lunedì, agosto 20, 2007

E' necessaria la censura? (articolo di Zret)

Molti paventano una censura destinata a colpire nei prossimi mesi o, al massimo, anni i siti indipendenti della Rete. E' evidente che il sistema non può tollerare le voci del dissenso e le critiche, soprattutto se la consapevolezza degli inganni planetari dovesse diffondersi sempre più. E' vero che esiste l'articolo 21 della Costituzione, ma in caso di "necessità", lo si potrà sospendere sine die, mentre già viene de facto talora violato attraverso una serie di disposizioni legislative cavillose e capziose peculiari di un apparato giuridico che conosce tutti gli stratagemmi dell'Azzeccagarbugli. Quando la censura sarà attuata, senza dubbio tutti coloro che pensavano di vivere nel migliore dei mondi possibili o che Internet fosse un baluardo inespugnabile, resteranno basiti. Non esistono roccaforti e non sarà appellandosi alla libertà d'espressione o recitando dei mantra o con la meditazione che si potranno stornare certi eventi. Si considerino le leggi sempre più coercitive promulgate negli Stati Uniti in questi ultimi anni in palese violazione della costituzione e si comprenderà che l'oscuramento di portali e blogs non è così improbabile.

Eppure a me pare che questo giro di vite non sia necessario: la gente, per lo più, si autocensura, si benda gli occhi per non vedere, si tura gli orecchi per non sentire. Le persone, nella stragrande maggioranza dei casi, subiscono un condizionamento mentale costante e pervasivo sicché già intorno la mente di un bambino di cinque anni è irretita in schemi, luoghi comuni, reazioni pavloviane. Esistono le eccezioni: è vero, ma non sembra che possano incidere più di tanto. Media, divertimenti futili, cinema dozzinale, sport stordente, sistema scolastico, catechismo etc. plasmano, anzi plagiano la massa, imbestiano ed abbrutiscono le persone, incapaci non solo di desiderare la libertà, ma anche di concepirla. Sono ormai ridotti ad uomini di allevamento, nutriti solo per essere prima o dopo macellati.

Perché pensare che questa massa amorfa e docile cominci a cercare la verità, una verità che, tra l'altro, non è per nulla attraente e gradevole? Perché pensare che i sollazzi stupidi e le distrazioni-distruzioni tecnologiche (cellulari, i-pod, televisori al plasma etc.) perdano il loro ascendente sulle nuove generazioni? Perché ritenere che la gente preferisca intraprendere il percorso di studi difficili ed impegnativi all'agevole via del vizio e della fatuità? Tra l'altro si è visto che la divulgazione di verità e notizie non ufficiali, in questi anni, ha prodotto risultati poco rilevanti dal punto di vista pratico, sebbene si sia creata una corrente d'opinione controcorrente. Forse se ci si organizzasse e se si potesse usufruire ancora di un paio di lustri, si potrebbe aprire una breccia, ma sono condizioni non realistiche.

Qualcuno mi accuserà di essere il solito "pessimista": può darsi, ma in questo caso sembrano molto più pessimisti i globalizzatori che credono sia necessario accorciare la catena per il cane. La celebre favola di Fedro ci insegna che il cane ha rinunciato facilmente e definitivamente alla libertà in cambio di un po' di cibo, a differenza del lupo.


Fonte: Zret Blog

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