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mercoledì, luglio 31, 2019

Propaganda e disinformazione: tutto grasso che cola



Martedì 30 luglio 2019 mi pervenne una mail, confezionata usando uno di quei server che permettono di inviare missive con indirizzo falso. L'email, inviata alle 6:30 e con intestazione "Situazione delicata!!!", contiene un testo nel quale l'interlocutore si spaccia, firmandosi con il nome e cognome, per il legale d'ufficio che ha seguito l'iter processuale presso la Corte d'appello di Genova. Corte che, tra l'altro, ha fatto sue le istanze del mio ricorso, in merito al processo Nigrelli vs Marcianò. Per i dettagli vi rimando (in calce) ad un post pubblicato nei giorni scorsi su Facebook.

Il testo ricevuto era il seguente:

"[...] Devo chiederti un favore via e-mail, perché non sono disponibile sul mio telefono.

A presto
"

Notate bene che l'interlocutore, che si spaccia per il mio legale, precisa che non è disponibile per telefono, onde evitare che il sottoscritto chiami il difensore sul cellulare!

Non è la prima volta che mi si inviano mail fake... ci sono abituato, ma in questo caso l'aspetto davvero interessante è che l'unica persona a conoscenza dell'identità del legale in questione è il giornalista del Secolo XIX Marco Grasso, autore di un articolo diffamatorio e calunniante nei miei confronti, il quale, guarda caso, tanto insistette (inutilmente) al fine di ottenere informazioni sul processo Nigrelli e cercò pure di ottenerle scrivendo direttamente all'avvocato in questione. Ovviamente rimase a bocca asciutta, grazie alla legge sulla privacy. Tra le mille nefandezze il "giornalista" asserisce che il sottoscritto sarebbe stato condannato in un processo istruito in merito al caso Solesin. Affermazione assolutamente destituita di fondamento e per cui il sottoscritto ha chiesto invano una rettifica ed uno spazio di replica mai ottenute.



L'episodio dell'email falsa dimostra, senza ombra di dubbio, che le "fonti" ritenute attendibili dal Marco Grasso sono proprio gli stalkers di Stato come Task Force Butler (Federico De Massis) e soci. Altrimenti chi poteva studiare una trappola del genere senza conoscere il nominativo del legale? Grasso era l'unico che poteva passarlo "all'altra parte"!. In questo episodio si ravvisano quantomeno violazione della legge e violazione del codice deontologico professionale e cioè "Sostituzione di persona" e "Violazione del segreto professionale". Poi si autodefiniscono "giornalisti" e "criminologi" quando, semmai, sarebbero da definire "criminali"...



PROCESSO DI APPELLO (NIGRELLI-WASP CONTRO ROSARIO MARCIANO')

I Giudici della Corte di Appello di Genova hanno sostanzialmente accolto in toto le eccezioni del ricorso (redatto e presentato presso la cancelleria penale del Tribunale di Imperia da chi scrive nel mese di marzo 2018). I togati hanno fatta propria l'eccezione dell'appellante in merito all'esimente della provocazione, anche in considerazione che l'aver definito "dozzinale" il Nigrelli era ben poca cosa rispetto alle reiterate e gravissime offese ricevute sino dal 2007 per opera della cosiddetta "parte lesa". Inoltre i Magistrati hanno stigmatizzato il comportamento del Giudice di Imperia, il quale ha completamente ignorato la dettagliata perizia di parte che confermava il coinvolgimento della famiglia Nigrelli nelle azioni persecutorie ai danni dei fratelli Marcianò. Ancora la Corte ha osservato, accogliendo le doglianze dell'appellante, che il reato invero è prescritto, in contrasto con quanto aveva contestato il Giudice di primo grado. Per le motivazioni dobbiamo aspettare i classici 60 giorni. In ogni caso, dopo quasi dieci anni di tribolazioni, ci si può ritenere soddisfatti. Ottimo il lavoro del legale difensore.

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domenica, aprile 29, 2018

Caso Bencivelli vs Marcianò: la documentazione di "prova" è stata contraffatta



Forse alcuni di voi non sono al corrente delle ultime gesta della magistratura imperiese. Vi aggiorno: grazie alla manipolazione di "prove" a carico di chi scrive, è fioccata la seconda condanna nell'arco di quattro mesi a danno di Rosario Marcianò. Per ulteriori particolari, leggete l'articolo dedicato. Casualmente abbiamo scoperto come si sia stati in grado di pronunciare una sentenza ad otto mesi di reclusione in una sola udienza, in totale spregio del diritto alla difesa dell'"imputato". In poche parole la "parte lesa", grazie alla collaborazione della solita cricca del C.I.C.A.P., ha fornito materiale manipolato che, il Pubblico Ministero prima ed il Giudice dopo, hanno considerato "prove schiaccianti", pur consapevoli che "elementi di prova" siffatti devono essere validati da un notaio [1]. Cosa impossibile, visto che si tratta di falsi. Ma tant'è... così funziona dalle parti della Procura di Imperia. Precisiamo la questione. Le conferme ci arrivano dalla Dott.sa Bencivelli in persona, molto attiva in questi ultimi cinque anni nel riferire, con patetici atteggiamenti da vittima, su quanto ha... "subito" dai cattivi "sciachimisti" e soprattutto dal loro "capobranco" (così ama definire Rosario Marcianò). Ella mostra una documentazione fraudolenta con una naturalezza incredibile e possiamo ben immaginare come sia riuscita a commuovere i togati imperiesi, magari facendo pure scorrere qualche lacrima. Si sa... la Boldrini insegna.


Le farneticanti accuse di diffamazione che Class Meteo e Serena Giacomin muovono a Marcianò nel 2013, fanno uso dello stesso commento (non riferito a persone in particolare, ma generico) poi adoperato dalla Bencivelli in altro procedimento nonché nelle sue "conferenze" organizzate dal C.I.C.A.P.

Qui Silvia Bencivelli usa un fotomontaggio nel quale compare lo stesso "screenshot" manipolato da Federico De Massis (alias Task Force Butler) ed acquisito dalla Procura imperiese (PM Dott.sa Maria Paola Marrali) per scovare un pretesto atto a rinviare a giudizio Rosario ed Antonio Marcianò nel processo "Class meteo", dove la "parte offesa" è la meteorologa Serena Giacomin. In questo caso lo stesso commento, fotomontato al di sotto di due interventi Facebook, è adoperato per far credere al pubblico che sia riferito alla Bencivelli. Ella stessa apre una veloce ed imbarazzata parentesi, cercando di giustificare l'anomalia sulla data. Infatti quella supposta glossa è datata febbraio 2013, mentre gli eventi sui cui si sofferma la giornalista scientifica risalgono al settembre 2013. Quindi vediamo come sia la Procura di Imperia sia le parti "lese" in due differenti procedimenti assumono lo stesso scritto come "casus belli" per accusare Marcianò di diffamazione con l'aggravante del mezzo della stampa. Nel caso Bencivelli il PM è il Dott. Alessandro Bogliolo.

Qui manipola un file audio per ottenere il medesimo risultato: la condanna ad otto mesi di reclusione ai danni di Rosario Marcianò.

Ovviamente i togati imperiesi non pare che siano degli ingenui, bensì complici di una serie di falsificazioni e per questo saranno denunciati, così come sarà querelata Silvia Bencivelli per calunnia e diffamazione.


Lo stalker Federico De Massis, forte della sua impunità, grazie alle palesi collusioni con la magistratura deviata, invia un commento intimidatorio nel quale, implicitamente, conferma di essere parte integrante della "cricca" che ha imbastito l'ennesimo procedimento a carico di Rosario Marcianò.

AGGIORNAMENTO IMPORTANTE QUI.

[1] Anche la Corte di Cassazione, con la sentenza n. 2912/94, ha chiarito che, ai fini probatori, non basta produrre la mera stampa della pagina web, bensì è necessario depositarne copia autenticata per cui è cruciale l’intervento di un notaio.

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