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venerdì, ottobre 07, 2016

Il negazionista Angelo Mario Nigrelli sarà assolto



Il 24 ottobre prossimo venturo si terrà una delle ultime farsesche udienze che vedono come imputato Angelo Mario Nigrelli, diffamatore di professione. In realtà il rinvio giudizio del famoso tipografo di Sanremo, originario di Petralia Sottana (PA), in Sicilia, è puro fumo negli occhi, poiché sino dalla prima udienza si evidenziò subito come lo stesso Pubblico Ministero così come la Polizia postale ma pure il Giudice, Dottoressa Anna Bonsignorio, mirassero ad una sua assoluzione, negando l'evidenza delle oggettive e schiaccianti prove a suo carico. Il paradosso di questo finto processo diviene evidente quando vediamo lo stesso Nigrelli testimone per la parte civile nel processo per "diffamazione" a carico di Rosario Marcianò [1] con Nigrelli definito "attendibile" dal Giudice Dottor Domenico Varalli. Il Dottor Varalli è lo stesso togato che si è inventato la "recidiva con reiterazione" (così riportò anche il Tribunale di Lanciano) per Marcianò, nonostante questa non sussista e per il semplice fatto che in tal modo si potrà infliggere a chi scrive una condanna più pesante. Per questo ed altri motivi il Dottor Varalli è stato ricusato e denunciato al CSM. [2]



Comunque sia il processo a carico di Angelo Nigrelli prese una cattiva piega per le parti offese nel momento in cui l'avvocato Fabrizio Spigarelli improvvisamente decedette, in circostanze quanto meno misteriose. Infatti alla precedente udienza la parte offesa (Antonio e Rosario Marcianò), essendo rimasta improvvisamente senza legale di fiducia, dovette rinunciare a costituirsi parte civile e non fu nelle condizioni di agire nei modi previsti dalla legge per tutelare i propri interessi. Così colui che, ancora adesso, ingiuria un giorno sì e l'altro pure chi scrive ed il fratello, vede sgomberata la strada, grazie anche al favore del Pubblico ministero che, invece, avrebbe dovuto avere il ruolo di accusa.



Nel procedimento a carico di Marcianò la tesi della parte civile ed anche dell'accusa consiste nell'individuare Angelo Nigrelli come l'utente Wasp, così da scagionare il figlio Enrico e poter condannare quindi Marcianò per il reato di "diffamazione". Invece, nel processo a carico di Angelo Nigrelli, la tesi della sua difesa ma anche, paradossalmente, della pubblica accusa è negare che esistono prove certe che identifichino "Wasp" ed Angelo Nigrelli come lo stesso individuo. "Giustizia" schizofrenica? No. Semplicemente "Giustizia" furba e sbilanciata.

Qualcuno di voi sapeva che Nigrelli è imputato per diffamazione? Nessuno, presumo, visto che i media di regime (vedi anche il locale portale Sanremonews) hanno sempre diligentemente riportato le veline passate dalla disinformazione, accusando Marcianò di ogni nefandezza, con l'evidente obiettivo di screditare.

In definitiva... Angelo Nigrelli sarà assolto e Marcianò sarà condannato. Dalle parti del Ministero della Giustizia e sulle pagine della disinformazione di Stato si festeggerà per il lieto evento, ma ci rivedremo a Filippi...

[1] Rosario Marcianò fu rinviato a giudizio dalla Procura di Imperia, nel 2011, per aver espresso il seguente giudizio sul figlio di Angelo Nigrelli (Enrico): "dozzinale".

[2] - Recidiva - L’articolo 99 c.p. prende in considerazione una delle circostanze legate alla persona del colpevole. La norma prevede la cd. recidiva ovvero il fatto che il reo “dopo essere stato condannato per un delitto non colposo, ne commette un altro […]”. Per la recidiva, il Codice prevede un aumento della pena in quanto tale circostanza evidenzia un possibile nesso con concetto di capacità a delinquere (art. 133 c.p.).

- Reiterata (art. 99 quarto comma c.p.) quando il nuovo reato è commesso da chi è già recidivo. In questi casi, l’Ordinamento prevede l’applicazione di un aumento della pena fino alla metà, se si tratta di recidiva semplice o fino a due terzi, se si tratta di recidiva aggravata specifica o infraquienquennale e da uno a due terzi, se commesso durante o dopo l’esecuzione della pena o nel tempo in cui il condannato si è sottratto volontariamente alla giustizia.

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martedì, settembre 20, 2016

L'avvocato Fabrizio Spigarelli fu ucciso?



Il 31 agosto 2015 muore, in circostanze poco chiare, il quarantatreenne avvocato penalista di Sanremo Fabrizio Spigarelli. I media forniscono, sin dall'inizio, informazioni volutamente forvianti, indicando come il luogo del decesso la sua abitazione, mentre in realtà il legale di fiducia dei fratelli Marcianò è stato trovato privo di vita nel suo studio, ad Arma di Taggia. Spigarelli, al contrario di quanto asserito nei notiziari televisivi, cartacei e su Internet, viveva da solo in una mansarda a Riva Ligure, mentre sua madre risiedeva (e risiede tuttora con Bibi, il bassotto di Fabrizio) a Sanremo, nella vecchia abitazione ove era nato Fabrizio.

E' indicativo che il luogo ove si sarebbe verificato il malore è subito spostato in una fantomatica abitazione di via Boselli ad Arma di Taggia. In realtà l'avvocato Spigarelli, in via Boselli aveva il suo studio, al quarto piano, inizialmente condiviso con una collega del foro di Imperia. Non è irrilevante. In effetti, se si intende allontanare sospetti su eventuali "incontri pericolosi" nelle ore antecedenti ai fatti, è preferibile omettere che il professionista è deceduto sul luogo di lavoro. In questo modo nessuno è tenuto ad indagare sulle eventuali ultime telefonate o appuntamenti con clienti o altri soggetti, indagini che potrebbero portare a piste diverse dal decesso per cause naturali.



Il sospetto che l'avvocato Spigarelli non sia morto a causa di un attacco cardiaco è legittimo, giacché egli stesso, poche settimane prima, durante uno dei nostri incontri legati ai numerosi procedimenti inquisitori imbastiti dalla magistratura a nostro carico, ci confessò che temeva di essere stato avvelenato, allorquando, qualche mese prima, in pericolo di vita, dovette essere ricoverato d'urgenza presso l'ospedale civico di Imperia per un improvviso blocco renale, dovuto, si diceva, ad una non ben identificata, intossicazione. A quel tempo... bocche cucite per opera delle autorità mediche.

Qualche anno prima Spigarelli, che era noto per essere un avvocato che non aveva paura di inimicarsi personaggi di spicco all'interno delle Procure così come in altri gangli del sistema, era stato incastrato con accuse false e calunniose, arrestato e sospeso dall'albo. Successivamente fu assolto con formula piena e con grande difficoltà riuscì a riabilitarsi al cospetto dell'opinione pubblica, per via dell'onta con cui era stato coperto e che ancora adesso macchia ingiustamente la sua memoria. Fabrizio era una persona affabile, pacifica, disponibile. Lo contraddistinguevano una vivida intelligenza ed una sensibilità umana che difficilmente si può incontrare nell'ambiente della "Giustizia". Amava la musica e suonava in modo eccelso il violino. Insomma, tutto il contrario di quel personaggio impulsivo e facinoroso dipinto dai pennivendoli.

Solo tre giorni dopo la dipartita del penalista, le autorità confermano (non si sa come) il decesso dovuto ad un infarto ed il corpo è cremato. Un'autopsia ufficialmente disposta ma mai condotta, evidentemente. Così la verità è ormai sepolta. Anzi... è finita in cenere.

Fabrizio che, oltre ad essere un amico di vecchia data, era un avvocato con la A maiuscola come non se ne potranno mai trovare, era una persona scomoda e forse la sua decisione di assisterci gli fu fatale. Non sapremo mai come sono andate veramente le cose, ma di una cosa siamo certi: Spigarelli non è deceduto per cause naturali.

Le ultime conversazioni telefoniche con l'avvocato Spigarelli, registrate a fine agosto 2015:

- LINK 1
- LINK 2



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