La rivista "Science" ha riportato la notizia circa la creazione di un D.N.A. artificiale, la cui peculiarità è nella diversa sequenza delle basi. Non è quindi assimilabile alla macromolecola sintetica descritta da Sophia Smallstorm: in ogni caso siamo al cospetto di una biologia dai tratti sempre più spaventosi, dai risvolti quanto mai inquietanti.
Arriva l'X.N.A., il primo D.N.A. creato dall'uomo, chiamato X.N.A. (ossia Acido Xeno-Nucleico, a sottolineare la sua origine non naturale). E' una sorta di "strano cugino" del D.N.A., capace di immagazzinare informazione e di evolversi come il D.N.A. naturale, ma modificato in modo da avere un aspetto diverso.
Descritto sulla rivista "Science", il D.N.A. artificiale è stato messo a punto da un gruppo internazionale guidato dal britannico Medical Research Council, lo stesso laboratorio in cui nel 1952 Watson e Crick scoprirono la doppia elica della macromolecola. A differenza della cellula artificiale ottenuta nel 2010 dall'americano Craig Venter, nella quale il D.N.A. era costruito in laboratorio ma era comunque una copia fedele di quello naturale, l'Xna conserva le stesse lettere ma ha una struttura diversa, al punto che i viventi non lo riconoscono come Dna. E' una forma molecolare nuova, non esistente in natura. Per questo gli esperti dicono che questo risultato apre l'era della biologia alternativa, come l'ha definita Gerald Joyce, dell'istituto statunitense Scripps, nello stesso numero di Science.
"E' il primo vero D.N.A. sintetico", ha affermato Giovanni Murtas, esperto di biologia sintetica e ricercatore all'Istituto di Farmacolgia Translazionale del Consiglio Nazionale delle Ricerche (I.F.T.-C.N.R.). "A differenza degli esperimenti precedenti - ha spiegato - è stata realizzata una nuova molecola con le caratteristiche del D.N.A., ma con una struttura molecolare diversa". L'X.N.A. viene definito dagli stessi ricercatori come uno 'strano' cugino molecolare di Dna e Rna. Tutti gli organismi viventi noti sfruttano, infatti, le proprietà di queste due molecole, costituite a loro volta da molecole più piccole chiamate "basi", ossia le lettere che costituiscono il genoma e le istruzioni per realizzare un organismo. Le lunghe catene di basi hanno la caratteristica di immagazzinare le informazioni genetiche, di trasmetterle e di adattarsi attraverso processi evolutivi. Nel produrre l'XNA, "i ricercatori hanno realizzato nuove catene: hanno mantenuto le molecole che preservano le informazioni, modificando, però, l'impalcatura che le sostiene", ha chiarito Murtas. In sostanza, l'X.N.A. è un nuovo formato (artificiale) per immagazzinare le informazioni genetiche che si affianca a D.N.A. e R.N.A. Il nucleo delle informazioni, le basi, resta lo stesso e nella stessa forma: ciò che cambia è il 'supporto' dove vengono scritte.
L'X.N.A. è stato realizzato in sei varianti con altrettante distinte 'impalcature'. "Lo studio aiuta a capire come siano nate in natura le molecole di Rna, che si pensa sia all'origine della vita, ma può avere importantissime ricadute in ambito medico", ha rilevato Murtas. Poiché il D.N.A. artificiale è sconosciuto al sistema immunitario, potrebbe essere usato "per 'spegnere' alcuni geni, come geni quelli che controllano lo sviluppo di tumori o la resistenza ai farmaci (come no! n.d.r.)", ha asserito ancora l’esperto. Lo stesso gruppo di ricerca ha realizzato complessi di polimeri in grado di trascrivere l'informazione da un supporto e l'altro, ossia di passare da X.N.A. a D.N.A. e viceversa. Meccanismo che, come ha concluso Murtas, "é alla base delle cellule della trascrizione da D.N.A., dove si conserva l'informazione, a R.N.A., che usa l'informazione per sintetizzare proteine ed enzimi necessari alla cellula".
Fonte: Ansa.it
Arriva l'X.N.A., il primo D.N.A. creato dall'uomo, chiamato X.N.A. (ossia Acido Xeno-Nucleico, a sottolineare la sua origine non naturale). E' una sorta di "strano cugino" del D.N.A., capace di immagazzinare informazione e di evolversi come il D.N.A. naturale, ma modificato in modo da avere un aspetto diverso.
Descritto sulla rivista "Science", il D.N.A. artificiale è stato messo a punto da un gruppo internazionale guidato dal britannico Medical Research Council, lo stesso laboratorio in cui nel 1952 Watson e Crick scoprirono la doppia elica della macromolecola. A differenza della cellula artificiale ottenuta nel 2010 dall'americano Craig Venter, nella quale il D.N.A. era costruito in laboratorio ma era comunque una copia fedele di quello naturale, l'Xna conserva le stesse lettere ma ha una struttura diversa, al punto che i viventi non lo riconoscono come Dna. E' una forma molecolare nuova, non esistente in natura. Per questo gli esperti dicono che questo risultato apre l'era della biologia alternativa, come l'ha definita Gerald Joyce, dell'istituto statunitense Scripps, nello stesso numero di Science.
"E' il primo vero D.N.A. sintetico", ha affermato Giovanni Murtas, esperto di biologia sintetica e ricercatore all'Istituto di Farmacolgia Translazionale del Consiglio Nazionale delle Ricerche (I.F.T.-C.N.R.). "A differenza degli esperimenti precedenti - ha spiegato - è stata realizzata una nuova molecola con le caratteristiche del D.N.A., ma con una struttura molecolare diversa". L'X.N.A. viene definito dagli stessi ricercatori come uno 'strano' cugino molecolare di Dna e Rna. Tutti gli organismi viventi noti sfruttano, infatti, le proprietà di queste due molecole, costituite a loro volta da molecole più piccole chiamate "basi", ossia le lettere che costituiscono il genoma e le istruzioni per realizzare un organismo. Le lunghe catene di basi hanno la caratteristica di immagazzinare le informazioni genetiche, di trasmetterle e di adattarsi attraverso processi evolutivi. Nel produrre l'XNA, "i ricercatori hanno realizzato nuove catene: hanno mantenuto le molecole che preservano le informazioni, modificando, però, l'impalcatura che le sostiene", ha chiarito Murtas. In sostanza, l'X.N.A. è un nuovo formato (artificiale) per immagazzinare le informazioni genetiche che si affianca a D.N.A. e R.N.A. Il nucleo delle informazioni, le basi, resta lo stesso e nella stessa forma: ciò che cambia è il 'supporto' dove vengono scritte.
L'X.N.A. è stato realizzato in sei varianti con altrettante distinte 'impalcature'. "Lo studio aiuta a capire come siano nate in natura le molecole di Rna, che si pensa sia all'origine della vita, ma può avere importantissime ricadute in ambito medico", ha rilevato Murtas. Poiché il D.N.A. artificiale è sconosciuto al sistema immunitario, potrebbe essere usato "per 'spegnere' alcuni geni, come geni quelli che controllano lo sviluppo di tumori o la resistenza ai farmaci (come no! n.d.r.)", ha asserito ancora l’esperto. Lo stesso gruppo di ricerca ha realizzato complessi di polimeri in grado di trascrivere l'informazione da un supporto e l'altro, ossia di passare da X.N.A. a D.N.A. e viceversa. Meccanismo che, come ha concluso Murtas, "é alla base delle cellule della trascrizione da D.N.A., dove si conserva l'informazione, a R.N.A., che usa l'informazione per sintetizzare proteine ed enzimi necessari alla cellula".
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