lunedì, gennaio 04, 2010

Scie chimiche e diminuzione dell'irraggiamento solare nell'eziologia di alcune patologie

Gli studi della tossicologa californiana, Hildegarde Staninger, hanno condotto all'individuazione dello stronzio tra gli elementi dei nano-tubi inclusi nei polimeri dispersi con le scie chimiche. Lo stronzio (Sr) è un elemento chimico dal reticolo cristallino cubico. E' piuttosto scarso nella crosta terrestre (0,04 per cento circa), ma assai diffuso, perché quasi sempre presente in tracce più o meno rilevanti nei minerali di calcio. Lo stronzio ha l'aspetto di un metallo bianco-argenteo, molle che si ossida rapidamente all'aria e che reagisce violentemente con l'acqua, sviluppando idrogeno. Le sue proprietà fisiche e chimiche sono quelle di un metallo alcalino-terroso, intermedie fra quelle del calcio e quelle del bario. Per la sua grande analogia con il calcio (i raggi degli ioni Ca++ e Sr++ differiscono di pochissimo), lo stronzio può sostituirlo nelle parti scheletriche degli animali: infatti esistono organismi che lo fissano selettivamente come certi protozoi radiolari.

A proposito di questo elemento, la Staninger osserva: "I livelli delle emissioni atmosferiche dello stronzio sono monitorati dall'Ufficio Foreste degli Stati Uniti. Lo stronzio interagisce con i metaboliti [1] della vitamina D ed innesca meccanismi tossicologici che provocano carenze di vitamina D. I nanotubi sono stati realizzati in silicio-carbonio e stronzio. Lo stronzio è elemento d'elezione per via del suo uso come materiale sensore rice-trasmittente nella progettazione delle nano-antenne d'avanguardia".

La vitamina D o calciferolo è una vitamina liposolubile contenuta in pesce, uova e latticini, ma prodotta anche dall'organismo umano per azione dei raggi solari su un precursore (7-deidrocolesterolo) presente nella cute; la forma attiva principale è l'1,25 colecalciferolo, risultato di processi di idrossilazione che avvengono a livello epatico e renale. Stimola l'assorbimento di calcio e fosfati nell'intestino. La sua carenza provoca alterazioni ossee e rachitismo. La diminuzione dell'irraggiamento solare e l'accumulo di stronzio nell'organismo concorrono dunque a determinare il deficit di vitamina D, alla base di varie patologie, non esclusi i tumori, favoriti appunto dalla scarsità del calciferolo.


[1] I metaboliti sono sostanze che prendono parte alle reazioni chimiche che si verificano nell'organismo o che derivano da esse.

Fonti:

Enciclopedia delle Scienze, Milano, 2005, s.v. stronzio e Vitamina D
Parkinson news, Deficit di vitamina D nei pazienti parkinsoniani, anno VIII, n. 2, aprile 2009
H. Staninger, Inibizione della colinesterasi come risultato dell'esposizione ad emissioni aeree di materiali nano-compositi, 2009



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