La crisi energetica è indotta dalle lobbies politiche ed economiche. Le speculazioni in atto sul prezzo del barile di petrolio lo dimostrano ampiamente. Cavalcando l'onda dell'inganno in atto (pensiamo alla già sperimentata fusione fredda, metodo economico e non inquinante per produrre energia), il governo attualmente insediato ha riavviato il meccanismo volto a reintrodurre il nucleare e questo nonostante un referendum popolare che diede, oltre venti anni fa, indicazioni opposte. E' palese che il nucleare da fissione è un business enorme per molte società e poco importa se non si sa dove stoccare le scorie delle centrali atomiche e se la pericolosità di questi vetusti sistemi di produzione energetica è acclarata. Nessuno sa che nella vicina Francia, ad esempio, gli incidenti nelle numerose centrali nucleari, sono all'ordine del giorno e che i costi sono di gran lunga superiori ai benefici. A proposito di Rubbia, vorremmo ricordare che le sue posizioni sono piuttosto ambigue: da un lato, anni addietro, contribuì a boicottare gli scienziati italiani che studiavano la fusione fredda, dall'altro, pur essendo condivisibile la sua opposizione al nucleare e la sua promozione dell'energia solare, dimentica che, in seguito al diminuito irraggiamento della nostra stella, a causa delle coperture chimiche, tale fonte di energia rinnovabile risulta oggi meno produttiva, rispetto a 10-15 anni fa.
Nucleare: la parola a Carlo Rubbia (articolo di Daniele Luttazzi)
In una recente intervista, Carlo Rubbia (premio Nobel per la fisica... come Scajola) ha dichiarato:
“Il petrolio e gli altri combustibili fossili sono in via di esaurimento, ma anche l’uranio è destinato a scarseggiare entro 35-40 anni. Non possiamo continuare perciò ad elaborare piani energetici sulla base di previsioni sbagliate che rischiano di portarci fuori strada. Dobbiamo sviluppare la più importante fonte energetica che la natura mette da sempre a nostra disposizione, senza limiti, a costo zero, cioè il sole che ogni giorno illumina e riscalda la Terra”.
"Quando è stato costruito l’ultimo reattore negli Stati Uniti d'America? Nel 1979, trent’anni fa! Quanto conta il nucleare nella produzione energetica francese? Circa il 20 per cento. Ma i costi altissimi dei loro 59 reattori sono stati sostenuti di fatto dallo stato per mantenere l’arsenale atomico. Ricordiamoci che per costruire una centrale nucleare occorrono 8-10 anni di lavoro, che la tecnologia proposta si basa su un combustibile, l’uranio appunto, di durata limitata. Poi resta, in tutto il mondo, il problema delle scorie”.
“ Non esiste un nucleare sicuro o a bassa produzione di scorie. Esiste un calcolo delle probabilità, per cui ogni cento anni un incidente nucleare è possibile: e questo evidentemente aumenta con il numero delle centrali."
" Il carbone è la fonte energetica più inquinante, più pericolosa per la salute dell’umanità. Ma non si risolve il problema nascondendo il biossido di carbonio sotto terra. In realtà nessuno dice quanto tempo debba restare, eppure il CO2 dura in media fino a 30 mila anni, contro i 22 mila del plutonio. No, il ritorno al carbone sarebbe drammatico, disastroso”.
“C'è un impianto per la produzione di energia solare, costruito nel deserto del Nevada su progetto spagnolo. Costa 200 milioni di dollari, produce 64 megawatt e, per realizzarlo, occorrono solo 18 mesi. Con 20 impianti di questo genere, si produce un terzo dell’elettricità di una centrale nucleare da un gigawatt. Inoltre i costi, oggi ancora elevati, si potranno ridurre considerevolmente, quando verranno costruiti in gran quantità. Basti pensare che un ipotetico quadrato di specchi, lungo 200 chilometri per ogni lato, potrebbe produrre tutta l’energia necessaria all’intero pianeta. E un’area di queste dimensioni equivale appena allo 0,1 per cento delle zone desertiche del cosiddetto sun-belt. Per rifornire di elettricità un terzo dell’Italia, un’area equivalente a 15 centrali nucleari da un gigawatt, basterebbe un anello solare grande come il raccordo di Roma”.
"I nuovi impianti solari termodinamici a concentrazione catturano l’energia e la trattengono in speciali contenitori fino a quando serve. Poi, attraverso uno scambiatore di calore, si produce il vapore che muove le turbine. Né più né meno come una diga che, negli impianti idroelettrici, ferma l’acqua e al momento opportuno la rilascia per alimentare la corrente”.
Se è così semplice, perché allora non si fa?
“Il sole non è soggetto ai monopoli e non paga la bolletta. Mi creda questa è una grande opportunità per il nostro Paese: se non lo faremo noi, molto presto lo faranno gli Statunitensi, com’è accaduto del resto per il computer vent’anni fa”. (30 marzo 2008)
“Il petrolio e gli altri combustibili fossili sono in via di esaurimento, ma anche l’uranio è destinato a scarseggiare entro 35-40 anni. Non possiamo continuare perciò ad elaborare piani energetici sulla base di previsioni sbagliate che rischiano di portarci fuori strada. Dobbiamo sviluppare la più importante fonte energetica che la natura mette da sempre a nostra disposizione, senza limiti, a costo zero, cioè il sole che ogni giorno illumina e riscalda la Terra”.
"Quando è stato costruito l’ultimo reattore negli Stati Uniti d'America? Nel 1979, trent’anni fa! Quanto conta il nucleare nella produzione energetica francese? Circa il 20 per cento. Ma i costi altissimi dei loro 59 reattori sono stati sostenuti di fatto dallo stato per mantenere l’arsenale atomico. Ricordiamoci che per costruire una centrale nucleare occorrono 8-10 anni di lavoro, che la tecnologia proposta si basa su un combustibile, l’uranio appunto, di durata limitata. Poi resta, in tutto il mondo, il problema delle scorie”.
“ Non esiste un nucleare sicuro o a bassa produzione di scorie. Esiste un calcolo delle probabilità, per cui ogni cento anni un incidente nucleare è possibile: e questo evidentemente aumenta con il numero delle centrali."
" Il carbone è la fonte energetica più inquinante, più pericolosa per la salute dell’umanità. Ma non si risolve il problema nascondendo il biossido di carbonio sotto terra. In realtà nessuno dice quanto tempo debba restare, eppure il CO2 dura in media fino a 30 mila anni, contro i 22 mila del plutonio. No, il ritorno al carbone sarebbe drammatico, disastroso”.
“C'è un impianto per la produzione di energia solare, costruito nel deserto del Nevada su progetto spagnolo. Costa 200 milioni di dollari, produce 64 megawatt e, per realizzarlo, occorrono solo 18 mesi. Con 20 impianti di questo genere, si produce un terzo dell’elettricità di una centrale nucleare da un gigawatt. Inoltre i costi, oggi ancora elevati, si potranno ridurre considerevolmente, quando verranno costruiti in gran quantità. Basti pensare che un ipotetico quadrato di specchi, lungo 200 chilometri per ogni lato, potrebbe produrre tutta l’energia necessaria all’intero pianeta. E un’area di queste dimensioni equivale appena allo 0,1 per cento delle zone desertiche del cosiddetto sun-belt. Per rifornire di elettricità un terzo dell’Italia, un’area equivalente a 15 centrali nucleari da un gigawatt, basterebbe un anello solare grande come il raccordo di Roma”.
"I nuovi impianti solari termodinamici a concentrazione catturano l’energia e la trattengono in speciali contenitori fino a quando serve. Poi, attraverso uno scambiatore di calore, si produce il vapore che muove le turbine. Né più né meno come una diga che, negli impianti idroelettrici, ferma l’acqua e al momento opportuno la rilascia per alimentare la corrente”.
Se è così semplice, perché allora non si fa?
“Il sole non è soggetto ai monopoli e non paga la bolletta. Mi creda questa è una grande opportunità per il nostro Paese: se non lo faremo noi, molto presto lo faranno gli Statunitensi, com’è accaduto del resto per il computer vent’anni fa”. (30 marzo 2008)
TANKER ENEMY TV: i filmati del Comitato Nazionale
Straker sei impagabile sei sempre sul pezzo come si diceva un volta tra i veri giornalisti.
RispondiEliminaQuesto articolo è un'altro tassello che dimostra come sia fittizio oggi il nostro libero arbitrio.
Ostacolano in tutti i modi la luce della conoscienza costriggendoti a scegliere al buio dell'ignoranza.
E' stata diffusa ormai l'idea tra la gente che il solare non funziona che non è conveniente che.....
ma non si capisce mai chiaramente il perchè anteponendo sempre motivazioni economiche a quelle tecnicoscientifiche.
Così il Sole il vero primo grande antenato della vita sulla terra viene ricordato dai monopolizzati mezzi di informazione solo quando c'è da giustificare i sempre più numerosi tumori della pelle distogliendo l'attenzione dal suo enorme potenziale di cui tutti potremmo trarne vantaggio.
Starei a leggere i tui articoli più spesso Straker ma non ho tutto questo tempo.
Grazie per il lavoro che svolgi.
Ti ringrazio, eclipsed. Sono d'accordo con la Tua analisi dei tempi in cui viviamo. Penso che il fulcro del problema, il fattore moltiplicatore del male, è dato proprio da quei giornalisti (con tanto di patentino) che non fanno il loro mestiere e scrivono le veline che danno loro da scrivere, nascondendo la verità e rinnegando così lo spirito originario del vero giornalista: colui che indaga e pensa con la propria testa e non il lecchino, ora di questo, ora di quello.
RispondiEliminaRiguardo alla questione dei tumori della pelle (melanomi)...
Anche qui ci sarebbe molto da dire, ma abbiamo di recente avuto diverse conferme ai nostri sospetti, ovverosia che le frequenze ultraviolette oggi sono molto più intense di un tempo a causa di una scientifica e volontaria azione di assottigliamento dello strato di ozono (cospargendo alluminio), e ciò per favorire l'alimentazione delle nanostrutture cosparse nell'ambiente dai voli chimici. Nanostrutture che si alimentano attraverso la luce ultravioletta.
Da qui l'aumento vertiginoso dei melanomi maligni. Non quindi un incidente dovuto a chissà quali fattori inevitabili ed intangibili, ma grazie alle operazioni clandestine di aerosol.
Se la nostra atmosfera continuerà ad essere violentata nel modo in cui lo è stata in questi anni, la terra diverrà inospitale per tutte le creature viventi e non ci sarà Rubbia che tenga.