Visualizzazione post con etichetta Luca Mercalli. Mostra tutti i post
Visualizzazione post con etichetta Luca Mercalli. Mostra tutti i post

sabato, agosto 24, 2013

Un giornalista Preve-nuto

Ricorderete le recenti prodezze della testata "La Repubblica" che, per voce del giornalista Marco Preve e su mandato dei servizi, ha imbastito un raffazzonato "articolo" che aveva come unico obiettivo quello di screditare un insegnante di ruolo presso il Liceo "G.D. Cassini" di Sanremo. Il motivo? E' semplice... questo insegnante ha avuto l'ardire di offrire una visione alternativa di certi fatti e, insieme con il fratello, si occupa di geoingegneria clandestina alias scie chimiche. Così nei titoloni rilanciati anche dalla stampa locale, il Professor Marcianò "Crede nelle scie chimiche e cioé negli UFO ed è anche antisemita". Ovviamente chi conosce Antonio Marcianò e, soprattutto i suoi allievi, sa benissimo che queste sono infamanti accuse infondate e ridicole, ma ciò non interessa agli autori di questa azione in puro stile stalinista, giacché lo scopo, parallelamente alla diffusione di articoli sull'"aceto che distrugge le scie", è puramente orientato al discredito ed alla delegittimazione di quei pochi che sono sopravvissuti, in questi anni, a minacce e persecuzioni di ogni genere, cominciate sin dalle prime settimane successive alla messa on line del blog tankerenemy.com.

Coincidenze? Esagerazioni? Non direi e d'altronde, leggendo la sgangherata risposta del gazzettiere Marco Preve ad una missiva firmata da alunni ed ex alunni del professor Marcianò, si evince chiaramente che non solo il sedicente "giornalista investigativo" non ha la benché minima idea di che cosa significhi "indagine obiettiva", ma è pure dichiaratamente in malafede! Egli non solo nega di aver diffamato, ma insiste senza pudore nella sua condotta, forte del convincimento che, come i suoi compari della disinformazione istituzionalizzata, è intoccabile e che quindi le querele nemmeno lo sfioreranno. E' inoltre evidente, nella missiva del Nostro, che il reale bersaglio del vile attacco non è tanto il metodo di insegnamento del professor Antonio Marcianò, ma i temi di cui egli si occupa, al di fuori della scuola, insieme con il fratello Rosario e qualche altro collaboratore. Il problema è comunque di coloro che organizzano certe crociate a pagamento, poiché dovrebbero selezionare soggetti intelligenti ed invece si circondano sempre e solo di mezze calzette, utili solo a far brutte figure.

Di seguito riporto integralmente e senza modificarne formattazione (saranno evidenziate in neretto le frasi significative) e punteggiatura la mail inviata dal Preve agli studenti del Liceo "Cassini", discepoli che hanno aperto questa pagina di solidarietà su Facebook, a favore del loro docente.

"grazie per il tono civile della lettera e per la considerazione mostrata nei confronti del mio giornale. Mi permetta però di risponderle con qualche considerazione che naturalmente potrà anche non condividere. Prima di tutto una precisazione: noi non abbiamo infamato nessuno e se lei lo sostiene, o me lo dimostra non con interpretazioni ma con fatti, oppure è lei che sta diffamando me e la mia testata. Mi perdoni se sono un po' duro su questo punto ma il suo professore e suo fratello in questi giorni hanno praticato una diffamazione tanto vergognosa e pesante nei miei confronti, nei confronti di altri colleghi o semplici critici delle loro teorie, da sconfinare nella farsa. Lo hanno fatto nei vari blog che gestiscono e qui vengo ad un altro punto della sua lettera. La pagina Fb era solo uno dei canali on line su cui i Marcianò venivano criticati. E poi mi perdoni, non le sembra contraddittorio che lei ci accusi di prestare attenzione ad una pagina Fb quando Fb è proprio lo strumento che lei ha ritenuto più valido per difendere il suo prof? Potrà non essere d'accordo ma i social network sono oggi parte integrante del sistema mediatico informativo. Ma non è questo il punto, altrimenti i giornali passerebbero il tempo a seguire bufale o vendette on line.
Qui la differenza la fanno altri aspetti.
Primo, le critiche riguardavano idee e tesi effettivamente sostenute da Marcianò; secondo su vari siti e blog tali idee erano da tempo oggetto di critiche e discussioni; terzo credo di aver svolto correttamente il mio mestiere leggendo gli scritti, parlando per 40 minuti con il prof Marcianò e suo fratello che ha voluto intromettersi nella discussione, e soprattutto parlando con la vicepreside. Perché proprio qui sta il cuore del problema: il prof Marcianò per il liceo rappresenta comunque una fonte di imbarazzo visto che in città le sue tesi fanno discutere e alcuni genitori lo ritengono un problema per l’educazione dei loro figli. Lo dice la vicepreside non io. Mi sembra poi tanto appassionata quanto ingenua la vostra difesa del professore circa il fatto che non abbia plagiato (un verbo usato da voi e mai dal sottoscritto) le vostre menti. La vostra mail è quella di chi ritiene legittimamente il prof Marcianò un ottimo insegnante ma mi consentirete di ipotizzare (e se non fosse per una questione di riservatezza vi potrei dire che è anche qualcosa di più di un’ipotesi) che possa anche esistere qualcuno che la pensi diversamente anche se non ha scritto mail pubbliche o creato pagine Fb di sostegno.
Mi fermo qui e come vedete non mi sono neppure soffermato ad analizzare le tesi dei Marcianò. Mi limito ad una sola circostanza che non posso tacere: sostenere che quel carabiniere ferito a revolverate davanti a palazzo Chigi nel maggio scorso - credo sia rimasto invalido a vita – non sia mai esistito e sia il figurante di un complotto è una bestialità che offende non tanto una mente ormai compromessa, bensì voi e il vostro genuino affetto per un professore che vi ha comunque accompagnato negli anni più importanti della formazione di ciascun individuo. Ma visto che i vostri studi vi hanno soprattutto insegnato ad approfondire, sviluppare il senso critico e capire che la realtà e le persone possono avere diverse sfaccettature, permettetemi di invitarvi a rileggere l’intera vicenda alleggerendovi delle suggestioni adolescenziali.
Vi saluto cordialmente
marco preve
ps: utilizzate questa mia risposta liberamente anche se credo che diventerà l’ennesimo spunto per il vostro prof, suo fratello e i loro adepti telematici per vomitare sul sottoscritto e il mio giornale nuovi insulti, minacce e accuse di appartenenza a complotti mondiali"

Articoli correlati:

- Attentato davanti a Palazzo Chigi: un false flag all'italiana
- Attentato davanti a Palazzo Chigi: falso anche il frame della telecamera di sorveglianza

Preve... confuta e solo dopo esprimiti!

mercoledì, agosto 14, 2013

I giornalisti della polpetta

“Un’opposizione voluta ed autorizzata dal sistema”. (G.C. Argan)

Marco Preve è un giornalista salito al disonore della cronaca per aver scritto un demenziale articolo il cui scopo principale è il solito, ossia screditare chi si occupa di geoingegneria clandestina.

Chi è Marco Preve?

“Marco Preve, quarantasei anni, è nato a Torino, ma vive e lavora a Genova da quasi vent’anni come giornalista del quotidiano «La Repubblica». Ha iniziato come corrispondente di provincia, poi come cronista di nera e da tempo si occupa principalmente di giudiziaria e inchieste tra affari, politica, speculazione edilizia e urbanistica. Ha seguito i delitti del serial killer Donato Bilancia, poi le giornate del G8 del 2001 ed i processi che ne sono seguiti e ancora i principali scandali in Liguria, specialmente quelli legati al porto di Genova e al casinò di Sanremo. È interessato, anche come fenomeno sociale, alle battaglie dei comitati e delle associazioni ambientaliste. Collabora con “Micromega” e “L’Espresso”. Per “Chiarelettere” ha scritto nel 2008 assieme a Ferruccio Sansa "Il partito del cemento", e nel 2010 “La colata”, insieme a Ferruccio Sansa, Andrea Garibaldi, Antonio Massari e Giuseppe Salvaggiulo. Cura quotidianamente su internet un blog dal titolo “Trenette e mattoni” all’indirizzo www.preve.blogautore.repubblica.it, diventato luogo di denuncia e approfondimento di questioni legate alla devastazione del territorio della Liguria e alle malefatte di amministratori, banchieri e imprenditori”.

Sono dunque queste le credenziali di Marco Preve. Appartiene alla scolaresca di cronisti, pubblicisti, autori che sembrano la coscienza critica del sistema. “Micromega”, “L’Espresso”, “La Repubblica”… tutte testate che galleggiano nella maleodorante palude della pseudo-sinistra, di un’opposizione falsa e stitica, dell’ambientalismo d’accatto, dell’anti-berlusconismo di maniera. Sono pubblicazioni che da decenni fungono da valvola di sfogo per sudditi indignati contro i privilegi della casta. Sono scartafacci per radical chic, intellettualoidi dalle pose anticonformiste, “rivoluzionari” borghesi, per la low e middle class piena di frustrazioni superate solo quando Travaglio denigra Berlusconi. E’ un’accozzaglia di scribacchini che, soltanto per aver denunciato gli abusi edilizi di qualche palazzinaro e per aver messo alla gogna un paio di amministratori corrotti (che grande scoperta!), presumono di essere degli eroi della libertà, dei moralizzatori. Ignorano che il sistema stesso ha previsto questo loro patetico dissenso destinato a lasciare inalterato lo status quo. Sono simili a quei bambini che giocano alla guerra, immedesimandosi a tal punto nei contendenti da credere di combattere veramente.

Il Dottor Preve ha pubblicato due libri per la casa editrice “Chiarelettere”, incarnazione dell’editoria organica al potere sotto le apparenze della critica all’establishment.

Per “Chiarelettere” scrive, ad esempio, il meteorologo Luca Mercalli, noto negazionista, il sedicente “verde” che vede il filo d’erba e non la foresta.

Per “Chiarelettere” scrive Sandro Provvisionato, in forza a Canale 5, perfetta testimonianza di quel “giornalismo” che si barcamena fra timide inchieste ed adesione piena all’ideologia dominante propalata dalle reti “Mediaset”. Ci si arruffiana il pubblico con un’inchiesta un po' fuori dal coro per poi ribadire ad ogni piè sospinto le versioni ufficiali sul 9 11 e compagnia cantante.

Marco Travaglio è la punta di diamante della casa editrice in questione. Il personaggio si squalifica da sé.

Gianluigi Nuzzi ha pubblicato qualcosa per i tipi di “Chiarelettere”. Nuzzi è il reporter che ha avuto il merito di rivelare alcuni scandali del Vaticano, salvo poi mettere in risalto per contrasto un’inesistente Chiesa buona. E’ stata un’operazione molto efficace, con cui un’analisi impietosa del Vaticano di fatto l’ha rinvigorito e legittimato. Nuzzi ha realizzato il suo reportage per la scandalosa rete televisiva “La 7”, bivacco di ignoranti, di gazzettieri, di cattivi maestri, alcuni dei quali legati al Gruppo Bilderberg. “La 7” è il pendant sul piccolo schermo di quel mucchio di immondizia, noto come gruppo editoriale “L’Espresso S.P.A.” (beneficiario di 17 milioni di euro l'anno di finanziamento pubblico). In questo ammasso puzza in particolar modo la spazzatura nota come “Giornalettismo”.

Insomma le referenze del Dottor Preve sono quelle sopra riportate, l’ambiente in cui opera è quello poc’anzi descritto.

Che cosa ci si poteva attendere? Il giornalismo mainstream partorisce mostri, anche e soprattutto quando scrivono per quotidiani e periodici “indipendenti”, anzi indidementi.


La guerra climatica in pillole

Le nubi che non ci sono più

Per una maggiore comprensione dei fenomeni legati alla guerra ambientale in corso, abbiamo realizzato l'Atlante dei cieli chimici.

Chi è Wasp? CLICCA QUI

CHEMTRAILS DATA

Range finder: come si sono svolti i fatti

sabato, dicembre 19, 2009

Copenhagen: la truffa del riscaldamento globale

Si è svolto a Copenhagen, dal 7 al 18 dicembre, il vertice sul clima. Al summit hanno partecipato i potenti, anzi i prepotenti della Terra, per continuare a recitare l'ignobile farsa del riscaldamento globale causato dal biossido di carbonio. I bugiardi, sostenuti nelle loro dichiarazioni ed iniziative da "ambientalisti" collusi o ingenui, affermano che occorre ridurre le emissioni di gas serra, se si intende salvare il pianeta dagli sconvolgimenti climatici. Come sempre il biossido di carbonio, gas che determina un lievissimo effetto atmosfera e che è indispensabile alla vita, viene demonizzato, mentre non si accenna neppure alle vere fonti di inquinamento. Quali sono le effettive cause dei disastri ambientali e dell'aumento di patologie? Le onde elettromagnetiche, il benzene nei carburanti (sostanza cancerogena), i veleni diffusi con le scie chimiche (dal bario all'alluminio, dal torio radioattivo al litio e via discorrendo), l'uranio impoverito, le nanoparticelle degli inceneritori, i pesticidi usati in agricoltura, il fluoro nei dentifrici... Pseudo-scienziati e pupazzi della politica cianciano di riscaldamento globale, ma, ad esempio, non citano mai il biossido di zolfo, composto chimico diffuso clandestinamente tramite gli aerei (militari e civili) e che determina un effetto serra decine di volte superiore a quello del biossido di carbonio.

A che cosa serve dunque la gigantesca pagliacciata di Copenhagen? Non certo a salvare la Terra ed i suoi abitanti da catastrofi climatiche, ma ad introdurre nuove tasse per strangolare i cittadini (vedi la futura Carbon Tax). Serve a creare sensi di colpa in una popolazione sempre più controllata. Siamo seri: Obama e gli altri burattini del governo occulto mondiale fingono di agire a favore dell'umanità, ma essi stessi attuano TUTTE le operazioni più criminali (scie chimiche in primo luogo) finalizzate alla diffusione di inquinanti per distruggere gli ecosistemi ed avvelenare le persone. Infine, gli "esperti" e le marionette dei governi glissano sul climategate, la truffa perpetrata da molti "scienziati" che sono stati colti in flagrante, mentre falsificavano statistiche e studi per propagandare la menzogna del "global warming" dovuto al biossido di carbonio.



Responsabili di queste mistificazioni sono i media di regime che fanno da cassa di risonanza delle affermazioni di “pseudoscienziati” (italiani e stranieri) e ministri dell’ambiente: i mezzi di informazione di massa manipolano l’opinione pubblica, creando pregiudizi e plasmando una “realtà” completamente finta, ma creduta vera.

Intanto, imperterriti Obama e le altre marionette ripetono le loro falsità, come dischi incantati. Non lasciamoci ingannare da questi ipocriti del clima, come Al Gore, Luca Mercalli, Mario Tozzi e tanti altri, che hanno ricavato da questa immane frode notevoli vantaggi ed una immerita popolarità da ecologisti.



Attacco all'informazione CLICCA QUI

CHEMTRAILS DATA

Range finder: come si sono svolti i fatti

mercoledì, novembre 25, 2009

Ecco la spy story informatica che ha messo in imbarazzo i catastrofisti climatici


Pubblichiamo un articolo sull'ormai nota vicenda circa i messaggi di posta elettronica che vari climatologi si sono scambiati. Questi messaggi sono stati scoperti da un hacker che è riuscito ad introdursi nel sistema informatico dell'Università dell'East Anglia. La notizia è dirompente, poiché dimostra in modo inoppugnabile che l'effetto serra dovuto al biossido di carbonio è una gigantesca frottola. Nondimeno la dicotomia tra "scettici" e "catastrofisti" è ambigua e forviante: infatti, se è vero che il CO2 non è all'origine del riscaldamento globale, è altrettando indubbio che gli sconvolgimenti climatici e meteorologici sono reali, ma causati da chemtrails ed onde elettromagnetiche.

Anche l'accresciuta attività solare incide ed essa interagisce rovinosamente con le operazioni militari che hanno danneggiato la magnetosfera. Volentieri dunque diamo spazio a tutti quegli articoli che sbugiardano i "climatologi" e "meteorologi" che mentono sull'effetto atmosfera, falsificando i dati, ma non bisogna mai né ignorare né dimenticare quanti e quali danni chemtrails e H.A.A.R.P. stanno provocando al pianeta. Le mezze verità non sono meno perniciose delle bugie (C.T.E.).


Furti, lettere e codici: a qualcuno piace molto caldo

“Sono abituato ad avere a che fare con tutta la faccenda del 1998 e la possibilità che si stia andando verso un periodo più lungo – 10 anni – al di là di quanto ti aspetti dalla Niña. Sarà speculazione, ma se questa possibilità la vedo io, c’è il rischio che la vedano anche altri. Ad ogni modo, penso che taglierò gli ultimi punti dalla curva prima del mio prossimo discorso, in modo che quel trend verso il basso sembri l’effetto della fine della serie, piuttosto che il risultato dei recenti anni freddi”.

Se fosse stato Michael Crichton a scrivere la storia di e-mail rubate all’Università dell’East Anglia (UK, n.d.r.) che in questi giorni preoccupa (e non poco) alcuni dei più influenti climatologi del mondo, in pochi avrebbero trovato il romanzo noioso. Nella notte di venerdì 20 novembre, il Centro di ricerca sul clima (C.R.U.) dell’Università britannica ha subìto un attacco per opera di un pirata informatico (forse agevolato da una talpa interna) che ha pubblicato su un server russo 62 mega byte di e-mail e allegati scambiati dal 1996 ad oggi tra gli scienziati del famoso centro che da tempo collabora con l’I.P.C.C. nella stesura dei rapporti dell’O.N.U. sui cambiamenti climatici (rapporti in cui si sostiene che le emissioni di CO2 prodotte dall’uomo starebbero surriscaldando pericolosamente il nostro pianeta).

Nella mattina di venerdì, diversi blog specializzati (primo tra tutti Air Vent, poi Climate Audit e What’s up with that) riportano la notizia con alcuni stralci di queste e-mail. Subito i cosiddetti “scettici” dell’origine antropica del global warming si affrettano a dire che in quelle mail c’è la pistola fumante del grande raggiro perpetrato dai cosiddetti “catastrofisti”: in effetti la lettura di questa corrispondenza (scaricabile ormai da molti siti sulla Rete, primo tra tutti quello del Wall Street Journal) svela un fitto scambio di informazioni e pareri tra gli studiosi del global warming su come filtrare le informazioni per selezionare che cosa far passare al pubblico e che cosa no. In poche parole, i climatologi si consigliano a vicenda di non pubblicare dati e numeri che contesterebbero la loro teoria.

Fino a venerdì pomeriggio, nessun sito di informazione riprende la notizia, soprattutto in Italia. Solo Climate Monitor, un blog scientifico che si occupa di Climatologia, tratta la faccenda, invitando intanto alla calma. Al momento, infatti, nessuno ha ancora né smentito né confermato la fuga di materiale dal C.R.U. Il Foglio contatta l’Università dell’East Anglia: un portavoce conferma “l’attacco di un pirata informatico”, ma non garantisce che tutto il materiale finito in Rete sia genuino. Nel tardo pomeriggio, la B.B.C. dà la notizia del furto di e-mail senza accennare nello specifico al loro contenuto; poco dopo il Guardian fa lo stesso, ma citando alcuni nomi di scienziati presenti nella corrispondenza elettronica e riportando alcuni brani della stessa. Tra questi, quello che più ha eccitato gli "scettici".

Uno degli scienziati più attivi in questo scambio di e-mail, P. J., scrive a diversi colleghi che ha “appena usato il trucchetto di Mann (noto climatologo, n.d.r.) per nascondere il declino (delle temperature, n.d.r.) in alcune serie a partire dal 1981”.

A questo punto sulla rete è il caos, le parole “trick” (trucchetto) e “hide the decline” (nascondere il declino) sono inequivocabili, dicono in molti. Nella sera di venerdì anche il New York Times racconta l’accaduto. Sabato, in Italia, solo il Foglio ne parla: il mistero è ancora fitto, nessuno degli scienziati coinvolti ha parlato nel merito (alcuni sono intervenuti per dire che il furto di corrispondenza è un reato). Domenica Il Corriere della Sera e La Stampa scrivono dell’accaduto. Lunedì sui giornali italiani non c’è già più traccia della notizia, che invece resta nei giornali internazionali: il Wall Street Journal gli dedica l’intera pagina tre, ieri, e quello stesso articolo è il più letto del giorno sul sito Web. Altre mail vengono pubblicate. E’ ancora P. J. a scrivere:

“Non voglio vedere nessuno di questi studi nel report dell’I.P.C.C. K. ed io li terremo fuori in un modo o nell’altro, anche se dovessimo arrivare a ridefinire che cos’è un peer-review”.

Tecnicamente il “peer review” è un processo con cui viene valutata la qualità di una ricerca, per decidere se pubblicarla su una rivista o finanziarla. Questa viene sottoposta al giudizio di altri scienziati esperti nello stesso campo dell’autore e scelti nella comunità internazionale. Di cosa parlano questi studi per la cui non pubblicazione il professor P. J. sarebbe pronto a ridefinire la procedura di questo processo? I siti che riportano la notizia parlano di studi “non utili alla causa del global warming antopico”. A questo punto, le reazioni non ufficiali sono cominciate ad uscire: gli scienziati coinvolti hanno scritto la loro versione su Real Climate, un blog nato proprio da alcuni di loro. La cosa interessante è che non è arrivata nessuna smentita su quanto scritto nelle mail (a questo punto da considerare tutte genuine?), ma solo precisazioni sul significato di alcuni termini usati in gergo colloquiale e accuse di “ aver decontestualizzato” i contenuti degli scambi epistolari. Resta il fatto che i contenuti sono abbastanza espliciti e misteriosamente quasi nessun quotidiano li ha analizzati.



La linea che sta passando – anche in Italia – è che questo “attacco” sia stato portato da chi vuole far fallire la Conferenza sul clima di Copenaghen. Così, La Stampa domenica intervistava il geologo Bob Ward che sosteneva come “le mail dell’East Anglia, vergognosamente rubate, mostrano solo la frustrazione degli scienziati per i continui attacchi di questi sedicenti scettici che sanno dire solo di no”. In sostanza, in quelle e-mail ci sarebbero solo le lamentele di chi sta salvando il mondo, ma non è capito dai colleghi “negazionisti” e non la prova che questi scienziati falsificassero i dati perché non sapevano come sostenere la loro teoria di fronte alla realtà. Leggiamo questo passaggio da una lettera di K.T. riportato anche dalla Stampa:

“Il fatto è che non possiamo spiegare l’assenza di riscaldamento in questo momento storico”.

Tranne il Telegraph (che sul suo sito pubblica un’interessante antologia delle frasi più contestate) e pochi altri, nessuno sottolinea l’incertezza scientifica che appare evidente nei botta e risposta tra i membri del C.R.U. Si fa notare solo quanto sia sospetto che proprio a pochi giorni da Copenaghen questo materiale sia stato reso pubblico. Il Guardian si lancia addirittura in una excusatio non petita: “Non ci sono tracce di alcuna cospirazione tra climatologi, allora perché la risposta dell’Università dell’East Anglia è stata così patetica?”. In effetti dalla sola lettura delle e-mail è difficile parlare di complotto organizzato, ma si può notare una rete di connivenze, omertà e collusioni votate allo scopo di dimostrare le proprie idee, più che trovare per esse conferme scientifiche. Così almeno la pensa Lord Lawson, Chairman della Global Warming Policy Foundation, che ieri ha chiesto che si apra un’inchiesta sui contenuti “molto gravi” delle mail, “che colpiscono al cuore l’integrità e la credibilità scientifica”. Scrive M.M. in una delle e-mail:

“Sappiamo tutti che in questo dibattito il problema non è affatto ciò che è vero o falso”.

Ognuno può avere gli amici che gli pare, ma certo non può non destare qualche sospetto la vicinanza che emerge dal materiale del C.R.U. tra gli scienziati e certe organizzazioni ambientaliste dall’approccio spesso poco scientifico per quello che riguarda i cambiamenti climatici. Così ci sarebbe la richiesta a Greenpeace di un endorsement alla “causa” (sic) fatta appena prima della ratifica del protocollo di Kyoto e la richiesta fatta dal W.W.F. australiano perché il Centro di ricerca alzi la percentuale di rischio di occorrenza di siccità ed eventi estremi in Australia, così che il W.W.F. possa fare un “big public splash”, un gran bel botto.
Detto questo, come ha scritto in un editoriale il blog Climate Monitor, sono i 3.500 file allegati alle e-mail la parte più interessante della storia.

E’ lì che chi se ne intende potrà verificare se e che cosa sia stato occultato. “Se le e-mail del C.R.U. possono essere aperte ad interpretazioni, il codice commentato dal suo programmatore ci dice come sono andate le cose”, scriveva ieri il blog di Anthony Watts (wattsupwiththat.com), un famoso meteorologo assai attivo nel blogsfera. Il codice in questione è il programma usato per costruire l’insieme delle temperature medie superficiali (il dataset), i cui dati provengono dalle osservazioni sparse per il mondo (sia terrestri sia superficiali) e che in sostanza è fondamentale per capire se fa più caldo o più freddo. Dopo essere stati trattati, ovvero normalizzati in una griglia, corretti in base a molti parametri, i dati vengono mediati su scala spaziale globale e su scala temporale mensile e resi pubblici. Il dataset si chiama “Hadcrut3” ed è una delle fonti più accreditate nello studio dell’andamento delle temperature. Nonostante le tante richieste di molti scienziati, questo codice non era mai stato rilasciato per intero. Un lettore particolarmente attento ha spulciato tra gli allegati, trovandolo accompagnato da un’annotazione molto curiosa:

Il programmatore del codice consiglia di “non inserire nel grafico (dati, ndr) successivi al 1960, perché questi saranno artificialmente aggiustati per sembrare più simili alle vere temperature”.

Si legge ancora sul blog di Anthony Watts: “I dati o raccontano la storia della natura oppure no. I dati che sono stati ‘artificialmente aggiustati per sembrare più simili alle vere temperature’ sono dati falsi, che portano a falsi risultati”. Sarà interessante vedere che cosa succederà nei prossimi giorni e nelle settimane che ci separano dalla Conferenza sui "cambiamenti climatici" (dal 7 al 18 dicembre). Intanto la controffensiva è partita: i mezzi di informazione italiani non ne parlano (ieri è intervenuto il solo Luca Mercalli, meteorologo ospite fisso di “Che tempo che fa”, il programma di Fabio Fazio, che ha troncato la discussione, dicendo che poiché le e-mail sono diventate pubbliche con un furto e quindi illegalmente, non devono essere prese in considerazione) e quelli stranieri puntano ai tempi “sospetti”. Con tempismo invidiabile ieri l’O.N.U. ha fatto sapere che “le concentrazioni di gas serra hanno raggiunto il più alto livello di sempre”, e per questo a Copenaghen gli Stati Uniti proporranno un obiettivo per il taglio del CO2. Quegli stessi Stati Uniti che, ad oggi, sono i veri “killer” della Conferenza sul clima, dopo che Obama ha detto ai Cinesi che in Danimarca non si deciderà un tetto alle emissioni, ma in pratica si rimanderà il tutto al prossimo anno. Resta da capire se tenendo conto delle rivelazioni di questi giorni o no.


Articolo di Piero Vietti

Revisione linguistica a cura del Comitato Tanker Enemy.


Articolo correlato (in lingua inglese)

Qui è disponibile per il download l'archivio delle scomode corrispondenze trafugate.



Attacco all'informazione CLICCA QUI


CHEMTRAILS DATA

Range finder: come si sono svolti i fatti

domenica, gennaio 25, 2009

Chemtrails-Meteo sulla TV tedesca ufficiale pubblica Z.D.F.

Previsioni Chemtrails-Meteo del 14.01.2009 sulla televisione tedesca ufficiale pubblica Z.D.F. (Zweites Deutsches Fernsehen - seconda rete televisiva germanica)

Durante il bollettino del 14 gennaio 2009, il il meteorologo tedesco Gűnther Tiersch, ha indugiato, nell'ambito di un'analisi del tempo previsto sulla Germania per i giorni successivi, sulle scie chimiche in questi termini inequivocabili:

"… Poi abbiamo ancora qualcosa che non possiamo identificare come pioggia o neve. Qui nell’Ovest queste linee serpeggianti sono state generate probabilmente di pomeriggio sopra il mare del Nord da alcuni aerei, aerei militari e all’incirca a 5-6 km. di altitudine. Non hanno così nulla a che fare col tempo…" (Si veda il documento: sequenza al minuto 0:43 – 0:59).

Il meteorologo ha indicato delle linee serpeggianti che, nell'elaborazione elettronica della mappa satellitare, si dipanano tra la Germania occidentale, i Paesi Bassi, il Belgio, il Lussemburgo e la Francia orientale. Dopo aver accennato a queste scie generate da velivoli militari, Tiersch, cambiando tono di voce e con un breve iato, ha ripreso la disamina delle condizioni meteo. Si osservi che nell'area irrorata i simboli evidenziano cielo poco nuvoloso senza piogge, presumibilmente a causa della manipolazione attuata con le sostanze chimiche igroscopiche diffuse in atmosfera.

E' notevole questa incursione nel tema proibito delle chemtrails per opera di un protagonista di una rete ufficiale: l'incursione stride con la rocciosa omertà dell'ineffabile Luca Mercalli che afferma di non sapere alcunché delle scie chimiche. Purtuttavia si nota già un lieve cambiamento: infatti il direttore della rivista Nimbus ed autoproclamatosi "ambientalista" tempo fa gridava che le scie erano una "bufala colossale" (sic), laddove oggi cerca di glissare sul tema, ammettendo di intendersi solo di S.U.V. e di effetto serra.

Il video che proponiamo è quanto mai eloquente: un'altra freccia che centra il bersaglio, mentre i disinformatori hanno il fiato sempre più corto.



Ringraziamo A&G del blog "Il sole attivo"



Trattato di Lisbona: firma per chiedere il referendum
Aggiorna Tanker Enemy nei tuoi preferiti. D'ora in poi questo blog è raggiungibile digitando http://www.tankerenemy.com/
TANKER ENEMY TV: i filmati del Comitato Nazionale

FIRMA LA PETIZIONE PER ABOLIRE IL CANONE RAI

Related Posts Plugin for WordPress, Blogger...