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giovedì, marzo 16, 2017

Cristiano Di Paoloantonio vittima del progetto Monarch?



Morto [ LINK ] Cristiano Di Paolantonio (del gruppo "Presidio Stop scie chimiche Pordenone"), protagonista in passato di esternazioni al limite del paradossale in merito alle scie chimiche (il bario fa bene...) e riguardo a Rosario Marcianò, definito "Gatekeeper-Guru-Disinformatore-fasullo" legato ai servizi segreti. Di Paoloantonio è deceduto, insieme alla moglie, in uno scontro frontale occorso tra il suo furgone ed un camion guidato da un cinquantaduenne.

Di Paoloantonio proveniva dall’ospedale di Treviso, dove era andato a riprendere la compagna, dimessa in mattinata dopo un’uscita di strada che aveva visto la stessa coppia protagonista di un altro incidente, poche ore prima a Vittorio Veneto sulla via del Cansiglio, a lungo chiusa al traffico. Anche nell’occasione, alle 16 di domenica scorsa, l’imprenditore, nella circostanza illeso, si trovava alla guida, mentre la compagna, rimasta ferita e trasportata in elicottero all’ospedale di Treviso, si trovava sul sedile del passeggero. I rilievi sul posto, insolitamente, sono stati condotti dai Carabinieri anziché dalla Polizia stradale e, dopo soli due giorni, la Procura di Pordenone ha chiuso le indagini affermando che si è trattato di omicidio-suicidio e motivando tale frettolosa conclusione col fatto che la coppia Di Paoloantonio era in crisi (Sic!). Nessuna autopsia è stata disposta sui cadaveri ed in effetti, per arrivare a chiudere le indagini dopo 48 ore, è evidente che anche un'eventuale esame autoptico non avrebbe potuto fornire risultati di sorta in così breve tempo.

Ma leggiamo alcune farneticanti righe, estrapolate da tre diversi post (dopo il loro repentino cambio di rotta), sulla pagina Facebook dei fratelli Di Paoloantonio, Simone e Cristiano.

"Visto che siamo dei possibilisti e non dei complottisti siamo arrivati alla conclusione che le scie chimiche non possono essere tosssiche. Molto probabilmente sono tutte di condensa con una tecnologia che permette di condensare a qualsiasi altitudine. Quindi il nome scie chimiche va cambiato ma il nome lo decidiamo noi".

"Il fasullo (Rosario Marcianò n.dr.) ha le ore contate. Il suo gioco sta volgendo al termine... Lo stiamo smascherando ogni giorno di più!!! Vi consigliamo di salvare sul vostro hard disc tutte le documentazioni possibili che ci sono dentro a tenker enemy (Sic!) in quanto l'intelligence ha dato tutto il materiale sulla geoingegneria e a breve crediamo che questo sito verrà oscurato con la scusa del processo farsa lasciano senza informazioni sull'argomento".

"Il presidio è più vivo che mai... Oggi abbiamo fatto presente insistentemente al signor Marcianò alias Task Force Butler (Sic!) della nostra presenza al suo processo-farsa ad Imperia dove lo avremmo sbiancato pubblicamente!! Marcianò, sei un fasullo. Vergognati!".



Nel frattempo, sebbene nella cronaca nazionale (il che lascia stupefatti) questo drammatico incidente che, lo ricordiamo, ha coinvolto un innocente camionista, alcuni pennivendoli molto attenti alla questione "scie chimiche" (quando c'è da riderci sopra), si sono interessati come al solito, andando a spulciare tra i commenti sui profili Facebook di Tommaso Minniti e Rosario Marcianò, nel ridicolo tentativo di normalizzare le circostanze dell'"incidente" e, nel contempo, di gettare un po' di fango addosso (occasione ghiotta) ai due ricercatori indipendenti. Certo è che questi giornalai ne hanno di faccia tosta, definendo insensibile chi scrive, mentre mettono in copertina un'immagine caricaturale del Di Paoloantonio con su scritto: "I don't want to live"!

Ma chi era Cristiano Di Paoloantonio? Costui, con il fratello Simone, aveva iniziato a far parlare di sé attraverso iniziative "border line" che miravano, secondo il duo, a sensibilizzare le persone sulla guerra climatica in corso. Nulla da dire... ognuno ha i suoi metodi ed è libero di fare ciò che preferisce...

Il fatto è che, di lì a poco i due fratelli si rimangiano tutto e negano quanto essi stessi avevano sino a poco prima dato per evidente e, rispettando uno schema rodato, iniziano a pubblicare post diffamatori e di discredito nei confronti dei fratelli Marcianò. Sì, uno schema rodato. Infatti diversi attivisti che adesso non citiamo, poiché l'elenco è lunghissimo, hanno cambiato casacca, passando a dar man forte all'ansimante disinformazione nonché agli stalkers di regime, rappresentati dai vari Task Force Butler e compagnia cantante.



Il fatto è che se accetti caramelle avvelenate da questi particolari agenti di Stato, non puoi pensare di uscirne di tua iniziativa, se non con i piedi davanti! Per chi eccepisce che, se si fosse trattato di un omicidio architettato dai servizi, non avrebbero coinvolto altre vittime, ricordiamo il caso dei due piloti della pattuglia acrobatica italiana, testimoni scomodi che di lì a poco avrebbero dovuto esser sentiti dal magistrato allora titolare delle indagini, il Giudice Rosario Priore, sull'"incidente" accaduto al velivolo Itavia nei cieli di Ustica. Si trattava dei piloti dell'Aeronautica Ivo Nutarelli e Mario Naldini. Anche loro vittime di un "incidente" aereo, ma a Ramstein, in Germania. Appartenevano alla Pan, la mitica formazione delle Frecce Tricolori con base a Rivolto, in provincia di Udine. Con loro morì anche il capitano Giorgio Alessio. Nel sud-ovest della Germania non ci fu soltanto un incidente aereo: si compì una strage, con 67 morti e 346 feriti. Era il 28 agosto 1988 e la relazione dell’Aeronautica non lasciò, allora, scampo a dubbi: un incidente provocato da un errore di Nutarelli (Ricordate il caso Germanwings?). Il disastro delle Frecce Tricolori non fu un incidente, stando alla controindagine della famiglia del pilota Nutarelli, ma un omicidio.

Tornando a Cristiano Di Paolantonio, riteniamo che costui sia stato indotto a compiere un atto folle. Era sotto terapia psichiatrica ed è tutto dire... Già negli anni Cinquanta del XX secolo gli Stati Uniti studiavano la possibilità di indurre comportamenti di ogni genere nelle loro vittime. Successivamente, negli anni Sessanta e Settanta, con il "Progetto MK Ultra", si svilupparono metodi e tecnologie, non solo farmacologiche, utili a controllare completamente alcuni "target individual". Anche l'Italia non è da meno, con il programma denominato "Monarch", nel quale sono stati coinvolti centinaia di cittadini inconsapevoli, definiti dagli psichiatri "schizzofrenici", ma che, in realtà, erano cavie nelle mani dei servizi segreti italiani.

Dunque Di Paoloantonio è stato ucciso? Noi pensiamo di sì. E voi?



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giovedì, agosto 01, 2013

Disturbo cospirativo paranoide? Aberranti rivelazioni sul DSM 5

Chuck Giuliani è uno psichiatra italoamericano, nonché mio amico di infanzia. I suoi nonni paterni vivevano nella casa a fianco della mia, e lui ed i suoi genitori, che erano emigrati anni prima negli Stati Uniti, erano soliti far loro visita tutti gli anni, nel mese di luglio. E' stato così che ho conosciuto "Ciak", all'epoca un ragazzino un po' più grande di me.

Sono passati molti anni. Chuck, come preannunciavo, ha compiuto intensi studi universitari ed è diventato uno psichiatra abbastanza affermato anche se non famosissimo, iscritto all'American Psychiatric Association. Tale impegno non gli ha comunque impedito di continuare a far visita ai suoi amici italiani, né, qualche volta, di ospitarli nella sua dignitosa dimora, nel distretto di Washington. Io stesso gli ho fatto visita in un paio di occasioni. L'ultima volta è stato nel 2006.

Più volte, sia personalmente che via internet, abbiamo discusso, anche in modo animato, dei problemi della nostra società. Inutile dire che, da quando ho scoperto il signoraggio, e più che mai da quando tale argomento è diventato uno spinoso tabù, non ho mancato di parlargliene ogni volta che potevo, pur col rischio di annoiarlo. In cambio, lui cercava in ogni modo di annoiarmi con lezioncine sulle più disparate teorie psicologiche e novità nel campo del trattamento farmacologico delle patologie mentali.

UN AIUTO PER TANKER ENEMY - Il Comitato "Tanker enemy" dal 2006 è impegnato nella divulgazione e nella denuncia dello spinoso tema noto come "scie chimiche" o "geoingegneria clandestina", tramite la pubblicazione di articoli, video, documenti, traduzioni e per mezzo di varie iniziative (ad esempio, l'indagine sulle polveri sottili).

Questo lavoro ha richiesto e richiede un impegno quotidiano con il conseguente dispendio di energie e risorse. In questi anni il blog "Tanker enemy" e quelli collegati hanno garantito, anche grazie al contributo di lettori e sostenitori, un'informazione indipendente e circostanziata a tal punto da suscitare la reazione del sistema. Questa reazione si è tradotta, oltre che in attacchi di ogni genere, nell'apertura di procedimenti "legali", volti all'oscuramento del blog e dei siti ad esso correlati. Sono procedimenti all'origine di notevoli difficoltà pratiche e di cospicui esborsi per avvocati e consulenti tecnici.

Auspichiamo perciò un fattivo sostegno sotto forma di donazioni e di altri interventi (gratuito patrocinio, consulenze...) affinché il Comitato possa continuare ad agire nell'interesse della collettività. Un sentito ringraziamento a tutti coloro che accoglieranno, per quanto nelle loro possibilità, il presente appello. Il Vostro contributo è assolutamente fondamentale al fine di permetterci di proseguire con il nostro operato. Qui la pagina Donorbox per eseguire una donazione.

Tutto questo fino a ieri sera, quando le nostre "passioni" si sono incontrate inaspettatamente in un punto. Dopo alcuni giorni di silenzio, Chuck ha risposto ad una mia e-mail per darmi un aggiornamento in merito ad un tema a lui abbastanza caro, ossia il Manuale Diagnostico e Statistico dei Disturbi Mentali (DSM). Da qualche tempo è infatti in circolazione una bozza della prossima edizione, la quinta, la quale si prevede che uscirà nella sua versione definitiva alla fine del 2013.

Chuck mi ha riferito che, sebbene non presente in bozza, è tuttora in discussione la possibilità di inserire fra i disturbi mentali riconosciuti il cosiddetto "Disturbo cospirativo paranoide". E che cos'è questo disturbo cospirativo paranoide?
Non si tratta d'altro che non della credenza in quelle che spregiativamente vengono definite "teorie del complotto"!
E così, la comunità psichiatrica si sta preparando al passo successivo verso l'edificazione di quello che, ormai, non ho alcun problema a chiamare il Nuovo Ordine Mondiale: dichiarare insano di mente ogni possibile oppositore a tale aberrante linea politica.

Chuck, che è una persona fidata, per bene, si è detto ovviamente contrario ad una tale presa di posizione da parte della comunità medica. Ma non si è astenuto dal manifestare la sua preoccupazione, in quanto, a suo dire, da parte dell'APA si sarebbe recentemente raggiunta una quasi unanimità nell'accettare l'esistenza del Disturbo Cospirativo Paranoide. Io sono basito. Cosa possiamo fare?

Zeno Manfredi

martedì, gennaio 31, 2012

La guerra dei droni

Il libro “La guerra dei droni” di Sabina Morandi è una coraggiosa inchiesta sugli U.A.V., gli unmanned aerial vehicles, velivoli senza pilota, micidiali e sovente infallibili. I conflitti del XXI secolo sono elettronici: i militari colpiscono in maniera proditoria quasi sempre civili inermi piuttosto che pericolosi ribelli. Un ex agente della C.I.A., inviato in Afghanistan dopo l’inside job, noto come 9 11, spiega: “Chiunque abbia seguito un attacco di un drone su un monitor afferma che è una scena impressionante. Ho visto quelle persone in miniatura che correvano e le bombe che esplodevano. Quando il fumo si è diradato, c’erano solo macerie carbonizzate”. Le persone che corrono disperatamente in cerca di riparo sono diventate uno spettacolo così frequente che, per indicarle, è stato coniato un termine gergale, squirters, ovvero “quelli che schizzano via”.

“La guerra dei droni non è fantascienza. E’ pura realtà. Che cosa sono i droni? Aerei senza equipaggio a controllo remoto, calibrati per volare a tutte le quote, pronti a vigilare, spiare, bombardare. E’ un affare gigantesco per le multinazionali belliche. Il Nobel Obama ci investe, mentre noi offriamo le basi di decollo. Così la guerra è più facile. Papà-soldato manovra al sicuro dalla consolle, il figlioletto si allena con i video-giochi pronto a subentrargli. Sono videogiochi di guerra sempre più realistici, guerre sempre più videogiocate a distanza, ma le morti, dall’altra parte dello schermo, sono vere ed il ronzare dei droni, per chi sta sotto, è un rumore sinistro. Questa è già la guerra di oggi, di domani e non solo, perché il ‘controllo remoto’ potrebbe diventare sempre più metafora delle nostre vite”. (Dal risvolto di copertina)

Se le guerre sono sempre detestabili, per le distruzioni ed i lutti che causano, per i loschi interessi per cui sono dichiarate, fomentate e combattute, la guerra del XXI secolo è ancora più abominevole, perché è una pugnalata alla schiena.

L’autrice, Sabina Morandi, è giornalista scientifica free lance e narratrice. Si occupa soprattutto di biotecnologie, petrolio ed ambiente.

Si ringrazia l’amico Gianni Ginatta per la segnalazione.
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