mercoledì, aprile 25, 2018

Rosario Marcianò ancora "condannato" da un tribunale bolscevico



Non praevalebunt

Ancora una "condanna", il 19 aprile scorso. Questa volta la Procura di Imperia, auspice il Giudice Dott. Massimiliano Botti, pronuncia, al termine di una sola udienza (e quindi in assenza di contraddittorio) un verdetto di condanna ad otto mesi di reclusione a danno di chi scrive. "Parte lesa" la "giornalista" esponente del C.I.C.A.P. nonché socia U.A.A.R. (Unione degli Atei e degli Agnostici Razionalisti), Dottoressa Silvia Bencivelli, elemento in stretto contatto con Task Force Butler e con la disinformazione organizzata che gravita attorno ai due Ministeri (Interno e Giustizia) oltre che al C.I.C.A.P. sopra citato. Ella si dipinge come vittima di atti persecutori, mentre i pennivendoli di turno che diramano la velina al popolo rappresentano il perseguitato come un "hater", stalker, diffamatore abituale (sic).

Durante il processo penale entrambe le parti, presentando i propri testimoni, cercano di dimostrare il proprio punto di vista creando un dibattito tra le parti stesse. Nel primo grado di giudizio, dalla prima udienza alla sentenza, trascorrono in media 2/3 anni, ma se il reato è molto grave, si può arrivare anche a 5/6 anni. Appare dunque quanto meno anomalo il fatto che l'autodafé imbastito dalla Procura imperiese nel 2016 sia durato lo spazio di un'ora! L'assenza completa di una discussione in udienza dimostra che si tratta di un'inquisizione in puro stile bolscevico dove le prove non sussistono e non si possono mostrare, per cui si giunge subito a sentenza, in completo spregio del diritto alla difesa e del diritto tout court.

Anche in questo caso si sono appresi i (mis)fatti dal noto agente governativo Federico De Massis alias Task Force Butler. Lo smilzo di Pescara rimanda agli scartafacci via via pubblicati sulla stampa di regime. Ovviamente, una volta conosciute le motivazioni, sarà nostra cura impugnare di persona la sentenza di primo grado (quindi senza l'ausilio del legale d'ufficio (affiliato al Sovrano Militare Ordine di Malta), anche in questo caso latitante prima, durante e dopo).

Qui l'intervista sul canale di Elia Menta (estratto audio) che ha dato il via al grottesco procedimento a carico di Rosario Marcianò.

AGGIORNAMENTO IMPORTANTE QUI: Caso Bencivelli vs Marcianò: la documentazione di "prova" è stata contraffatta! e QUI.


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1 commento:

  1. KOENIG JOHN

    Stando alle conclusioni della pubblica accusa nonché del Giudice (che ha emesso sentenza di condanna ad otto mesi di reclusione) dietro l'utenza "Koenig John" ci sarebbe sempre la medesima persona e cioè Marcianò. Malafede o incapacità? A voi la conclusione. Sta di fatto che questa tesi è sempre stata avvalorata (certamente in perfetta malafede) dalla disinformazione di regime nonché dalla stessa Silvia Bencivelli che, a questo punto, sarà denunciata per calunnia. Infatti il Giudice, sulla base della falsa testimonianza resa dalla PO in udienza, intende perseguire Rosario Marcianò per atti persecutori (Stalking)!

    Nel video (presente in articolo) potete ascoltare la Bencivelli, nel mezzo di una conferenza organizzata dal C.I.C.A.P., mentre dichiara candidamente che Koenig e Marcianò sono la stessa persona. Lei è ben consapevole che ciò non è vero, ma tant'è... fa comodo che si pensi che le cose stiano così... soprattutto in un'aula di tribunale, laddove si presenta come una crocerossina indifesa in balia dei lupi cattivi.

    http://www.tankerenemy.com/2018/04/rosario-marciano-ancora-condannato-da.html

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