lunedì, febbraio 18, 2008

Il mais autorizzato MON 863 non è adatto al consumo

Questa è la traduzione di un articolo apparso nel marzo del 2007 ancora facilmente consultabile in rete sul sito della CRII GEN; mi permetto di farne una traduzione il più possibile fedele per renderlo facilmente divulgabile. E’ troppo importante che anche gli italiani (che notoriamente masticano poco l’inglese) vengano a conoscenza di questi fatti ed è ora di finirla di farci raccontare che “gli ogm sono più controllati degli altri prodotti”. Ai luminari che si ostinano a fare queste affermazioni chiedo con tutto il cuore di smetterla di prenderci in giro o, in alternativa, di informarsi meglio, perché un test di sicurezza che dura al massimo 90 giorni è decisamente insufficiente e, dal punto di vista scientifico, dilettantesco.

La vicenda non è purtroppo conclusa, a breve avrete le traduzioni degli ulteriori sviluppi e dei carteggi tra CRII-GEN ed EFSA (per chi non sapesse chi è l’EFSA chiarisco che è l’Agenzia Europea per la Sicurezza Alimentare , ovvero il maggior organo europeo incaricato di supervigilare sulla nostra salute).

Marina Mariani - 18 febbraio 2008

Un problema serio: il mais autorizzato MON 863 non è adatto al consumo

Per la prima volta al mondo uno studio indipendente sui rischi per la salute di un mais che è già stato autorizzato per il consumo dimostra che esistono sintomi di tossicità epatorenale. Si tratta di una controanalisi effettuata de CRII-GEN (Ente Indipendente Francese) di uno studio presentato dalla Monsanto su topi nutriti con mais gm MON 863 per un periodo di 3 mesi.

I dati grezzi sono quelli usati per ottenere il rilascio a livello internazionale per fini commerciali di questo mais. I sintomi scoperti nel rianalizzare i dati sono consistenti e sono evidenziati da un confronto con topi delle stessa origine genetica, della stessa età e allevati in gabbie nelle stesse condizioni, che però hanno assunto una dieta equilibrata, fissata come equivalente di controllo, ma senza le tossina Bt, che è l'insetticida prodotto dal mais in questione. In media le femmine mostrano un aumento di peso, un aumento significativo della glicemia e dei lipidi ematici, un aumento del peso del fegato rispetto al peso del corpo e danneggiamento della funzionalità renale.

Al contrario, i maschi hanno perso peso, sono risultati più sensibili a livello renale, i reni si sono ridotti rispetto al corpo e nelle urine si sono modificate le percentuali degli ioni analizzati. Questo induce a pensare a un nefropatia. Questi ultimi sintomi si verificano spesso con l’età, ma in questo caso i soggetti erano giovani ( 5 mesi al termine del test).

Sono stati anche cercati marcatori delle funzioni epatiche. Si tenga presente che prodotti tossici come i pesticidi provocano regolarmente effetti differenti a seconda del sesso, come accade durante le fasi iniziali di un tumore. Non è possibile nel caso di un esperimento avente una durata così breve (3 mesi) identificare l’inizio di una particolare malattia. Tuttavia si può notare una reazione degli organi deputati alla detossificazione. Le variazioni di peso di questi animali non sono state valutate statisticamente da Monsanto, che ha pubblicato uno studio su questo soggetto nel 2006. Il rapporto Monsanto omette anche le analisi chimiche delle urine. Le statistiche non erano dettagliate e i protocolli discutibili.

1) solleviamo obiezioni sulle ragioni per cui le autorità non hanno richiesto uno studio indipendente delle analisi statistiche effettuate da Monsanto, che avrebbe evidenziato questi problemi.
2) ci chiediamo come mai le autorità non abbiano richiesto un prolungamento di questi esperimenti
3) ci chiediamo come mai le autorità non hanno richiesto analisi relaive agli ormoni sessuali, che possono essere modificate dai diversi effetti a seconda del sesso.

I dati di Monsanto che hanno permesso di fare questa controvalutazione sono stati ottenuti per vie legali. Questi dati sono stati considerati “confidenziali” non solo dalla compagnia ma anche dagli Stati Europei e dalla Comunità Europea. Questi dati tuttavia erano relativi al mais MON 863 il quale produce un insetticida chiamato “Cry3Bb1 modificato” che si supponeva uccidesse un insetto classificato come Coleottero Crisomelide, la Diabrotica virgifera. Questo insetto è particolarmente devastante per le colture di mais ed è stato recentemente introdotto alcune volte in Europa tramite voli aerei. Questo mais recentemente autorizzato in Europa contiene anche un gene che codifica la resistenza a un antibiotico. I test della Monsanto sono piuttosto insufficienti come prova, sebbene siano allo stesso tempo i più dettagliati e i più lunghi mai effettuati al mondo sui mammiferi, dopo il consumo di questa pianta; e questi sono i tipici test regolamentari per gli ogm (la cui durata prevista è al massimo di 90 giorni soltanto).

Dato che produce un nuovo insetticida intrinseco, questo ogm appartiene alla seconda delle più importanti categorie di ogm coltivati e commercializzati nel mondo. Gli altri ogm assorbono un erbicida senza risentirne. Quindi gran parte degli ogm sono piante diserbanti.

Per la cronaca, questi test sono stati oggetto di controversia in Francia e nel 2003 hanno provocato un disaccordo tra esperti, in particolare nella commissione francese di genetica biomolecolare (CGB). CRIIGEN (la commissione di ricerca indipendente e informazione sull’Ingegneria Genetica) era preoccupata della possibile debolezza scientifica e ha chiesto alle autorità incaricate di regolamentare gli ogm (EFSA N.d.t.) di visionare i dati grezzi.

Questi dati sono stati tenuti secretati come confidenziali fino a quando Greenpeace Germania non ha vinto la causa legale contro Monsanto; questo fatto ha costretto la compagnia a rendere pubbliche le analisi di sangue e urine dei topi usati nell’esperimento. I dati grezzi erano contenuti in oltre 110 pagine di tabelle di numeri e calcoli. Un gruppo di lavoro CRIIGEN, comprendente il Prof. Seralini (Ricercatore in pesticidi ed esperto governativo di ogm, Università di Caen), Prof. Collier (Biostatistico, Università di Rouen) e Dott. Spiroux de Vendomois (fisico e specialista in tutela ambientale) hanno concluso uno studio e rivalutato questi dati. Il lavoro è stato condotto indipendentemente da Monsanto o altri produttori di ogm.

Queste valutazioni certamente sufficienti a richiedere una immediata moratoria del mais MON 863 e di tutti i suoi ibridi per alimentazione umana o animale, oltre a più attenti studi di nutrizione. Questo mais non può essere considerato sicuro da mangiare. Chiediamo urgentemente una moratoria sugli altri ogm già approvati dopo aver corretto gli attuali metodi usati per stabilirne la salubrità.



Articolo a cura della D.ssa Marina Mariani, autrice dei libri: "Gli organismi geneticamente modificati", ed. Xenia - "Gli additivi. Come riconoscere le sostanze nocive aggiunte in ciò che mangiamo", ed Macro - "Alimenti geneticamente modificati", ed Hoepli.

3 commenti:

  1. altro link per approfondimenti sull'argomento

    http://www.mednat.org/mercato_salute.htm

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  2. Dimenticavo di appuntare però che l'esperimento è stato fatto sui topi, e per quanto i risultati sui topi possano essere preoccupanti bisogna stare attenti: utilizzare le cavie non è corretto scientificamente (per alcuni roditori una iniezione di penicillina e persina di vitamina C può essere fatale) e nemmeno eticamente.

    Con questo non voglio dire che gli OGM siano innocui (anzi penso che siano molto peggio di quello che possiamo temere) ma che non possiamo combattere il sistema di potere globale ricorrendo ai metodi dei truffatori senz'anima (medicina vivisezionista).

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  3. Il ratto è sempre stato punto di riferimento per i test di farmaci o sostanze chimiche in generale. Questo perché, sotto molti aspetti, il suo organismo si comporta in modo simile all'uomo, con la differenza di un metabolismo più veloce. Detto questo, nel dubbio è sempre meglio rifiutare a priori qualcosa che viene geneticamente modificato e che quindi è di per sè un prodotto contro natura.

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