verticale in direzione delle città di Vittoria, Comiso, Chiaramonte Gulfi, Ragusa, Modica, Noto e Avola”.

A rilevare l’insostenibile rischio elettromagnetico del nuovo sistema di telecomunicazioni satellitare il ricercatore dell’Istituto nazionale di fisica nucleare, Massimo Coraddu. In particolare, Coraddu ha fortemente contestato le conclusioni riportate nello studio d’incidenza ambientale della Marina militare USA. “Siamo di fronte a frequenze impegnate di 30-31 GHz per le tre grandi parabole in banda Ka e di 225-400 MHz per le due antenne elicoidali in banda UHF”, spiega il fisico. “Per quanto riguarda la valutazione delle emissioni elettromagnetiche, lo studio dei militari statunitensi risulta gravemente carente e inadeguato sotto molteplici aspetti e non consente di valutare in nessun modo la reale entità del problema. La procedura di valutazione utilizzata è inaccettabile, in quanto assolutamente opaca. La normativa citata non sempre è quella appropriata e i risultati ottenuti appaiono incoerenti e contradditori. Altrettanto inadeguata e carente è la valutazione dei rischi: le ipotesi per quelli corsi dagli esseri umani (personale addetto e popolazione) non sono realistiche, quelle relative al rischio per la fauna sono state del tutto omesse, mentre la valutazione dei livelli di esposizione non è completa”.

Massimo Coraddu contesta infine le motivazioni della Regione Siciliana per autorizzare i lavori d’installazione del sistema MUOS. “Il parere favorevole è stato espresso sulla base di alcune considerazioni completamente campate per aria”, afferma il fisico. “In particolare, gli studi ARPA effettuati, lungi dall’affermare che la situazione sanitaria sia tranquilla e sicura, hanno evidenziato emissioni che hanno già raggiunto e probabilmente superato i livelli di sicurezza previsti, e che andrebbero urgentemente abbassate. Sino ad oggi, inoltre, nessuno ha ancora avuto modo di vedere lo studio del Dipartimento di ingegneria elettronica e delle telecomunicazioni dell’università di Palermo che, secondo la Regione, avrebbe accertato che il MUOS non comporterebbe condizioni di rischio per la salute dell’uomo”.

A commissionare lo studio top secret è stato il governatore Raffaele Lombardo in persona, instancabile sostenitore dell’ecoMUOStro di Niscemi. Tra gli estensori, i professori-ingegneri Luigi Zanforlin e Patrizia Livreri, “tecnici neutrali e non ingaggiati sicuramente dal Ministero della difesa o dalla NATO”, come ha voluto precisare Lombardo. Tesi che non trova assolutamente d’accordo Alfonso Di Stefano, rappresentante della Campagna per la smilitarizzazione di Sigonella. “Esistono le prove documentali che negli ultimi tre anni la facoltà d’ingegneria dell’università di Palermo ha sottoscritto con il Laboratorio di Ricerca dell’US Army - Dipartimento della difesa, due contratti per un valore complessivo di 70.000 dollari per la produzione elettro-chimica di materiali nano-strutturati per applicazioni di conversione energetica”, denuncia Di Stefano. “La professoressa Patrizia Livreri, inoltre, già candidata Udc alle ultime elezioni regionali, prima di approdare nell’ateneo di Palermo ha svolto attività di ricerca per conto di aziende del gruppo Finmeccanica operanti nel settore della difesa e della produzione di apparati di contromisura elettronica. Parlare di neutralità ci sembra proprio una beffa…”.

Dopo le manifestazione e i cortei con migliaia di cittadini, l’inopportuna scelta del Comitato No MUOS di delegare in pieno l’opposizione alle istituzioni locali, ha comportato la fine di qualsivoglia forma di mobilitazione popolare, proprio nella fase in cui il ministero della difesa e Raffaele Lombardo lanciavano la loro controffensiva pro-MUOS. L’avvio dei lavori sta contribuendo però a risvegliare molte delle coscienze assopitesi. Protagonisti della riscossa ancora una volta i giovani e gli studenti universitari. In pochi giorni sono stati organizzati sit-in in piazza e volantinaggi, è stata lanciata una petizione popolare e due grandi striscioni No MUOS sono stati collocati davanti il portone della Chiesa Madre di Niscemi. Un presidio, infine, è stato installato vicino l’ingresso della stazione USA di contrada Ulmo. “Non si può permettere alla protervia dei vertici militari di passare, tranquillamente, sulle vite dei cittadini”, affermano. “La nostra è una lotta contro la presenza militare, dovunque essa si manifesti; contro le conseguenze prodotte dalle onde elettromagnetiche sprigionate dal MUOS; contro tutte quelle scelte che colpiscono le politiche sociali a vantaggio delle spese militari”. E l’autunno, a Niscemi, potrebbe farsi caldo.


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Range finder: come si sono svolti i fatti

venerdì, settembre 09, 2011

Ignazio La Russa, l’amico degli Americani (di Antonio Mazzeo)

Un ministro da adulare, vezzeggiare, sostenere, consigliare, orientare. Una “rarità” di politico con un cuore tutto per Washington e gli interessi a stelle e strisce in Europa e nel mondo. Sacerdote del pensiero atlantico e strenuo paladino delle crociate contro il "terrorismo" in Africa e Medio oriente. Il più fedele dei Signorsì per piegare le ultime resistenze all’occupazione del territorio da parte di ecomostri e dispositivi di morte. Lui è Ignazio La Russa, ministro della "difesa" dell’ultimo governo Berlusconi, leader politico cresciuto nelle organizzazioni di estrema destra. A farne un’icona del filo-americanismo in salsa tricolore sono, invece, i più alti funzionari dell’ambasciata degli Stati Uniti in Italia nei cablogrammi inviati a Washington, da qualche giorno on line sul sito di Wikileaks.

Roma, 5 ottobre 2009. Fervono i preparativi per il viaggio del ministro La Russa negli States dove incontrerà il segretario della "difesa", Robert Gates. Il vertice è fissato per il 13 ottobre e l’ambasciata di via Veneto emette il cablo top secret, classificato 09ROME1132. Destinatario proprio mister Gates.“Il tuo incontro con Ignazio La Russa giunge in un momento cruciale, con l’Italia che ritiene possibili i tagli al budget destinato alle missioni militari all’estero”. L’establishment U.S.A. è preoccupato per i riflessi che ciò potrebbe avere sulla missione N.A.T.O.-I.S.A.F. in Afghanistan, ma per fortuna a dirigere il ministero della "difesa" del paese partner c’è “un buon amico degli Stati Uniti, forte sostenitore dei comuni interessi per la sicurezza transatlantica”.

“La Russa – continua il cablo - a differenza di suoi molti colleghi di governo, è stato un rumoroso sostenitore di un forte sistema difensivo e di robuste operazioni all’estero, sin da quando il governo Berlusconi è giunto al potere nel maggio 2008. Sebbene egli non appartenga allo stretto circolo di Berlusconi, è un importante politico alla sua destra – la seconda figura più potente del partito di Alleanza Nazionale che recentemente si è incorporato nel Popolo della "Libertà" (PdL). Di professione avvocato, La Russa è un accorto stratega politico, il cui aspetto e comportamenti piuttosto bruschi nascondono un’intelligenza acuta e piena padronanza per i dettagli. Sebbene sia spesso accusato di essere più attento ai partiti politici che alle leadership militari, La Russa è uno strenuo difensore dell’aumento delle spese militari e di maggiori protezioni per le truppe italiane impegnate sul campo ed è popolare tra le forze armate. Egli tiene tantissimo alla sua personale relazione con te e lo ha dimostrato nei passati meeting, negli incontri interministeriali e nelle dichiarazioni alla stampa”.

“La Russa, una rarità in Europa, è un grande sostenitore della missione N.A.T.O. in Afghanistan e non teme di esporre pubblicamente la necessità di continuare l’impegno dell’Italia in questo paese. Grazie in buona parte alla sua ferma difesa pubblica, la missione I.S.A.F. rimane una priorità italiana di massimo livello. L’obiettivo principale della sua venuta a Washington è di ascoltare da te la posizione assunta dagli Stati Uniti sul futuro della missione in Afghanistan alla luce del report di McChrystal. Il vostro incontro gli darà l’orientamento e gli argomenti per continuare a sostenere efficacemente la causa in Parlamento, sulla stampa ed all’interno del governo. Subito dopo, dovrà ottenere il consenso in consiglio dei ministri per un nuovo decreto che finanzi l’attività all’estero di 9.000 militari italiani, 3.100 dei quali da destinare alla missione I.S.A.F., 2.300 a UNIFIL e 1.900 a KFOR. Per ottenerlo, dovrà respingere le richieste del ministero delle finanze di maggiori tagli al bilancio della "difesa" e trattare con un partner minore della coalizione del presidente Berlusconi, Umberto Bossi, leader della Lega Nord, che ha espresso scetticismo sulla missione afghana a seguito dell’attentato del 17 settembre a Kabul in cui sono stati uccisi sei soldati italiani. La Russa vorrà essere rassicurato da te sul fatto che gli Stati Uniti hanno implementato una chiara strategia sulla scia delle valutazioni fatte da McChrystal, dato che dovrà sostenere l’aumento del numero dei militari italiani e delle risorse, come richiesto dalla N.A.T.O.”.

Secondo i diplomatici statunitensi, il ministro potrebbe pure avere un ruolo importante per impedire il ritiro o il drastico ridimensionamento del contingente italiano schierato in Libano nell’ambito della missione UNIFIL. “La Russa – scrivono - come molti nel centro-destra italiano, tende a considerare UNIFIL come una missione “soft” ereditata dal governo Prodi di centro-sinistra, ma un tuo segnale che gli Stati Uniti non vogliono la riduzione della missione e preferirebbero che l’Italia mantenesse l’odierno livello delle truppe – anche se non al costo dell’impegno militare in Afghanistan – lo aiuterebbe a sostenere la causa in consiglio dei ministri. Con sufficienti volere politico e risorse finanziarie, l’Italia può continuare a mantenere in vita entrambe le missioni con la forza di oggi o meglio”.

La Russa viene inoltre ritenuto l’uomo chiave per conseguire gli obiettivi di potenziamento qualitativo e numerico delle installazioni militari U.S.A. presenti sul territorio italiano. “L’Italia è il nostro più importante alleato in Europa per proiettare la potenza militare nel Mediterraneo, in Nord Africa e in Medio Oriente. I cinque maggiori complessi militari (Napoli, Sigonella, Camp Darby, Vicenza e Aviano) ospitano approssimativamente 13.000 tra militari statunitensi e personale civile del Dipartimento della difesa, 16.000 familiari e 4.000 impiegati italiani. Miglioramenti o cambiamenti di queste infrastrutture potrebbero generare controversie con i politici locali e noi contiamo sul sostegno politico ai più alti livelli, così com’è stato in passato”. “L’approvazione ed il sostegno del governo italiano al progetto di espansione dell’aeroporto Dal Molin di Vicenza per consentire il consolidamento del 173rd Airborne Brigade Combat Team è un esempio positivo di questo tipo di collaborazione” prosegue il cablo. “A breve termine, possiamo richiedere l’aiuto di La Russa su una serie di problemi relativi alle basi militari, ad esempio per la nostra richiesta di riconoscimento formale, da parte del governo italiano, del sito di supporto U.S. Navy a Gricignano (Napoli) quale base militare nell’ambito del N.A.T.O. S.O.F.A. del 1951 (l’accordo sullo status delle forze militari straniere ospitate in un paese in ambito alleato) e del Bilateral Infrastructure Agreement del 1954, e per l’approvazione della costruzione del nuovo sistema di comunicazione globale satellitare Mobile User Objective System (M.U.O.S.) della marina militare U.S.A. all’interno del Navy Radio Transmitter Facility di Niscemi, in Sicilia. In passato La Russa ha rilasciato, su nostra richiesta, utili dichiarazioni pubbliche sulla questione M.U.O.S. Un tuo segnale di apprezzamento per il suo sostegno su questo punto aiuterebbe a focalizzare la sua attenzione sulle arcane questioni tecniche e legali che ruotano attorno alla nostra presenza militare in Italia”.

Il 22 gennaio 2010 è l’ambasciatore David H. Thorne a tessere in prima persona le lodi del ministro italiano in un secondo cablogramma inviato direttamente al segretario Gates in procinto di raggiungere l’Italia a febbraio. “Mi sono incontrato con La Russa il 19 gennaio, poco prima che egli inviasse la portaerei Cavour ad Haiti con un carico di aiuti umanitari ed elicotteri per il loro trasporto. Il suo approccio sulla crisi di Haiti è tipica del suo stile: è un leader orientato all’azione che fa le cose con poco rumore o ostentazione”. “La Russa – aggiunge il diplomatico - è felice che tu abbia accettato il suo invito e sta lavorando alacremente per assicurare che il vostro meeting a Roma dia visibilità nel migliore dei modi alla relazione bilaterale Italia-Stati Uniti nel campo della difesa che lui sta cercando di rafforzare ed espandere in tutti i modi. La Russa, con l’attivo supporto del ministro degli esteri Frattini, è stato il nostro campione nell’interazione con l’Italia (…) Egli è stato la voce più forte in consiglio dei ministri a favore dei nostri comuni interessi nell’ambito della sicurezza…”.

Thorne rileva che la vista di Gates “dimostrerà pubblicamente che l’Italia è all’interno del più stretto circolo dei nostri partner europei”, “faciliterà l’approvazione parlamentare per l’invio di altri 1.000-1.200 militari in Afghanistan” e “consentirà a La Russa di pronunciarsi su altri obiettivi chiave U.S.A.” “Egli ha risposto immediatamante alla tua telefonata del 25 novembre per uno sforzo concertato in vista di un maggiore impegno delle truppe in Afghanistan. La Russa ed il ministro Frattini hanno convinto il premier Berlusconi ad approvare ed annunciare l’aumento di 1.000 militari prima di aver consultato il Parlamento, assicurando in tal modo che l’Italia fosse il primo paese della N.A.T.O. a farlo”.

Per l’ambasciatore, La Russa non si risparmierà pure nel sostenere le posizioni U.S.A. in merito al procedimento giudiziario contro il colonnello dell’aeronautica militare statunitense Joseph Romano, già comandante del 31st Security Forces Squadron di Aviano, implicato nel vergognoso affaire del rapimento C.I.A.-servizi segreti italiani dell’ex imam di Milano, Abu Omar. “La Russa è stato di grande aiuto per persuadere il ministro della Giustizia a sostenere le nostre asserzioni affinché venga applicata la giurisdizione prevista dal N.A.T.O. S.O.F.A. per il caso che vede imputato il colonnello Romano. La Russa, un avvocato di successo ed esperienza, in qualità di ministro della difesa non è un attore chiave nelle questioni giudiziarie e, come il resto del governo, ha pochissima influenza sul potere giudiziario italiano, assai indipendente. Noi abbiamo sollevato ripetutamente la nostra posizione con i leader italiani più importanti e La Russa comprende che la questione continua a essere rilevante per i militari U.S.A. La Russa ti vorrà offrire l’aiuto che può dare, ma potrebbe riconoscere la propria impotenza di fronte ad un ordinamento giudiziario testardo che resta rinchiuso in un amaro e lungo conflitto con il presidente del consiglio, Berlusconi, per vecchi casi di corruzione”.

A conclusione del lungo cablogramma, Mister Thorne auspica che il viaggio in Italia del segretario Gates possa essere l’occasione per risolvere le due questioni che stanno più a cuore ai comandi U.S.A. ospitati in Italia, lo status giuridico della nuova stazione U.S. Navy di Gricignano e il progetto del M.U.O.S. di Niscemi. “Sentire che le consideri come due importanti priorità per gli Stati Uniti d’America conferirà a La Russa il potere di fare il meglio per la loro risoluzione”, scrive il diplomatico. “Abbiamo investito più di 500 milioni di dollari per realizzare a Gricignano, che è l’hub di supporto logistico per tutti i comandi U.S. Navy nel Mediterraneo, la sede del principale ospedale navale per la regione europea, due scuole DOD e gli alloggi residenziali per circa 3.000 membri di U.S. Navy ed i rispettivi familiari. Nel 2008, durante i negoziati per attualizzare l’accordo sulle installazioni ospitate nell’area di Napoli, lo staff generale del ministero della difesa italiano c’informò che non avremmo più potuto proteggere a lungo il sito con le forze di sicurezza della marina militare U.S.A., poiché sorge su un’area presa in affitto (o meglio, ceduta dal ministero della difesa) e U.S. Navy non ha ottenuto l’autorizzazione specifica che le conferisce lo status d’installazione militare. I legali di U.S. Navy hanno rifiutato le argomentazioni italiane, mostrando la serie di autorizzazioni che gli Stati Uniti hanno ottenuto per il trasferimento della base dall’ex sito di Agnano (che la marina U.S.A. ha occupato a partire dal 1950, con tutti i privilegi garantiti dal N.A.T.O. S.O.F.A.), ma i legali dei militari italiani si sono mantenuti fermi nelle loro considerazioni. La loro posizione minaccia non solo la viabilità della base dal punto di vista della sicurezza, ma anche lo status di esenzione fiscale del commissariato, del cambio valute, dell’ospedale e di altre attività al suo interno. Ho chiesto a La Russa di rompere l’empasse con una dichiarazione politica che affermi che Gricignano è un’installazione militare e lui ha promesso di trovare una soluzione, ma un segnale da parte tua che la sicurezza del nostro personale militare non è negoziabile lo aiuterà a dare massima priorità alla questione…”.

Ancora più “cruciale” l’aiuto che il ministro può fornire per consentire alle forze armate U.S.A. d’installare a Niscemi l’antenna del nuovo sistema di telecomunicazione satellitare M.U.O.S. “Una campagna dell’opposizione politica locale in Sicilia ha impedito che U.S. Navy ottenesse l’approvazione finale a realizzare la quarta e ultima stazione terrestre. Quando entrerà in funzione nel 2012, il M.U.O.S. consentirà alle unità militari statunitensi (e N.A.T.O.) presenti in qualsiasi parte del mondo di comunicare istantaneamente con i comandi generali negli Stati Uniti o altrove. Dato che il progetto è seriamente in ritardo (U.S. Navy deve iniziare la costruzione nel marzo 2010 o prevedere di trasferire il sito altrove nel Mediterraneo), ho chiesto a La Russa di aiutarci a fare un passo in avanti con il presidente regionale siciliano, Lombardo, il cui ufficio ha negato le necessarie autorizzazioni. La Russa si è detto disponibile, ma ascoltare da te che il M.U.O.S. è una priorità U.S.A. lo spronerà a spendere il consistente capitale politico nella sua regione d’origine e assicurare che il progetto vada avanti”.

Considerazioni profetiche. Dopo un’offensiva a tutto campo di La Russa e capi militari, Raffaele Lombardo ha ribaltato il suo “No, senza se e senza ma” in un “Sì subito al M.U.O.S.!”. Così, l’11 maggio 2011, l’Assessorato Regionale Territorio ed Ambiente ha autorizzato i militari U.S.A. ad installare il terminal terrestre M.U.O.S. all’interno della riserva naturale “Sughereta” di Niscemi. I lavori sono stati avviati immediatamente. L’EcoMUOStro sorgerà nel nome e per grazia di La Russa e dell’“autonomista” Lombardo.



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Range finder: come si sono svolti i fatti

venerdì, settembre 02, 2011

Aerei fantasma

In un recente articolo, "L'invasione degli ultra-insetti", 2011, abbiamo accennato a come si possano spiegare alcuni voli a bassa quota, sui centri abitati, per opera di taluni aerei, non tracciati dai radar e privi sovente di elementi identificativi di sorta. Le norme sulla sicurezza del volo limitano, infatti, solo a casi straordinari il sorvolo di città e paesi ad altitudini che non permettano un'eventuale manovra "in sicurezza", al fine di non precipitare su abitazioni o quant'altro, in caso di avaria.

Vediamo che cosa recita, infatti, la normativa E.N.A.C.

3.1.2 Altezze minime - Ad eccezione dei casi in cui è necessario per il decollo o l'atterraggio, o nei casi di permesso accordato dall’E.N.A.C, gli aeromobili non devono volare al di sopra di aree abitate di città e paesi, su insediamenti o assembramenti di persone all'aperto, a meno di volare ad un’altezza tale da consentire, in caso di emergenza, un atterraggio senza porre in pericolo persone o beni al suolo.

In molti casi, pur osservando aeromobili sorvolare a quote non superiori ai 1.000 metri, si nota come essi rilascino, magari dai piani di coda, sostanze chimiche o biologiche non ben identificate. Anche in questo caso le regole che presiedono allo scarico di oggetti o liquidi sono molto precise. Infatti leggiamo:

3.1.4 Spargimento di sostanze o lancio di oggetti - Il lancio di oggetti o lo spargimento di sostanze può essere effettuato solo in conformità alle disposizioni E.N.A.C. ed in conformità a quanto reso noto con le pertinenti informazioni aeronautiche. Tale attività, quando prescritto, è oggetto di autorizzazione da parte dei competenti enti ATS. La documentazione che determina l’eventuale diniego dell’autorizzazione è conservata per tre mesi e viene mostrata a richiesta.

Eppure è un dato di fatto inconfutabile: decine di aerei sia di giorno sia nottetempo (a traffico aereo ufficiale azzerato) volano a quote comprese tra gli 800 ed i 2.600 metri, prendendo di mira centri abitati e coltivazioni. Che cosa diavolo fanno? Per quale motivo usano spazi aerei non autorizzati e ad altitudini non ammesse? Per quale motivo aerei civili dovrebbero percorrere corridoi complessi e quote ad alta densità d'aria, compromettendo così non solo la sicurezza delle popolazioni ma anche affrontando incrementi di spesa abnormi sul consumo di carburante? Non sono la stessa E.N.A.C. e le compagnie di volo ad aver richiesto di volare più alti per ridurre i costi? Obiettivamente in tutto questo non si trova una logica spiegazione. A meno che non si voglia ammettere che gli aerei che osserviamo non siano tutti adibiti al volo commerciale...

Come si giustificano tracciati radar come questo?

L'E.N.A.V. dichiara che tutto lo spazio aereo è sotto controllo, ma se si pongono domande circostanziate, il personale addetto si trincera dietro vacui "non ci risulta", "per noi è tutto regolare", "non siamo autorizzati a dare spiegazioni al pubblico", "non sono nostri aerei..." etc. Per contro, il sindacato dei controllori di volo si è spesso, in passato, lamentato del cosiddetto "traffico sconosciuto", anche se gli addetti furono precettati dall'allora Ministro dei trasporti ed indotti al silenzio sulla questione. Singolare è l'atteggiamento delle autorità britanniche, laddove lo stesso problema è stato... risolto con una direttiva che impone di ignorare i target non identificabili.

Che cos'è il traffico sconosciuto? E' l'insieme di velivoli senza identificativo da transponder [1] e che non rispondono alle chiamate del controllo a terra. Questo riguarda molto spesso le unità che incrociano a quote medio-basse, ma sappiamo bene che le operazioni di aerosol clandestine alias "scie chimiche" non si limitano alla diffusione di elementi chimico-biologici solo avvistabili da terra. Esiste anche un traffico "civile" e "militare", non visibile da terra, adibito alla dispersione di nanoparticolato ed altri agenti alle regolari quote di crociera (8500/13000 metri).

Le autorità per la sicurezza del volo, al fine di rendere praticabile un traffico così intenso e "non autorizzato", hanno ridotto le distanze verticali a 1.000 piedi, cosicché ora possiamo vedere centinaia di filmati nei quali vengono ripresi incroci al limite della collisione o voli quasi a distanza di formazione militare. E' un fenomeno davvero inimmaginabile solo pochi anni fa. Eppure, secondo i dati ufficiali, il traffico civile è diminuito progressivamente a partire dal 2001. Allora tutti questi aerei da dove vengono? Per quale motivo TUTTI rilasciano dense scie, quando solo una decina di anni addietro nessun aereo rilasciava alcun tipo di scia? Una risposta viene dall'uso di additivi come lo STADIS 450 e dai sempre più frequenti episodi di "sindrome aerotossica", casualmente mai verificatisi prima degli anni 90.

Fatto è che strani aggeggi spuntano dall'interno di alcune gondole motore e, sebbene questi dispositivi siano stati spacciati per sensori di temperatura, un rapido raffronto con le dimensioni e l'aspetto tra questi "ugelli?" ed i sensori di temperatura [ foto ], esclude che si possa trattare veramente di qualcosa di regolare. Tant’è che nei progetti originali non risultano presenti. D'altronde si spiegherebbero benissimo le scie multiple provenienti da questo aereo o le due scie mancanti da quest'altro.

Sappiamo che milioni di euro fuori bilancio vengono sperperati ogni anno nell'ambito di un progetto clandestino ed illegale di geoingegneria, suggerito, nel 1997, dal fisico nucleare Edward Teller con il paravento della mitigazione del cosiddetto "effetto serra", ma attuato da tutti i paesi aderenti all'O.N.U. nell'ambito delle recenti tecnologie radar (si veda il progetto R.F.M.P.). Sono così diffusi in atmosfera composti ed elementi come il titanato di bario, il trimetilalluminio, il manganese, il litio, il quarzo. Si manipola il clima ed il tempo mediante l'uso di microrganismi geneticamente modificati come il batterio Pseudomonas syringae ed il batterio Escherichia coli, impiegati come nuclei di condensazione per indurre le precipitazioni, mentre vengono rilasciati polimeri igroscopici per ridurre l'umidità atmosferica in zone specifiche, provocando la siccità.



Teller raccomandava la collaborazione delle compagnie di volo commerciale, perché, spiegava, i militari non hanno la disponibilità sufficiente di velivoli per un piano di irrorazione così vasto e capillare. Così fu. Non è un caso se molte compagnie aeree per voli cosiddetti "Low cost" nacquero nella metà degli anni '90 dello scorso secolo e non è una coincidenza se solo alcune di queste società sono sopravvissute ed appaiono con i bilanci in attivo, nonostante i prezzi ridicoli dei biglietti. Viene spontaneo pensare che codeste compagnie percepiscano enormi finanziamenti occulti, di modo che i loro vettori assolvano compiti di aerosol a quote alte, ma soprattutto alle quote di volo comprese tra gli 800 ed i 2.600 metri, percorrendo corridoi illegali laddove solo gli apparecchi militari disponibili non sarebbero in grado di coprire vaste aree. Da qui testimonianze come questa:

[...] "Incuriosito dalla presenza di diversi ragazzi americani a Pordenone, sono venuti fuori alcuni dettagli interessanti. [...] Quando ci sono esercitazioni e la base di Aviano è piena, come in questi giorni, i militari alloggiano fuori in albergo. Ma la cosa più interessante è che spesso vi alloggiano piloti di linea della *** che atterrano a Tessera, distante 90 km da qui; dormono a Pordenone ed il giorno dopo si recano ad Aviano, dove non si sa che cosa facciano. I piloti *** ripartono in divisa per Aviano e probabilmente da lì volano da qualche parte. Il problema è che da Aviano non partono voli di linea...".

Stando ad altre testimonianze risulta, infatti, che alcuni di codesti aeromobili, in genere MD-80, MD-81, A-319, A-320, decollano senza passeggeri, anche se, ufficialmente, tali velivoli dovrebbero volare solo con un certo numero di persone paganti a bordo. Non è forse del tutto casuale il fatto che una buona parte degli scali militari sia stata messa a disposizione delle compagnie Low cost.

Ricordiamo uno strano episodio di qualche anno fa: un aereo, presumibilmente adibito ad operazioni clandestine di aerosol, ebbe, in fase di atterraggio, un cedimento del carrello sinistro, il velivolo non venne rimosso che molte ore dopo e l'aeroporto restò chiuso al traffico per due giorni, mentre i primi mezzi di soccorso ad accerchiare letteralmente il velivolo furono solo veicoli militari. Il giorno dopo il Sindaco della città dovette vietare il consumo di acqua potabile, poiché le falde, proprio in prossimità della pista, erano contaminate da un non ben identificato composto chimico. L'aeroplano rimase sul posto per quasi 48 ore, presidiato da militari, prima che si potesse tornare alla normalità.

In riferimento ai voli ad alta quota, come è possibile "mimetizzare" i voli "non regolari"?

I metodi sono sostanzialmente due.

a) Vengono usati dei sistemi di disturbo elettronico [2], così da non rendere visibile l'aeromobile sul radar (sia da strumentazione a terra sia in volo). Tale stratagemma è comunemente usato dai caccia e dalle altre unità militari. Alcune sequenze, risalenti al 2007, sembrerebbero avvalorare questa ipotesi. Fatto è che, spesse volte, anche gli aerei a bassa altitudine e quindi ben distinguibili nei dettagli ad occhio nudo, non vengono tracciati dai radar. Sono quindi a tutti gli effetti velivoli fantasma.

b) Gli aerei impegnati in occulte attività di aerosol possono assumere l'identificativo (ID) di voli regolari, anche se poi, eseguite le dovute verifiche, si scopre che questi ID corrispondono a velivoli che dovrebbero, invece, trovarsi in tutt'altro luogo. A tal proposito il giornalista canadese William Thomas scrive: "Un rappresentante dell'Aviazione federale statunitense, un informatore di alto rango, riferendosi all'attuale programma di aerosol clandestino nei cieli del mondo, ha affermato che gli spazi aerei controllati vengono sfruttati ad hoc, assegnando agli "aerei chimici" identificativi appartenenti a velivoli civili".

Concludiamo quindi con una raccomandazione: non viaggiate in aereo, poiché in questo modo contribuite al piano di avvelenamento della biosfera ed oltretutto rischiate di subire danni neurotossici, visto che l’aria in cabina viene aspirata dall’esterno ed in una zona dell’atmosfera altamente contaminata.

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[1] TRANSPONDER - Nelle telecomunicazioni, il termine transponder sta per Transmitter responder, a volte abbreviato in XPDR, XPNDR, TPDR. I transponder si trovano nei sistemi di identificazione amico-nemico, in quelli per il controllo del traffico aereo e nei radar secondari di sorveglianza (beacon radar). Sono usati sia negli aerei dell'aviazione generale che in quelli dell'aviazione commerciale per amplificare i segnali radar, rendendo il velivolo più visibile. La maggior parte dei transponder sono in grado di trasmettere informazioni sull'altitudine e un codice a quattro cifre noto come transponder code o "squawk code", per aiutare i controllori del traffico aereo a mantenere le distanze di sicurezza.

[2] CONTROMISURE ELETTRONICHE - Le contromisure elettroniche (in inglese Electronic Countermeasure o ECM) sono delle tecniche di guerra elettronica, o Electronic Warfare (EW), realizzate con dispositivi elettrici o elettronici, progettati per oscurare o ingannare radar, sonar o altri sensori di ricerca o di puntamento, che utilizzano gli infrarossi o i laser. Le contromisure possono essere usate sia in modo offensivo che difensivo, in quest'ultimo caso, per esempio per non consentire al nemico di acquisire i dati di puntamento da utilizzare con le sue armi. I sistemi ECM possono funzionare in modi diversi, per esempio creando elettronicamente falsi bersagli, oppure facendo apparire e scomparire dalla vista dei sensori nemici in modo casuale l'oggetto che si vuole proteggere. Le contromisure elettroniche sono utilizzate efficacemente per proteggere aeromobili, compresi i missili guidati. La maggior parte della aeronautiche militari del mondo utilizzano le ECM per proteggere i propri mezzi aerei, così come molte navi militari sono dotate di sistemi di guerra elettronica che comprendono le contromisure. Recentemente, alcuni carri armati di nuova generazione impiegano le ECM per ingannare i missili a guida laser o infrarosso. I sistemi di contromisure elettroniche vengono frequentemente installati sui sistemi d'arma che impiegano la tecnologia stealth, contribuendo al raggiungimento dello scopo di non consentire ai nemici l'individuazione. Le ECM offensive prendono spesso la forma del cosiddetto radar jamming, il "disturbo radar", mentre le ECM difensive includono le tecniche di intensificazione dell'eco radar e di jamming dei sistemi di guida dei missili in arrivo.