martedì, dicembre 27, 2016

Diffusa l'immagine del terrorista Amri alla stazione di Milano!



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venerdì, dicembre 23, 2016

False flag di Berlino: un film già visto



Siamo di fronte alla solita sceneggiatura, veramente poco originale. Diversi sono i punti che ci inducono a sorridere. Sì, perché ormai questi "attentatori" sono divenuti noiosi e ci hanno davvero stancato. Vediamo i punti fondamentali che portano ad una sola matrice che è quella governativa, dei servizi segreti internazionali.

a) L'autocarro di Nizza che si getta sulla folla ha avuto successo. Perché non ripetersi? In fondo una buona trama può essere ripetuta all'infinito con le dovute varianti, come ci insegnano gli sceneggiatori cinematografici. Detto, fatto.

b) Anche in questa occasione abbiamo una dispersa italiana (poi dichiarata deceduta) che, incredibilmente, non è una qualunque, ma ha partecipato al programma Erasmus, è fautrice dell'integrazione, ha due lauree e, per finire (questo non guasta) è graziosa e sorridente. Un'altra eroina come la Solesin.

c) Il "terrorista", rigorosamente islamico, "dimentica" un documento a bordo del mezzo, così può essere subito identificato.

d) Il "terrorista" scappa, ma poi viene ucciso. In merito a quest'ultimo epilogo alla "spaghetti western" siamo al ridicolo. I media spiegano che il jidahista ha viaggiato in treno ed ha superato indenne due frontiere. Il poliziotto che lo avrebbe ucciso a Sesto San Giovanni, in piena notte, è un agente in prova e su Facebook "aveva avuto un presentimento", scrivendo "L'ora più buia arriva subito prima dell'alba". Tutto confezionato nei minimi dettagli al fine di condire opportunamente la storia da fornire al popolo bue. Cadono letteralmente le braccia quando ci spiegano che il ricercato è stato fermato per un controllo, mentre vagava a piedi. Il Tunisino ha sparato agli agenti, ferendone uno, dopo aver estratto la pistola dal suo zainetto che aveva sulle spalle. Immaginate l'azione e fatevi anche voi due risate.



Un T.I.R. che impatta sul paletto, ma lo lascia in piedi. Ci sembra di rivedere la scena della Mercedes nell'omicidio Buonanno.




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sabato, dicembre 17, 2016

Lettera aperta al Presidente della Camera dei deputati, Laura Boldrini



Gentilissima ed egregia Presidente Boldrini, mi rivolgo a Lei che, nei giorni scorsi, ha annunciato di voler contrastare le cosiddette "bufale" e con questo fine si sta consultando con quelli che Lei ritiene degli esperti nel settore del "debunking" e cioé Paolo Attivissimo, David Puente, Michelangelo Coltelli, Walter Quattrociocchi (egli stesso ammise di aver creato notizie false). Immagino che Lei sia al corrente del fatto che costoro non sono "debunkers", ma disinformatori per mestiere e che ormai da oltre un decennio sono parte integrante di un gruppo numerosissimo di agenti disturbatori-stalkers-diffamatori impuniti ed impunibili. Immagino che Lei, Presidente, ne sia perfettamente consapevole. In caso contrario, non si spiegherebbe l'incredibile grado di protezione che questi soggetti hanno ad ogni livello. Sono degli intoccabili ed i reati che Lei stessa, Presidente Boldrini, denuncia, sono il loro pane quotidiano.

Questi soggetti ricorrono all'attacco (argomento ad personam), senza mai riferirsi ai contenuti. Ora... mi chiedo: "La legge è valida solo se i cittadini criticano o denigrano Lei? Per quale motivo si affida a certi discutibili personaggi? Ingenuità? Non credo! Lei è troppo intelligente per non sapere di che cosa vivono questi protagonisti della disinformazione e del negazionismo. Allora mi sorge un dubbio: che siano davvero agenti governativi? Forse è per questo motivo che le mie querele nei confronti di Paolo Attivissimo, David Puente, Federico De Massis, Massimo Della Schiava, Aldo Piombino e sodali sono puntualmente archiviate? Il dubbio diviene certezza, allorquando leggo sui media nazionali che Lei, Presidente Boldrini, si sta rivolgendo proprio ai noti negazionisti ed autori di vituperi che Lei stessa dichiara di voler combattere. Ha sbagliato barricata: Lei, Presidente Boldrini, sta combatendo una battaglia contro i cittadini e contro la verità. Lei ci conferma che lo Stato ed i cosiddetti "debunkers" sono una cosa sola. Lei non mi rappresenta, Lei non rappresenta i cittadini italiani.

P.s. Ricordi che la decadenza della società comincia con il declino del linguaggio: per una volta ha ragione l'ex Presidente della Repubblica, Giorgio Napolitano, a biasimarLa, quando si ostina ad usare e ad esigere che gli altri adoperino abomini linguistici come "sindaca", "ministra" etc. Italo Calvino definì questo scadimento lessicale "peste della lingua". Rifletta anche su questo.


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venerdì, dicembre 16, 2016

Nel penale si può agire senza avvocato, ma nessuno lo sa



Quasi nessuno è al corrente del fatto che è possibile agire in tribunale senza l’assistenza di un avvocato (di fiducia o d'ufficio), come sancito da varie leggi tra cui la n. 881 del 25 ottobre 1977, parte terza, articolo 14 - lettere "d" ed "e". Attivisti contro la geoingegneria clandestina, il M.U.O.S., il T.A.V., cittadini comuni vessati dagli apparati dello Stato con i pretesti più disparati, sempre inique, possono almeno evitare esborsi legali astronomici nell’ambito di procedimenti le cui sentenze sono, nel 100 per cento dei casi, già scritte, decise a priori. E’ necessario che tutti siano consapevoli dei diritti almeno teoricamente riconosciuti e che propongano istanza ai giudici di avvalersi delle garanzie contemplate dalla presente legge. Qualora i magistrati o i collegi giudicanti non accolgano la richiesta, essi dovranno essere denunciati al Consiglio Superiore della Magistratura (C.S.M.) per violazione delle norme succitate. In caso di omessa risposta, varrà il principio del silenzio-assenso. Ricordiamo che questa legge, in applicazione del diritto internazionale, nell'ordinamento italiano prevale sul diritto interno (Cass. pen. 21-3-1975): nessuno quindi potrà, per alcuna ragione, eluderla o ignorarla.

1. Tutti sono eguali dinanzi ai tribunali e alle corti di giustizia. Ogni individuo ha diritto ad un'equa e pubblica udienza dinanzi a un tribunale competente, indipendente e imparziale, stabilito dalla legge, allorché si tratta di determinare la fondatezza di un'accusa penale che gli venga rivolta, ovvero di accertare i suoi diritti ed obblighi mediante un giudizio civile. Il processo può svolgersi totalmente o parzialmente a porte chiuse, sia per motivi di moralità, di ordine pubblico o di sicurezza nazionale in una società democratica, sia quando lo esiga l'interesse della vita privata delle parti in causa, sia, nella misura ritenuta strettamente necessaria del tribunale, quando per circostanze particolari la pubblicità nuocerebbe agli interessi della giustizia; tuttavia, qualsiasi sentenza pronunciata in un giudizio penale o civile dovrà essere resa pubblica, salvo che l'interesse di minori esiga il contrario, ovvero che il processo verta su controversie matrimoniali o sulla tutela dei figli.

2. Ogni individuo accusato di un reato ha il diritto di essere presunto innocente sino a che la sua colpevolezza non sia stata provata legalmente.

3. Ogni individuo accusato di un reato ha diritto, in posizione di piena eguaglianza, come minimo alle seguenti garanzie:

a) ad essere informato sollecitamente e in modo circostanziato, in una lingua a lui comprensibile, della natura e dei motivi dell'accusa a lui rivolta;

b) a disporre del tempo e dei mezzi necessari alla preparazione della difesa ed a comunicare con un difensore di sua scelta;

c) ad essere giudicato senza ingiustificato ritardo;

d) ad essere presente al processo ed a difendersi personalmente o mediante un difensore di sua scelta: nel caso sia sprovvisto di un difensore, ad essere informato del suo diritto ad averne e, ogni qualvolta l'interesse della giustizia lo esiga, a vedersi assegnato un difensore di ufficio, a titolo gratuito se egli non dispone di mezzi sufficienti per compensarlo;

e) ad interrogare o far interrogare i testimoni a carico e ad ottenere la
citazione e l'interrogatorio dei testimoni a discarico nelle stesse condizioni dei testimoni a carico;

f) a farsi assistere gratuitamente da un interprete, nel caso egli non comprenda o non parli la lingua usata in udienza;
g) a non essere costretto a deporre contro se stesso od a confessarsi colpevole.

4. La procedura applicabile ai minorenni dovrà tener conto della loro età e dell'interesse a promuovere la loro riabilitazione.

5. Ogni individuo condannato per un reato ha diritto a che l'accertamento della sua colpevolezza e la condanna siano riesaminati da un tribunale di seconda istanza in conformità della legge.

6. Quando un individuo è stato condannato con sentenza definitiva e successivamente tale condanna viene annullata, ovvero viene accordata la grazia, in quanto un fatto nuovo o scoperto dopo la condanna dimostra che era stato commesso un errore giudiziario, l'individuo che ha scontato una pena in virtù di detta condanna deve essere indennizzato, in conformità della legge, a meno che non venga provato che la mancata scoperta in tempo utile del fatto ignoto è a lui imputabile in tutto o in parte.

7. Nessuno può essere sottoposto a nuovo giudizio o a nuova pena, per un reato per il quale sia stato già assolto o condannato con sentenza definitiva in conformità al diritto e alla procedura penale di ciascun Paese.

LINK alla legge.

***

La Presidente della Camera Laura Boldrini si sta consultando con gli "esperti": Paolo Attivissimo, David Puente, Michelangelo Coltelli, Walter Quattrociocchi... per contrastare le notizie false. Non ci stupiamo se poi le nostre querele per diffamazione contro questi brutti ceffi sono puntualmente archiviate. Qui la notizia.



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mercoledì, novembre 23, 2016

Come chiudere la bocca ai fratelli Marcianò - Il fine segreto del Ministero della "Giustizia"



Molti di voi sono a conoscenza delle vere e proprie persecuzioni nei confronti dei fratelli Marcianò, perpetrate della Magistratura italiana telecomandata. Nello specifico, il sottoscritto ed il fratello sono stati sottoposti ad un numero incredibile di procedimenti per supposta diffamazione. Questi procedimenti dovrebbero essere circa una decina, ma per la verità abbiamo perso il conto. Le "parti offese", guarda caso, sono quegli stessi negazionisti che compiono atti persecutori sino dal 2006. Tra questi stalker si devono annoverare anche dipendenti dello Stato. Essi agiscono impunemente usando gli accessi alla Rete messi a disposizione proprio dal Ministero della "Giustizia" e dal Dicastero dell'Interno.

Come è possibile impedire ai Marcianò di divulgare attraverso i domini Web facenti capo a "Tanker enmy"? Tecnicamente è possibile, ma da un punto di vista giuridico non è all'apparenza così facile. E' stata, però, escogitata una risoluzione: condannare alla carcerazione (o a pene alternative) uno dei due fratelli. Di conseguenza, in modo contestuale, se ne interdice, tramite decreto di condanna, l'accesso alla Rete. Si vieta altresì al condannato qualsiasi contatto con l'esterno per un periodo che può arrivare o superare i 6 anni. Qualcuno di voi obietterà che ciò non è credibile, eppure è una minaccia reale e non è escluso che si concretizzerà entro il 2017.

Tra l'altro i fratelli Marcianò, a seguito della strana morte del loro legale di fiducia, l'avvocato Fabrizio Spigarelli, sono senza tutela alcuna. I legali d'ufficio sono lì per bellezza e bisogna pagarli comunque profumatamente! I processi potranno concludersi con altrettante condanne. Ricordiamo che in questo bel paese, ogni anno, ben centocinquantacinque (155) tra giornalisti e bloggers sono stati condannati per un totale di 150 anni di reclusione [ LINK ].

Era doveroso rendere noto quanto sin qui illustrato, perché, se un giorno non ci sentirete né vedrete più, capirete il motivo. Siamo in democrazia, no? E se non ti possono far fuori... si ricorre sempre a qualche metodo "legale" per metterti il bavaglio.


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martedì, novembre 01, 2016

La furia del Führer toscano



Avete notato Renzi nei suoi interventi in pubblico? Il suo eloquio inizia con accenti bassi, pacati, per poi scatenarsi, in un crescendo rossiniano, con toni di voce sempre più alti sino alle urla vere e proprie, mentre il suo gesticolare sembra quello di un invasato. Vi ricorda qualcuno? HITLER. La medesima tecnica comunicativa di Adolf Hitler. Renzi è un dittatore di scarso talento, ma è pur sempre un tiranno ed ha scientificamente studiato il modo di comunicare del Führer. Matteo Renzi è pericoloso, è "cattivo" come giustamente lo bolla Carlo Freccero.

Articolo correlato: Renzi in action, 2016




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mercoledì, ottobre 26, 2016

La Polizia postale ti spia su Facebook: ecco le prove!



Il mio profilo (come il vostro) è sotto il controllo delle forze del (dis)ordine. Nella fattispecie, la Polizia postale ha facile accesso a tutte le vostre pagine e sulla mia (come sulla vostra) può leggere tutto quello che scrivete in chat con i vostri contatti. Le informazioni raccolte vengono passate ai negazionisti di Stato come Federico De Massis alias Task Force Butler e ad altri agenti... o anche "troll". Con qualche facile battuta di rito i soliti ratti negano che quanto finora detto sia rispondente al vero, ma la verità è un'altra, come evidenziato dal link e dagli screenshot (LINK 1 - LINK 2). L'agente di turno inserisce i dati per la richiesta ed il sistema sblocca l'account che, per un'ora, è a disposizione dell'agente della Polizia postale, carabiniere o finanziere di turno. Facebook rispetta la vostra privacy?


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mercoledì, ottobre 19, 2016

Con assoluta certezza Task Force Butler è Federico De Massis. Ecco le prove!



Task Force Butler, lo Stalker pagato dallo Stato (e protetto dalla Magistratura) con il compito di screditare i fratelli Marcianò, ha sempre negato di essere l'informatico di Pescara Federico De Massis, ma questo screenshot lo inchioda. Infatti, se si cerca l'IP statico "Telecom" (95.254.75.129) con cui opera il negazionista, si trova lo stesso gestionale in merito al quale il Nostro ha chiesto lumi nel forum del supporto tecnico: "Gazie". E con quale generalità "Task Force Butler", alias "federico66", scrive qui? Con quelle di Federico De Massis, ovviamente! Tra l'altro il 1966 è l'anno di nascita dello smilzo. Nonostante ciò i Pubblici ministeri archiviano sempre le denunce nei confronti del grissino pescarese, perché -asseriscono- non si è sicuri della sua identità. E noi ci crediamo...


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venerdì, ottobre 07, 2016

Il negazionista Angelo Mario Nigrelli sarà assolto



Il 24 ottobre prossimo venturo si terrà una delle ultime farsesche udienze che vedono come imputato Angelo Mario Nigrelli, diffamatore di professione. In realtà il rinvio giudizio del famoso tipografo di Sanremo, originario di Petralia Sottana (PA), in Sicilia, è puro fumo negli occhi, poiché sino dalla prima udienza si evidenziò subito come lo stesso Pubblico Ministero così come la Polizia postale ma pure il Giudice, Dottoressa Anna Bonsignorio, mirassero ad una sua assoluzione, negando l'evidenza delle oggettive e schiaccianti prove a suo carico. Il paradosso di questo finto processo diviene evidente quando vediamo lo stesso Nigrelli testimone per la parte civile nel processo per "diffamazione" a carico di Rosario Marcianò [1] con Nigrelli definito "attendibile" dal Giudice Dottor Domenico Varalli. Il Dottor Varalli è lo stesso togato che si è inventato la "recidiva con reiterazione" (così riportò anche il Tribunale di Lanciano) per Marcianò, nonostante questa non sussista e per il semplice fatto che in tal modo si potrà infliggere a chi scrive una condanna più pesante. Per questo ed altri motivi il Dottor Varalli è stato ricusato e denunciato al CSM. [2]



Comunque sia il processo a carico di Angelo Nigrelli prese una cattiva piega per le parti offese nel momento in cui l'avvocato Fabrizio Spigarelli improvvisamente decedette, in circostanze quanto meno misteriose. Infatti alla precedente udienza la parte offesa (Antonio e Rosario Marcianò), essendo rimasta improvvisamente senza legale di fiducia, dovette rinunciare a costituirsi parte civile e non fu nelle condizioni di agire nei modi previsti dalla legge per tutelare i propri interessi. Così colui che, ancora adesso, ingiuria un giorno sì e l'altro pure chi scrive ed il fratello, vede sgomberata la strada, grazie anche al favore del Pubblico ministero che, invece, avrebbe dovuto avere il ruolo di accusa.



Nel procedimento a carico di Marcianò la tesi della parte civile ed anche dell'accusa consiste nell'individuare Angelo Nigrelli come l'utente Wasp, così da scagionare il figlio Enrico e poter condannare quindi Marcianò per il reato di "diffamazione". Invece, nel processo a carico di Angelo Nigrelli, la tesi della sua difesa ma anche, paradossalmente, della pubblica accusa è negare che esistono prove certe che identifichino "Wasp" ed Angelo Nigrelli come lo stesso individuo. "Giustizia" schizofrenica? No. Semplicemente "Giustizia" furba e sbilanciata.

Qualcuno di voi sapeva che Nigrelli è imputato per diffamazione? Nessuno, presumo, visto che i media di regime (vedi anche il locale portale Sanremonews) hanno sempre diligentemente riportato le veline passate dalla disinformazione, accusando Marcianò di ogni nefandezza, con l'evidente obiettivo di screditare.

In definitiva... Angelo Nigrelli sarà assolto e Marcianò sarà condannato. Dalle parti del Ministero della Giustizia e sulle pagine della disinformazione di Stato si festeggerà per il lieto evento, ma ci rivedremo a Filippi...

[1] Rosario Marcianò fu rinviato a giudizio dalla Procura di Imperia, nel 2011, per aver espresso il seguente giudizio sul figlio di Angelo Nigrelli (Enrico): "dozzinale".

[2] - Recidiva - L’articolo 99 c.p. prende in considerazione una delle circostanze legate alla persona del colpevole. La norma prevede la cd. recidiva ovvero il fatto che il reo “dopo essere stato condannato per un delitto non colposo, ne commette un altro […]”. Per la recidiva, il Codice prevede un aumento della pena in quanto tale circostanza evidenzia un possibile nesso con concetto di capacità a delinquere (art. 133 c.p.).

- Reiterata (art. 99 quarto comma c.p.) quando il nuovo reato è commesso da chi è già recidivo. In questi casi, l’Ordinamento prevede l’applicazione di un aumento della pena fino alla metà, se si tratta di recidiva semplice o fino a due terzi, se si tratta di recidiva aggravata specifica o infraquienquennale e da uno a due terzi, se commesso durante o dopo l’esecuzione della pena o nel tempo in cui il condannato si è sottratto volontariamente alla giustizia.

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lunedì, settembre 26, 2016

Mark Zuckerberg nell'età barocca?



Mark Elliott Zuckerberg (White plains, Stato di New York, 1984-?) è, come è arcinoto, uno dei cinque fondatori di Facebook.

Filippo IV d'Asburgo, (Valladolid, 1605 – Madrid, 1665), fu re di Spagna dal 1621 fino alla morte, sovrano dei Paesi Bassi spagnoli nonché re del Portogallo e di Algarve come Filippo III fino al 1640. E' il sovrano menzionato nei "Promessi sposi".

La somiglianza fenotipica tra i due è impressionante, dando adito a numerose ipotesi e considerazioni su cui sorvoliamo, perché le immagini sono quanto mai eloquenti.


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sabato, settembre 24, 2016

Carte false in Procura



Pare che i Giudici giochino in modo sleale: con lo scopo di infliggere condanne le più pesanti possibili, si inventano la recidiva nei confronti di Rosario Marcianò. Ciò appunto per applicare la pena massima legata alla reiterazione di un delitto. Il fatto è che non è mai stata pronunciata alcuna sentenza di condanna! Nemmeno di primo grado e quindi non sussiste alcuna recidiva! E' allora? E' tutto chiaro: i verdetti sono già scritti. A questo punto vale la pena presenziare alle udienze? No. Questi emuli di Torquemada non meritano né attenzione né tempo.


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mercoledì, settembre 21, 2016

Task Force Butler telecomandato dal Ministero della Giustizia

Lo stalker Task Force Butler al secolo Federico De Massis: dipendente del Ministero della Giustizia. Si spiega il motivo per cui i magistrati di mezza Italia archiviano sempre i procedimenti a carico di questo losco individuo.



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martedì, settembre 20, 2016

L'avvocato Fabrizio Spigarelli fu ucciso?



Il 31 agosto 2015 muore, in circostanze poco chiare, il quarantatreenne avvocato penalista di Sanremo Fabrizio Spigarelli. I media forniscono, sin dall'inizio, informazioni volutamente forvianti, indicando come il luogo del decesso la sua abitazione, mentre in realtà il legale di fiducia dei fratelli Marcianò è stato trovato privo di vita nel suo studio, ad Arma di Taggia. Spigarelli, al contrario di quanto asserito nei notiziari televisivi, cartacei e su Internet, viveva da solo in una mansarda a Riva Ligure, mentre sua madre risiedeva (e risiede tuttora con Bibi, il bassotto di Fabrizio) a Sanremo, nella vecchia abitazione ove era nato Fabrizio.

E' indicativo che il luogo ove si sarebbe verificato il malore è subito spostato in una fantomatica abitazione di via Boselli ad Arma di Taggia. In realtà l'avvocato Spigarelli, in via Boselli aveva il suo studio, al quarto piano, inizialmente condiviso con una collega del foro di Imperia. Non è irrilevante. In effetti, se si intende allontanare sospetti su eventuali "incontri pericolosi" nelle ore antecedenti ai fatti, è preferibile omettere che il professionista è deceduto sul luogo di lavoro. In questo modo nessuno è tenuto ad indagare sulle eventuali ultime telefonate o appuntamenti con clienti o altri soggetti, indagini che potrebbero portare a piste diverse dal decesso per cause naturali.



Il sospetto che l'avvocato Spigarelli non sia morto a causa di un attacco cardiaco è legittimo, giacché egli stesso, poche settimane prima, durante uno dei nostri incontri legati ai numerosi procedimenti inquisitori imbastiti dalla magistratura a nostro carico, ci confessò che temeva di essere stato avvelenato, allorquando, qualche mese prima, in pericolo di vita, dovette essere ricoverato d'urgenza presso l'ospedale civico di Imperia per un improvviso blocco renale, dovuto, si diceva, ad una non ben identificata, intossicazione. A quel tempo... bocche cucite per opera delle autorità mediche.

Qualche anno prima Spigarelli, che era noto per essere un avvocato che non aveva paura di inimicarsi personaggi di spicco all'interno delle Procure così come in altri gangli del sistema, era stato incastrato con accuse false e calunniose, arrestato e sospeso dall'albo. Successivamente fu assolto con formula piena e con grande difficoltà riuscì a riabilitarsi al cospetto dell'opinione pubblica, per via dell'onta con cui era stato coperto e che ancora adesso macchia ingiustamente la sua memoria. Fabrizio era una persona affabile, pacifica, disponibile. Lo contraddistinguevano una vivida intelligenza ed una sensibilità umana che difficilmente si può incontrare nell'ambiente della "Giustizia". Amava la musica e suonava in modo eccelso il violino. Insomma, tutto il contrario di quel personaggio impulsivo e facinoroso dipinto dai pennivendoli.

Solo tre giorni dopo la dipartita del penalista, le autorità confermano (non si sa come) il decesso dovuto ad un infarto ed il corpo è cremato. Un'autopsia ufficialmente disposta ma mai condotta, evidentemente. Così la verità è ormai sepolta. Anzi... è finita in cenere.

Fabrizio che, oltre ad essere un amico di vecchia data, era un avvocato con la A maiuscola come non se ne potranno mai trovare, era una persona scomoda e forse la sua decisione di assisterci gli fu fatale. Non sapremo mai come sono andate veramente le cose, ma di una cosa siamo certi: Spigarelli non è deceduto per cause naturali.

Le ultime conversazioni telefoniche con l'avvocato Spigarelli, registrate a fine agosto 2015:

- LINK 1
- LINK 2



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venerdì, settembre 09, 2016

Valeria Solesin è viva? Una foto lo dimostrerebbe



Chi è la ragazza ritratta durante le esercitazioni di Parigi, svoltesi proprio nelle ore dell'attacco (simulato) al teatro Bataclan? Si tratta di Valeria Solesin, data per deceduta, con tanto di funerali di Stato?

Ci sono ancora alcuni che hanno dubbi si tratti della stessa persona, ma costoro trascurano un dettaglio: la giovane "soccorsa" dai sanitari del SAMU è di alcuni anni più anziana rispetto alle immagini rese pubbliche a soli fini propagandistici. Perché? C'è un motivo, ma non possiamo evidenziarlo in questa sede. Almeno... non per ora. In ogni caso abbiamo pensato di eseguire un piccolo esperimento ed abbiamo sovrapposto ed equalizzato nei colori parte del volto (occhi e naso) della giovane sulla carrozzina al viso della "Valeria Solesin" così come mostrata in una delle immagini più diffuse dai media di regime.

Nella foto di sinistra si vede una fanciulla che mostra approssimativamente poco più di vent'anni, mentre nello scatto di destra si vede un soggetto che ha superato di poco i trent'anni. E', però, fuor di dubbio che la sezione del viso in sostituzione è appartenente, senza possibilità di errore, alla stessa persona. Abbiamo dimostrato, diremmo in modo definitivo, che Valeria Solesin (o chiunque ella sia) non è affatto deceduta il 13 novembre 2015, poiché mentre le agenzie rilanciavano la notizia di una studentessa italiana dispersa o uccisa, questa partecipava, negli stessi minuti, ad un'esercitazione antiterrorismo. Di conseguenza ora abbiamo la conferma che le autorità tutte ci hanno ingannato. Chiediamo verità e giustizia, una volta per tutte, ben consapevoli che ciò sarebbe compito della Magistratura, la quale, invece, sappiamo rema contro.


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