Pubblichiamo un articolo sulla geo-ingegneria e tratto dal quotidiano La Repubblica. Ringraziamo i gentilissimi Luka78 e NorthPoleStarDesign per la segnalazione. Ci riserviamo di premettere alcune doverose note esplicative al pezzo, quando lo pubblicheremo su www.tankerenemy.com
Nuvole artificiali, scudo bianco che "salverà" la Terra
Studio danese: spariamole con i cannoni. Sistema ideato per riflettere i raggi solari e sconfiggere il "global warming"
ROMA - Una flotta da combattimento climatico per dichiarare guerra al global warming. Millenovecento navi schierate sugli oceani per sparare raffiche di pulviscolo a 5 chilometri di altezza, in modo da seminare nuclei di condensazione capaci di far nascere nuvole. In questo modo, usando l'umidità dei mari per favorire il processo, si può creare uno schermo contro le radiazioni solari, uno scudo per respingere di là dall'atmosfera una parte del calore in entrata. L'idea, rilanciata ieri dal Times e dal Financial Times, porta la firma del Copenaghen Consensus Center, un think tank diretto da Bjorn Lomborg, il docente di statistica diventato famoso, dopo aver scritto "L'ambientalista scettico".
Secondo lo studio del Copenaghen Consensus Center, creare artificialmente le nuvole è meno costoso, in termini di riscaldamento evitato, delle politiche di riduzione delle emissioni che minano la stabilità del clima. Invece di riportare gli ecosistemi in equilibrio riducendo il peso dei fattori che li hanno sconvolti e cioè tagliando i gas serra, il gruppo di Lomborg propone una cura basata sull'aumento dell'artificializzazione.
La geoingegneria, figlia degli studi condotti durante la guerra fredda per modificare il tempo in territorio nemico, mira a prendere con la forza il controllo del clima non solo creando nuvole, ma usando un intero arsenale di strumenti d'attacco.
Ad esempio, si possono conseguire certi obiettivi, imbiancando le nubi esistenti, cioè spruzzando piccole gocce di acqua di mare nella parte bassa dell'atmosfera per modificare l'albedo delle nuvole, cioè la loro capacità di riflettere la luce solare oppure "fertilizzando" gli oceani con polvere di ferro, con iniezioni di azoto o con il rimescolamento delle acque profonde per far proliferare le alghe e catturare, grazie alla loro crescita, anidride carbonica o ancora sparando grandi quantità di zolfo nell'atmosfera per simulare l'effetto di un'eruzione vulcanica che crea una nube di particelle in grado di schermare la radiazione solare.
Sono ipotesi dal sapore di fantascienza che, però, si sono già trasformate in possibile business per le centinaia di aziende che hanno fiutato l'affare, inventando una nuova specializzazione: l'ingegneria su scala planetaria.
E' una prospettiva che lascia perplessi i più autorevoli climatologi. Secondo Susan Salomon, della statunitense N.O.A.A,.National Oceanic and Atmospheric Administration, "le proposte di geoingegneria comportano rischi consistenti". La maggior parte degli scienziati è convinta che i pericoli sono di gran lunga maggiori dei potenziali vantaggi: la fertilizzazione degli oceani, gli aerosol stratosferici, gli specchi orbitanti per riflettere la luce del sole sono tecniche non sperimentate (non è vero! n.d.r.) che alterano in modo imprevedibile il funzionamento di sistemi complessi. Nel caso delle nuvole artificiali si può modificare la piovosità di aree critiche come l'Amazzonia, un ecosistema fondamentale per la sicurezza climatica. Nel caso della simulazione di un'eruzione vulcanica, aumentano le piogge acide e si danneggia l'agricoltura.
Le nuvole stesse costituiscono un elemento di incertezza perché la loro presenza può avere due conseguenze opposte: ad una certa altezza, respingono le radiazioni solari in arrivo raffreddando l'atmosfera, ad una quota inferiore moltiplicano l'effetto atmosfera. Sarebbero abbastanza alte quelle che si potrebbero creare con i "cannoni" che sparano le particelle addensanti? Vale la pena dirottare a questo scopo risorse destinate alla creazione di un sistema energetico più efficiente?
Sul Bullettin of the atomic scientist Alan Robock, direttore del Centro per le previsioni ambientali della Rutgers University, ha pubblicato un'analisi titolata "Venti ragioni per cui la geoingegneria può essere una cattiva idea", elencando una serie di controindicazioni: la progressiva acidificazione degli oceani che non si può arrestare, senza un drastico taglio delle emissioni di biossido di carbonio, cioè senza abbattere l'uso dei combustibili fossili e la deforestazione, la distruzione da parte degli aerosol dello strato di ozono, un disastro che renderebbe inutili gli accordi di salvaguardia firmati a Montreal, l'impossibilità di tornare indietro una volta rotto l'equilibrio della natura.
Leggi qui l'articolo tratto dal quotidiano La Repubblica
Nuvole artificiali, scudo bianco che "salverà" la Terra
Studio danese: spariamole con i cannoni. Sistema ideato per riflettere i raggi solari e sconfiggere il "global warming"
ROMA - Una flotta da combattimento climatico per dichiarare guerra al global warming. Millenovecento navi schierate sugli oceani per sparare raffiche di pulviscolo a 5 chilometri di altezza, in modo da seminare nuclei di condensazione capaci di far nascere nuvole. In questo modo, usando l'umidità dei mari per favorire il processo, si può creare uno schermo contro le radiazioni solari, uno scudo per respingere di là dall'atmosfera una parte del calore in entrata. L'idea, rilanciata ieri dal Times e dal Financial Times, porta la firma del Copenaghen Consensus Center, un think tank diretto da Bjorn Lomborg, il docente di statistica diventato famoso, dopo aver scritto "L'ambientalista scettico".
Secondo lo studio del Copenaghen Consensus Center, creare artificialmente le nuvole è meno costoso, in termini di riscaldamento evitato, delle politiche di riduzione delle emissioni che minano la stabilità del clima. Invece di riportare gli ecosistemi in equilibrio riducendo il peso dei fattori che li hanno sconvolti e cioè tagliando i gas serra, il gruppo di Lomborg propone una cura basata sull'aumento dell'artificializzazione.
La geoingegneria, figlia degli studi condotti durante la guerra fredda per modificare il tempo in territorio nemico, mira a prendere con la forza il controllo del clima non solo creando nuvole, ma usando un intero arsenale di strumenti d'attacco.
Ad esempio, si possono conseguire certi obiettivi, imbiancando le nubi esistenti, cioè spruzzando piccole gocce di acqua di mare nella parte bassa dell'atmosfera per modificare l'albedo delle nuvole, cioè la loro capacità di riflettere la luce solare oppure "fertilizzando" gli oceani con polvere di ferro, con iniezioni di azoto o con il rimescolamento delle acque profonde per far proliferare le alghe e catturare, grazie alla loro crescita, anidride carbonica o ancora sparando grandi quantità di zolfo nell'atmosfera per simulare l'effetto di un'eruzione vulcanica che crea una nube di particelle in grado di schermare la radiazione solare.
Sono ipotesi dal sapore di fantascienza che, però, si sono già trasformate in possibile business per le centinaia di aziende che hanno fiutato l'affare, inventando una nuova specializzazione: l'ingegneria su scala planetaria.
E' una prospettiva che lascia perplessi i più autorevoli climatologi. Secondo Susan Salomon, della statunitense N.O.A.A,.National Oceanic and Atmospheric Administration, "le proposte di geoingegneria comportano rischi consistenti". La maggior parte degli scienziati è convinta che i pericoli sono di gran lunga maggiori dei potenziali vantaggi: la fertilizzazione degli oceani, gli aerosol stratosferici, gli specchi orbitanti per riflettere la luce del sole sono tecniche non sperimentate (non è vero! n.d.r.) che alterano in modo imprevedibile il funzionamento di sistemi complessi. Nel caso delle nuvole artificiali si può modificare la piovosità di aree critiche come l'Amazzonia, un ecosistema fondamentale per la sicurezza climatica. Nel caso della simulazione di un'eruzione vulcanica, aumentano le piogge acide e si danneggia l'agricoltura.
Le nuvole stesse costituiscono un elemento di incertezza perché la loro presenza può avere due conseguenze opposte: ad una certa altezza, respingono le radiazioni solari in arrivo raffreddando l'atmosfera, ad una quota inferiore moltiplicano l'effetto atmosfera. Sarebbero abbastanza alte quelle che si potrebbero creare con i "cannoni" che sparano le particelle addensanti? Vale la pena dirottare a questo scopo risorse destinate alla creazione di un sistema energetico più efficiente?
Sul Bullettin of the atomic scientist Alan Robock, direttore del Centro per le previsioni ambientali della Rutgers University, ha pubblicato un'analisi titolata "Venti ragioni per cui la geoingegneria può essere una cattiva idea", elencando una serie di controindicazioni: la progressiva acidificazione degli oceani che non si può arrestare, senza un drastico taglio delle emissioni di biossido di carbonio, cioè senza abbattere l'uso dei combustibili fossili e la deforestazione, la distruzione da parte degli aerosol dello strato di ozono, un disastro che renderebbe inutili gli accordi di salvaguardia firmati a Montreal, l'impossibilità di tornare indietro una volta rotto l'equilibrio della natura.
Leggi qui l'articolo tratto dal quotidiano La Repubblica
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(ANSA) - WASHINGTON, 9 AGO - Il cambiamento climatico pone sfide cosi' potenti che sara' necessario coinvolgere anche le forze militari,sostengono esperti Usa. Alcune fonti dell'intelligence militare Usa hanno per la prima volta reso noti i risultati di simulazioni fatte dal Pentagono per studiare l'effetto serra.In base agli scenari realisticamente futuribili,gli Usa stanno pensando a coinvolgere le forze armate, perche' il cambiamento climatico avra' effetti diretti sulla sicurezza di ampie zone del pianeta.