lunedì, marzo 26, 2012

G come geoingegneria - V come vendetta

Che cosa fareste, se qualcuno vi portasse via tutti i vostri averi, approfittando della vostra fiducia e spacciandosi per un amico o comunque per qualcuno di cui ci si può fidare? Quale sarebbe la vostra reazione, se sapeste che persona di vostra fiducia ha approfittato di tale vantaggio per derubarvi? Siamo sicuri che non la prendereste tanto bene. Allora... che cosa pensereste nell'apprendere che i meteorologi asserviti al sistema, approfittando della loro immeritata posizione di prestigio, vi stanno prendendo letteralmente per i fondelli, pubblicando previsioni ed informazioni mendaci, al fine di coprire le attività di geoingegneria clandestina in corso? Che cosa fareste loro, sapendo che essi stanno contribuendo alla scientifica desertificazione del territorio? Allorquando, tra poche settimane o al massimo mesi, le riserve idriche si ridurranno e saranno razionate, sarete magnanimi con costoro? Noi no. Noi ribadiamo che codesti individui devono essere puniti per reato di favoreggiamento.

Ovviamente anche i media di regime hanno una grossa responsabilità in questo, occultando ai cittadini quanto, quotidianamente, viene compiuto a danno della collettività.

Mentre le operazioni di aerosol clandestine proseguono con lo scopo di impedire le precipitazioni, il nostro governo è in procinto di introdurre gli O.G.M. ed ha deciso di stipulare milionari accordi con Israele per sperimentazioni volte alla stimolazione artificiale delle piogge (cloud seeding). Evidenziato il controsenso... a buon intenditore, poche parole. Ricordatevelo alle prossime elezioni. Questo sistema va azzerato.



La prigione più buia ed angusta non ha né muri né sbarre: la prigione più buia ed angusta è il nostro assenso ad un potere perverso la cui unica forza è nella debolezza dei cittadini. Spezzare le catene significa smettere di affidare la nostra vita a chi persegue solo la nostra morte.

domenica, marzo 18, 2012

Sostanze psicoattive ed ingegneria genetica per fingere di salvare il pianeta

Qualche giorno fa ho recensito un recente film, “In time”, dove in un futuro distopico, la popolazione viene geneticamente modificata affinché diventi immortale. Le élites sono, infatti, riuscite ad implementare una modifica genetica permanente in questa popolazione del futuro, costringendola a guadagnare tempo per sopravvivere. Tutto ciò viene eseguito per ridurre la popolazione, in quanto, secondo la classe dirigente, “per un gruppo di pochi immortali, la maggioranza deve morire”. Ovviamente non siamo ancora arrivati a tanto, ma il meccanismo è simile. Abbiamo un finto problema, creato ad hoc dal sistema, come il riscaldamento globale e, per risolverlo, vengono proposte risoluzioni che porteranno inevitabilmente alla riduzione della popolazione, con svariate implicazioni eugenetiche. Nel seguente articolo vengono proposte una droga emozionale di modo che sviluppiamo “empatia” nei confronti dell’ambiente (come se fossimo noi cittadini a non rispettare l’ambiente) ed una modifica genetica, sì da procreare a scelta un figlio robusto, due medi o tre piccoli. Creando le giuste condizioni, cioè un mondo materialista, dove l’apparenza è tutto ed una crisi globale (con globale intendo mondiale, ma anche di tutti i valori dell’uomo) i satanisti stanno adempiendo velocemente la loro agenda volto allo sfoltimento della popolazione. Ci stiamo avvicinando ad un futuro simile a “Brave New World” o ad “In time”? La sensazione è questa. In ogni caso, giudicate voi.

Un nuovo studio che verrà pubblicato su "Ethics, Policy and Environment" sostiene che dovrebbe essere presa in seria considerazione la possibilità di drogare le masse con sostanze che le rendano più rispettose dell’ambiente, propone anche la modifica genetica dei bambini al fine di renderli più piccoli e diminuire quindi il loro impatto sull’ambiente.

In un’intervista rilasciata a "The Atlantic" il principale autore dello studio, Matthew S. Liao, professore di Bioetica alla New York University, sostiene che gli esseri umani dovrebbero essere sottoposti a modifiche “biomediche” al fine di contribuire a combattere il cambiamento climatico.

Riflettendo sulle logiche conclusioni, le proposte di Liao superano di gran lunga qualsiasi cosa Aldous Huxley abbia scritto in "Brave New World", un romanzo distopico del 1932 su una futura dittatura scientifica che cerca, attraverso le droghe e la manipolazione genetica, di ridurrel’umanità stato di completa e servile sottomissione.

Esprimendo rammarico sul fatto che le carbon taxes non serviranno a nulla contro le emissioni di carbonio, Liao suggerisce altri metodi, tra cui “l’intolleranza alla carne indotta farmacologicamente” per cui la gente prenderebbe dei farmaci o indosserebbe degli adesivi (come quelli che indossano quelli che vogliono smettere di fumare) che “stimolerebbero il sistema immunitario a respingere le comuni proteine bovine".

Al fine di ridurre i consumi e l’impatto ambientale di un essere umano, Liao suggerisce che potrebbe essere applicata una politica simile, ma più flessibile, di quella della Cina , imponendo ai genitori di scegliere tra l’avere un figlio grande, due medi o tre piccoli.

Questo potrebbe essere realizzato tramite una “diagnosi genetica preimpianto”, in cui gli embrioni verrebbero impiantati in base all’altezza, oppure usando“farmaci che riducono o aumentano l’espressione dei geni paterni o materni, al fine di influenzare l’altezza alla nascita.”

Alla domanda se la manipolazione genetica dei bambini sia etica o giusta, Liao risponde citando la necessità di affrontare il “cambiamento climatico”, come la preoccupazione morale più pressante.

Liao suggerisce successivamente che drogare l’opinione pubblica potrebbe influenzare positivamente la loro “volontà” di donare soldi in beneficenza ad organizzazioni come la Oxfam, che sostengono l’agenda sul riscaldamento globale, grazie al “miglioramento farmacologico di empatia e altruismo”.

“Per esempio, vorrei mandare un assegno a Oxfam, ma a causa della mia pigrizia forse potrei non farlo mai. Ma se accresciamo le mie capacità empatiche con i farmaci, allora forse supererò questa mia pigrizia e invierò l’assegno", afferma Liao.

Naturalmente, gli stessi farmaci possono essere impiegati per rendere qualcuno più incline a compiere qualsiasi azione. A seconda di chi comandi, questa rappresenta in fondo, l’opportunità di castrare chimicamente il libero arbitrio.

Liao chiarisce, alla fine del colloquio, che l’industria farmaceutica si è detta entusiasta del potenziale economico delle “modifiche biomediche”.

“Di recente ho tenuto una conferenza su questo mia ricerca a Yale e c’era un uomo nel pubblico che lavorava per una società farmaceutica: sembrava convinto del fatto che esiste un grande mercato per questo genere di modifiche”.

Tesi sul miglioramento farmacologico della popolazione sono comparse ben prima di quelle di Liao. Già nel 1977, l’attuale scienziato della Casa Bianca, John P. Holdren scrisse nel suo libro "Ecoscience" che la popolazione dovrebbe essere sterilizzata farmacologicamente in modo da salvare il pianeta.

L’utilità della narcotizzazione di massa come mezzo per creare una popolazione docile è stata diffusa anche attraverso i media, con l’idea di aggiungere il litio alle forniture dell’acqua come “stabilizzatore dell’umore”. Altri eminenti professori e psichiatri hanno chiesto di aggiungere sostanze psicotrope all’acqua potabile.

Questa è la seconda volta in poche settimane in cui vengono rilasciate dichiarazioni scandalose dal mondo della scienza. La questione precedente riguardava un articolo pubblicato sul "Journal of Medical Ethics", secondo cui la pratica dell’aborto dovrebbe essere estesa, comprendendo anche la possibilità dell’omicidio neonatale.


Fonte: neovitruvian.it

sabato, marzo 03, 2012

Uomini ed automi

T.A.V.: tirannia, arbitrio, violenza

Pierpaolo Pasolini è stato un intellettuale di grande valore, una delle ultime voci libere: le sue analisi della “cultura” di massa e della “civiltà” industriale, sono a distanza di decenni, di un’attualità corrosiva. Si pensi, a titolo di esempio, alla sua lucida diagnosi a proposito del mezzo televisivo.

Chiosa il narratore e regista in “Scritti corsari”, 9 dicembre 1973: “Se i sottoproletari si sono imborghesiti, i borghesi si sono sottoproletarizzati. La cultura che essi producono, essendo di carattere tecnologico e strettamente pragmatico, impedisce al vecchio ‘uomo’ che è ancora in loro di svilupparsi. Da ciò deriva una specie di rattrappimento delle facoltà intellettuali e morali. La responsabilità della televisione, in tutto questo, è enorme. Non certo in quanto mezzo tecnico, ma in quanto strumento del potere e potere essa stessa. Essa non è soltanto un luogo attraverso cui passano i messaggi, ma è un centro elaboratore di messaggi. È il luogo dove si fa concreta una mentalità che non si saprebbe dove collocare. E’ attraverso lo spirito della televisione che si manifesta in concreto lo spirito del nuovo potere. Non c’è dubbio che la televisione è autoritaria e repressiva come mai nessun mezzo di informazione al mondo. Il giornale fascista e le scritte sui cascinali di slogans mussoliniani fanno ridere: come con dolore l’aratro rispetto ad un trattore. Il fascismo non è stato in grado nemmeno di scalfire l’anima del popolo italiano: il nuovo fascismo, attraverso i nuovi mezzi di comunicazione e di informazione, non solo l’ha scalfita, ma l’ha lacerata, violata, bruttata per sempre” .

Pasolini, pur ignorando il pericolo insito nella tecnica in sé, che è comunque un offuscamento della vita, coglie il carattere dispotico e mistificatorio della televisione, adatta a plagiare l’opinione pubblica ed a corromperla. Si evidenzi soprattutto la condizione asimmetrica che si crea tra produttori di messaggi e fruitori: i primi impongono la loro visione del mondo ad un “cittadino” che interloquisce solo nel caso di giochi a premi o di brevi sfoghi contro la classe “politica”.

Tralasciamo, però, tale questione su cui il dibattito è aperto: è indubbio che il medium televisivo è, nel suo significante e nel suo significato pernicioso, né il suo influsso deleterio è scemato, nonostante l’avvento della Rete di cui la televisione riproduce solo i difetti. Questo basti.

Una celebre disamina di Pasolini circa la repressione perpetrata dalle forze dell’ordine durante le rivolte studentesche del 68-69, risulta oggi obsoleta, se non sfocata. Sorvoliamo su certe categorie e termini che risentono di una lettura post-marxista della società: concentriamo l’attenzione su alcune asserzioni a proposito dell’appartenenza di manifestanti e di esponenti delle forze dell’ordine alla stessa classe media o proletaria. Gli agenti che manganellavano gli universitari erano figli di operai o piccoli impiegati proprio come i manganellati. Quindi i tafferugli e le violenze opponevano sfruttati contro sfruttati. Ciò era, in parte, vero: Pasolini, però, per via di una sua visione “romantica” dell’uomo, credeva che, dietro le divise, potesse albergare una coscienza. In verità, situazioni transazionali ci spiegano che un uomo, nel momento in cui si identifica con il sistema dispotico, tramite un paziente ed efficace processo di indottrinamento, non è più uomo, ma, verbigrazia, militare. Il militare è l’antitesi netta, irredimibile dell’uomo. Egli è simile ad un automa, ma senza la ferocia gratuita dell’automa.

Così, quando vediamo i birri, armati fino ai denti, che infieriscono, tracotanti ed implacabili, contro cittadini che manifestano o automobilisti che hanno superato di cinque kilometri il limite di velocità o l’adolescente scoperto con uno spinello, siamo al cospetto di una situazione sproporzionata, profondamente sbilanciata: da un lato oppressori facinorosi, dall’altro persone oppresse.

Vero è che molti movimenti di protesta sono infiltrati dai servizi, se non addirittura creati dai poteri forti, ma assistere al cruento spettacolo di agenti che percuotono donne ed uomini pacifici di ogni età, fracassando teste ed ossa, può suscitare solo riprovazione. Se negli ‘60 e ’70 del XX secolo, alcuni agenti di pubblica sicurezza (?) e carabinieri che erano mandati a lanciare lacrimogeni ed a usare gli sfollagente contro i “sessanttottini”, erano ancora aggrappati ad un simulacro di umanità, oggi, tranne qualche eccezione, la polizia forma un esercito di picchiatori professionisti. Addestrati non solo a provocare ed a malmenare, ma soprattutto a sradicare qualsiasi residuo di sentimento e valore (il rattrappimento delle facoltà intellettuali e morali denunciato da Pasolini), possono ferire ed uccidere senza sensi di colpa, piuttosto godendo sino all’orgasmo delle loro scellerate gesta, come i soldati statunitensi che in Iraq compiono il tiro al bersaglio su civili inermi. La guerra è solo un gioco; le manifestazioni un pretesto per flettere i muscoli e la protervia per opera di chi non è cittadino, perché docile schiavo del regime, non è uomo, perché non lo è più e forse non lo è mai stato.

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