domenica, agosto 27, 2006

I pianeti di Maria Morganti (articolo di Talos)

La sensitiva e ricercatrice Maria Morganti, fondatrice dell’associazione socio-culturale La Corona, nel 2001, dopo essere entrata in comunicazione mentale con alieni Beta, accennò a nuove malattie e a nuovi virus che si sarebbero diffusi negli anni a venire. La cronaca recente purtroppo ha confermato quelle previsioni, con la continua proliferazione di patologie (A.I.D.S., ebola, S.A.R.S., influenza aviaria, morbo di Morgellons…).

La signora Morganti ha ricevuto altre “soffiate cosmiche”, come ama definirle, in merito a fenomeni astronomici. Nel libro intitolato Le sezioni binarie del settimo parallelo, pubblicato nel giugno 2006, leggiamo un passaggio interessante: “Ci sono pianeti di tante grandezze e forme, ma ciò che mi incuriosì nella prima apertura conica, dietro il nostro sole, furono due sfere che contengono due pianeti, li ho denominati i pianeti 2 M, come le iniziali del mio nome e cognome. Essi apparvero come custoditi da una membrana e avvolti da fasci di luce. Ognuno di loro ha parecchie orbite e ruotano tutti e due in senso orario, come facessero un giro con la forza gravitazionale. Mi disse Neuronice (1): “Vedi, questi viaggiano in coppia per vie parallele, ce ne sono in abbondanza, noi li chiamiamo gli “Occhi del Creatore” ed è un bene che ce ne siano ancora molti. La loro funzione è di formare un codice per l’allineamento dei planetoidi e di modificarne le loro strutture… Guarda i due gemelli, sono sezionati, la prima parte è acqua ghiacciata; vedi, quelle che sembrano macchie, sono catene montuose e quel movimento sulla terza sezione è la forza di gravità che mantiene in movimento il fuoco del cratere che esiste all’interno di esso, questa è la polarità A, l’altro è la polarità B. Quest’ultimo contiene nel suo sottosuolo del gas e una forte energia, l’uno non potrebbe esistere senza l’altro… Questi due pianeti saranno visibili molto presto…”

Il 26 agosto 2006 è stata diffusa dalla stampa la scoperta relativa a due misteriosi oggetti celesti nei termini seguenti. “Gli esperti dell'osservatorio europeo australe (E.S.O.), che si trova in Cile, hanno scoperto due corpi distanti quattrocento anni luce dalla Terra, che ruotano attorno a sé stessi, vagando liberamente per lo spazio. “Ognuno dei due oggetti viene attratto dalla forza di gravità dell'altro, hanno spiegato gli autori della scoperta, Roy Jayawardhana dell'Università di Toronto e il collega Valentin Ivanov, che lavorano presso l'E.S.O. La "strana coppia", che è separata da una distanza sei volte superiore a quella esistente tra il Sole e Plutone, sta attirando l'attenzione degli esperti, visto che, per ora, rappresentano un enigma. La loro esistenza è, infatti, una sfida alle teorie in vigore sulla formazione dei pianeti e delle stelle, precisa Jayawardhana. Finora era stata scoperta solo una dozzina di questi oggetti astrali, chiamati "planemos", che viaggiano insieme nello spazio”.

Le informazioni astronomiche di Neuronice collimano con la successiva scoperta.

Già nel 2001 la Morganti aveva preannunziato l’individuazione di nuovi pianeti simili a Gaia.

Tale ragguaglio è stato confermato all’inizio del 2006 dalla stampa. “Una rete di telescopi tra Francia, Gran Bretagna, Polonia, Danimarca e Germania ha permesso di scoprire all'esterno del sistema solare il pianeta più simile alla Terra sino ad oggi mai osservato. Allo sguardo del profano, le similitudini tra il nostro habitat ed OGLE-2005-BLG-390Lb (così hanno battezzato gli astronomi il "nuovo arrivato") appaiono scarse, essendo il pianeta piccolo e ghiacciato, ma, secondo i cosmologi, la scoperta segna un importante passo in avanti nella ricerca di corpi celesti in grado di ospitare la vita… OGLE-2005-BLG-390Lb si trova alla distanza di circa 20.000 anni luce dalla Terra, non lontano dal centro della Via Lattea, e ruota intorno ad una stella cinque volte più piccola del Sole. La sua massa è cinque volte e mezzo superiore a quella della Terra e si trova molto distante dalla sua stella (due volte e mezzo più lontano rispetto alla distanza che separa la Terra dal Sole). Si tratta anche del pianeta più piccolo e freddo finora scoperto fuori dal sistema solare. Quasi certamente, secondo gli astronomi, la sua superficie rocciosa è sepolta sotto un oceano ghiacciato. La temperatura sarebbe, infatti, pari a 220 gradi sotto lo zero, troppo bassa perché sul pianeta possa esserci acqua allo stato liquido. Molto probabilmente ha anche una sottile atmosfera, proprio come la Terra”.

(1) Neuronice è un extraterrestre del pianeta Zeta.


Fonti:
M. Morganti, Gli strumenti dell'energia primaria, 2001
Id., Le sezioni binarie del settimo parallelo, 2006

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