I normali composti confrontati con quelli del Morgellons, attraverso la biotrasformazione
Un certo numero di enzimi degli organismi animali è capace di trasformare le sostanze estranee, solubili nei grassi, in modo tale da renderli solubili nell’acqua. Queste reazioni enzimatiche sono di due tipi: reazioni della fase 1, che comprendono l’ossidazione, la riduzione e l’idrolisi; le reazioni della fase 2, che includono la coniugazione o reazione di sintesi […]
La sorte di una particolare sostanza chimica è determinata dai suoi prodotti fisico-chimici. I composti organici volatili possono essere eliminati attraverso i polmoni, senza alcuna biotrasformazione. Quelli con gruppi funzionali possono essere coniugati direttamente, mentre altri sono soggetti alle reazioni della fase 1, prima della coniugazione. La biotrasformazione è spesso integrata e può essere complessa. A causa della sua complessità, gli squilibri tra le reazioni della fase 1 e della fase 2 o i cambiamenti nelle funzioni metaboliche, sono spesso causa di danni ai tessuti.
Localizzazione nelle cellule e negli organi della biotrasformazione
Gli enzimi o i sistemi enzimatici che catalizzano la biotrasformazione di composti estranei sono localizzati prevalentemente nel fegato. Ciò non deve sorprendere, poiché la funzione primaria del fegato è quella di ricevere e di metabolizzare le sostanze chimiche assorbite dal tratto gastrointestinale, prima che siano distribuite agli altri tessuti. Il fegato riceve tutto il sangue che ha irrorato la milza, che contiene nutrienti ed altre sostanze estranee. A causa di ciò il fegato ha sviluppato la capacità di estrarre queste sostanze rapidamente dal sangue e di modificarle chimicamente, prima che esse siano immagazzinate, secrete nella bile o messe in circolo. Altri tessuti possono biotrasformare sostanze estranee. Tessuti non epatici hanno capacità limitate in relazione alla diversità delle sostanze chimiche che possono metabolizzare, cosicché il loro contributo all’intera trasformazione delle sostanze estranee è limitata. Comunque la biotrasformazione di una sostanza chimica in un tessuto non epatico, può avere un’importante implicazione tossicologica, per quel particolare tessuto.
Localizzazione subcellulare degli enzimi di biotrasformazione
La biotrasformazione dei composti estranei all’interno del fegato è compiuta attraverso numerosi sistemi enzimatici. Essi possono modificare chimicamente un’ampia gamma di sostanze tossiche, che entrano nell’organismo attraverso l’ingestione, l’inalazione, la pelle o un’iniezione. Gli enzimi della fase 1, quelli che aggiungono o manifestano gruppi funzionali, sono localizzati soprattutto nel reticolo endoplasmico, una rete di canali presenti nel citoplasma della maggior parte delle cellule. Questi enzimi sono legati alle membrane, dal momento che il reticolo endoplasmico è fondamentalmente una membrana composta di lipidi e di proteine. La presenza di enzimi all’interno di una matrice lipoproteica è critica, dal momento che le sostanze lipofiliche tendono a scindersi in una membrana di lipidi, luogo della biotrasformazione.
Quando il fegato è rimosso in laboratorio e reso omogeneo, il reticolo endoplasmico tubolare si sfalda e frammenti della membrana si rompono per formare micro vescicole. Esse sono riferite ai microsomi, i quali possono essere isolati attraverso un procedimento di centrifugazione del fegato, così omogeneizzato. Se la frazione residua che risulta dalla centrifugazione del fegato omogeneizzato a 9000xg (per rimuovere i nuclei, i mitocondri ed i lisosomi, come le cellule intatte ed i frammenti della membrana) è soggetta a centrifugazione a 105,00xg, si ottiene una pallina piena di microsomi. La frazione risultante, che contiene un certo numero di enzimi solubili, è riferita al citosol. Questo citosol contiene molti degli enzimi della biotrasformazione della fase 2. Molti degli enzimi di biotrasformazione sono riferiti al citosol o ai microsomi per indicare la localizzazione sub-cellulare degli enzimi.
Gli enzimi microsomici che catalizzano le reazioni della fase 1, sono caratterizzati soprattutto dall’abilità di metabolizzare i farmaci. Così, la maggior parte della letteratura si riferisce a questi enzimi come a microsomi, dal momento che gli enzimi convertono i farmaci in prodotti polari, ma agiscono anche su numerose sostanze chimiche. Inoltre, la parola biotrasformazione è preferita a quella di metabolismo dei farmaci, poiché esprime la natura universale delle reazioni. Infine designa il normale processo metabolico di nutrienti e la biotrasformazione di sostanze chimiche estranee.
Leggi qui la prima parte.
Un certo numero di enzimi degli organismi animali è capace di trasformare le sostanze estranee, solubili nei grassi, in modo tale da renderli solubili nell’acqua. Queste reazioni enzimatiche sono di due tipi: reazioni della fase 1, che comprendono l’ossidazione, la riduzione e l’idrolisi; le reazioni della fase 2, che includono la coniugazione o reazione di sintesi […]
La sorte di una particolare sostanza chimica è determinata dai suoi prodotti fisico-chimici. I composti organici volatili possono essere eliminati attraverso i polmoni, senza alcuna biotrasformazione. Quelli con gruppi funzionali possono essere coniugati direttamente, mentre altri sono soggetti alle reazioni della fase 1, prima della coniugazione. La biotrasformazione è spesso integrata e può essere complessa. A causa della sua complessità, gli squilibri tra le reazioni della fase 1 e della fase 2 o i cambiamenti nelle funzioni metaboliche, sono spesso causa di danni ai tessuti.
Localizzazione nelle cellule e negli organi della biotrasformazione
Gli enzimi o i sistemi enzimatici che catalizzano la biotrasformazione di composti estranei sono localizzati prevalentemente nel fegato. Ciò non deve sorprendere, poiché la funzione primaria del fegato è quella di ricevere e di metabolizzare le sostanze chimiche assorbite dal tratto gastrointestinale, prima che siano distribuite agli altri tessuti. Il fegato riceve tutto il sangue che ha irrorato la milza, che contiene nutrienti ed altre sostanze estranee. A causa di ciò il fegato ha sviluppato la capacità di estrarre queste sostanze rapidamente dal sangue e di modificarle chimicamente, prima che esse siano immagazzinate, secrete nella bile o messe in circolo. Altri tessuti possono biotrasformare sostanze estranee. Tessuti non epatici hanno capacità limitate in relazione alla diversità delle sostanze chimiche che possono metabolizzare, cosicché il loro contributo all’intera trasformazione delle sostanze estranee è limitata. Comunque la biotrasformazione di una sostanza chimica in un tessuto non epatico, può avere un’importante implicazione tossicologica, per quel particolare tessuto.
Localizzazione subcellulare degli enzimi di biotrasformazione
La biotrasformazione dei composti estranei all’interno del fegato è compiuta attraverso numerosi sistemi enzimatici. Essi possono modificare chimicamente un’ampia gamma di sostanze tossiche, che entrano nell’organismo attraverso l’ingestione, l’inalazione, la pelle o un’iniezione. Gli enzimi della fase 1, quelli che aggiungono o manifestano gruppi funzionali, sono localizzati soprattutto nel reticolo endoplasmico, una rete di canali presenti nel citoplasma della maggior parte delle cellule. Questi enzimi sono legati alle membrane, dal momento che il reticolo endoplasmico è fondamentalmente una membrana composta di lipidi e di proteine. La presenza di enzimi all’interno di una matrice lipoproteica è critica, dal momento che le sostanze lipofiliche tendono a scindersi in una membrana di lipidi, luogo della biotrasformazione.
Quando il fegato è rimosso in laboratorio e reso omogeneo, il reticolo endoplasmico tubolare si sfalda e frammenti della membrana si rompono per formare micro vescicole. Esse sono riferite ai microsomi, i quali possono essere isolati attraverso un procedimento di centrifugazione del fegato, così omogeneizzato. Se la frazione residua che risulta dalla centrifugazione del fegato omogeneizzato a 9000xg (per rimuovere i nuclei, i mitocondri ed i lisosomi, come le cellule intatte ed i frammenti della membrana) è soggetta a centrifugazione a 105,00xg, si ottiene una pallina piena di microsomi. La frazione risultante, che contiene un certo numero di enzimi solubili, è riferita al citosol. Questo citosol contiene molti degli enzimi della biotrasformazione della fase 2. Molti degli enzimi di biotrasformazione sono riferiti al citosol o ai microsomi per indicare la localizzazione sub-cellulare degli enzimi.
Gli enzimi microsomici che catalizzano le reazioni della fase 1, sono caratterizzati soprattutto dall’abilità di metabolizzare i farmaci. Così, la maggior parte della letteratura si riferisce a questi enzimi come a microsomi, dal momento che gli enzimi convertono i farmaci in prodotti polari, ma agiscono anche su numerose sostanze chimiche. Inoltre, la parola biotrasformazione è preferita a quella di metabolismo dei farmaci, poiché esprime la natura universale delle reazioni. Infine designa il normale processo metabolico di nutrienti e la biotrasformazione di sostanze chimiche estranee.
Leggi qui la prima parte.
Si ringrazia il gentilissimo dott. Ginatta per la segnalazione
aspetto la terza parte!
RispondiEliminavolevo solo dirvi che avete fatto un gran lavoro di traduzione.
certi termini ho notato sono proprio ostici e spesso molto complessi da rendere in italiano!
Grazie, caro amico. Dobbiamo dire che, per un paio di termini difficilmente comprensibili, ci ha dato una mano, direttamente, la dottoressa Staninger, che colgo l'occasione per ringraziare. So che ci legge. :-)
RispondiEliminaLa terza parte è quasi pronta. mancano alcune limature, ma ci siamo quasi. Inoltre stiamo traducendo l'intervista, sempre concessa dalla Staninger, al canale video "Out of there". Spero di poterla pubblicare quanto prima, perché molto, ma molto interessante.
Un piccolo stralcio del testo, si trova in questo filmato.