Vi sarà capitato, una volta nella vita, di sentirvi porre la domanda: “Hai paura della morte?”. Se non avete mai avuto occasione di pensarci, è ora di farlo. Senza esitazione, penso che chiunque risponda affermativamente.
Generalmente, si teme ciò che non si conosce e, di certo, la signora con la falce non fa parte delle cose che ci è dato conoscere. Personalmente non ritengo che la morte debba far paura. Perché dovrebbe? Se morire significa dover lasciare le cose e le persone alle quali si è legati, beh… allora posso essere d’accordo con chi non vorrebbe mai lasciare questa valle di lacrime, ma non penso che si tema la morte per questo motivo. In effetti, sembra che, coloro che amano di più la vita, abbiano più occasioni per morire. Fateci caso. Avete mai visto dipartire prima dei suoi giorni qualcuno che, poiché anima malevola e crudele, sia nei confronti degli altri, sia, di conseguenza, nei confronti di se stessa, abbia incontrato prematuramente la signora con la falce? Tali individui vivono a lungo! Non è forse una punizione nei loro confronti? Stessa sorte tocca a coloro che non temono il fatale incontro e che a lungo dovranno attendere. Al contrario, non si contano le innumerevoli "vite spezzate" (dal nostro punto di vista) tra coloro che amavano ciò che facevano, amavano gli altri e, magari, erano ancora nel fiore dei loro anni. Il pensiero va a coloro che, nel dolore impotente e stupìto, rimangono depauperati della vicinanza del caro estinto.
La morte è sempre originale ed imprevedibile. Arriva quando vuole, senza avvertire ed è questo che a tanti fa venire i brividi. Non se ne vuole nemmeno parlare. Se sapessimo quando ci aspetta il momento, forse non vivremmo tranquilli, ma di certo non ne saremmo così terrorizzati. Personalmente, sono stato sfiorato dalla morte almeno quattro volte, ma la cosa non mi ha mai turbato più di tanto. Ricordo che l’unico pensiero che ogni volta mi è balenato è che non potevo andarmene, perché la mia presenza era ancora necessaria a qualcuno. Vivere o morire, odiare o amare. Se la morte non ci vuole, è forse perché non ci ama? O è l’esatto contrario? Quale logica imperscrutabile è ad essa legata? Non è forse questo il suo fascino?
Da quando esiste l’universo, ogni creatura vivente e non, attraversa un ciclo che si è ripetuto miliardi di volte: nascita, fase di crescita, fase di declino, morte. Come possiamo immaginare di sfuggire a questa ruota della fortuna? E’ il tempo, il nostro nemico... semmai. La morte è solo il punto di arrivo… per poi ricominciare, all’infinito.
In fondo, pensateci, la morte è solo un passaggio in un’altra dimensione e non è poi così drammatico passare a miglior vita. Piuttosto, auguriamoci che il preludio alla fine (?) non sia doloroso e lungo. La morte è la nostra ultima corteggiatrice e… una corte, non va mai rifiutata.
**Straker**
Generalmente, si teme ciò che non si conosce e, di certo, la signora con la falce non fa parte delle cose che ci è dato conoscere. Personalmente non ritengo che la morte debba far paura. Perché dovrebbe? Se morire significa dover lasciare le cose e le persone alle quali si è legati, beh… allora posso essere d’accordo con chi non vorrebbe mai lasciare questa valle di lacrime, ma non penso che si tema la morte per questo motivo. In effetti, sembra che, coloro che amano di più la vita, abbiano più occasioni per morire. Fateci caso. Avete mai visto dipartire prima dei suoi giorni qualcuno che, poiché anima malevola e crudele, sia nei confronti degli altri, sia, di conseguenza, nei confronti di se stessa, abbia incontrato prematuramente la signora con la falce? Tali individui vivono a lungo! Non è forse una punizione nei loro confronti? Stessa sorte tocca a coloro che non temono il fatale incontro e che a lungo dovranno attendere. Al contrario, non si contano le innumerevoli "vite spezzate" (dal nostro punto di vista) tra coloro che amavano ciò che facevano, amavano gli altri e, magari, erano ancora nel fiore dei loro anni. Il pensiero va a coloro che, nel dolore impotente e stupìto, rimangono depauperati della vicinanza del caro estinto.
La morte è sempre originale ed imprevedibile. Arriva quando vuole, senza avvertire ed è questo che a tanti fa venire i brividi. Non se ne vuole nemmeno parlare. Se sapessimo quando ci aspetta il momento, forse non vivremmo tranquilli, ma di certo non ne saremmo così terrorizzati. Personalmente, sono stato sfiorato dalla morte almeno quattro volte, ma la cosa non mi ha mai turbato più di tanto. Ricordo che l’unico pensiero che ogni volta mi è balenato è che non potevo andarmene, perché la mia presenza era ancora necessaria a qualcuno. Vivere o morire, odiare o amare. Se la morte non ci vuole, è forse perché non ci ama? O è l’esatto contrario? Quale logica imperscrutabile è ad essa legata? Non è forse questo il suo fascino?
Da quando esiste l’universo, ogni creatura vivente e non, attraversa un ciclo che si è ripetuto miliardi di volte: nascita, fase di crescita, fase di declino, morte. Come possiamo immaginare di sfuggire a questa ruota della fortuna? E’ il tempo, il nostro nemico... semmai. La morte è solo il punto di arrivo… per poi ricominciare, all’infinito.
In fondo, pensateci, la morte è solo un passaggio in un’altra dimensione e non è poi così drammatico passare a miglior vita. Piuttosto, auguriamoci che il preludio alla fine (?) non sia doloroso e lungo. La morte è la nostra ultima corteggiatrice e… una corte, non va mai rifiutata.
**Straker**
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