mercoledì, novembre 05, 2008

Scie chimiche: un disinformatore involontariamente confuta la teoria delle scie persistenti

Alessandro Delitala - Responsabile del Settore Climatologia - Servizio Agrometeorologico Regionale per la Sardegna, scrive per NIMBUS (di cui è direttore il famigerato Luca Mercalli) un irritante articolo intitolato "Scie chimiche: un’improbabile cospirazione". Nello scartafaccio egli tenta, con modi sussiegosi, di smontare la realtà rappresentata dalle scie chimiche. Purtroppo per lui, di là dai toni usati, il Delitala non solo non riesce ad essere per nulla convincente ma, anzi, come si suole dire, "si tira la zappa sui piedi".

Leggiamo un frammento del temino pubblicato dalla rivista Nimbus:

Una diffusa leggenda metropolitana da qualche tempo è solita attribuire le scie di condensazione persistenti ad esperimenti scientifici segreti o ad operazioni coperte di vario genere... [...]

[...]
Il Dr. Amorstrano organizza una grande quantità di voli in tutto il mondo che, come vuole la teoria delle scie chimiche, rilasciano a quote variabili dai 3000 m ai 9000 metri un composto (chiamiamolo composto X) la cui caratteristica è quella di creare scie di condensazione persistenti, diverse da quelle solitamente prodotte dagli aerei. Nei blog solitamente si parla di bario o di alluminio, ma preferiamo usare un nome indefinito, proprio perché le considerazioni che faremo si applicherebbero a qualsiasi composto. Proviamo dunque a vedere cosa farebbe il Dr. Amorstrano e le difficoltà che incontrerebbe nella sua attività.

[...] La teoria più accreditata è che le scie chimiche servano a ridurre le piogge tramite sostanze capaci di catturare il vapor d'acqua e impedire i processi che portano precipitazione. Immaginiamo dunque, che il composto X abbia particolari caratteristiche igroscopiche e che venga rilasciato in atmosfera per ridurre le piogge. Poiché il rilascio del composto X avviene a quote variabili tra i 3000 m e i 9000 m, il primo problema che il Dr. Amorstrano incontra è che quasi tutto il vapor d'acqua dell'atmosfera sta negli strati più bassi. Se si considerano le nostre latitudini, infatti, la concentrazione di acqua nell'aria (la cosiddetta umidità specifica, misurata in grammi d'acqua per kg d'aria) è compresa tra i 10 e 20 g/kg vicino al suolo, è circa 1g/kg a circa 4000 m d'altezza e si riduce fino a 0.1÷0.2g/kg a circa 9000 m.


Se anche il composto X potesse catturare tutta l'acqua disponibile alle quote in cui viene rilasciato, dunque, esso andrebbe a catturare una frazione dell'acqua atmosferica molto modesta (a 3÷4000 m) o addirittura irrilevante (a 7÷8000 m), senza produrre effetti sulla gran massa d'acqua che normalmente precipita al suolo. Come se non bastasse, nei rari casi in cui una massa consistente di acqua viene portata ai livelli più alti, cioè in presenza di celle temporalesche, le scie persistenti sono molto rare. La maggior parte delle scie persistenti si osserva, semmai, nelle giornate di bel tempo, quando cioè le condizioni per la formazione della pioggia generalmente non ci sono e, dunque, non pioverebbe comunque, rendendo superflua l'operazione. [...]


Rileggiamo questo passaggio:

"Se si considerano le nostre latitudini, infatti, la concentrazione di acqua nell'aria (la cosiddetta umidità specifica, misurata in grammi d'acqua per kg d'aria) è compresa tra i 10 e 20 g/kg vicino al suolo, è circa 1g/kg a circa 4000 metri d'altezza e si riduce fino a 0.1÷0.2g/kg a circa 9000 m. Se anche il composto X potesse catturare tutta l'acqua disponibile alle quote in cui viene rilasciato, dunque, esso andrebbe a catturare una frazione dell'acqua atmosferica molto modesta (a 3÷4000 m) o addirittura irrilevante (a 7÷8000 m), senza produrre effetti sulla gran massa d'acqua che normalmente precipita al suolo".

In definitiva il Dottor Delitala contraddice sé stesso e, nel contempo, smentisce in toto la teoria secondo cui le scie di condensa (comprese quelle di tipo persitente) sono una costante. Se egli, infatti, per provare a negare la realtà delle irrorazioni clandestine, afferma che l'umidità a quote elevate è irrilevante (l'umidità specifica si abbassa man mano che si sale di quota, così come l'umidità relativa), com'è possibile conciliare queste sue affermazioni con la patetica tesi della persistenza di contrails, composte da solo vapore acqueo? La stessa N.A.S.A., fonte ritenuta attendibile dagli assertori della teoria delle scie di condensa, dichiara che affinché si raggiungano le condizioni per la persistenza di una contrail, è necessario che si verifichino condizioni di sovrassaturazione rispetto al ghiaccio di molto superiori al 100% se non prossime al 150%! Ciò significa che l'umidità specifica dovrebbe avere valori vicini o superiori a 10g/kg! Com'è possibile allora, Dottor Delitala, conciliare questi dati concreti non solo con la formazione di qualsivoglia tipo di scia di condensa, ma addirittura con la sua persitenza per ore e con la sua espasione? E come è possibile che si verifichino le condizioni per la formazione nonché la persistenza ed espansione di scie di condensa nelle giornate di bel tempo, laddove la pressione è ovviamente elevata e l'umidità è già irrilevante a bassa quota?


Allora, Dottor Delitala, come spiega questa contraddictio in adiecto?

Se, infatti, per la formazione della scia può valere la nucleazione eterogenea, non così per l'espansione: il particolato è troppo esiguo per sostenere una nuvola enorme e si ricade dunque nella nucleazione omogenea. La persistenza è semplicemente un congelamento della scia in un equilibrio fra sublimazione e brinamento. Non così l'espansione che implica la formazione continuativa di cristalli di ghiaccio.

Lo stesso Maggiore Guido Guidi afferma (ospite della trasmissione Geo & Geo), sebbene anch'egli segua le direttive tese a disinformare un pubblico non attento: "Le scie si vedono quando c'è molta umidità negli strati dell'atmosfera, ovvero quando questa umidità sta arrivando accompagnata da aria abbastanza calda e quindi questa umidità concentrata negli strati più alti dell'atmosfera condensa al momento del passaggio dell'aeroplano, che è un elemento perturbante per i gas di scarico che rilascia, ma anche per il fatto stesso di perturbare la situazione di tranquillità, di equilibrio dell'atmosfera e quindi dare la possibilità a questa umidità di condensare e quindi di essere visibile. Se questa umidità è in aumento, se è molto consistente il contributo di umidità, le scie tendono a divenire sempre più larghe e noi usiamo dire che tendono a divenire persistenti nel cielo e quindi anche a dar luogo a nuvolosità".


Insomma! Questa umidità in alta quota... c'è o non c'è?

Forse, se il responsabile del Settore Climatologia - Servizio Agrometeorologico Regionale per la Sardegna, anziché scrivere corbellerie nel puro stile dei disinformatori, si fosse preoccupato di avvertire la popolazione delle città sarde che di lì a poco sarebbero state sconvolte da un'alluvione perfettamente prevedibile, vista l'enorme espansione della cella temporalesca, avrebbe sicuramente meritato il suo lauto stipendio. Così, invece, non è stato e di ciò, prima o poi, Alessandro Delitala (come altri che hanno taciuto quando avrebbero dovuto parlare ed hanno blaterato quando avrebbero dovuto tacere), dovrà renderne conto, se non alla "giustizia" terrena, per lo meno alla giustizia divina.

Un consiglio Dottor Delitala: non segua le orme del Colonnello Giuliacci. Rischia di fare una figura ben peggiore, se insiste su questa linea. Non tutti sono gonzi come crede e le bugie, come vede, hanno le gambe corte.


L'amico Corrado Penna (fisico, docente presso l’Istituto Scolastico Superiore di Iseo), nel suo ampio dossier sulle scie chimiche (pag. 7, paragrafo 24), scrive:

"Faccio notare come il meteorologo Guido Guidi, intervenendo alla R.A.I. per "rassicurare il pubblico" sulla presenza della scie nel cielo, tenti di giustificare la presenza di scie persistenti: 'Se questa umidità è in aumento, se è molto consistente il contributo di umidità, le scie tendono a divenire sempre più larghe e noi usiamo dire che tendono a divenire persistenti e quindi anche a dare luogo a nuvolosità'.

Se ciò fosse vero ci sarebbero giornate (e nottate) in cui, vedendosi sempre scie persistenti (si notano bene con la luna piena), ci dovrebbe essere un’umidità in continuo aumento; peccato che l’umidità non può essere in continuo aumento dal momento che quando si arriva al punto di saturazione l’umidità non aumenta più. Quando l’umidità relativa arriva al 100% (saturazione) un eventuale carico di acqua che si aggiunga all’ambiente sotto forma iniziale di vapore condensa immediatamente portandosi allo stato liquido; come lo zucchero non si può sciogliere a volontà nell’acqua (ma ad un certo punto si deposita sul fondo non potendosi sciogliere) così il vapore acqueo non può mescolarsi in quantità arbitrarie all’aria e quindi l’umidità non può continuare ad aumentare.

La cosa veramente curiosa nelle parole del meteorologo è che egli precisa che le scie larghe e persistenti si formano 'se è molto consistente il contributo di umidità' e ciò vuol dire che siamo già in presenza di condizioni di alta umidità relativa. Di conseguenza nei giorni (e nelle notti) in cui vediamo scie formarsi in continuazione, se fossero davvero scie di condensa, dovremmo pensare che stiamo partendo da condizioni umidità relativa già alta, diciamo intorno al 60-70 %, e che quindi man mano che passa il tempo si arrivi a livelli di umidità relativa del 75, 80, 85, 90, 95, 100, 105, 110 % … peccato che il tasso di umidità relativa non possa salire oltre il 100% (massimo livello di umidità contenuto nell’aria). Mi dispiace, ma è come lo zucchero, non potete scioglierne 10 cucchiaini in una tazza di tè!

[...] Sono da notare le parole 'innocue velature' che sembrano rappresentare la tipica 'excusatio non petita': perchè mai si dovrebbe usare l'aggettivo innocuo per una foschia o per una lieve nuvolosità? Innocuo? Ma quando mai abbiamo sentito parlare di 'velature pericolose'? Innocue forse perchè non portano pioggia? Ma in tempi di siccità come questi la pioggia dovrebbe essere accolta con sollievo! Innocue velature? Questo è un tipico metodo per il lavaggio del cervello, per portare le persone ad associare inconsciamente le 'velature' portate dalle scie chimiche a qualcosa di innocuo, cosa che purtroppo è oltremodo falsa. Da notare altresì che, ultimamente, la pioggia viene considerata una sorta di iattura dai meteorologi, come se il potersi fare una passeggiata senza l'ombrello fosse più importante del rendimento dei campi coltivati: altra forma di condizionamento verbale per fare accettare la siccità indotta dalle scie chimiche?

Molto spesso mi è capitato di guardare le previsioni del tempo e vedere annunziate nuvole, nuvolosità diffuse, 'velature nuvolose' e di osservare invece cieli che sarebbero stati sereni senza l’intervento delle scie degli aerei, cieli che sono stati oscurati da un gran traffico di aerei che hanno portato con loro scie permanenti in espansione. I servizi meteorologici hanno quindi previsto con esattezza la velatura del cielo, ma era una velatura a tutti gli effetti meteorologicamente imprevedibile essendo artificiale, prodotto dall’uomo. Tutto ciò è spiegabile solo pensando che il servizio meteorologico dell’aeronautica militare (che fornisce i dati) sappia già in partenza qual è il tempo che si vuole provocare. Come potevano mai sapere che il traffico aereo avrebbe generato finte nuvole? Come fanno ad azzeccare le previsioni sulle “foschie/velature” tutte le volte in cui le nuvole sono portate da quello stranissimo traffico aereo? Guardate il cielo con costanza, seguite le previsioni meteo e scoprite da soli in mezzo a quale tipo di cospirazione ci troviamo di fronte.

Ci sono casi in cui al contrario le previsioni (persino quelle a breve termine) risultano così errate da fare venire delle forti perplessità. Forse chi ha formulato le previsioni non ha tenuto conto dei fattori di modificazione climatica artificiale? O Forse i progetti dei manipolatori climatici sono cambiati dopo che le previsioni erano già state formulate di modo tale che non c’era modo di fare la previsione giusta? Di sicuro, da quando è iniziata l’operazione clandestina di rilascio delle scie chimiche, le piogge sono diminuite e la siccità avanza e, se ci si allena a guardare il cielo, si percepisce come certe formazioni nuvolose che una volta portavano la pioggia adesso vengono dissolte dai composti irrorati dagli aerei".



Fonte: TankerEnemy.com


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6 commenti:

  1. Tra la fine di ottobre ed i primi di novembre dell’anno 2000, svolgevo come pilota a bordo di un Cessna 206 di marche I-IPAJ attività di lancio paracadutisti presso l’Aeroclub di Vercelli, riscontrabile dagli archivi della documentazione di traffico, qualora reperibile.
    Rimasi alquanto incuriosito dalla presenza di filamenti biancastri non meglio identificati ed attaccati alle superfici dell’aereo durante il volo.
    Una volta a terra la strana sostanza veniva a trovarsi disseminata in un raggio di 50 km circa dalla zona aeroportuale, anche in prossimità dell’autostrada di collegamento A26, dalla quale raccolsi un campione che conservai per circa 10 gg. . Questi filamenti inodore ed apparentemente inerti non rappresentarono sul momento motivo di grande stupore se non fosse per il fatto di averne riscontrato la presenza ad una quota di 5000 m, cioè quella di lancio. La vicinanza con Torino Caselle poteva lasciar supporre che potesse trattarsi di inusuali stati di condensazione di qualche scarico non codificato alla convergenza di rotte commerciali oltre che militari.
    In quella circostanza risultarono segnalazioni ai reparti dell’A.M.I. e si pervenne ad una descrizione sommaria circa la composizione chimica dei reperti, a base silicica appunto.
    Ignoti, ufficialmente, provenienza e scopo.
    L’evento è senz’altro suggestivo, se a tutt’oggi la tematica degli inquinanti atmosferici è particolarmente sentita; condivido anche la fondatezza degli elementi a carico di “congetture
    condizionanti” ad opera dei media. Le implicazioni in merito alla progettazione della programmazione radiotelevisiva quotidiana ed alla modulazione degli impulsi sensori audio-video
    non sono affatto trascurabili : l’ipotesi per un sistema completo di attivazione-rilevazione massiva degli stimoli sull’utenza non è impraticabile per il livello tecnologico raggiunto.
    E’ anche per questa ragione che mi lasciano perplesso note edizioni divulgative in materia, le contromisure disinformative e di falsificazione si realizzano a più livelli, esprimersi con fondatezza scientifica obiettiva è estremamente difficile, per l’impiego e la reperibilità di strumenti di analisi delle grandezze fisiche coinvolte, per l’accuratezza e l’elaborazione dei dati acquisiti, per l’attendibilità delle testimonianze. Auspicabile un lavoro di intelligence coordinata per tutti gli aspetti riconducibili a fenomenologie ancora in fase di approfondimento.


    Sergio Lippolis
    e-mail : slpzoltar@libero.it

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  2. Salve Sergio, la Sua testimonianza è davvero di notevole importanza. Sarebbe interessante trasformarla in un'intervista video, da inserire all'interno di un documentario professionale attualmente in preparazione.

    Detto questo, penso che le sue valutazioni finali siano certamente condivisibili. Purtroppo in campo scientifico, qui in Italia, v'è una larga schiera di "scienziati" arroccati sulle loro posizioni di chiusura, mentre altri non sono abbastanza coraggiosi da voler uscire allo scoperto con studi specifici sull'argomento.

    Per quanto riguarda noi, siamo impossibilitati nel condurre studi specifici, in quanto privi di attrezzature e conoscenze tecniche per l'uso delle medesime.

    All'estero le cose sono diverse e molti scienziati stanno studiando i polimeri di ricaduta, sui quali non hanno dubbi: sono di origine nanotecnologica.

    La ringrazio per la Sua testimonianza e la invito a contattarmi se volesse registrare un'intervista sugli episodi descritti.

    Può inviare una mail a tanker.enemy [at] gmail.com

    Un cordiale saluto

    Rosario Marcianò

    RispondiElimina
  3. Ciao Rosario,
    ti ringrazio innanzi tutto per aver risposto subito al commento.
    In riferimento a quanto ti ho descritto, il fenomeno dei “capelli d’angelo” di Vercelli riveste una peculiarità interessante poiché si è verificato già diversi anni addietro, e/o continua a verificarsi, con periodicità, quasi stagionale, e più o meno con le medesime modalità (leggansi inoltre i referti del CICAP). Se, ed in qual misura, esso rientri nella casistica di sperimentazioni nanotecnologiche occulte non lo si può stabilire con leggerezza. Vi è una teoria in tutt’altra direzione a riguardo.
    In linea di massima nulla osta per collaborazioni di sorta ove si intenda affrontare un progetto divulgativo indipendente, che però sia tale. Ovvero capace di riportare i fatti e i dati per quelli che sono. E’ cosa difficile perché le maglie dell’informazione, anche quella scientifica, non sono facilmente districabili da impostazioni, appunto, "nanotecnologiche" e sarebbe ghiotta l’occasione di inquadrare dati sensibili in un format già strutturato per le “ricadute” desiderate, eludendo così trattazioni scomode o per le quali sia arduo pronunciarsi.
    Nell’eventualità bisogna, se non altro, incontrarsi e parlarne molto seriamente. Restiamo in contatto.
    A te ed allo staff invio cordiali saluti.



    Sergio Lippolis
    Info: slpzoltar@libero.it

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  4. Ciao Sergio, ti ringrazio io per la testimonianza e per la disponibilità.

    Sulla questione si sono recentemente pronunciati anche scienziati russi (tu sai che anche in ambito ufologico sono più liberi di parlare che altrove) ed hanno affermato che i filamenti, collegati anche al morbo di Morgellons, sono di origine nanotecnologica terrestre. Ciò conferma quanto dichiarato da altri ricercatori (indipendenti) negli Stati Uniti ed in Europa.

    La teoria dei filamenti definiti "capelli d'angelo" e di origine aliena, non sta in piedi. Lo stesso Giorgio Pattera, biologo ed ufologo (il quale prediligeva tale indirizzo), da noi invitato ad accertarsene, ha appurato che si tratta di filamenti man made.

    Detto questo, noi che siamo indipendenti, siamo sempre disposti a confrontarci, dati alla mano, per portare avanti le ricerche che confermeranno quanto scritto e dichiarato ai media sino ad ora. Ancora nessuno scienziato (non indipendente) è riuscito, dati alla mano, a confutare le nostre conclusioni.

    Restiamo sempre a disposizione e ti ringraziamo, ancora una volta, per l'utile contributo

    Rosario

    P.S.

    Se mi citi il C.I.C.A.P. come fonte affidabile mi viene la psoriasi.

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  5. Ma infatti Rosario ti confermo che il CICAP si è limitato a fornire documentazione comprovante analisi chimico-fisiche di tali reperti non sostenendone affatto alcuna origine “aliena”. Per me è più importante che la controparte di una tesi qualsiasi a dibattito affermi anche non completamente
    la veridicità della tesi avversa affinché si giunga a conclusioni non banali. Poi può anche succedere che due controparti siano tacitamente d’accordo in un confronto farsesco e quindi non più in antitesi nel merito della disamina. Voglio dire inoltre che quando i dati non sono sufficienti tutte le teorie stanno in piedi. In materia O.V.N.I. / E.B.E. è anche stato sostenuto che i presunti alieni grigi
    fossero esperimenti genetici malriusciti o bambolotti usati come spauracchio da organizzazioni
    paramilitari segrete con finalità proprie e riconducibili a programmi cover-up di controllo psichico sulla popolazione.
    Il concetto, prima ancora di essere “alieno” è per lo più nel fatto che una tecnologia non conosciuta, anche terrestre, molto avanzata rispetto alle fasce primarie della popolazione planetaria può produrre fenomenologie a forte impatto sulla coscienza collettiva poiché
    ravvisabili, in mancanza di strumenti di decodifica, come soprannaturali o extraterrestri.
    Non per questo sono persuaso si sia gli unici “esseri superiori” in uno spazio così grande.
    Spero di averti fornito con maggiore chiarezza il mio orientamento di fondo sulla questione.
    Ciao, a presto.

    Sergio Lippolis

    Info : slpzoltar@libero.it

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  6. Siamo d'accordo, Sergio. Io però resto estremamente difffidente nei confronti del CICAP in quanto non è indipendente.

    Prova ne è la reiterata campagna di delegittimazione nei nostri confronti per voce di uno dei suoi massimi paladini: paolo Attivissimo.

    Lo stesso Toselli (CICAP), in un contraddittorio col sottoscritto, anziché cercare di confutare le mie analisi e dati, ha esordito affermano che io non sono nessuno. Bel modo per iniziare un dibattito.

    Comunque il Tuo discorso è da me pienamente condiviso escludendo, appunto, il C.I.C.A.P.

    Chiede venia, ma non li digerisco.

    Grazie e buon proseguimento.

    Ciao!

    RispondiElimina

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