martedì, gennaio 31, 2012

La guerra dei droni

Il libro “La guerra dei droni” di Sabina Morandi è una coraggiosa inchiesta sugli U.A.V., gli unmanned aerial vehicles, velivoli senza pilota, micidiali e sovente infallibili. I conflitti del XXI secolo sono elettronici: i militari colpiscono in maniera proditoria quasi sempre civili inermi piuttosto che pericolosi ribelli. Un ex agente della C.I.A., inviato in Afghanistan dopo l’inside job, noto come 9 11, spiega: “Chiunque abbia seguito un attacco di un drone su un monitor afferma che è una scena impressionante. Ho visto quelle persone in miniatura che correvano e le bombe che esplodevano. Quando il fumo si è diradato, c’erano solo macerie carbonizzate”. Le persone che corrono disperatamente in cerca di riparo sono diventate uno spettacolo così frequente che, per indicarle, è stato coniato un termine gergale, squirters, ovvero “quelli che schizzano via”.

“La guerra dei droni non è fantascienza. E’ pura realtà. Che cosa sono i droni? Aerei senza equipaggio a controllo remoto, calibrati per volare a tutte le quote, pronti a vigilare, spiare, bombardare. E’ un affare gigantesco per le multinazionali belliche. Il Nobel Obama ci investe, mentre noi offriamo le basi di decollo. Così la guerra è più facile. Papà-soldato manovra al sicuro dalla consolle, il figlioletto si allena con i video-giochi pronto a subentrargli. Sono videogiochi di guerra sempre più realistici, guerre sempre più videogiocate a distanza, ma le morti, dall’altra parte dello schermo, sono vere ed il ronzare dei droni, per chi sta sotto, è un rumore sinistro. Questa è già la guerra di oggi, di domani e non solo, perché il ‘controllo remoto’ potrebbe diventare sempre più metafora delle nostre vite”. (Dal risvolto di copertina)

Se le guerre sono sempre detestabili, per le distruzioni ed i lutti che causano, per i loschi interessi per cui sono dichiarate, fomentate e combattute, la guerra del XXI secolo è ancora più abominevole, perché è una pugnalata alla schiena.

L’autrice, Sabina Morandi, è giornalista scientifica free lance e narratrice. Si occupa soprattutto di biotecnologie, petrolio ed ambiente.

Si ringrazia l’amico Gianni Ginatta per la segnalazione.

4 commenti:

  1. Intanto uno in meno:
    http://video.corriere.it/schianto-aranceto/97a27f96-4b18-11e1-8fad-efe86d39926f
    http://de.rian.ru/society/20120129/262569047.html

    RispondiElimina
  2. E' mostruoso, pensare che le guerre debbano essere combattute in questo modo così vigliacco, e sta già succedendo non solo nel lontano Afghnistan gli aerei della Nato che distribuiscono veleni e morte sopra le nostre città sono comandati a distanza da esseri immondi (mi rifiuto di chiamarli umani) privi di coscienza.
    Non provo nessuna compassione per questi pazzoidi soldati, parlano di squirters per loro gli esseri umani sono solo numeri, ho ancora nella mente l'immagine di un ragazzino militare americano che prende a mitragliate gli iracheni ascoltando il suo mp3.
    Mi domando se un karma una sorta di giustizia divina ci dovrà pur essere per questi mostri, la situazione non è più tollerabile, diciamoci la verità è un mondo che sta lentamente morendo, o succede qualche evento miracoloso oppure non sò davvero che ne sarà di noi.

    RispondiElimina
  3. Panetta:"è un grande accordo". Il sistema sarà operativo tra il 2015-17. Bruxelles, 3 feb
    -
    Dopo vent'anni, molte discussioni e divisioni interne, i ministri della Difesa della Nato
    hanno trovato oggi a Bruxelles un accordo sul nuovo sistema di sorveglianza della
    superficie terrestre dell'Alleanza (Ags) che avrà il suo centro operativo e di comando nella
    base di Sigonella (Catania).
    Ad annunciarlo è stato per primo l'ambasciatore Usa presso la Nato, Ivo Daalder, che in
    un messaggio su Twitter ha dato anche conto della soddisfazione del segretario della
    Difesa Usa, Leon Panetta. ''E' un buon accordo, un grande accordo, un accordo fatto'', ha
    commentato Panetta, che si è battuto affinchè il progetto diventasse realtà. L'Ags doterà
    l'Alleanza di un sistema di sorveglianza migliorato, dotato di cinque droni (velivoli
    teleguidati), la cui mancanza si è fatta particolarmente sentire durante l'operazione militare
    in Libia, nel corso della quale i partner europei hanno dovuto fare affidamento sui sistemi
    di intelligence Usa.

    Dopo l'uscita di scena della Spagna (che puntava ad avere la sede), la defezione del
    Canada (che si è tirato indietro dopo avere firmato un'intesa) e l'ostilità di Francia e Gran
    Bretagna (che preferiscono puntare sui rispettivi sistemi nazionali), sono 13 i paesi sui
    quali il progetto Ags può contare. Oltre all'Italia, Bulgaria, Repubblica ceca, Estonia,
    Germania, Lettonia, Lituania, Lussemburgo, Norvegia, Romania, Slovacchia, Slovenia e
    Stati Uniti. ''Questo gruppo di alleati acquisirà cinque droni, il comando associato e la
    stazione base di controllo'', ha riferito Rasmussen. ''La Nato si occuperà del loro
    mantenimento e operatività per conto dei 28 alleati'', ha aggiunto. Il nuovo sistema Ags
    sarà disponibile per l'Alleanza in un periodo compreso tra il 2015 e il 2017. Nell'accordo
    rientra anche un contributo specifico di Francia e Gran Bretagna che, pur non
    partecipando al finanziamento della joint-venture, metteranno a disposizione il sistema
    French Heron Tp e il sistema Uk Sentinel. ''Non soldi, ma mattoni'', ha detto il ministro
    francese Gerard Longuet. (ANSA)

    RispondiElimina
  4. I droni non sono solamente un'arma. Noi nella nostra azienda, Ermes Technologies, li utilizziamo e li commercializziamo per scopi puramente civili e di utilità pubblica. Possono salvare vite umane di persone disperse nei terremoti, possono fare check su pannelli fotovoltaici, sicurezza e sorveglianza, e molto altro! Fate un giro su
    http://servizi.ermestechnologies.com
    e cambierete idea!

    RispondiElimina

ATTENZIONE! I commenti sono sottoposti a moderazione prima della loro eventuale pubblicazione.

Nota. Solo i membri di questo blog possono postare un commento.