Una delle notizie più significative di questi giorni riguarda sicuramente l’Irlanda, la quale non ha aderito ai programmi di "sviluppo" europeo varati con il Trattato di Lisbona su cui i media ufficiali si sono soffermati raramente.
Il fatto che uno degli stati membri dell’U.E. non abbia aderito a tale iniziativa significa che l’incerto programma di sviluppo proposto dall’O.N.U. tramite quest’ormai famoso ed “oscuro” trattato, ora viene posto in una situazione di stallo proprio a causa dell’incerto obiettivo solo vagamente esposto ai diretti interessati.
La classe politica italiana (esclusa la Lega Nord, ma non Bossi) si è dimostrata contraria a questa decisione scaturita dal referendum popolare irlandese ed è notevole l’impetuosità con cui i media espongono il loro favore ad un trattato di cui non si sa nulla e che, nonostante l’eventuale incidenza sul cambiamento della cultura e della vita sociale italiana, non è stato esposto a livello mediatico, ma è stato approvato senza alcun referendum popolare.
I commenti blaterati dalle varie ed opposte fazioni politiche sono ancora una volta lontani dall’esprimere una sola parola su quello che è in effetti questo accordo: anche questa volta i mezzi d’informazione si astengono dal dichiarare che i problemi relativi all’immondizia di Napoli o agli scandali degli ospedali milanesi sono dovuti alle convenzioni che il governo ha stipulato con enti privati dediti al controllo delle amministrazioni pubbliche. Questi enti eseguono questi programmi di "sviluppo", sulla base di accordi stipulati a Lisbona nel marzo del 2000.
L’attuale crisi economica europea altro non è che il risultato dell’adesione a tali programmi di controllo privatizzato che hanno iniziato a parassitare gli stati membri dell'U.E. nel momento della formazione del mostruoso superstato totalitario.
Prima della creazione dell'U.E., gli stati ancora sovrani conoscevano notevoli ed indipendenti sviluppi economici e sociali, ma ora si ritrovano obbligati a sottostare a normative che variano da quelle inerenti all'economia (le quote latte con le importazioni obbligatorie) a quelle riguardanti problemi sociali (i flussi degli immigrati).
Può sembrare scorretto affiancare latte ed immigrati, ma, nel momento in cui lo stesso cittadino “europeo” viene introdotto in un sistema che lo pesa e seleziona come se fosse merce, l’immigrato rimane tale ed il cittadino diventa profugo.
Non è facile interpretare e descrivere il cambiamento economico e sociale che si vuole realizzare nei paesi dell’UE, ma è dimostrabile che qualcosa è andato storto oppure che tutto procede come da programma… Fatto sta che io cittadino sento questa crisi economica, ma non di certo il politico di fiducia che vive come un nababbo né la avverte il dirigente della multinazionale che si mangia il piccolo pesce finito nella rete grazie ai famigerati studi di settore, giostrati dai soliti “grandi” commercialisti ed avvocati.
E’ giusto ricordare che la crisi non è precepita neanche da chi esibisce la propria bella faccia nel T.G. convenzionato. Chiunque egli sia, ti dà con noncuranza la notizia (se te la riporta) dei duecentomila morti per suicidio in India a causa della fame e degli O.G.M. Monsanto, ma subito dopo ti propone un servizio coi fiocchi sulla biennale di Venezia, dove un pannolone dell’artista viene venduto a cinquecentomila euro.
L'indifferenza verso i reali problemi e l'assuefazione all'orrore sono provocate nella mente e nell'’animo dell’individuo tramite un sistema così potente ed efficace che impedisce di vedere quello che c’è oltre, ma questa non è di certo una giustificazione per chi si esprime dicendo che tanto è così e che non si può far nulla.
Il Trattato di Lisbona è prevalentemente finalizzato al controllo dello sviluppo tecnologico europeo e si estrinseca tramite l’attuazione di distinti programmi (tra cui E-Government ed E-Procurament) spesso menzionati in articoli, emendamenti e decreti legislativi che in Italia vengono attuati tramite il braccio esecutivo della Consip S.P.A.
Questi programmi proposti dall’O.N.U. ed attuati attraverso la N.A.T.O., mirano ad una diffusione della multimedialità rivolta al cittadino con la finalità ultima di realizzare un unico ed enorme Monopolio sul mercato globale dei prezzi e della grande distribuzione, provvedendo, di conseguenza, a trasferire l'esazione fiscale diretta ed indiretta a livello multimediale.
Oltre al favorire questo nuovo mercato, approvando leggi che tagliano le gambe a piccoli imprenditori ed ai piccoli contribuenti, i governi trasferiscono (tramite le convenzioni) i fondi dei contribuenti tartassati a società (spesso esterne all’U.E.) che risultano dedite a speculazioni private tendenti all’acquisizione ed al controllo dei più svariati settori.
Quello che in Italia ed in Europa si può vedere con i propri occhi è una consistente “coalizione privata” che ha come obiettivo primario l'acquisizione e l'egemonia sulle amministrazioni e sui servizi pubblici, favorendo società introdotte per mezzo di gare di appalto concepite e svolte su misura per tali aziende.
Il fatto che uno degli stati membri dell’U.E. non abbia aderito a tale iniziativa significa che l’incerto programma di sviluppo proposto dall’O.N.U. tramite quest’ormai famoso ed “oscuro” trattato, ora viene posto in una situazione di stallo proprio a causa dell’incerto obiettivo solo vagamente esposto ai diretti interessati.
La classe politica italiana (esclusa la Lega Nord, ma non Bossi) si è dimostrata contraria a questa decisione scaturita dal referendum popolare irlandese ed è notevole l’impetuosità con cui i media espongono il loro favore ad un trattato di cui non si sa nulla e che, nonostante l’eventuale incidenza sul cambiamento della cultura e della vita sociale italiana, non è stato esposto a livello mediatico, ma è stato approvato senza alcun referendum popolare.
I commenti blaterati dalle varie ed opposte fazioni politiche sono ancora una volta lontani dall’esprimere una sola parola su quello che è in effetti questo accordo: anche questa volta i mezzi d’informazione si astengono dal dichiarare che i problemi relativi all’immondizia di Napoli o agli scandali degli ospedali milanesi sono dovuti alle convenzioni che il governo ha stipulato con enti privati dediti al controllo delle amministrazioni pubbliche. Questi enti eseguono questi programmi di "sviluppo", sulla base di accordi stipulati a Lisbona nel marzo del 2000.
L’attuale crisi economica europea altro non è che il risultato dell’adesione a tali programmi di controllo privatizzato che hanno iniziato a parassitare gli stati membri dell'U.E. nel momento della formazione del mostruoso superstato totalitario.
Prima della creazione dell'U.E., gli stati ancora sovrani conoscevano notevoli ed indipendenti sviluppi economici e sociali, ma ora si ritrovano obbligati a sottostare a normative che variano da quelle inerenti all'economia (le quote latte con le importazioni obbligatorie) a quelle riguardanti problemi sociali (i flussi degli immigrati).
Può sembrare scorretto affiancare latte ed immigrati, ma, nel momento in cui lo stesso cittadino “europeo” viene introdotto in un sistema che lo pesa e seleziona come se fosse merce, l’immigrato rimane tale ed il cittadino diventa profugo.
Non è facile interpretare e descrivere il cambiamento economico e sociale che si vuole realizzare nei paesi dell’UE, ma è dimostrabile che qualcosa è andato storto oppure che tutto procede come da programma… Fatto sta che io cittadino sento questa crisi economica, ma non di certo il politico di fiducia che vive come un nababbo né la avverte il dirigente della multinazionale che si mangia il piccolo pesce finito nella rete grazie ai famigerati studi di settore, giostrati dai soliti “grandi” commercialisti ed avvocati.
E’ giusto ricordare che la crisi non è precepita neanche da chi esibisce la propria bella faccia nel T.G. convenzionato. Chiunque egli sia, ti dà con noncuranza la notizia (se te la riporta) dei duecentomila morti per suicidio in India a causa della fame e degli O.G.M. Monsanto, ma subito dopo ti propone un servizio coi fiocchi sulla biennale di Venezia, dove un pannolone dell’artista viene venduto a cinquecentomila euro.
L'indifferenza verso i reali problemi e l'assuefazione all'orrore sono provocate nella mente e nell'’animo dell’individuo tramite un sistema così potente ed efficace che impedisce di vedere quello che c’è oltre, ma questa non è di certo una giustificazione per chi si esprime dicendo che tanto è così e che non si può far nulla.
Il Trattato di Lisbona è prevalentemente finalizzato al controllo dello sviluppo tecnologico europeo e si estrinseca tramite l’attuazione di distinti programmi (tra cui E-Government ed E-Procurament) spesso menzionati in articoli, emendamenti e decreti legislativi che in Italia vengono attuati tramite il braccio esecutivo della Consip S.P.A.
Questi programmi proposti dall’O.N.U. ed attuati attraverso la N.A.T.O., mirano ad una diffusione della multimedialità rivolta al cittadino con la finalità ultima di realizzare un unico ed enorme Monopolio sul mercato globale dei prezzi e della grande distribuzione, provvedendo, di conseguenza, a trasferire l'esazione fiscale diretta ed indiretta a livello multimediale.
Oltre al favorire questo nuovo mercato, approvando leggi che tagliano le gambe a piccoli imprenditori ed ai piccoli contribuenti, i governi trasferiscono (tramite le convenzioni) i fondi dei contribuenti tartassati a società (spesso esterne all’U.E.) che risultano dedite a speculazioni private tendenti all’acquisizione ed al controllo dei più svariati settori.
Quello che in Italia ed in Europa si può vedere con i propri occhi è una consistente “coalizione privata” che ha come obiettivo primario l'acquisizione e l'egemonia sulle amministrazioni e sui servizi pubblici, favorendo società introdotte per mezzo di gare di appalto concepite e svolte su misura per tali aziende.
TANKER ENEMY TV: i filmati del Comitato Nazionale
Trattato di Lisbona: firma per chiedere il referendum
Uno spaccato sulla vergognosa realtà economica, ma molti continuano ad idolatrare quel cicisbeo incipriato di travaglio.
RispondiEliminaDe gustibus