giovedì, luglio 14, 2016

Incidente ferroviario di Andria: qualche anomalia



Sit eis terra levis

12 luglio 2016: incidente ferroviario di Andria (Provincia di Barletta, Andria, Trani - Puglia). Il disastro presenta qualche anomalia: è stata veramente una collisione tra due treni che viaggiavano alla notevole velocità di 100 km su una linea alquanto vetusta?

Un corrispondente della testata regionale RAI, durante il collegamento con la direttrice del TG3, Bianca Berlinguer, nella serata del 12 luglio 2016, ad un certo punto ha dichiarato: "Sul luogo dell'esplosione..." Poi si è immediatamente corretto, usando la parola "incidente".

Perché i macchinisti non hanno frenato per tempo, visto che quel tratto di ferrovia è rettilineo e con ottima visibilità?

Alcuni sopravvissuti alla tragedia hanno affermato di aver sentito un boato, una deflagrazione.

Un ferito, che ha menzionato "una bomba" (solo una metafora?) ha ricordato che stranamente il convoglio nel tratto tra Corato ed Andria si è più volte fermato per poi ripartire a bassa velocità. [1] Queste dichiarazioni stridono con la ricostruzione ufficiale che vede i due convogli viaggiare superando i 100 Km/h.



Un agricoltore che era nell'uliveto, che costeggia i binari, è deceduto, a causa dei frammenti metallici proiettati attorno, non nel senso di marcia, dal vagone coinvolto nel presunto scontro.

Un altro giornalista ha mostrato un mazzo di rose rosse (noto simbolo di una confraternita), deposto davanti all'ingresso di una stazione vicina al luogo della sciagura.

E' stato anche riferito che di uno dei macchinisti non sono stati trovati i resti, ma una scarpa: la scarpa allude ad un aspetto del rituale massonico di iniziazione?

Il bilancio definitivo elenca 23 vittime: 23 è cifra simbolica riferita al movimento del Discordianesimo. Il 23 ricorre nell'identificativo di uno dei due treni, CT10-23. Coincidenze?

Altri elementi dovranno essere raccolti ed analizzati, le testimonianze dovranno essere sviscerate, ma sembra che la tragedia, se è stata frutto di fatalità, sia stata in qualche modo ritualizzata.

Induce a riflettere il fatto che la Procura di Trani, in questi ultimi anni, ha agito in modo piuttosto zelante per il problema della Xylella e nel caso di danni procurati da vaccinazioni.

[1] Queste le sue testuali parole ai microfoni di Tele Sveva: "Nel treno, scusatemi, già si parlava di questi movimenti strani che avrebbe fatto il treno da Bari. Perché da Bari il treno effettuava queste soste nel mezzo del tracciato. Ciò si verificò anche a Corato: ci fermammo dopo circa 200 metri, riprendemmo, poi ci fermammo dopo un chilometro... riprendemmo e lì... fu una bomba".


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