sabato, febbraio 27, 2010

Jet fuel, Stadis 450, sali di bario: tossicità organica

STADIS 450: un additivo tossico e cancerogeno

In questo articolo avevamo ampiamente discusso dello STADIS 450, uno speciale additivo antistatico per Jet-A1, carburante impiegato per aeromobili civili e per jet fuel JP-8 ad uso miltare. Lo Stadis 450 è, infatti, l’unico additivo adoperato anche nei carburanti dell'aeronautica militare. Sebbene gli ingredienti segreti siano molto ben protetti dal produttore, un recente studio dell’E.P.A. (Enviroment Protection Agency) rivela che questi componenti chimici sono i sali di bario e/o il calcio.

Mentre i politici, gli scienziati ed i media di regime recitano il mantra dei cosiddetti "cambiamenti climatici" causati dal traffico automobilistico, dagli impianti di riscaldamento domestico e dalle emissioni delle industrie, nessuno osa puntare il dito contro l'aviazione (civile e militare) e ancor meno verso quelle che ormai, sotto gli occhi di tutti, sono deliberate azioni di avvelenamento dei biomi ad opera di velivoli clandestini, non identificati dai radar [ qui e qui ], la maggior parte dei quali diffonde veleni a media e bassa quota, con o senza scia al seguito. Non è un caso se sono in preoccupante aumento le patologie respiratorie, i tumori e le leucemie legate alle nanoparticelle metalliche da combustione (e da dispersione aerea deliberata), ma il silenzio è totale.

Considerando che un "normale aereo" inquina almeno quanto 300 autoveicoli non catalizzati, non si comprende per quale motivo ancora molti insistono nell'affermare che il traffico aereo (anche quello apparentemente regolare) non è responsabile dell'esponenziale incremento di serie patologie tra la popolazione. Ci si trincera dietro sterili calcoli matematici, volti a determinare la percentuale di additivi per Jet Fuel che vengono emessi nell'atmosfera e che vengono considerati quindi accettabili e non tossici. Eppure la gente muore!

Ovviamente le sostanze di ricaduta hanno un effetto devastante per la vita di piante, animali ed esseri umani. I composti diffusi avvelenano i corsi d'acqua, le falde acquifere, i frutti della terra etc., ma sembra che questo dettaglio sia ininfluente per la disinformazione.

Fulvio Turvani, tristo disinformatore ormai a tempo pieno, in questa ennesima "lettera aperta" (sic) diffamatoria, per l'occasione inviata al nostro amico Cesare dal Pont di Radio Imago, nel vano tentativo di gettare ombre sul nostro operato, tra le altre baggianate, scrive:

"[...] Tralascio poi le ridicole affermazioni sull'uso di un additivo antistatico nel carburante, lo Stadis 450, per spargere bario nel cielo e deviare le perturbazioni, far sparire o comparire nuvole nebbia e quant'altro. Tale additivo, presente al massimo 3 parti per milione per ogni kg di cherosene, contiene al massimo il 30% di un sale che potrebbe essere composto al massimo del 13% di bario metallico".

Peccato che dalle analisi delle acque "potabili", eseguite in tutto il mondo, elementi igroscopici ed elettroconduttivi come il bario siano una costante, soprattutto nelle aree in prossimità degli aeroporti e nelle zone ove l'attività aerea, regolare e no, è intensa. Ciò porta alla conclusione che questi rigorosi calcoli percentuali siano quanto meno da rivedere, esimio Turvani. In realtà, sono fumo negli occhi, poiché si deve considerare l'accumulo nel tempo di queste sostanze e non l'apporto di un singolo aereo, per quanto solo due minuti al decollo di un Boeing 747 corrispondano a 2,4 milioni di decespugliatori in funzione contemporaneamente.

Considerato inoltre che l'additivo Stadis 450, per codesto signore, è un toccasana, vediamo che cosa recita il safety data sheet riguardante questo particolare composto antistatico:

"Product name: Stadis (R) 450

Use of the substance/preparation: Fuel additive. Anti-static agents

Product code: 10101

Composition/information on ingredients:

toluene
solvent naphtha (petroleum), heavy aromatic.
naphthalenesulfonic acid, dinonyl-
propan-2-ol
naphthalene
1,2,4-trimethylbenzene

Hazards identification:

The preparation is classified as dangerous according to Directive 1999/45/EC and its amendments.

These products are carbon oxides (CO, CO2), nitrogen oxides (NO, NO2 etc.), sulphur oxides (SO2, SO3 etc.)".

Interessante... i composti di scarico producono, tra gli altri, biossido di zolfo e triossido di zolfo. Il giorno 2 febbraio 2010, mattinata di pesante attività aerea su Sanremo, i valori di biossido di zolfo erano balzati da 20,5 microg/m3 delle 11:00 a 556,6 microg/m3 delle 13:00. Sarà un caso...

Il biossido di zolfo, o anidride solforosa (SO2), è un gas dall’odore pungente, la cui presenza in atmosfera deriva dalla combustione di prodotti organici di origine fossile contenenti zolfo. L’esposizione a SO2 - che peraltro è un inquinante caratterizzato da una soglia di percezione molto bassa - provoca nell’uomo irritazione e lesione al tratto superiore dell’apparato respiratorio ed aumenta la predisposizione ad episodi infettivi acuti e cronici (tracheiti, bronchiti etc.). I danni alla vegetazione (maculatura fogliare ed arresto della crescita) ed ai materiali (corrosione) sono dovuti essenzialmente alla partecipazione di questo inquinante nella formazione delle cosiddette “piogge acide”.

Proseguiamo con la lettura del safety data sheet...

"Health Hazards - Acute and Chronic

ACUTE: MODERATE TO SEVERE IRRITATION OF SKIN, EYES AND RESPIRATORY TRACT; HEADACHE, NAUSEA, VOMITING.

Symptoms of Overexposure

SIMILAR TO TOLUENE. EYE: IRRIT. SKIN: IRRIT., POSSIBLE DERMATITIS. INHALED: ANESTHESIA, HEADACHE, NAUSEA. INGESTED: G/I IRRITATION, NAUSEA, VOMITING.

Irritating to eyes. Vapours may cause drowsiness and dizziness. Toxic to aquatic organisms, may cause long-term adverse effects in the aquatic environment. Harmful: may cause lung damage if swallowed. Repeated exposure may cause skin dryness or cracking. Harmful if swallowed. Limited evidence of a carcinogenic effect. Very toxic to aquatic organisms, may cause long-term adverse effects in the aquatic environment. Not classified. Irritating to eyes and skin. Irritating to skin. Harmful: danger of serious damage to health by prolonged exposure through inhalation. Possible risk of harmto the unborn child. [1]

Target organs:

Contains material which causes damage to the following organs: kidneys, liver, upper respiratory tract, skin, central nervous system (CNS), eye, lens or cornea".

Sarà fortuita la preoccupante casistica che vede passeggeri, personale di bordo e gli stessi piloti che manifestano sintomi di avvelenamento dovuti a sostanze neurotossiche?

Analisi di particolato atmosferico presso il sito Wytham Woods vicino ad Oxford, mostrano letture elevate per la maggior parte dei veleni associati alle chemtrails, ovviamente compresi e non limitati ai sali di bario. E' lo stesso bario che troviamo in zone non antropizzate e non industrializzate del Canada, in Australia, Svizzera, Italia, Germania, Argentina... OVUNQUE vi sia registrato traffico aereo, regolare o meno. Va qui, infatti, ancora ribadito che lo STADIS 450 viene adoperato normalmente sia per carburanti ad uso civile (Jet-A1) sia per carburanti ad uso militare (JP-8).



Per finire, è interessante notare come pure il personale adddetto allo stoccaggio e distribuzione dello Stadis 450, in seguito a problemi di salute, dovuti a contaminazione a causa di questo additivo, sta cominciando a cercare informazioni particolareggiate su quanto maneggia, ma spesso gli addetti si trovano di fronte ad un muro di gomma istituzionale, teso a non fornire ragguagli sulla tossicità di tale componente, un muro rappresentato anche dall'improvvisa irreperibilità di alcuni documenti sul Web.

Vuoi vedere che questi aerei non diffondono essenza di gelsomino?

What kinds of health effects may be occurring to the population in your neighborhood can be seen from a report, dated June 20, 1997 to the Georgetown Crime Prevention and Community Council by the Seattle-King County Department of Public Health. Georgetown is an area of Seattle, and surrounds the King County International Airport (Boeing Field), King County, in turn, surrounds greater Seattle. (The Georgetown Council is a sister organization to AReCO and member of US-CAW (United States Citizens Aviation Watch). When comparing hospitalization rates for Georgetown (Zip Code 98108) to those of King and North King Counties, the following, alarming statistics resulted:

a 57% higher asthma rate
a 28% higher pneumonia/influenza rate
a 26% higher respiratory disease rate
an 83% higher pregnancy complication rate
a 50% higher infant mortality rate genetic diseases are statistically higher mortality rates are 48% higher for all causes of death: 57% higher for heart disease, a 36% higher cancer death rate with pneumonia and influenza among the top five leading causes average life expectancy 70.4 years (the same as in many developing nations) compared to Seattle's of 76.0 years.

Did you ever wonder what blows out of a jet airplane? Here is what you'll find in the air around an airport:

Freon 11, Freon 12, Methyl Bromide, Dichloromethane, cis-l,2-Dichloroethylene, 1,1,1-Trichloro-ethane, Carbon Tetrachloride, Benzene, Trichloroethylene, Toluene, Tetrachloroethene, Ethylbenzene, m,p-Xylene, o-Xylene, Styrene, 1,3,5-Trimethyl-benzene, 1,2,4-Trimethylbenzene, o-Dichlorobenzene, Formaldehyde, Acetaldehyde, Acrolein, Acetone, Propinaldehyde, Crotonaldehyde, Isobutylaldehyde, Methyl Ethyl Ketone, Benzaldehyde, Veraldehyde, Hexanaldehyde, Ethyl Alcohol, Acetone, Isopropyl Alcohol, Methyl Ethyl Ketone, Butane, Isopentane, Pentane, Hexane, Butyl Alcohol, Methyl Isobutyl Ketone, n,n-Dimethyl Acetamide, Dimethyl Disulfide, m-Cresol, 4-Ethyl Toulene, n-Heptaldehyde, Octanal, 1,4-Dioxane, Methyl Phenyl Ketone, Vinyl Acetate, Heptane, Phenol, Octane, Anthracene, Dimethylnapthalene (isomers), Flouranthene, 1-methylnaphthalene, 2-methylnaphthalene, Naph-thalene, Phenanthrene, Pyrene , Benzo(a)pyrene, 1-nitropyrene, 1,8-dinitropyrene, 1,3-Butadiene, sulfites, nitrites, nitrogen oxide, nitrogen monoxide, nitrogen dioxide, nitrogen trioxide, nitric acid, sulfur oxides, sulfur dioxide, sulfuric acid, urea, ammonia, carbon monoxide, ozone, particulate matter (PM10, PM2.5).

[1] Danni alla salute: acuti e cronici

Moderata o severa irritazione della pelle, degli occhi e del tratto respiratorio, cefalea, nausea, vomito

Sintomi da sovraesposizione

Simili a quelli causati dal toluene: irritazioni della pelle e degli occhi. Se inalato, provoca cefalea, nausea, vomito; se ingerito, irritazione del tratto gastro-intestinale, nausea, vomito.

Irritante per gli occhi. I vapori possono determinare sonnolenza e stordimento. Tossici per gli organismi acquatici. Può causare danni ai polmoni, secchezza e screpolatura della pelle. Nocivi, se ingeriti. Limitata evidenza di effetti oncogeni. Possibili gli aborti.

Contengono elementi che possono cagionare danni ai seguenti organi: reni, fegato, apparato respiratorio, pelle, sistema nervoso centrale, occhi (cristallino e cornea).



Biological And Health Effects Of Exposure To Kerosene-Based Jet Fuels And Performance Additives

Authors: Glenn Ritchie; Kenneth Still; John Rossi III; Marni Bekkedal; Andrew Bobb; Darryl Arfsten
Affiliations: a Geo-Centers, Inc., Wright-Patterson Air Force Base, Ohio, USA. Naval Health Research Center Detachment-Toxicology, Wright-Patterson Air Force Base, Ohio, USA.


Abstract

Over 2 million military and civilian personnel per year (over 1 million in the United States) are occupationally exposed, respectively, to jet propulsion fuel-8 (JP-8), JP-8 +100 or JP-5, or to the civil aviation equivalents Jet A or Jet A-1. Approximately 60 billion gallons of these kerosene-based jet fuels are annually consumed worldwide (26 billion gallons in the United States), including over 5 billion gallons of JP-8 by the militaries of the United States and other NATO countries.

JP-8, for example, represents the largest single chemical exposure in the U.S. military (2.53 billion gallons in 2000), while Jet A and A-1 are among the most common sources of nonmilitary occupational chemical exposure. Although more recent figures were not available, approximately 4.06 billion gallons of kerosene per se were consumed in the United States in 1990 (IARC, 1992). These exposures may occur repeatedly to raw fuel, vapor phase, aerosol phase, or fuel combustion exhaust by dermal absorption, pulmonary inhalation, or oral ingestion routes. Additionally, the public may be repeatedly exposed to lower levels of jet fuel vapor/aerosol or to fuel combustion products through atmospheric contamination, or to raw fuel constituents by contact with contaminated groundwater or soil. Kerosene-based hydrocarbon fuels are complex mixtures of up to 260+ aliphatic and aromatic hydrocarbon compounds (C 6 -C 17+ ; possibly 2000+ isomeric forms), including varying concentrations of potential toxicants such as benzene, n-hexane, toluene, xylenes, trimethylpentane, methoxyethanol, naphthalenes (including polycyclic aromatic hydrocarbons [PAHs], and certain other C 9 -C 12 fractions (i.e., n-propylbenzene, trimethylbenzene isomers).

While hydrocarbon fuel exposures occur typically at concentrations below current permissible exposure limits (PELs) for the parent fuel or its constituent chemicals, it is unknown whether additive or synergistic interactions among hydrocarbon constituents, up to six performance additives, and other environmental exposure factors may result in unpredicted toxicity. While there is little epidemiological evidence for fuel-induced death, cancer, or other serious organic disease in fuel-exposed workers, large numbers of self-reported health complaints in this cohort appear to justify study of more subtle health consequences. A number of recently published studies reported acute or persisting biological or health effects from acute, subchronic, or chronic exposure of humans or animals to kerosene-based hydrocarbon fuels, toconstituent chemicals of these fuels, or to fuel combustion products. This review provides an in-depth summary of human, animal, and in vitro studies of biological or health effects from exposure to JP-8, JP-8 +100, JP-5, Jet A, Jet A-1, or kerosene.

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domenica, febbraio 21, 2010

Nanotecnologie per rimuovere gli inquinanti: nuove conferme alle acquisizioni di ricercatori come la Dottoressa Staninger e la Palit

Filamento di Morgellons con punta d'oroL'articolo che pubblichiamo è una conferma delle acquisizioni e delle scoperte di vari ricercatori, tra cui la Dottoressa Staninger e la Palit. La Staninger, infatti, tempo fa rintracciò, nei filamenti estratti dalle ferite dei malati di Morgellons, correlabili a quelli di ricaduta delle scie, delle nanostrutture con un segmento d'oro. Sia la nota tossicologa californiana sia la giornalista indipendente Carolin Williams Palit hanno correlato la luce ultravioletta alla capacità dei nanotubi di autoassemblarsi (nell'articolo è spiegato in che modo e per quale motivo i nanotubi contengono sia carbonio sia oro). Come ipotizzammo mesi addietro, i campi magnetici orientano le nanostrutture: ne consegue che l'irradiazione costante ed eccessiva di onde elettrodinamiche è funzionale all'operazione chemtrails, con cui sono dispersi nell'ambiente non solo elementi chimici, ma anche nanomateriali. Quello che pareva fantasia è, invece, realtà. Un'ultima osservazione: i nanotubi contro l'inquinamento sono solo una storia di copertura ed in questo modo si continuerà, completamente indisturbati, a diffondere nanosensori sui centri abitati. Da quando agli inquinatori interessa disinquinare? Non dimentichiamo, infine, che la diffusione delle nanotecnologie è un "rimedio" peggiore del male che si finge di voler combattere.


Una recente ricerca eseguita presso la Rice University potrebbe portare a nuove tecnologie per bonificare le aree che hanno subìto sversamenti di petrolio ed acque di falda inquinate: si è riusciti, infatti, a mostrare come sottili particelle di metallo e carbonio possano intrappolare goccioline di petrolio nell’acqua che si autoassemblano – a decine di milioni - per formare minuscole sacche sferiche. Inoltre, gli studiosi hanno trovato che la luce ultravioletta ed i campi magnetici potrebbero essere usati per orientare le nanoparticelle, determinando un capovolgimento delle “sacche” ed il rilascio del loro carico, una caratteristica che potrebbe essere utile anche per la somministrazione di farmaci.

Nanotubi autoassemblanti"Il nucleo della rivoluzione nanotecnologica risiede nella progettazione di nanoparticelle inorganiche che si possono autoassemblare in strutture più ampie, simili a ‘granelli intelligenti’ in grado di svolgere differenti funzioni, per esempio la rimozione degli inquinanti ambientali”, ha spiegato Pulickel Ajayan, primo autore dell’articolo apparso sulla rivista “Nano Letters”. "Il nostro approccio porta l’idea dei nanomateriali funzionali autooassemblanti un passo più vicino alla realtà.”

I nanocavi multisegmentati, ottenuti dai ricercatori, sono simili a "bastoncini nanoscopici” formati grazie alla connessione di due nanomateriali con differenti proprietà: in principio venivano impiegati nanotubi di carbonio a cui venivano collegati corti segmenti di oro. Ma, secondo Ajayan, con l’aggiunta di vari altri segmenti, di nichel o di altri materiali, i ricercatori possono creare nanostrutture effettivamente multifunzionali.

La tendenza di questi nanobastoni ad assemblarsi in miscele acqua-olio è dovuta alla proprietà di avere l’estremo di oro idrofilo e l’estremo in carbonio idrofobo. Come hanno dimostrato Ajayan e colleghi, le goccioline di olio sospese in acqua vengono incapsulate a causa della tendenza strutturale ad allineare gli estremi carboniosi verso il petrolio. Con goccioline di acqua sospese sul petrolio, si è riusciti a invertire il fenomeno e ad imbrigliare la gocciolina di acqua.


Fonte: altrogiornale.org





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Range finder: come si sono svolti i fatti

sabato, febbraio 20, 2010

Le nebbie chimiche spacciate per smog da traffico automobilistico

Il 18 febbraio 2010 sul giornale "La Stampa", ma anche nel corso dei TG nazionali, viene mostrata la mappa satellitare riportata qui sotto.

E' necessario evidenziare come sia stata estrapolata una scansione satellitare qualsiasi e tantomeno una di queste ultime settimane! La mappa mostra piuttosto la presenza di una nebbia chimica, composta di inquinanti a base di biossido di zolfo (noto per essere un composto ad "effetto serra" decine di volte superiore al CO2), dispersi deliberatamente per mezzo degli aerei militari e civili. E' in atto quindi una campagna di inganno che ha il sostegno totale dei media e dei nostri politici, che useranno questa menzogna per aumentare i balzelli a carico degli automobilisti.

Ecco la mappa satellitare [ LINK ] del 18 febbraio 2010, molto simile a quelle dei giorni scorsi, per via della copertura nuvolosa. E' palese come si miri a spacciare delle conosciutissime nebbie chimiche, indotte da aerosol aerei, per smog di origine antropica. Per conseguire questo obiettivo, i media di regime hanno deliberatamente esibito un'immagine satellitare adatta alla bisogna e che, aspetto fondamentale, non si riferisce a questi ultimi giorni. E' evidente la malafede in questa criminale operazione di inganno mediatico.




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Range finder: come si sono svolti i fatti

mercoledì, febbraio 17, 2010

Wires in the brain

Pubblichiamo la traduzione del parlato tratto da un documentario sulle nanotecnologie applicate all'encefalo. Gli “scienziati pazzi” che magnificano le nuove frontiere delle nanotecnologie atte a condizionare la percezione degli esseri umani, a controllarne il comportamento sì da renderli altrettante sinapsi di un unico cervello, appendici bioniche, stanno conducendo studi in campi che la sagace giornalista indipendente Carolyn Williams Palit ha già esplorato. La Palit ha intuito gli sviluppi di programmi militari volti alla "gestione" della popolazione, intesa come un insieme di terminali dipendenti da un computer centrale. Possiamo ritenere che non siamo solo di fronte a folli progetti transumanisti, ma anche ad operazioni di mind control attuate da tempo per mezzo delle dispersione nella biosfera di nano-strutture, le stesse nano-strutture che sono la principale causa del Morgellons e forse pure della cecità imperante.

Ringraziamo la gentilissima Sabrina G. per l’accurata traduzione.




Legenda:

U = uomo nel programma
D1 = prima donna a parlare nel programma
D2 = seconda donna ad intervenire nel programma

R.L., P.A., B.R. etc. sono le iniziali dei nomi dei vari ricercatori che intervengono nel video-documento, ossia Rodolfo Llinas, Bryan P. Ruddy, Ramez Naam.


U: Potreste mai inserire abbastanza elettrodi nel cervello per comprendere questi segnali in modo significativo?
D1: Ai suoi tempi no, ma ai miei sì!
D2: Quindi quanti elettrodi bisognerebbe infilare nel cervello?
D1: Nessuno
U: Nessuno? Ma scherzi?!??!
D1: Si accede dall’interno...

R.L.: Così si è presentata l’occasione… è un modo interessante per sfruttare le cavità naturalmente presenti nel cervello, entrandovi senza dover penetrare il cranio.

P.A.: Rodolfo Llinas è veramente uno dei giganti delle neuroscienze. Ho amici neuro-scienziati che, quando hanno saputo che lavoravo con lui, stentavano a crederci: non lo ritenevano possibile...

R.L.: Le cavità di cui parlo sono quelle dovute alla presenza dei vasi che portano ossigeno al cervello; presumibilmente i “percorsi” che conducono all’interno del cervello.

B.R.: In sostanza produciamo fili elettrici di diametro inferiore alle cellule sanguigne, li facciamo passare attraverso il sistema vascolare, grazie ad un catetere inserito nella gamba; da qui giungiamo fino al cervello, attraverso i capillari più piccoli, i vasi più minuscoli che vi si trovano. Qui gli elettrodi sono vicinissimi alle cellule nervose del cervello; e ciò senza la necessità di intervenire chirurgicamente, perforando il cranio per inserire gli elettrodi.

R.N.: Se ci riuscirà (Rodolfo Llimas n.d.t.), ciò aprirà le porte ad un’enorme massa di conoscenza sul cervello, nonché alla possibilità di modificazioni sul cervello nei più disparati modi. È molto entusiasmante.

P.A.: Rodolfo ha contattato il nostro gruppo per aiutarlo a creare una tecnologia che gli permettesse di far viaggiare i conduttori fin dentro al cervello. I requisiti tecnici in realtà sono piuttosto complessi.

B.R.: Nel giro di una settimana avevamo già prodotto i primi nano-conduttori per gli esperimenti neuronali. La cosa è andata avanti molto rapidamente dal suo avvio.

SOVRIMPRESSIONE: Il Dr. Llinas ha pubblicato il primo documento su questa tecnologia nel 2005.

P.A.: E’ stato molto entusiasmante, perché, per la prima volta, è stato possibile accedere al cervello senza doverlo toccare. L’encefalo è un organo molto vitale: è comprensibile che non lo si voglia toccare.

R.L.: C’è la tecnologia… ora la questione è la seguente: si possono collocare i nano-conduttori esattamente laddove si vuole? La risposta è no, ma i nano-conduttori sono molto piccoli...

P.A: Il diametro di questi nano-conduttori è circa 100 volte inferiore a quello di un capello. Come si fa a spingere gli elettrodi nel cervello?

R.L.: Ciò che facciamo è inserirne un certo numero, un fascio, così questi nano-fili elettrici si diffondono, galleggiando, trasportati dalla corrente sanguigna, muovendosi grazie ad essa. Attualmente possiamo “connettere” un topo in questo modo. Gli si lasciano gli elettrodi nel midollo spinale. Ora ci chiediamo per quanto tempo i conduttori continueranno a funzionare. Si parla di cinque anni di tempo minimo necessario per condurre una ricerca di base…

SOVRIMPRESSIONE: interfaccia uomo-macchina

R.L.: E’ molto interessante, poiché diventeremmo quasi perfetti, attraverso l’implementazione di qualcosa che si chiama “interfaccia uomo-macchina”. Se si stimola il cervello, si possono stimolare la visione, il movimento, le passioni, il desiderio, praticamente puoi indirizzare il cervello direttamente.

P.A.: Penso che l’idea, nel suo insieme, sia fantascientifica e che, nella sua semplicità, catturi l’immaginazione della gente. Questa tecnologia ti permette di realizzare qualunque immagine tu desideri vedere.

R.L.: Se volessimo “riprogrammarci”, attraverso la stimolazione del cervello per provare, ad esempio, la sensazione ed anche il piacere di trovarsi su una spiaggia, ciò si potrebbe fare. Che altro si può fare? Be’, in linea di principio si potrebbe comunicare con un'altra persona direttamente… non solo i pensieri, ma anche i sentimenti, diventando così molto intimi. Si può entrare nella mente di qualcuno e viceversa. Le implicazioni di una cosa del genere sono abbastanza ovvie: può essere una situazione di mutuo scambio oppure monodirezionale, vale a dire qualcuno che accede al TUO cervello, alla TUA mente.

B.R.: La N.A.S.A. è venuta a trovarci: tra questi tizi ci sono delle persone dall’aria “mistica”. Questi individui sono molto intelligenti, indossano vestiti che costano più di quello che io guadagno in un anno e credo che alcuni dei loro interessi siano potenzialmente “sinistri”.

SOVRIMPRESSIONE: in evoluzione verso il “Gruppo d’attacco”

RL: Pura fantasia, dunque? Si può immaginare un gruppo di persone che svolgono un lavoro, ad esempio un lavoro militare, che sono continuamente consapevoli della loro esistenza in ciò che stanno facendo. Così, all’improvviso, non si ha più un essere umano, ma un gruppo di persone che agisce come entità che possiamo chiamare “gruppo d’attacco”. Vi è una coscienza collettiva, una comprensione collettiva. Sembra uno strano e nuovo meccanismo, ma è ciò che è accaduto prima dell’evoluzione umana. All’inizio vi erano organismi unicellulari, che sono divenuti gruppi di organismi, fino ad arrivare agli animali...



B.R.: Potremo fare cose che ancora non riusciamo nemmeno ad immaginare e, in tempi ridotti, un uomo potrà fare il lavoro di venti. Tuttavia vi sono altri aspetti… se possiamo interfacciare direttamente il cervello, che cosa succede se il dispositivo che usiamo legge la mente o la controlla? Penso che si debba trovare un delicato equilibrio tra quanto il dispositivo possa esserci d’aiuto e quanto invece questo possa essere usato per controllarci. Noi dovremmo controllare le cose, non dovrebbero essere le cose a controllare noi.

SOVRIMPRESSIONE: dovrebbe essere realizzato?

R.L.: Questa cosa sarà fatta? Dovrebbe essere fatta? Può essere fatta? Probabilmente potrebbe essere realizzata, l’aspetto positivo è che si può capire, sentire e provare ciò che un’altra persona prova, in questo modo la si comprende meglio. Ciò ci potrebbe rendere esseri umani migliori, poiché la nostra maggiore lacuna è quella di non riuscire a metterci nei panni altrui. L’aspetto negativo è ovviamente molto evidente: la perdita dell’individualità, l’evoluzione verso differenti entità sociali. Al momento noi negoziamo, le nostre relazioni sono basate su ciò che pensiamo dell’altra persona e ovviamente nascondiamo molto di ciò che pensiamo. Ciò è alla base della politica e delle negoziazioni di ogni tipo ed è importante per molte persone non essere totalmente trasparenti.

B.R.: Penso che questo rappresenti un grosso cambiamento nel nostro modo di interagire con la realtà…

R.N.: L’idea di collegare i cervelli della gente, mettendoli in grado di comunicare tra loro in questo modo sembra davvero fantascienza, ma di base abbiamo un concetto più approfondito di queste cose…

R.L.: L’interfaccia uomo-macchina è ovviamente una cosa che accadrà, senza dubbio.



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TANKER ENEMY TV: i filmati del Comitato Nazionale

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Range finder: come si sono svolti i fatti

mercoledì, febbraio 10, 2010

La scoperta dell’acqua congelata

Trovato un sistema per congelare l’acqua a temperature diverse mediante cariche elettriche positive o negative. Sarà applicato nella criogenesi o nella fabbricazione di nuvole

Applicando una carica elettrica ad un recipiente pieno d'acqua, questa va in ebollizione, si sa. Però potrebbe anche congelarsi. Uno
studio condotto dagli scienziati del Weizmann Institute of Science di Rehovot (Israele), e pubblicato su Science, mostra che l'acqua può congelare a temperature diverse in base alla carica elettrica della superficie con cui è in contatto. Insomma, in determinate condizioni può gelarsi anche se viene riscaldata.

Alla pressione atmosferica standard, l’acqua congela a zero gradi Celsius, formando cristalli di ghiaccio attorno a un granello di polvere o altre impurità. Per decenni, gli scienziati hanno sospettato che i campi elettrici potessero attivare il congelamento dell’acqua, un fenomeno noto col nome di elettrocongelamento: le molecole d’acqua hanno una leggera carica positiva su un lato e una negativa sull'altro, pertanto un campo elettrico le allineerebbe in base alla loro carica. Ma gli esperimenti non hanno mai dato risultati perché i materiali metallici impiegati per contenere l’acqua innescano la cristallizzazione ed è impossibile distinguere il contributo del metallo da quello della carica elettrica.

I ricercatori israeliani hanno risolto il dilemma utilizzando dei materiali piroelettrici (che formano un effimero campo elettrico quando vengono riscaldati o raffreddati) non metallici. In questo modo hanno potuto esaminare solo gli effetti elettrici. Gli scienziati hanno posto in una stanza umida dei cristalli di tantalato di litio (LiTaO3) e altri di titanato di stronzio (SrTiO3), ciascuno dei quali è stato collocato all'interno di un cilindro di rame. Due di essi sono stati rivestiti con cromo per condurre la carica elettrica, e gli altri due con un ossido di alluminio per mantenere la superficie non carica. In seguito hanno raffreddato la camera fino a che sulla superficie si sono formate delle gocce d'acqua e poi hanno abbassato ulteriormente la temperatura fino a quando le goccioline si sono congelate.

I risultati hanno mostrato che, in mancanza di campo elettrico, le goccioline d'acqua congelavano a una media di -12,5 gradi. Se la superficie era caricata negativamente però, il punto di congelamento era di -18, mentre se la superficie era caricata positivamente le goccioline congelavano a -7. I ricercatori hanno anche scoperto che potevano congelare l'acqua surriscaldandola. Con la superficie di un cristallo di LiTaO3 caricata negativamente, l'acqua è stata mantenuta liquida fino a -11 gradi per circa dieci minuti; dopo che la carica si è dissipata la temperatura è stata aumentata per indurre una carica positiva sulla superficie, e l'acqua si è congelata a -8 gradi.

“Siamo molto sorpresi da questo risultato”, ha commentato Igor Lubomirsky, coautore dello studio, “vuol dire che controllando la carica della superficie, positiva o negativa che sia, è possibile sia frenare la formazione di ghiaccio che accelerarla”. Nonostante siano necessarie ulteriori indagini per comprendere bene il fenomeno, il team ha già depositato un brevetto che potrebbe avere applicazioni concrete nel congelamento criogenico di tessuti e di sangue o nella creazione di nuvole artificiali. (a.o.)


Riferimenti:
Science DOI: 10.1126/science.1178085


Fonti:

galileonet.it
wired.com




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Range finder: come si sono svolti i fatti

domenica, febbraio 07, 2010

Scie chimiche ed invisibilità

In un eccellente articolo, intitolato Presenze invisibili, Umberto Visani, focalizza l'attenzione sugli orbs e sulle sfere di luce, ampliando il discorso alle tecnologie militari riguardanti l'invisibilità. Correttamente l'autore osserva che l'industria militare è di almeno trent'anni più avanti rispetto alle tecnologie civili, a disposizione dei comuni mortali. E' dunque per lo meno plausibile che gli eserciti delle superpotenze siano dotati di sistemi stealth totali. A tale proposito, Visani osserva: "L'esame di video e fotografie in cui si vedono sfere di luce che producono scie doppie come comuni aerei non può non far pensare che, dietro una sorta di copertura visiva (cloaking in inglese) che induce a vedere esclusivamente un globo, non ci sia in realtà un velivolo con due motori sulle ali (rese invisibili) che rilascia le classiche scie degli aerei (con il termine 'classico' ormai è più opportuno indicare una scia chimica piuttosto che una di condensazione)".

La tecnologia stealth fu escogitata per conferire l'invisibilità radar parziale a navi ed aeroplani, grazie alla forma del mezzo militare e di superfici radar assorbenti (R.A.S.). Inoltre l’aeromobile (o l'unità navale) deve essere dotato di bassa tracciatura termica (Infrared signature) affinché non venga localizzato attraversi sistemi all'infrarosso. Già nella metà degli anni ‘70 del XX secolo fu fabbricato il prototipo del futuro F117A, il cosiddetto aereo invisibile.

Il passo successivo fu l'invisibilità ottica: secondo Rashid Zeineh, ricercatore della società californiana Advanced american enterprise ed inventore dello Stealth technology system (S.T.S.), esiste già un apparato per l'occultamento visivo applicato ai cosiddetti U.C.A.V. (Unmanned combat air vehicles, ossia velivoli da combattimento senza pilota), ai veicoli terrestri e persino ai soldati: questo apparato garantisce un'invisibilità totale fino a sette-otto metri di distanza dall'osservatore. Pare che l'occultamento sia ottenuto con una serie di videocamere e proiettori che generano immagini dell'ambiente limitrofo sulla superficie del mezzo o del soldato che, in questo modo, si mimetizza con gli oggetti intorno.

Sembra, però, che nel caso delle sfere chimiche, la tecnologia usata per l'invisibilità sia un'altra: infatti questi ordigni, mentre percorrono la loro traiettoria in maniera del tutto assimilabile al volo tipico di un aereo, progressivamente assumono la sagoma di un velivolo, perdendo l'invisibilità. Ci si deve porre a questo punto per lo meno due domande: quale tecnologia determina l'occultamento ottico? Per quale motivo gli artefici dell'operazione "chemtrails" non rendono del tutto impercettibili gli apparecchi, lasciando che si scorga una sfera generante una doppia scia?

Al primo quesito non è difficile rispondere: sono disponibili materiali in grado di deviare i fasci di fotoni con cui gli oggetti diventano visibili all'occhio umano. La seconda questione chiama in causa i piani delle élites che, come già ammonì Carol Rosin, rilanciando le dichiarazioni di Werner Von Braun, intendono instillare la paura e l'ostilità nei confronti degli alieni. Per conseguire tale obiettivo è necessario insinuare il dubbio tra gli ufologi e l'opinione pubblica che extraterrestri malvagi usano delle sfere per disperdere veleni nella biosfera. E' d'altronde questa l'affrettata conclusione cui sono giunti alcuni ricercatori, dopo aver esaminato istantanee e filmati ove si notano cilindri e globi con scie. In tale contesto, s'inquadrano i singolari fenomeni in Norvegia ed a Mosca: nei cieli di Tromso (Norvegia) è stato osservato un vortice azzurro, sulla capitale russa una piramide. Vari studiosi hanno ipotizzato che siano state impiegate tecnologie atte a proiettare giganteschi ologrammi, intesi come esperimenti in vista di una falsa invasione aliena o di un'altrettanto falsa Parousia del Cristo, nell'ambito del famigerato Progetto Bluebeam.

La saturazione dell'atmosfera con elementi e composti chimici e la sua trasformazione in qualcosa di simile al plasma, con l'irradiazione di onde elettromagnetiche in sinergia con il bario, paiono i presupposti adatti per la proiezione di un film in mondovisione. Una volta saggiata la reazione della popolazione, persuasa anche attraverso una capillare ed ossessiva campagna ad hoc, che le civiltà dello spazio sono tutte ostili, sarà possibile instaurare un governo mondiale di tipo totalitario, con il pretesto di difendersi dal "nemico esterno" contro cui incanalare l'astio e la xenofobia.

E' una strategia vecchia come il mondo, ma purtroppo sempre efficace.


Fonti:

U. Visani, Presenze invisibili, 2009, in X Times n. 14
Zret, Scie chimiche: un'altra angolazione, 2006



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Range finder: come si sono svolti i fatti

The H.A.A.R.P. - Woodpecker sound

Nel corposo ed articolato saggio intitolato Weather wars and un-natural disasters, Stephen Quayle scrive: "Gli Stati Uniti non sono i soli a compiere esperimenti di manipolazione della ionosfera con H.A.A.R.P. L'Unione sovietica cominciò esperimenti con un sistema simile e pare siano continuati e continuino anche dopo la disgregazione della compagine sovietica. In Occidente, il sistema è conosciuto come Woodpecker (Picchio), a causa del rumore martellante che produce sui ricevitori radio. Il sistema impiega trasmissioni di E.L.F. (onde estremamente basse) attorno ai 10 hertz: gli impianti si trovano ad Angarsk e Khabarorovsk in Siberia, a Gomel, Isola di Sakhalin, a Nikolayev in Ucraina ed a Riga in Lettonia. Pare che esista un'altra installazione a sud di L'Avana.

Numerose sono le speculazioni sulla possibilità che questi impianti usino i trasmettitori ideati da Tesla. Molte di queste ipotesi sono basate su un articolo apparso nel 1992, sulla rivista sovietica "Pensiero militare" in cui si legge questa millanteria: 'L'attuale consenso acquisito dai militari include un'immagine di un futuro bellico imperniato sullo sviluppo e l'impiego di arsenali avanzati, su armi ad energia diretta, basi nello spazio in grado di intercettare e neutralizzare missili balistici ed armi nucleari di terza generazione
'".

Secondo Quayle, sotto l'espressione "armi ad energia diretta", si nasconde il Woodpecker. L'autore così prosegue: "Come quest'arma potrebbe essere usata - o è stata già impiegata - è oggetto di congetture. Alcune autorità ritengono che sia stata creata per modificare i fenomeni meteorologici negli Stati Uniti e per colpire, in tal modo, la nostra economia, mentre H.A.A.R.P. sarebbe la contromisura atta a contrastare il Woodpecker. Tuttavia gli Stati Uniti e la Russia hanno cooperato nelle manipolazioni del tempo. Le corporazioni agiscono più liberamente in Russia di quanto non avvenga negli Stati Uniti.

Comunque, anche se forse il Woodpecker fu creato con lo scopo di influire sulle condizioni meteo statunitensi, oggi sia il sistema russo sia H.A.A.R.P. sono fondamentalmente sotto il controllo della medesima élite. E' ragionevole pensare che Woodpecker è adoperato per incrementare ed integrare le capacità tecnologiche di H.A.A.R.P. e non contro di esso
".

Si può soltanto concordare con Quayle: sappiamo che, sebbene talora dilaniato da lotte intestine, il governo occulto mondiale è unanime negli scopi di asservimento dell'umanità. Occorre precisare che impianti di tipo H.A.A.R.P. stanno proliferando in tutto il mondo: recentemente alcuni attivisti sono riusciti a registrare un segnale dal ritmo inconfondibile e che ricorda un picchiettìo (da cui la denominazione di Woodpecker per i sistemi prima sovietici e poi russi). Il segnale a bassa frequenza è stato ricevuto tramite una particolare configurazione che coinvolge le seguenti apparecchiature elettroniche: un trasmettitore ed un ricevitore audio-video wireless, un decoder satellitare ed un televisore munito di presa SCART. Il trasmettitore audio-video wireless viene collegato all'uscita SCART del decoder satellitare, il ricevitore wireless viene, invece, connesso all'ingresso SCART del televisore. E' stato osservato da vari ricercatori un calo nell'efficienza delle trasmissioni wireless, proprio durante le giornate in cui la copertura chimica è totale o quasi. E' interessante notare come questo picchiettìo raggiunge la sua massima intensità di disturbo sulla configurazione elettronica, divenendo rilevabile dalla strumentazione su descritta, una mezz'ora circa, dopo il completamento della copertura artificiale creata dagli aerei chimici. Si ha la conferma, anche se in modo empirico, che le scie fungono da "specchio" per riflettere le onde a bassa frequenza verso il terreno e verso la popolazione con gravi conseguenze sulla salute e gli equilibri biologici e psicologici, poiché queste emissioni elettromagnetiche, ad esempio, interferiscono sul sonno R.E.M.




Fonti:

Bojs, Il segnale del picchio verde, 2007
S. Quayle, Weather wars and un-natural disasters, 2007, pp. 224-225
J. Meaning, N. Begich, Angels don't play this H.A.A.R.P., 1996, passim


Si ringraziano il gentilissimo Dottor Gianni Ginatta per il materiale fornito e Viza per l'input ed il video test.



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Range finder: come si sono svolti i fatti

lunedì, febbraio 01, 2010

Resistenza

E' incredibile quanto sia tenace la resistenza ad acquisire nuovi paradigmi di ragionamento anche nelle persone che ormai conoscono le mille insidie e menzogne del sistema. Ancora molti non hanno compreso quanto sia precaria la condizione attuale e non riescono a concepire un mondo radicalmente diverso da quello in cui viviamo oggi. Stiamo assistendo ad una lenta, ma irreversibile metamorfosi dell'esistenza, ad un cambiamento antropologico, dopo aver accettato l'intrusione della tecnologia e del potere più osceno nella sfera privata. Le telecamere della video-sorveglianza non solo soltanto strumenti che spiano i cittadini, ma occhi di un Gerione minaccioso. Eppure, talvolta, anche tra i desti si evoca lo spettro della paura esterna, ricadendo in logori ed errati schemi di giudizio. Ancora si crede che il denaro possieda un valore intrinseco, che i “politici” contino qualcosa e così via.

La resistenza più pervicace è nell'incapacità di figurarsi una società "medievale", senza più gli agi dell'età contemporanea, ma anche priva delle risorse materiali, strumentali ed etiche del Medioevo. Sarà un salto nel buio, soprattutto per le nuove generazioni e per i popoli occidentali, inetti di fronte a situazioni impreviste ed ardue.

E' inevitabile: decenni di consumismo e di materialismo hanno radicato una forma mentis difficile da estirpare. Ben più preoccupante, però, di queste abitudini inveterate che hanno creato una società di inabili, dipendenti in toto dal sistema, è il solco che è stato scavato tra gli uomini e la natura, tra l'uomo ed i suoi simili sicché gli individui sono ridotti a monadi impazzite. Regna il disorientamento e sovente si cerca un punto fermo purchessia. Ecco perché, oggi giorno, i pifferai tragici riescono ad incantare le masse con tanta facilità.

Forse coloro che, in questi ultimi anni, pur non avendo preso le necessarie precauzioni, hanno cominciato ad immaginare l'inimmaginabile, grazie a folgoranti squarci sul futuro, avranno una possibilità di non perdere il senno, conservando un briciolo di umanità, ma gli altri, presi alla sprovvista, saranno sballottati dagli eventi, a guisa dell’equipaggio di una nave travolta e squassata da una violenta burrasca. Costoro sono i creduloni, quelli che si abbeverano alle fonti avvelenate dell'"informazione" ufficiale: essi, al cospetto di incombenti scie, preferiscono stornare lo sguardo altrove. Oggi sono simili ai porcellini di Sant'Antonio che, immobilizzandosi, si arrotolano su sé stessi, di fronte ad un pericolo reale o presunto; domani saranno implacabilmente schiacciati.

Gli altri, la minoranza degli accorti, resteranno a guardare gli avvenimenti, mentre imploderanno in catastrofi, non dalla finestra di un confortevole appartamento, bensì dalle impannate di un tugurio.


Fonte: Zret blog


APOCALISSI ALIENE: il libro