sabato, giugno 25, 2011

Aeroporti chimici

Tra le "eccezioni" che muovono i negazionisti nell’ambito del tema “chemtrails”, una delle più frequenti si riferisce alla presunta mancanza di testimonianze e fotografie circa gli aeroporti da dove decollano ed in cui atterrano gli aerei chimici. E' un'"obiezione" gratuita, strumentale e facilmente confutabile. Solo per proporre un esempio, nello scalo militare di Falconara Marittima (Ancona), centro industriale sull'Adriatico ed in cui sorge una raffineria di petrolio, sono stati immortalati degli inconfondibili velivoli chimici. Sono bianchi e senza le regolari marche.

Collegato all'aeroporto civile, "Raffaello Sanzio", si trova quello militare da cui partirono i bombardieri, durante l'aggressione alla Serbia nel 1999: era allora Presidente del Consiglio l'atroce Massimo D'Alema. Nei dintorni si notano, mimetizzate fra le abitazioni di Marina di Montemarciano e di Chiaravalle, installazioni militari di alimentazione elettrica, difese da filo spinato. Sono anche visibili cartelli con su scritto "No trespassing" ed il simbolo della “Rosa dei venti”, emblema della N.A.T.O.[1]


Visualizzazione ingrandita della mappa

Sulla pista si scorgono due modelli di aeromobile molto simili, se non identici, a quelli che incrociano a bassa quota sulla Liguria occidentale, senza lasciare tracce radar e privi di contrassegni identificativi. Uno dei due è un bimotore ad elica, con i motori verniciati di rosso. Molti cittadini hanno osservato, fotografato e ripreso apparecchi di questo tipo in varie regioni d'Italia. Falconara Marittima, con il suo aeroporto "a stelle e strisce", è località strategica, data la sua posizione all'interno della penisola. Un'altra base in cui sono gestiti i voli della morte è quello di Pratica di Mare.

L'aeroporto di Pratica di Mare fu istituito nel 1937 nella tenuta di Campo Ascolano e qualificato come campo di allenamento aereo. Negli anni che seguirono, il complesso conobbe continui ampliamenti. Nel dicembre del 1942 diventò Scuola Strumentale di Volo. Gli adeguamenti logistici ed infrastrutturali sono proseguiti fino ai giorni nostri, tanto che è divenuto il più grande aeroporto militare italiano: oggi ospita anche alcuni Reparti aerei della Guardia di Finanza, dei Carabinieri e della Polizia di Stato.

Altri scali incriminati sono i seguenti: Orio al Serio (Bergamo), Linate (Milano), Caselle, (Torino), Federico Fellini (Rimini), Galileo Galilei (Pisa).

Usando queste ed altre strutture, lo stato italiano con un’apposita aviazione, per quanto gli compete, ma nel contesto di un programma globale, si avventa contro i cittadini ed il territorio nazionale, coordinando le operazioni clandestine di aerosol. Inquinamento dei biomi, incendi, alluvioni, frane, danni all’economia, diffusione di patologie… sono le conseguenze di un’istituzione che, simile ad una malattia autoimmune, aggredisce l’organismo stesso.

[1] E’ curioso che proprio da questo scalo siano giunte le visite relative alla telefonata ad un impiegato dell’Ufficio stampa dell’E.N.A.V.


Ringraziamo i nostri lettori per averci fornito le foto qui pubblicate.



6 commenti:

  1. Confermo: chi non ha ancora visto aerei bianchi o grigio chiaro circolare a go-gò, con i motori e talvolta pure la "coda" verniciati di rosso, spesso bassi e anonimi? Chi non vuole vedere, oppure chi ha la coscienza nera come il carbone. Come padroni assoluti degli spazi aerei scorrazzano su e giù seguendo rotte che non sono di regolare servizio (trasporto merci o passeggeri) bensì veri e propri "schemi" che hanno tutta l'aria di essere funzionali a progetti di trattamento del territorio, vuoi per lo spargimento di aerosol visibili, vuoi per la distribuzione di altro materiale invisibile.
    In quest'ultimo caso, circolano bassi e silenziosi sui centri abitati e sulle campagne, per la razione di funghi/batteri/virus sulla gente o sui campi coltivati, a seconda. I risultati si vedono bene; le sindromi anomale sui soggetti più deboli (spacciate dai media come nuove patologie generatesi non si sa bene da cosa) mi pare dilaghino paurosamente; la vegetazione (foglie di alberi, colture, frutti, ortaggi...) appaiono sempre più martoriate, rattrappite, puntinate di un color ruggine e formazioni polverose-biancastre prosperano addirittura su arbusti e siepi, come i rovi che io sapevo essere particolarmente resistenti agli attacchi da parte di fitopatogeni: questo è il risultato di potenti contaminazioni a tappeto, le quali non possono che provenire dall'alto e...che quattro stronzetti continuano a negare, definendo gli aerei clandestini "normale traffico aereo" e fantasie di isterici il frutto delle osservazioni sull'ambiente circostante, ormai saturo di veleni ed ancora resistente per miracolo dopo essere stato messo a dura prova da ripetute, insistenti e costanti offese criminali.
    Lo so che sono ripetitiva ma se potessi insinuarmi nei cervelli di quei traditori patentati che sanno tutto e giocano a negare e disinformare, ti assicuro che passerei 24 ore al giorno a far loro una "testa tanta" ripetendo all'infinito questo ed altro, senza lasciargli un minuto di tregua per riposare, fino all'esaurimento (loro) :)
    Ciao

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  2. Miseria, ce l'ho fatta! sono stata estromessa brutalmente circa quattro volte dal blog ^-^

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  3. Questo commento è stato eliminato dall'autore.

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  4. Condivido la tua analisi e la tua indignazione, Ginger. Il pianeta e l'umanità sono ormai moribondi: chi lo "salverà" gli darà il colpo di disgrazia.

    Ciao

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  5. Ciao Ginger, questi perdurevoli errori di accesso ai blog sono diventati una iattura!

    Hai descritto perfettamente la situazione ed io aggiubngerei che con tutto questo si scontra il menefreghismo delle istituzioni tutte. Tanto per dirne una... l'indirizzo email del Ministero dell'Ambiente è omai da tempo disabilitato, con buona pace dei cittadini che, tapini, vorrebbero risposte da quell'incapace della Prestigiacomo.

    Al telefono, intercettata, avrebbe detto: "Non parlare di quello lì, che mi rovini". Giustamente Crozza ha osservato che non c'è bisogno che la rovini qualcuno, perché è sufficiente che apra bocca.

    insomma, siamo ben messi...

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