martedì, giugno 07, 2011

Paura di volare... tra un pilota fasullo e un ricambio riciclato

Coloro che, in merito alle attività di aerosol clandestine alias scie chimiche, pongono la solita domanda: "Ma vuoi che se la questione fosse vera, i piloti non parlerebbbero?", dovrebbero leggere il seguente articolo.

"I dipendenti delle compagnie aeree hanno veramente paura".

"Ho imparato tutto da solo. Passavo la notte davanti al simulatore di volo: decollavo, atterravo, sfidavo le correnti. Non ho mai sbagliato un test". (Thomas Harry Salme, scoperto dopo 10.000 ore d volo).

"Quanto ha pagato? Due milioni di lire" (cifra pattuita nel 1989 per un brevetto di volo senza esame di teoria).

"Avvolti in un sacco nero, uno di quelli comunemente usati per l'immondizia, ci sono flessibili destinati agli impianti di pressurizzazione e idraulici, fabbricati 40-50 anni prima" (Ispezione all'Hangar C-126-B di Ciampino, nel 2001 vengono ritrovati centinaia di componenti aeronautici privi di certificazione destinati alla vendita).

"La Lufthansa è stata l'unica azienda del mondo che, dopo essersi accorta di avere intrattenuto rapporti commerciali con broker deviati, ha messo in sicurezza i suoi aerei in tempi strettissimi. L'unica".

"Alcune compagnie aeree non sono molto diverse da organizzazioni criminali. Chi parla, denuncia e prova a opporsi alle 'leggi' interne che regolano la loro spietata logica del profitto, viene eliminato: licenziato".

"Una compagnia aerea italiana ha manomesso dei documenti ufficiali relativi ad un equipaggio che ha così potuto spremere per oltre 27 ore consecutive con un risparmio di diverse migliaia di euro".

La Federal Aviation Administration, più volte sollecitata a dare spiegazioni su alcuni componenti sospetti provenienti da broker statunitensi non ha mai risposto alla controparte italiana. Perché?

La turbina di un aereo, un radioaltimetro, un radar o semplicemente i carrelli di atterraggi garantiscono alle organizzazioni mafiose guadagni molto superiori al traffico di stupefacenti.

La facilità con la quale oggi possono essere falsificate le certificazioni è sconvolgente: ciò apparirà evidente, purtroppo, anche in un volume di prossima pubblicazione nel quale sono state meticolosamente raccolte evidenze in 10 anni di attività nel campo della verifica e della certificazione di impianti, macchine e organizzazioni industriali. Ma restiamo, per ora, in campo aeronautico. Abbiamo parlato di 'falsi' piloti. Si penserà che si tratta di un caso isolato: invece sono decine e decine, molto giovani, che per diventare piloti si sono comperati gli esami di teoria in Italia. Gli stranieri falsificano; gli italiani comprano o, almeno, hanno comperato.

Poi c'è il mercato delle parti di ricambio corredate da falsi certificati. Tutti ricordano l'incidente del Concorde a Parigi nel 2000 (113 morti di cui 4 a terra). Pochi sanno che un reportage giornalistico, confermato poi dall'indagine della competente agenzia francese (la BEA), ha dimostrato che l'incidente fu causato dal distacco di un piccolo componente dall'invertitore di spinta di un DC 10 della Continental Airlines che impattò con effetti disastrosi su un pneumatico del Concorde.

Gli aerei cannibalizzati per le parti di ricambio si sono trovati anche a Fiumicino. La lista dei clienti dei broker illeciti è addirittura imbarazzante: non figurano compagnie aeree africane... bensì primarie compagnie italiane ed europee. Le organizzazioni e le compagnie sono responsabili o le responsabilità sono riconducibili a singoli funzionari 'corrotti'? Purtroppo l'estensione del fenomeno e, soprattutto, l'inerzia o, peggio, le misure punitive assunte in presenza di denunce da parte di piloti, comandanti e personale tecnico di terra fanno ritenere, putroppo, che la deregulation del mercato del trasporto aereo ha davvero determinato effetti epocali che non tarderanno a manifestarsi.

D'altronde... si dice... bisogna essere fatalisti. No?


Fonte: Manutenzione: il bene di tutti


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