Si avverte una stanchezza, un disorientamento tra ricercatori e divulgatori indipendenti. La causa di questo disincanto è forse da individuare nella constatazione che le sementi non cadono sul terreno fertile, poiché sembra che il terreno fertile non esista.
In altri casi, pur avendo conseguito qualche obiettivo conoscitivo e rarissimamente pratico, ci si accorge che l'impegno ed il tempo profusi, senza trascurare il peso di diffamazioni, calunnie, attriti ed attacchi, sono sproporzionati ai risultati ottenuti, scarsi, estemporanei, quasi insignificanti.
Nondimeno lo scopo del viaggio è il viaggio stesso più che la meta e la fedeltà a noi stessi ci induce a proseguire, pur sapendo che le difficoltà sono spaventose e gli ostacoli quasi insormontabili.
Consideriamo gli episodi riconducibili a minacce, intercettazioni, avvertimenti più o meno velati: non si può certo biasimare chi, intimidito ed "avvisato", decide di ritirarsi o di ammorbidire la sua posizione. Certo sono da preferire coloro che, dopo aver combattuto, indietreggiano anche abbandonando lo scudo come Archiloco, ai traditori.
Chi tradisce nell'ambito del mondo dell'informazione, abiurando principi (in cui evidentemente non ha mai creduto), per divenire un portavoce dei potenti, non solo dimostra di essere una lingua venale, ma soprattutto diventa responsabile della manipolazione delle coscienze in cui già eccellono, con pochissime eccezioni, i giornalisti ufficiali. Lo stupro della verità è imperdonabile. I pennivendoli diffondono veleni perniciosi tra l'opinione pubblica e non sono migliori dei malfattori che reggono i fili di queste marionette.
Crisi, dunque, ma ogni crisi è pure crescita, una crescita sovente dolorosa che sfibra i nervi e fiacca le energie. Tuttavia, superata questa fase, corretta la rotta, ingagliarditi e risoluti, si riprende alacri il cammino, pur con la consapevolezza che si potrà cadere poiché la strada è lunga e disagevole.
Non si può comunque rinunciare alla prassi ed all'informazione, poiché ignorare verità più o meno scabrose, significa, di fatto, occultarle. Concentrarsi solo su quello che le persone vogliono sapere e possono accettare, senza alcuna crisi, significa, anche se in modo involontario, contribuire ad edulcorare la realtà.
"La verità va gridata dai tetti", ci ammonisce l'Evangelo.
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In altri casi, pur avendo conseguito qualche obiettivo conoscitivo e rarissimamente pratico, ci si accorge che l'impegno ed il tempo profusi, senza trascurare il peso di diffamazioni, calunnie, attriti ed attacchi, sono sproporzionati ai risultati ottenuti, scarsi, estemporanei, quasi insignificanti.
Nondimeno lo scopo del viaggio è il viaggio stesso più che la meta e la fedeltà a noi stessi ci induce a proseguire, pur sapendo che le difficoltà sono spaventose e gli ostacoli quasi insormontabili.
Consideriamo gli episodi riconducibili a minacce, intercettazioni, avvertimenti più o meno velati: non si può certo biasimare chi, intimidito ed "avvisato", decide di ritirarsi o di ammorbidire la sua posizione. Certo sono da preferire coloro che, dopo aver combattuto, indietreggiano anche abbandonando lo scudo come Archiloco, ai traditori.
Chi tradisce nell'ambito del mondo dell'informazione, abiurando principi (in cui evidentemente non ha mai creduto), per divenire un portavoce dei potenti, non solo dimostra di essere una lingua venale, ma soprattutto diventa responsabile della manipolazione delle coscienze in cui già eccellono, con pochissime eccezioni, i giornalisti ufficiali. Lo stupro della verità è imperdonabile. I pennivendoli diffondono veleni perniciosi tra l'opinione pubblica e non sono migliori dei malfattori che reggono i fili di queste marionette.
Crisi, dunque, ma ogni crisi è pure crescita, una crescita sovente dolorosa che sfibra i nervi e fiacca le energie. Tuttavia, superata questa fase, corretta la rotta, ingagliarditi e risoluti, si riprende alacri il cammino, pur con la consapevolezza che si potrà cadere poiché la strada è lunga e disagevole.
Non si può comunque rinunciare alla prassi ed all'informazione, poiché ignorare verità più o meno scabrose, significa, di fatto, occultarle. Concentrarsi solo su quello che le persone vogliono sapere e possono accettare, senza alcuna crisi, significa, anche se in modo involontario, contribuire ad edulcorare la realtà.
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