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domenica, febbraio 21, 2010

Nanotecnologie per rimuovere gli inquinanti: nuove conferme alle acquisizioni di ricercatori come la Dottoressa Staninger e la Palit

Filamento di Morgellons con punta d'oroL'articolo che pubblichiamo è una conferma delle acquisizioni e delle scoperte di vari ricercatori, tra cui la Dottoressa Staninger e la Palit. La Staninger, infatti, tempo fa rintracciò, nei filamenti estratti dalle ferite dei malati di Morgellons, correlabili a quelli di ricaduta delle scie, delle nanostrutture con un segmento d'oro. Sia la nota tossicologa californiana sia la giornalista indipendente Carolin Williams Palit hanno correlato la luce ultravioletta alla capacità dei nanotubi di autoassemblarsi (nell'articolo è spiegato in che modo e per quale motivo i nanotubi contengono sia carbonio sia oro). Come ipotizzammo mesi addietro, i campi magnetici orientano le nanostrutture: ne consegue che l'irradiazione costante ed eccessiva di onde elettrodinamiche è funzionale all'operazione chemtrails, con cui sono dispersi nell'ambiente non solo elementi chimici, ma anche nanomateriali. Quello che pareva fantasia è, invece, realtà. Un'ultima osservazione: i nanotubi contro l'inquinamento sono solo una storia di copertura ed in questo modo si continuerà, completamente indisturbati, a diffondere nanosensori sui centri abitati. Da quando agli inquinatori interessa disinquinare? Non dimentichiamo, infine, che la diffusione delle nanotecnologie è un "rimedio" peggiore del male che si finge di voler combattere.


Una recente ricerca eseguita presso la Rice University potrebbe portare a nuove tecnologie per bonificare le aree che hanno subìto sversamenti di petrolio ed acque di falda inquinate: si è riusciti, infatti, a mostrare come sottili particelle di metallo e carbonio possano intrappolare goccioline di petrolio nell’acqua che si autoassemblano – a decine di milioni - per formare minuscole sacche sferiche. Inoltre, gli studiosi hanno trovato che la luce ultravioletta ed i campi magnetici potrebbero essere usati per orientare le nanoparticelle, determinando un capovolgimento delle “sacche” ed il rilascio del loro carico, una caratteristica che potrebbe essere utile anche per la somministrazione di farmaci.

Nanotubi autoassemblanti"Il nucleo della rivoluzione nanotecnologica risiede nella progettazione di nanoparticelle inorganiche che si possono autoassemblare in strutture più ampie, simili a ‘granelli intelligenti’ in grado di svolgere differenti funzioni, per esempio la rimozione degli inquinanti ambientali”, ha spiegato Pulickel Ajayan, primo autore dell’articolo apparso sulla rivista “Nano Letters”. "Il nostro approccio porta l’idea dei nanomateriali funzionali autooassemblanti un passo più vicino alla realtà.”

I nanocavi multisegmentati, ottenuti dai ricercatori, sono simili a "bastoncini nanoscopici” formati grazie alla connessione di due nanomateriali con differenti proprietà: in principio venivano impiegati nanotubi di carbonio a cui venivano collegati corti segmenti di oro. Ma, secondo Ajayan, con l’aggiunta di vari altri segmenti, di nichel o di altri materiali, i ricercatori possono creare nanostrutture effettivamente multifunzionali.

La tendenza di questi nanobastoni ad assemblarsi in miscele acqua-olio è dovuta alla proprietà di avere l’estremo di oro idrofilo e l’estremo in carbonio idrofobo. Come hanno dimostrato Ajayan e colleghi, le goccioline di olio sospese in acqua vengono incapsulate a causa della tendenza strutturale ad allineare gli estremi carboniosi verso il petrolio. Con goccioline di acqua sospese sul petrolio, si è riusciti a invertire il fenomeno e ad imbrigliare la gocciolina di acqua.


Fonte: altrogiornale.org





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Range finder: come si sono svolti i fatti

venerdì, novembre 13, 2009

Le nanoparticelle danneggiano il D.N.A. a distanza

Le particelle di cromo-cobalto possono causare danni al Dna anche se non entrano fisicamente in contatto con le cellule. La scoperta su Nature Nanotechnology

Le nanoparticelle riescono a danneggiare il Dna di cellule protette da una barriera – costituita da membrane cellulari – senza doverla fisicamente oltrepassare, ma attraverso una cascata di segnali chimici. Lo si legge su Nature Nanotechnology, in uno studio coordinato da Gevdeep Bhabra del Bristol Implant Research Centre (Gb), che porta alla luce un nuovo rischio legato alle nanotecnologie, ma anche l’opportunità di sfruttarle in un modo innovativo.

Ormai le nanoparticelle sono ampiamente utilizzate. In campo chirurgico, per esempio, sono parte integrante di protesi e impianti. Le ricerche condotte finora sui rischi delle nanoparticelle, però, riguardano soprattutto gli effetti di un’esposizione diretta, mentre molto poco si sa di cosa possa causare l’esposizione indiretta. In questo nuovo studio, i ricercatori si sono chiesti se una barriera cellulare fosse in grado di proteggere le cellule dall’azione di nanoparticelle costituite da cromo e cobalto, presenti nei tessuti dei vestiti e nelle protesi ortopediche. Bhabra e colleghi hanno quindi frapposto una barriera multistrato tra nanoparticelle di cromo-cobalto (in quantità migliaia di volte superiori a quelle con cui veniamo in contatto normalmente) e una coltura di fibroblasti umani (cellule del tessuto connettivo).

Sebbene le nanoparticelle non siano riuscite ad attraversare la membrana, i fibroblasti hanno subito mutazioni al Dna dieci volte di più rispetto ai fibroblasti di controllo. Secondo gli studiosi, l’effetto si deve ai segnali chimici tra la membrana cellulare e i fibroblasti. Interrotte le vie di comunicazione tra questi, infatti, il tasso di danni al Dna è tornato nella norma.

C’è però anche un risvolto positivo della scoperta: “Se la barriera del corpo umano lavora in questo modo, - si chiedono i ricercatori - possiamo far arrivare l’azione di nuovi farmaci alle cellule senza entrare fisicamente nel corpo?” Aspettando che nuovi studi diano una risposta a questa domanda, secondo gli autori al momento non c’è motivo di ritenere che le quantità di nanoparticelle a cui siamo esposti rappresenti un pericolo per la salute; lo studio deve però servire da monito affinché siano considerati tutti i rischi, anche quelli indiretti. (m.s.)

Riferimento: DOI: 10.1038/NNANO.2009.313

Fonte: Galileonet.it





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CHEMTRAILS DATA

Range finder: come si sono svolti i fatti

giovedì, settembre 17, 2009

Utilizzate Nano-particelle in Vaccini non testati per l'influenza H1N1

I vaccini approvati dalle competenti autorità governative per la vaccinazione contro la supposta Influenza Suina H1N1 sono risultati contenere nanoparticelle. [1] I produttori hanno sperimentato le nanoparticelle quale via per "supercaricare" i vaccini per un arco di tempo di svariati anni. Ora però è saltato fuori che i vaccini approvati per essere utilizzati in Germania e nei paesi europei contengono delle nanoparticelle in una forma che è risultata attaccare cellule sane e che può essere una forma mortale.

Nel 2007 i ricercatori dell'Ecole Polytechnique Fédérale de Lausanne (E.P.F.L.) in un articolo pubblicato sulla rivista Nature Biotechnology, hanno annunciato di aver messo a punto una "nanoparticella che può veicolare vaccini in modo più efficiente, con minori effetti collaterali ed ad un costo frazione di quello delle attuali tecnologie per i vaccini".

L'articolo prosegue descrivendo gli effetti del salto di qualità effettuato: "A soli 25 nanometri, queste particelle sono così sottili che una volta iniettate, nuotano nella matrice extracellulare della pelle e vanno immediatamente ai linfonodi. Entro pochi minuti raggiungono una concentrazione di cellule D migliaia di volte maggiore che nella pelle. La risposta immunitaria può essere quindi estremamente forte ed efficace".

C'è un solo piccolo problema, con i vaccini che contengono nanostrutture: possono essere mortali o, come minimo, causare danni irreparabili per la salute.

Le nanostrutture, presentate dai mezzi di comunicazione di massa allineati come una meravigliosa rivoluzione della scienza, sono già applicate in vari settori e sono molto più piccole delle mortali particelle di amianto che, prima di essere dichiarate fuorilegge, hanno causato gravi danni ai polmoni e morti.

Particelle di nanodimensioni (1 nm = 0,000000001 metro), si fondono insieme con le membrane cellulari e, secondo studi recenti condotti in Cina ed in Giappone, una volta introdotte nell'organismo, vanno avanti a distruggere le cellule senza sosta. Una volta che hanno interagito con la struttura cellulare del soggetto umano, non possono più essere rimosse.

La medicina moderna chiama eufemisticamente tale fenomeno una 'reazione infettiva continua'.

Dopo lo scandalo dell'amianto, è stato appurato che particelle di dimensione inferiore ad un milionesimo di metro - a causa della loro enorme forza attrattiva - penetrano in tutte le cellule distruggendo tutte quelle con le quali entrano in contatto. Le nanostrutture sono ben più piccole delle fibre di amianto.


Prove effettuate a Beijing dimostrano gli effetti mortali sull'uomo

Il fatto che il W.H.O., l'European Medicines Evaluation Agency, ed il German Robert Koch Institute ed altri enti medici permettano oggi che la popolazione venga iniettata con vaccini ampiamente non sperimentati contenenti nanoparticelle, la dice più lunga sul potere delle lobbies farmaceutiche e sulle politiche europee, di quanto non dica sulla integrità morale e professionale di quei servi civili, responsabili della salute pubblica.

Il numero di settembre 2009 del quotato European Respiratory Journal, il 19 di agosto ha reso pubblico - e disponibile online sino al 21 agosto - i contenuti di un articolo recensito da colleghi ed avente il titolo: "L'Esposizione alle nanoparticelle è correlata con il versamento pleurico, la fibrosi polmonare ed il granuloma".

L'articolo descrive esperimenti condotti nel 2008 su sette giovani donne, presso il selezionato Beijing Chaoyang Hospital. Tutte e sette, di età fra i 18 ed i 47, sono state esposte a nanotubi per un periodo dai 5 ai 13 mesi, sul proprio posto di lavoro. Tutte sono state ricoverate nell'ospedale con dispnea e versamento pleurico o con eccesso di liquidi nei polmoni, eccesso che impediva il respiro. Nessuna delle sette aveva mai fumato e nessuna faceva parte di un qualche specifico gruppo a rischio. I medici hanno condotto con attenzione tutti gli esami del caso ed hanno confermato che i problemi polmonari condividevano una medesima eziologia: la respirazione regolare di nanoparticelle nelle rispettive aziende.

In effetti erano tutte erano state esposte all'inalazione di nanoparticelle di Polyacrylato.

Gli esami hanno confermato che le nanoparticelle avevano provocato nelle pazienti una "super-reazione-di-fusione." Nonostante tutti gli eroici sforzi del personale medico, due delle sette donne sono morte per complicazioni polmonari.

Nei loro resoconti, gli scienziati giungono a conclusioni così allarmanti che è necessario citarle per esteso:

"Sono stati condotti tests immunologici, esami batteriologici e virologici, ricerche dei markers tumorali, broncoscopia, toracoscopia interna e chirurgia toracica video-assistita. Sono state condotte indagini sui posti di lavoro, osservazioni cliniche ed esami delle pazienti. E' stata confermata la presenza del Polyacrylato - costituito da nanoparticelle - nei posti di lavoro. L'esame anatomopatologico del tessuto polmonare delle pazienti ha mostrato un'infiammazione polmonare aspecifica, una fibrosi polmonare e granulomi corpo-estranei della pleura. Usando la microscopia a trasmissione di elettroni, sono state osservate le nanoparticelle collocatesi nel citoplasma e nel carioplasma delle cellule epiteliali e mesoteliali dei polmoni, ma anche presenti nel fluido toracico. Ciò ha destato la preoccupazione che un'esposizione prolungata alle nanoparticelle - senza misure protettive - possa essere collegata a gravi danni ai polmoni dell'uomo."

Attualmente, studi sugli animali ed esperimenti in vitro mostrano che le nanostrutture composte da nanotubi possono produrre danni polmonari ed altri effetti tossici sugli animali, ma prima della ricerca di Beijing, non era stato prodotto alcun resoconto sulla tossicità clinica negli esseri umani.

La ricerca del Beijing Chaoyang Hospital ha ora confermato, in modo definitivo, che le nanoparticelle causano danni polmonari ed altri effetti tossici anche negli esseri umani.

Attualmente, dato che due dei vaccini autorizzati e programmati per la distribuzione di massa - in Germania ed altrove - contengono nanoparticelle, il venir meno dei funzionari qualificati e responsabili della salute pubblica e dell'epidemiologia che non hanno ordinato un immediato congelamento della distribuzione di qualsiasi vaccino contenente prodotti della nanotecnologia, può solo essere considerato equivalente ad una negligenza criminale.

Speriamo che le autorità deputate reagiscano per tempo al fine di evitare una possibile catastrofe sanitaria il cui ordine di grandezza sarebbe ben maggiore del peggior scenario di influenza suina attualmente riferito.

Per InfoWars: F. William Engdahl
16 settembre 2009

Traduzione di
Alessandro Nucci





[1] Nanoparticelle - Nanosfere o Nanocapsule: in campo farmaceutico, sono sistemi a matrice polimerica impiegati per la veicolazione di principi attivi particolarmente citotossici o con rilevanti problemi farmacocinetici. Attualmente alcune formulazioni sono in fase II di sperimentazione.



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giovedì, giugno 18, 2009

Armi misteriose a Gaza. Nanotecnologie per amputazioni

Inchieste

A cura di Maurizio Torrealta per Rainews24
Servizio andato in onda Giovedi 4 Giugno 2009 [ LINK ]



"Ho esaminato le immagini, gli spettri e le tabelle dei campioni che avete reperito a Gaza dopo la recente guerra e mostrano con molta chiarezza che sono state usate delle armi basate su nano sistemi e questa è una delle prime prove evidenti che i nanosistemi, soprattutto i nanotubi al carbonio, possono essere usati con efficacia distruttiva molto forte. Per quanto mi consta, è il primo caso sperimentato sul campo durante un atto bellico
”.

Così ha commentato il Prof. Alberto Breccia Fratadocchi, membro del Comitato Scientifico dell’organizzazione per la proibizione delle armi chimiche (O.P.A.C.), le analisi dei campioni delle armi misteriose usate a Gaza nell’ultimo conflitto.

I campioni sono stati raccolti dal documentarista Manolo Lupicchini per la trasmissione di Riccardo Iacona “Presadiretta” e portati ai laboratori dell’Università di Ferrara affinché fossero analizzati. Le analisi sono terminate qualche settimana fa ed ora è la redazione Investigativa di Rainews24 a riprendere il percorso dell’inchiesta con approfondite interviste sui risultati delle analisi e sulle caratteristiche delle ferite misteriose riscontrate dai medici che hanno operato allo Shifa Hospital a Gaza. Due medici norvegesi, il Dott Erich Fosse ed il Dott Gilbert Mads, che hanno operato in quell’ospedale durante il conflitto, raccontano di aver spesso trattato arti inferiori mutilati all’altezza del femore senza tracce di frammenti di metallo o proiettili, con un'insolita morfologia del tessuto organico che appare cauterizzato e che non risponde alle cure.

Le analisi dei tre frammenti degli ordigni misteriosi, svoltesi presso i laboratori dell’Università di Ferrara, hanno mostrato una lega di metalli, un agglomerato di fosfati fusi ed un frammento di carbonio. Quest’ultimo, ad un’indagine microscopica, ha rivelato la presenza di nanotubi di carbonio e nanocavi, sui quali sono state rilevate sostanze chimiche, in particolare magnesio. L'impiego di nanotubi di carbonio, secondo il Prof. Alberto Breccia, aumenterebbe fino cinque volte la potenza del materiale chimico, riducendo il peso dell’ordigno che, secondo le testimonianze raccolte, viene sganciato da aerei teleguidati (U.A.V.) ed è in grado di colpire con estrema precisione aree di pochi metri, all’interno dei quali ha conseguenze letali, senza creare danni "collaterali" nelle aree circostanti.

Nell’inchiesta vengono formulate ipotesi sul funzionamento delle diverse nuove armi usate nel conflitto e sui sofisticati processi fisici che vengono usati, ma la caratteristica comune di questi nuovi ordigni è quella di impiegare nanotubi di carbonio potenziati con elementi chimici e questo fatto potrebbe essere interpretato come una violazione del trattato internazionale del 1993 e delle integrazioni del 1997 che proibiscono l’uso di armi chimiche.



Fonte: croceviaterra.it



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lunedì, febbraio 09, 2009

Morgellons: la verità rivelata (articolo di Dean Terry)

Pubblichiamo un dettagliato studio di Dean Terry, cittadino statunitense affetto da Morgellons, le cui conclusioni sono suffragate peraltro dalle ricerche eseguite, agli inizi del 2008, dai genetisti Dottor Mae-Wan Ho e Professor Joe Cummins.

Sulla base di diversi elementi oggettivi, si può ipotizzare uno stretto collegamento tra l'agrobacterium, [a soil bacterium extensively manipulated and used in making G.M. crops], una particolare specie di acaro, frutto di manipolazione genetica, in grado di sopravvivere senza ossigeno sino a cinque settimane ed alcuni funghi presenti nell'acqua e nell'aria, diffusi per mezzo delle chemtrails.

Dean Terry, pur menzionando le infami operazioni di aerosol clandestine nei cieli del mondo, non cita le nanostrutture, capaci di replicare D.N.A. ed R.N.A., disperse con le chemtrails.

E' una tessera fondamentale per comprendere il meccanismo micidiale che è alla base della sintomatologia del morbo di Morgellons.

Diversi scienziati come il Dottor Michael Castle, la dotttoressa Hildegarde Staninger, il dottor Karjo, il dottor Randy Wymore, evidenziano la presenza di nanotecnologie di tipo sconosciuto direttamente correlabili alle attività di aerosol. Il punto cruciale consiste nel fatto che le nanostrutture che fuoriescono dalle piaghe dei malati di Morgellons, una volta che vengono a contatto con un agente esterno (ambientale), sono in grado di replicarne il codice genetico, attraverso meccanismi per ora non perfettamente compresi e, da quel momento, si diffondono in maniera esponenziale, attaccando l'organismo ospite, che può essere un essere umano oppure un animale domestico.

Dalle recenti verifiche che abbiamo potuto svolgere grazie ad informazioni che riceviamo direttamente da pazienti italiani di Morgellons, abbiamo avuto la conferma statistica che il morbo di Morgellons si conclama solitamente in seguito alla puntura di una pulce o di una zecca.

Pare corrano dunque dei rischi, in particolar modo, quelle persone che posseggono animali domestici o che vengono a contatto con animali randagi o da allevamento.

Inoltre è ormai accertato che il morbo di Morgellons è trasmissibile da animale a uomo, da uomo a uomo ed anche in seguito a contaminazione ambientale o di acqua considerata potabile. Devono dunque essere prudenti le persone che, per motivi familiari o di lavoro frequentano luoghi contaminati o individui affetti dalla grave patologia.

Bisogna osservare inoltre che la diminuzione di luce solare, causata dalle perenni coperture artificiali (l'irraggiamento solare è calato, in questi ultimi anni, di circa il 20%), favorisce la proliferazione di funghi, batteri ed acari.

L'agrobacterium presente nei cereali geneticamente modificati della diabolica Monsanto è quindi da considerarsi una concausa o semplicemente uno dei possibili "attivatori" delle nanostrutture già presenti, come dimostrato da Clifford Carnicom, nell'organismo umano (intestino e reni principalmente) e che sono ormai da ritenersi la principale minaccia per la salute del genere umano del XXI secolo.

Morgellons: la verità rivelata
di Dean Terry

Molti medici considerano il Morgellons una truffa o la conseguenza dell’ipocondria, ma le evidenze indicano che questa patologia misteriosa è reale e collegata agli alimenti geneticamente modificati.

a) La mia ricerca ha dimostrato che uno degli imputati del Morgellons è un antiparassitario della Monsanto Corporation Roundup che ha determinato la proliferazione di funghi nei nostri campi coltivati, diffusi attraverso le scie chimiche sulle piantagioni di cotone, nei campi di cereali ed anche nel cibo. Le spore di questi funghi sono diffuse nel suolo e nell’aria, nell’umidità e nell’acqua. Le tubature delle cisterne, le cisterne d’acqua, i tubi nelle case contaminati, veicolano questi funghi. Questo fungo, geneticamente modificato attraverso batteri, sta causando malattie tra migliaia di persone in Florida, Texas, California e molti altri stati. Un modo per eliminare il fungo negli ambienti domestici è sottoporre gli oggetti contaminati a bassissime temperature (ghiaccio secco). Negli ultimi cinque anni, le compagnie assicurative non offrono più polizze per i danni causati da muffe e da funghi. Nel portale di seguito indicato si trovano informazioni sull’antiparassitario creato dalla Monsanto:

http://www.ipsnews.net/interna.asp?idnews=19754



b) La mia ricerca dimostra pure che le spore dei funghi penetrano nell’organismo quando si respira, si mangia e si beve. Le spore si accumulano specialmente nello stomaco, sotto la pelle e nel derma. Questo fungo, proprio come i batteri all’interno dell’organismo, come il borrelia borgdorgferi, provenienti dall’acqua contaminata e dall’aria, stimolano ferormoni nell’organismo che attraggono un acaro non ancora identificato (potrebbe essere l’acaro della scabbia o del collembolo) la cui funzione è quella di decomporre i batteri morti ed i materiali organici. Come si può notare, il Morgellons è un insieme di problemi e si sta diffondendo rapidamente tra la popolazione. Noi dobbiamo ritenere la Monsanto responsabile di quest’incubo che ha creato.

c) La mia indagine dimostra che la cura potrebbe essere già disponibile, ma che non è stata divulgata per evitare di coinvolgere la Monsanto in questioni legali e per non causare panico tra la popolazione. La Monsanto finanzia le campagne elettorali di molti politici tra i quali molti sono stati corrotti ed il loro silenzio è stato comprato affinché tacciano su questa minaccia per la salute.

d) Ho cercato delle statistiche sul sito sotto indicato ed ho letto interamente i resoconti sull’acqua contaminata dai batteri ed ho constatato che l’ambiente è inquinato attraverso aerosol biologici facenti capo alla Monsanto. Vedi http://www.morgellons.org/

e) Credo che il microscopico acaro che potrebbe essere quello della collembola, ma non l’ho ancora identificato in organismi in decomposizione, sia attratto dai ferormoni dell’antiparassitario della Monsanto e dei batteri (specialmente il borrelia borgdorgferi è stato trovato nei malati definiti di Lyme). L’antiparassitario è stato trovato nelle cisterne d’acqua, nel suolo e in strutture aeroportuali.

f) Nel sito sotto indicato si trova uno studio dell’M.P.A. che collega l’acaro della collembola al Morgellons

http://www.headlice.org/lindane/new/2005/drhouse.htm

Comunque, grazie alla ricerca che ho condotto, si possono fornire dei consigli su come decontaminare gli ambienti:

1) sostituire i vecchi scaldabagno
2) installare sistemi a raggi ultravioletti che uccidono i funghi ed i batteri
3) sostituire le vecchie grondaie arrugginite dove proliferano i funghi, le muffe e le alghe
4) decontaminare l’abitazione ed il prato per eliminare i parassiti ed eseguire trattamenti contro gli acari.

Come paziente di morbo di Morgellons, credo che sia una patologia molto grave che prima debilita le persone, per poi ucciderle. E’ tempo di scelte responsabili. Le compagnie assicurative e la Monsanto devono pagare e non possono esimersi dal riconoscere la loro responsabilità.


Fonte: Tanker Enemy


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lunedì, dicembre 08, 2008

Studio rivela che i nanotubi di carbonio possono causare il cancro

Un nuovo studio condotto da una squadra di scienziati del Regno Unito e degli Stati Uniti ha svelato il potenziale carcinogeno di alcuni nanotubi di carbonio. In uno studio pubblicato il 20 maggio su Nature Nanotechnology, i ricercatori descrivono le caratteristiche simili all'amianto dei nanotubi lunghi ed a parete multipla (MWCNT), quando vengono inalati in quantità sufficiente.

Al fine di analizzare il potenziale di rischio sono stati iniettati nella cavità addominale di alcuni topi dei nanotubi lunghi e corti, delle fibre di amianto lunghe e corte, e anche del nerofumo. "I risultati sono chiari," ha detto il prof. Kenneth Donaldson, co-autore dello studio e direttore della ricerca all'università di Edimburgo (Regno Unito). "I nanotubi di carbonio lunghi e sottili hanno mostrato gli stessi effetti delle fibre lunghe e sottili di amianto", hanno cioè il potenziale di causare il mesotelioma.

Il mesotelioma è un cancro della pleura che può impiegare da 30 a 40 anni per comparire dopo che una persona è stata esposta a una sostanza nociva. Negli anni quaranta del secolo scorso si è scoperto che l'amianto causa il mesotelioma e persino oggi, dopo che il suo uso è stato drasticamente ridotto, i tumori imputabili all'amianto probabilmente continueranno ad apparire ancora per diversi decenni.

Questo studio ha ora sollevato le stesse preoccupazioni in relazione ai MWCNT. Tuttavia, alcune domande non hanno ancora ricevuto risposta, dice il prof. Donaldson: "Ancora non sappiamo se i nanotubi di carbonio possono essere trasportati dall'aria ed essere inalati, o se, una volta raggiunti i polmoni, essi possono farsi strada fino alla vulnerabile pleura esterna. Ma se riescono ad arrivare lì in quantità sufficiente, c'è la possibilità che qualcuno sviluppi un cancro, forse alcuni decenni dopo aver inalato il materiale."

Il dott. Andrew Maynard, un altro co-autore dello studio e capo consulente scientifico per il Progetto sulle Nanotecnologie emergenti, ritiene che l'industria come anche i legislatori devono reagire rapidamente a questa minaccia. I luoghi di lavoro ed i prodotti devono essere resi sicuri, mentre da una prospettiva politica "dobbiamo assicurarci che tutto sia pronto per permetterci di trarre realmente vantaggio da una tecnologia assolutamente incredibile nel modo più sicuro possibile", ha affermato il dott. Maynard.

"Abbiamo bisogno di politiche che garantiscano che vengono effettuate le ricerche idonee, in modo da permetterci di capire non solo ciò che rende alcuni nanotubi nocivi, ma anche come produrli in modo sicuro. E una delle cose evidenziate dalle ultime ricerche è il fatto che è possibile produrre nanotubi sicuri, certamente per quanto riguarda l'insorgenza del mesotelioma.

"Questo è un segnale d'allarme per la nanotecnologia in generale e per i nanotubi in carbonio in particolare", ha aggiunto il dott. Maynard. "Come società non ci possiamo permettere di non sfruttare questo materiale incredibile, ma non ci possiamo permettere nemmeno di sbagliare, come abbiamo fatto con l'amianto".

I MWCNT sono costituiti da strati multipli concentrici di grafite o da uno strato singolo di grafite arrotolato su se stesso molte volte. Essi producono materiali compositi estremamente leggeri ma robusti e vengono attualmente impiegati nell'industria automobilistica, nella fabbricazione dei circuiti integrati, nell'elettronica e nelle attrezzature sportive.

I campi di applicazione futuri sono ampi e includono catalizzatori, celle solari, batterie, celle a combustibile e sensori oltre a innovativi materiali di rivestimento in campo medico e nuovi farmaci.


Fonte: Cordis (27/05/2008)




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venerdì, aprile 25, 2008

L’Aeronautica militare ti vuole L.O.V.: diffusione aerea di impianti biologici nel cibo, nell’acqua, nell’aria (di C. W. Palit - Prima parte)

L'articolo che abbiamo tradotto è stato elaborato da una ricercatrice sagace e lungimirante del fenomeno "scie chimiche", Carolyn Williams Palit. Basandosi soprattutto sugli studi di scienziati come Castle e la Staninger e su documenti in parte declassificati, la Palit giunge a conclusioni plausibili sul vero scopo delle chemtrails, ossia il controllo della popolazione mondiale, per mezzo della distribuzione un po' in tutto il globo di microsensori che funzionano alimentati dai raggi ultravioletti. Ciò ci permette di comprendere per quale motivo gli avvelenatori stiano completando la distruzione dell'ozonosfera e di capire che, in nessun modo, essi stanno tentando di creare uno schermo contro le radiazioni solari, come ventilato ingenuamente da qualche ricercatore. Sono comunque temi illustrati dalla Palit con chiarezza ed incisività in uno studio che, senza tema di apparire iperbolici, giudichiamo fondamentale e di vitale importanza.

Bisognerebbe acquisire familiarità con il documento “Weather As a Force Multiplier: Owning the Weather in 2025”, un capitolo delle previsioni future. Le persone preoccupate circa le operazioni di aerosol in tutto il mondo nell’atmosfera e definite “scie chimiche”, spesso si riferiscono a questo testo come un’evidenza in grado di dimostrare che le forze armate statunitensi sono coinvolte nelle operazioni di irrorazione per il controllo del tempo.

Izakovic Rolando, Amy Worthington e Scott Gilbert hanno esplorato il problema nei particolari. Mentre è ovvio che il tempo è manipolato con queste operazioni, le applicazioni militari attuate sono considerate di minore rilievo. Il concetto che le scie chimiche servono a ridurre il riscaldamento globale sembra essere la solita vecchia storia di copertura.

Lydia Mancini ha indagato alcuni degli aspetti delle scie chimiche in relazione al controllo mentale, ma penso di aver trovato una delle tessere finali del mosaico: l’aeronautica militare statunitense ha studiato come diffondere sensori nanometrici tra la popolazione per mezzo del cibo, dell’acqua e dell’aria, di modo che questi sensori penetrino nell’organismo.

I ricercatori hanno raccolto prove che le scie chimiche contengono non solo germi, ma anche metalli, cellule di sangue, sedativi, sostanze cristalline, sali di bario ed un tipo di fibra di polietilene e silicio.

Recentemente la dottoressa Hildegarde Staninger, tossicologa ed il dottor Michael Castle, chimico e attivista, hanno unito le loro forze per determinare se le nanofibre che fuoriescono dalla pelle dei malati di Morgellons e le nanofibre delle scie chimiche sono correlate.

I pazienti affetti da Morgellons presentano nanofibre di colori differenti che fuoriscono da piaghe che non guariscono. Le fibre di ricaduta delle scie chimiche sono simili. Sono su di te e nella tua abitazione e si possono vedere con una luce fluorescente nera. La luce ultravioletta le fa brillare. Usa anche una lente di ingrandimento, per vederle.

I filamenti, campioni di tessuto prelevati dalle vittime del Morgellons e campioni delle fibre delle chemtrails, sono stati inviati nei migliori laboratori degli Stati Uniti: AMDL Inc., ACS, Inc., MIT e Lambda Solutions. Il dottor Castle e la dottoressa Staninger hanno chiesto a questi laboratori di identificare le fibre. La dottoressa Staninger ha inoltre determinato che i filamenti del Texas coincidono con quelli analizzati in Italia.

Le fibre delle scie chimiche sono una specie di filamenti pre-Morgellons. Le fibre del Morgellons sono più sviluppate, ma sono correlate ad un tipo di nanotecnologia.

Assistiamo ad un’invasione dei tessuti umani nella forma di nanotubi, nanofili, nonostrumenti, in grado di autoassemblarsi, autoreplicarsi insieme con sensori o antenne e capaci di trasportare frammenti di D.N.A. ed R.N.A. geneticamente modificati. Queste nanomacchine proliferano in un ambiente alcalino ed usano l’energia dell’organismo, i suoi minerali ed altri elementi non identificati come alimentazione.

Esiste un’evidenza che suggerisce che queste nanomacchine ospitano al loro interno delle batterie. Si ritiene anche che siano in grado di ricevere specifiche microonde, segnali EMF ed ELF. Alcuni malati di Morgellons riferiscono che queste nanomacchine hanno una sorta di intelligenza di gruppo.

E’ possibile che le fibre delle scie chimiche diventino nanoparticelle? La dottoressa Staninger pensa di sì. Le nanoarticelle possono passare attraverso le barriere del sangue nei polmoni, entrare in circolo e raggiungere il cervello o altri organi del corpo. Jim Giles afferma: “Le nanoparticelle, piccoli grumi che potrebbero essere usati per rendere i circuiti dei computers più veloci e per migliorare l’assorbimento dei farmaci, possono raggiungere il cervello dopo essere state inalate".

La Staninger ritiene che queste nanoparticelle siano in grado di assemblarsi dopo che hanno raggiunto il cervello o altri organi. Ella afferma che noi mangiamo questa nanotecnologia. È nel cibo, nelle piante e negli animali. Ricorda anche che le nanoparticelle replicano il D.N.A. dei germi con cui vengono in contatto. Ciò determina un aumento delle malattie. Un tipo di nanofilo è implicato nella creazione di pseudo-capelli e di pseudo-pelle. Queste proteine, in grado di replicarsi, creano anche forme chimeriche, simili ad insetti o a parassiti. Nascono pure dei bambini con queste nanomacchine nel loro organismo e ciò è la prova che questa tecnologia può oltrepassare le barriere protettive.

Il dottor Castle ha stabilito che almeno 20 milioni di Statunitensi hanno questi sensori, antenne fili e strumenti nel loro organismo. Il Morgellons si diffonde con una media di mille casi al giorno. La media è destinata a crescere nei prossimi anni. Le persone che non manifestano sintomi del Morgellons possono avere comunque una malattia non conclamata. Si ritiene che il sintomo principale sia l’espulsione di fibre dalla pelle. Se non si manifestano sintomi, vuol dire che il tuo organismo si sta abituando all’aggressione.

Clifford Carnicom è uno scienziato esperto in geodetica, matematica, informatica e fisica. Ha lavorato per quindici anni con varie agenzie: DOD, Forest Service and The Bureau of Land Management. Egli studia ciò che molti ritengono essere una conseguenza delle scie chimiche, ossia l’aumento dell’alcalinità dei suoli del pianeta. Documenta l’incremento di calcio, magnesio, bario e potassio nell’acqua piovana. E’ interessante che J. Walleczck del Lawrence Berkeley Laboratory ha stabilito, nel 1991, come gli ioni di calcio favoriscano il trasporto di elettricità nelle membrane cellulari a livello molecolare.

Carnicom documenta anche che gli alti livelli di sali nei suoli sono dovuti alle scie chimiche ed essi rendono la terra più elettroconduttiva. Queste sostanze sono facilmente ionizzate dalla luce ultravioletta e stanno causando un aumento degli ioni positivi nell’atmosfera. Questo non è salutare per gli esseri viventi. Egli ha rilevato le stesse anormalità nel sangue tra i pazienti di Morgellons.

La terra e tutti i suoi abitanti sono ora un ambiente favorevole per queste nanotecnologie che prediligono un ambiente alcalino, adatto per usare la bioelettricità e per sensori, antenne e strumenti in grado di autoreplicarsi ed autogenerarsi all’interno degli organismi viventi.

Ciò ci porta ad un altro documento dell’Aeronautica denominato: “Hit ‘Em Where It Hurts: Strategic Attack in 2025”. Questo testo merita un’indagine accurata, poiché descrive come impiantare nella popolazione “invisibili sensori biologici che sono più sottili di un capello umano”, diffondendo queste macchine nel cibo, nell’acqua e nell’aria ed usando agenti umani all’uopo.


Fine prima parte - Leggi qui la seconda parte

Guarda il video di questo articolo.


TANKER ENEMY TV: i filmati del Comitato Nazionale

lunedì, marzo 10, 2008

Un altro documentato caso di Morgellons

Pubblichiamo un articolo tratto dall'eccellente sito Ecplanet e relativo ad un caso di Morgellons, malattia che, come si evince dal testo, molti medici continuano ad ignorare sicché non possono neppure diagnosticarla. Mentre, però, parecchi dermatologi si ostinano per giunta a non voler esaminare i pazienti, la tossicologa californiana Hildegarde Staninger, che ha correttamente correlato il Morgellons alle scie chimiche, è impegnata con alacrità nella ricerca di una possibile cura.


di Ivanhole – photobucket.com

Parecchi mesi fa, iniziai ad avere qualche problema con della ‘roba’ tra i capelli, così mi rasai la testa. Questo video è stato girato qualche giorno dopo che mi ero rasato. Non sapevo di avere tutta quelle cose sulla testa. Mi ero visto sotto una luce ultravioletta ed i miei capelli sembravano una giungla. Ad una luce normale, di giorno o di notte, parevo a posto. Sotto quella ultravioletta, sembravo ricoperto di una specie di fibra o lanugine. Ho tenuto sotto osservazione quella strana forma di lanugine, in ambiente controllato, per impedire ogni normale contatto che la mia pelle potesse quotidianamente avere. Nel video, potete vederne le fasi di crescita sul cuoio capelluto: prima delle punte di colore brillante che sbucano fuori da dove dovrebbe esserci un follicolo, per poi divenire dei fili o forme più lunghe che, alla fine, si collegano tra loro. Queste immagini sono state girate, dopo aver fatto la doccia. Mi sono ‘asciugato all'aria’ in modo che la mia pelle non venisse a contatto con asciugamani, vestiti, tessuti etc.

Ho cercato di avere un consulto da un dermatologo, su questo od altri disturbi cutanei correlati. Ho tentato di mostrargli la mia pelle sotto la luce ultravioletta, ma vi ha dato una rapida occhiata e ha subito scrollato le spalle, dicendo “Beh, qual è il problema? Hai della lanugine in testa”. Ho tentato di fargli vedere che cresceva da me stesso, ma non ha guardato. Quando gli ho detto che assisto alla sua comparsa e l'ho grattata via da sotto la pelle: ha risposto che stavo avendo le allucinazioni e che mi ingannavo.

Mi ha consigliato di assumere un qualche antipsicotico o comunque un calmante. Bene... non mi ero ancora agitato, fino a quando 'sto stupido non s'è rifiutato di guardare quello che gli stavo mostrando. Diceva che tutti abbiamo quello strato di roba che ci ricopre... Beh, non so voi ragazzi, ma di tutte le volte che mi è capitato di stare sotto ad una luce fluorescente, in passato, non ricordo di essermi mai visto ricoperto da una lanugine del genere.

E così gli ho detto “Bene, potremmo guardare sotto una luce ultravioletta la sua pelle, per esempio quella del braccio, per dimostrarmi che è vero?” Si è rifiutato, dicendo che non mi sarebbe servito, aggiungendo che, infatti, se l'avesse fatto avrebbe peggiorato le mie condizioni mentali (?). Sino a quel momento non sapevo di avere ‘delle condizioni mentali’, anche se è vero che la sua ignoranza e l'atteggiamento compiaciuto mi stavano davvero mandando fuori di testa.

Parlava in quel modo senza minimamente esaminarmi il cuoio capelluto o una singola parte della pelle in genere. E se avessi avuto una qualche brutta infezione cutanea o una micosi? Come si fa ad arrivare ad una simile decisione e una così rapida diagnosi, solo con una superficiale osservazione durante un colloquio? Non ha toccato né esaminato la mia pelle con un qualche mezzo d'ingrandimento o anche soltanto da vicino ad occhio nudo.

Se lo avesse fatto, avrebbe trovato di più di quello che c'è nel video. Ho delle specie di fibre sotto e sopra la pelle. Produco come delle specie di palline da tennis di fibra, della misura di un pisello, tutte strettamente avvolte. Si attaccano allo stelo del capello. Credo crescano proprio insieme con alcuni capelli e dai follicoli. Sono microscopici ‘fagottini’ che, ad oggi, misurano dai 7,5 ai 10,5 centimetri. Ho dei piccoli fili striscianti che mi ricoprono continuamente. Si legano ai capelli da sotto e sopra lo strato cutaneo. Molte volte appaiono, come se fossero stati fatti per avere la forma di un insetto[*]. Ho questo e altri sintomi comuni a ciò che viene definito ‘Morgellons’. Qualcun altro ha regolarmente di questa roba sulla pelle, a qualsiasi ora, giorno e notte? Io ne emetto costantemente e non va affatto bene.

[*] Nota: ‘bug’ significa insetto in generale, o cimice in particolare, oltre che germe/microbo (tralasciando gli altri significati assunti in campo informatico). La cosa ‘curiosa’ è che bug vuol dire ANCHE “cimice” nel senso di “microspia”. Questo… come nota di riflessione a sostegno di quanti sono certi che la natura del Morgellons è tutt’altro che... ‘naturale’.

Dal link fornitovi qui, potrete scorrere altre immagini prese dopo aver girato il video, con gli aggiornamenti della situazione. Se un qualche lettore italiano, che conosce l’inglese, si ritrovasse PURTROPPO ad avere lo stesso problema, potrebbe magari contattare l’autore del video per rispondere al suo appello.

Qui il video sul canale You-Tube di Ivanhole.

Data articolo: marzo 2008

Traduzione rielaborazione e correzioni sintattiche: Daniela Brassi



giovedì, dicembre 20, 2007

Ulteriori analisi sui polimeri di Mondovì

Grazie alla collaborazione del direttore di PMNet, che ha dato ampio risalto alla notizia di strani filamenti caduti dal cielo nel monregalese (CN), siamo in grado di pubblicare le analisi delle fibre in oggetto compiute dal biologo parmigiano Giorgio Pattera e da una sua collaboratrice. Non anticipiamo i risultati delle analisi cui giunge lo scienziato di Parma, autore anche di alcuni pregevolissimi studi su temi di esobiologia. Ciascuno, dopo aver letto il rapporto, tirerà le sue logiche conclusioni.


Dopo le analisi condotte dalla Dr.ssa Ilaria Alfieri (Chimica Industriale, componente del C.D. di “GALILEO”) [vedi qui il documento in formato PDF], ho insistito personalmente nelle indagini, alla ricerca di qualcos’altro che poteva essere sfuggito.

Il residuo del campione rimasto (esiguo, in verità) è stato fotografato al microscopio a basso ingrandimento (10x), sottoposto all’irraggiamento di un tubo a “luce di Wood”, la qual cosa ha confermato (cfr. la relazione di Antonio Marcianò) che la sostanza filamentosa in oggetto risponde alla frequenza ultravioletta, emanando una rifrangenza bianco-bluastra, attraverso la quale è possibile osservare microscopiche granulazioni, simili alla ricostruzione grafica dei “loci” nei geni della catena del DNA.

Altri fotogrammi sono stati scattati anche ad ingrandimento superiore (60x) e a luce bianca, dimostrando la stranezza e la complessità di struttura del materiale filamentoso, inspiegabile considerando l’estrema sottigliezza dei filamenti stessi.

La disposizione sul tavolino traslatore del microscopio è stata l’azione più ardua e impegnativa di tutta l’indagine, essendo i filamenti ESTREMAMENTE APPICCICOSI e difficilmente separabili dal supporto traente: non oso pensare alle conseguenze, se dovessero malauguratamente capitare ed insediarsi a livello degli alveoli polmonari. Personalmente ne ho riscontrato tracce, nei giorni immediatamente susseguenti la “nevicata” di Mondovì, anche sugli specchi retrovisori della mia moto, rimasta parcheggiata di fronte al mio studio, in Ospedale, per una decina di ore, in una giornata soleggiata e ventosa.

Durante le operazioni di preparazione al montaggio per il microscopio, svolte alla luce alogena (100 watt), sono stato testimone di un’altra stranezza: i filamenti, oltre che leggerissimi, risultano elettrostatici, fotosensibili e termosensibili. Infatti, ad una distanza di circa 30 cm. dalla fonte di luce alogena ed al calore da essa emanata, i filamenti diventano estremamente reattivi, disponendosi in posizione ortotropica rispetto al piano d’appoggio, in direzione della fonte energetica, come se questa li “caricasse” e li attraesse verso di sé: sembravano i serpenti che, ondeggiando, fuoriescono dal cesto al suono dell’incantatore. (Il fenomeno ricorda vagamente il fototropismo delle essenze vegetali, per cui una pianta posizionata in una zona buia tende nel tempo ad allungarsi in direzione della fonte di luce più vicina).

Altre caratteristiche non sono riuscito ad individuare, causa la scarsità di materiale in nostro possesso.

Mettiamo questi dati a disposizione di chiunque abbia la possibilità di proseguire gli studi e le ricerche sull’inquietante ed attualissimo argomento, che pare incontrovertibilmente e strettamente connesso con l’innegabile fenomeno delle “chemtrails”.


Giorgio Pattera – Biologo

Parma, 18/12/2007



Scarica QUI i documenti in Versione PDF

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