martedì, febbraio 19, 2008

Esempio di onestà punita (articolo di Bacab)

Alfredo Mazza, ricercatore del CNR, definì nel 2004, sulla rivista scientifica “Lancet”, i paesi di Nola, Acerra e Marigliano il «triangolo della morte» facendo notare che in quelle zone si moriva di tumore ben più che nel resto d'Italia, come dimostravano le statistiche: l'indice di mortalità per tumore al fegato ogni 100mila abitanti sfiorava il 35.9 per gli uomini e il 20.5 per le donne rispetto a una media nazionale di 14.0. Stesso discorso per il cancro alla vescica, al sistema nervoso e alla prostata.

Fu la sua la prima denuncia autorevole: «Siamo di fronte a un allarme sanitario gravissimo. Migliaia di persone sono state esposte a sostanze tossiche per decenni. Tutto è contaminato. Io stesso ho perso diversi amici colpiti da tumore. E non c'è dubbio che dietro quelle morti ci siano i rifiuti tossici».

Come cambiò la sua vita in seguito a tali dichiarazioni frutto di ricerche scientifiche? Perdita del posto di lavoro. Smentita delle sue ricerche. Solo tre anni dopo l’Organizzazione mondiale della Sanità ha riconosciuto la validità delle sue indagini. Questo è quanto che avviene a chi svolge con onestà e senza timori il proprio lavoro?

Immaginiamo pure cosa accadrebbe se un ricercatore, che non sia indipendente, ma parte di un ente pubblico, statale, riconosciuto a livello nazionale o mondiale, assodasse senza ombra di dubbio la realtà e la nocività delle chemtrails. Se questo è ciò che accade per chi afferma la verità su un problema vergognosamente grave ma che concerne una piccola zona della Campania…

Le istituzioni prediligono anzitutto individui moralmente corruttibili? La professionalità e l’onestà molto spesso devono passare in secondo o terzo piano?



Qui segue l'intervista ripresa da Iltempo.it

"Ho denunciato l'allarme tumori e mi hanno fatto fuori dalla Protezione Civile"

È stato il primo studio che ha denunciato come si potesse morire a causa dei rifiuti: tra Napoli e Caserta, dopo le pecore, l'inquinamento stava divorando alimenti e uomini, e lui, Alfredo Mazza, ricercatore del Cnr, è finito nell'oblìo e ci ha rimesso un posto di lavoro.

Dottore, esattamente che cosa è successo dopo?

«La prima reazione è stata che la mia città, Nola, è stata tappezzata di manifesti che dicevano che era tutto falso».

E chi li aveva messi?

«Il sindaco, che tra l'altro è anche medico. Ma lo capisco».

Come? Lo capisce?

«Aveva paura che scattasse il panico».

E poi?

«E poi è iniziata una campagna sistematica. Le Asl locali hanno continuato a dire che lo studio era sbagliato, era troppo approssimativo, pur essendo dati del Registro Tumori».

E la Regione?

«Nulla, ha sempre fatto finta di nulla».

Ora però ha avviato un monitoraggio sull'uomo.

«Ha detto bene: ora. Nel 2007, tre anni dopo. Tra l'altro è un monitoraggio che coinvolge un campione ridotto, appena 700 persone, non si arriva a mille. Ma quello che è più grave è altro».

E cosa?

«È la totale incompetenza che alberga in ogni struttura regionale. Penso all'Arpac, l'azienda per la protezione ambientale campana, latitante nel problema rifiuti e disastro ambientale. E così è stato in ogni altra istituzione di controllo sanitario ed ambientale, dove ci hanno messo sempre e soltanto amici, amici degli amici, amici degli amici degli amici».

Ma chi li ha messi?

«Chi governa».

Vabbè, non esageri.

«E va bene, esagero. Se non erano amici erano parenti. Comunque incompetenti».

E la magistratura?

«Niente nemmeno loro. O meglio, la Procura di Nola non ha mai sottovalutato. Le altre sì. Consideri che abbiamo presentato denuncie in tutte le Procure della Campania. Niente».

Nessuno si è mosso?

«La camorra sì. Ha continuato a sversare di tutto. E la notte bruciavano. Colonne di fumo che vedevano tutti. Chiamavamo la polizia, i carabinieri. Niente, non si muoveva nessuno. E nelle analisi ha cominciato a venire fuori di tutto. Forse hanno buttato lì dentro anche i fanghi di Seveso, abbiamo trovato anche lo xilene nelle falde acquifere, anche scorie nucleari probabilmente sanitarie. Un disastro».

E lei ha continuato a denunciare?

«Non ci siamo mai fermati. Nel frattempo - sa, sono un ricercatore e con la ricerca in Italia non si mangia - ho vinto il concorso in ospedale poi ho fatto domanda di comando in Protezione Civile. Mi avevano accettato per il mio curriculum, e mi hanno detto che mi prendevano e mi assegnavano al loro dipartimento sanitario. Poi all'ultimo stadio mi hanno chiamato e mi hanno detto testualmente: "Ma lei è l'autore del "Triangolo della Morte"? Non sa quanti soldi abbiamo speso per far fronte alle sue tesi"».

Risultato?

«Non ho abiurato. Sono di Nola, il paese di Giordano Bruno, e gliel'ho detto: piuttosto mi faccio bruciare vivo».

Poi è arrivato lo studio dell'Organizzazione mondiale della Sanità che confermava tutto.

«Esatto, anche Bertolaso poi ha confermato. Guardi, adesso comincia l'altra grande emergenza, quella sanitaria. Si abbatterà sulle casse sanitarie regionali una valanga immensa di persone che chiederanno le cure per le malattie dovute al disastro rifiuti. E sarà una nuova catastrofe».


Fonte: Vedo, sento, parlo.

3 commenti:

  1. Sono solidale con il Dott. Mazza, è vergognoso ciò che sta succedendo e ciò che lui ha vissuto in prima persona, è assurdo constatare che l'onestà sia così rara e come sia diffusa l'omertà nonostante questo problema e i danni che ne derivano, ci colpisce tutti, anche chi fa orecchie da mercante. Vogliamo dare questo mondo ai nostri figli?
    Purtroppo anche la fiducia e, di conseguenza, la speranza vengono meno, io vivo ad Acerra ma per fortuna ancora per poco...

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  2. Mi interesserebbe avere maggiori dettagli sullo studio dell'Organizzazione Mondiale della Sanità e sulle dichiarazioni di Bertolaso, a conferma delle tesi del Dott. Mazza. Proprio in questi giorni ho sentito dire, da persone che lavorano nele Istituzioni, che il triangolo della morte non esiste. Dunque mi piacerebbe documentarmi.

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  3. Le informazioni che arrivano dalle istituzioni sono palesemente mendaci, cara amica.

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