Cari Rosario ed Antonio ho letto tutto....purtroppo.....non avevo capito di quale calvario si fosse trattato... Vi chiedo l'autorizzazione di condividere questa cronaca di sofferenza sulla mia bacheca facebook
Ho fatto un tuffo nel passato leggendo quanto avete scritto, ho ripercorso la strada a ritroso nel tempo: la stereotassica fatta a mia moglie per un oligodendroglioma, la sua ripresa immediata il giorno dopo, e la lucidità con netta ripresa dei giorni seguenti.
Tutto uguale come al Vostro Papà, tranne le piaghe da decubito che io prontamente mi ero preoccupato che venisse approntato un letto adeguato.
Purtroppo (non per mio volere e nemmeno di mio figlio) per decisione di mia moglie ha voluto fare, prima la chemioterapia e successivamente l'anno dopo la radioterapia per un avanzamento dell'edema occipitale sinistro dove è stata operata con il metodo stereotassico.
Queste devastanti cure sono state la causa della morte di mia moglie dopo quattro anni di tormenti e di paure.
cari Amici questa cosa è difficile da far passare e capisco il baratro in cui ci si trova, sono passati quattro anni e mezzo dalla morte di mia moglie, non c'è un giorno che non penso a lei e a quello che avremmo potuto fare verso la china della vecchiaia, come goderci i nostri nipotini e pensare al loro futuro.
Ora mi trovo da solo con grande dolore ancora nel cuore e mi diletto (per non pensare) a scrivere poesie per la mia amata.
Vi abbraccio con affetto, Rosario e Antonio, mi complimento con Voi per aver avuto il grande coraggio di scrivere una parte importante della storia dolorosa della Vostra Famiglia, io non ho avuto ancora il coraggio di farlo (troppo dolore) ma un giorno lo farò.
Carissimo Wlady, questi avvenimenti drammatici sono purtroppo ormai frequentissimi e minano irrimediabilmente la serenità di molte famiglie unite. Spero, con questo scritto, di aver perlomeno contribuito a restituire un briciolo di giustizia ed umanità al mio amato padre. Ne avevo d'altronde bisogno, affinché egli non venga mai dimenticato.
Carissimo Rosario, credo che l'immortalità, sia proprio nel ricordo vivo che noi teniamo per i nostri cari, finché li ricorderemo e li onoreremo, non moriranno mai, saranno sempre vivi nei nostri cuori, e dei nostri figli e nipoti.
Parlare di loro è come parlare di noi, siamo la stessa carne, bisogna tenere vivo il ricordo e ... non saranno mai dimenticati.
Lo scritto è un buon viatico per il ricordo, e Voi, siete dotti e sapienti per perpetrarlo...
Sono logoro di sogni; Un tritone di marmo, roso dalle intemperie Tra i fiutti; E tutto il giorno guardo La bellezza di questa signora Come avessi trovato in un libro Una bellezza dipinta, Lieto d'aver riempito gli occhi O l'orecchio sapiente, Felice d'essere saggio e non altro, Perché gli uomini migliorano con gli anni; Eppure, eppure, E' un mio sogno questo o è la verità? Oh, ci fossimo incontrati Quando avevo la mia ardente giovinezza! Ma io invecchio tra i sogni, Un tritone di marmo, roso dalle intemperie Tra i flutti.
Caro Rosario,il tuo papà è stato un essere umano degno di questo nome,tra i pochi ad indossare con onore la divisa dell'Arma,proprio in questo momento abbiamo un disperato bisogno di persone come il tuo compianto papà nelle istituzioni,sono commosso anche se non ci conosciamo di persona. Rinnovo il mio abbraccio a tutta la vostra famiglia,certo che il vostro papà è in pace nel regno dei giusti.
In questa notte lunga e silenziosa il mio pensiero va a Rosario e Antonio, la loro mamma e naturalmente al papà Pasquale che ho avuto la fortuna di poter incontrare prima del suo calvario. Voglio testimoniare la sua bellezza umana, le parole di stima per i suoi figli e per il loro impegno civile; il mio è il ricordo di un grande uomo. Ringrazio Rosario per il coraggioso sforzo, ancora una volta usato per scrivere questo racconto che è un atto d'amore verso il benemerito padre, oltre che una lucida descrizione della nostra sanità. Sono sicuro che il Signor Pasquale, nel posto in cui si trova, apprezza molto e a lui va il mio saluto.
@ "Ora mi trovo da solo con grande dolore ancora nel cuore e mi diletto (per non pensare) a scrivere poesie per la mia amata".
Ho letto altre volte la tua tristezza, la rabbia, il dolore che provi; per rispetto non mi osavo scriverti a riguardo ma dopo le tue parole che ho letto stesera vorrei dirti: "non c'è un giorno che non penso" al tuo dolore quando entro in T.Enemy e ti leggo, questo da un po' di mesi. Anche se non ci conosciamo sappi che dal mio cuore ti arrivano i pensieri più profondi, e spero davvero tanto che tu possa trovare serenità. Ciao da uno "sconosciuto" che ti vuole bene :)
E una testimonianza prima di tutto di amore. Mi sono svegliata presto e ho ripercorso all' alba di questa domenica di Pasqua insieme a voi in forma condensata e virtuale il camino con vostro padre, cammino verso la luce. Sono importanti racconti come questi, testimoniano una dimensione di questa società dove l'uomo uomo non è più, ma altro, che non vorrei definire ora.... E non voglio aggiungere altro. Credo che esca come messaggio del vostro viaggio insieme qualcosa di importante, l'amore che vi lega ed è l'amore che vince.
La vostra testimonianza raccontata aiuterà ad una scienza diventata disumana a ritrovare la via verso la guarigione. E scienza ammalata, degenerata.
Viviamo tempi bui i,rinascere e trovare la luce avviene molto attraverso questa forma di intenso impegno.
La cura, la cura di tutti e di tutto, è il nostro grande impegno,verso noi stessi e il nostro pianeta. Ristabilire ordine. Un ordine d'amore.
Lascio anch'io una poesia. Auguro una buona pasqua... rinascere dentro di noi.......
Segui l’amore – Gibran
Quando l’amore vi chiama, seguitelo, anche se le sue vie sono dure e scoscese. E quando le sue ali vi abbracciano, arrendetevi a lui. Quando vi parla, credete in lui, anche se la sua voce può cancellare i vostri sogni, come il vento scompiglia il giardino. Come covoni di grano, vi raccoglie in sè. Vi batte fino a farvi spogli. Vi setaccia per liberarvi dalla pula. Vi macina per farvi farina bianca. Vi impasta finchè non siete docili alle mani; e vi consegna al fuoco sacro, perchè siete pane consacrato alla mensa del Signore. L’amore non dà altro che se stesso e non prende niente se non da sè. L’amore non possiede nè vuol essere posseduto, perchè l’amore basta all’amore”. Kahlil Gibran
Dedicato a tutti coloro che credono alla forza dell’amore. L’amore vince ogni cosa.
Nienteecomesembra, ti ringrazio soprattutto perchè so che per te è stato particolarmente difficile leggere questo racconto di vita e di morte. Come giustamente evidenzi, il mio/nostro intento è far sì che non accadano più certi drammi, cagionati in gran parte da una sanità che del vecchio giuramento di Ippocrate non conserva più nulla, ma che mette in cima alla lista il solo interesse economico, declassando a bestie coloro che, malati, dovrebbero essere considerati ancor più esseri umani con diritto di assistenza, ma anche di amore e dedizione.
Per questi motivi abbiamo preferito che papà percorresse i suoi ultimi passi di vita in casa, tra i suoi familiari e non dimenticato in un letto d'ospedale tramutato in gabbia per cani.
Personalmente ho sempre in un certo modo diffidato delle medicine.
Da quanto ho scoperto la Nuova Medicina Germanica del Dott. Hamer poi non ho più preso nemmeno un raffreddore (capendo da cosa deriva, non certo da freddo e pioggia)
Ti linko la recensione di un interessante libro:
LA MEDICINA CHE NON GUARISCE di Jörg Blech
Il libro presenta un argomento difficile in modo chiaro e scorrevole. Con tono ironico e diretto porta alla luce l’indicibile: le cure mediche di cui usufruisce oggi la società sono in moltissimi casi superflue e, in troppi casi, dannose.
L’autore riporta, dati alla mano, percentuali imbarazzanti di medicine il cui uso è inutile e dispendioso.
Farmaci, procedure mediche, protocolli e operazioni chirurgiche.. nulla sfugge all’occhio critico con cui l’autore guarda al mondo sopravalutato della medicina.
Una stoccata impietosa anche alla classe medica, in parte venduta ormai ai colossi farmaceutici.
Costose cure mediche, con grassi ritorni per i dottori senza scrupolo che hanno trasformato i loro studi in templi mercificati, pesano sulle spese sociali, personali e di Stato e portano a risultati pressoché nulli se non addirittura nocivi, a volte letali.
Se a questo disincanto aggiungiamo il documentato legame tra l’industria della salute e i più potenti banchieri (veri padroni del mondo) il quadro che ci appare è istruttivo e drammatico al contempo.
Alla luce dei fatti possiamo raggiungere una nuova coscienza: “La prossima volta che mandiamo giù una pillola colorata facciamolo solo se veramente convinti e in ogni caso consapevoli dei pro e dei contro ben enunciati in questo testo”.
Il libro conclude con una civile esortazione ad una maggiore etica della medicina nella nostra società e con una partecipazione più attiva da parte del cittadino/paziente e del cittadino/dottore.
Purtroppo la morte di papà è dovuta ad una diagnosi sbagliata. In tutti questi mesi il tumore stava regredendo grazie alle cure alternative. Sel'è portato via un fungo.
Caro Rosario, in questi giorni in cui hai ripreso a scrivere nel blog, ti ho pensato spesso, perchè mi immaginavo che, una volta passata la fase concitata degli eventi, ci si ritrova distrutti, soli, atterriti. Per fortuna è arrivato questo racconto, che pur soffertissimo è un segno che stai cercando di metabolizzare il dolore non arrendendoti ma continuare anche in questo, le tue lotte per il bene comune. Mi sono soffermata soprattutto ad osservare gli occhi e il volto dolce di tuo padre, parlano di tante cose. Immagino il tuo peso emotivo nell'incontrare il suo sguardo attonito che come un bambino si chiede perchè succeda tutto questo, perchè si debba subire certe sofferenze e certi trattamenti. Purtroppo si spera sempre che certe cose non accadano più e puntualmente questi drammi si ripresentano perchè nessuna delle parti in gioco ricorda gli orrori passati. Mi rattrista pensare che un pezzo di te se ne è andato con tuo padre, preferisco che tu dica che un pezzo di tuo padre è rimasto qua con te. Questo tuo racconto è importante perchè il dolore raccontato è una emozione che risveglia le anime e ci ricorda che dobbiamo rimanere umani. Dobbiamo anche iniziare a concepire, o meglio accettare quando siamo veramente nei casini, che niente viene fatto per tutelare la nostra salute. Quando si è in mezzo, tra la vita, la morte, la sofferenza, siamo fortemente ingannati e manipolati. Nessuno ci aiuta a discernere cosa sia meglio o sia peggio e non possiamo autoaccusarci di scelte sbagliate. Se ci portiamo dietro i sensi di colpa...facciamo in modo che vinca ancora una volta il male. Te hai fatto l'unica cosa giusta e reale che serve veramente a qualcosa: hai dato amore. Grazie per aver condiviso questa parte di te. Un abbraccio.
Ciao Trotterella, è come dici: ho cercato (e cerco ancora) di metabolizzare questo lutto. Non ho perso un padre, ma un amico, un complice. Soprattutto ho perso la fiducia nel libero arbitrio ed ho compreso che nulla si può se le cose sono già scritte. Mi rammarico di aver creduto e di aver dato speranza ad un uomo che, invece, aveva il destino segnato. Ciononostante papà resta nel mio cuore ed è sempre più forte la sua presenza, proprio mentre mi guarda con quei suoi occhi profondi ed espressivi. Ecco... negli ultimi quindici giorni egli non poteva parlare, ma il suo sguardo mi ha sempre comunicato quanto intendeva dirmi. Sono certo che è andato via in pace.
La vera sconfitta non è la morte, che è apparente, ma l'annichilimento della coscienza. Pensiamo a chi l'ha perduta e capiremo quale benedizione sia averla, pur nel vortice delle traversie.
Lorazepam. A venti anni, tornando da una delle mie notti infrasettimanali in disco, non riuscendo a prendere sonno ho preso una mezza pasticca di tavor. Non avevo bevuto alcolici ero solo agitata ma fisicamente stanca per una serata divertente. Ho avuto delle allucinazioni tremende, crisi di panico, sensazioni di caduta nel vuoto, colori e olfatto deformati, vedevo ombre e luci improvvise. Inutile dire che non ho certo dormito in questo stato. Questa esperienza mi ha subito fatto venire in mente il racconto di un amico che aveva provato l'lsd e per me è stata più che sufficiente per tenermi alla larga da sostanze psicotrope cosiddette legali e non. A casa dei miei genitori il tavor scorre a fiumi...peccato che mia mamma comunque non dorma e soffra di stati di profonda agitazione...mia sorella ha iniziato minorenne, lucida di giorno me lo faceva chiudere in cassaforte, per poi implorarmi isterica di notte di farle avere la dose... Far capire alla mia famiglia i danni provocati da quella assurda pasticca è una impresa ormai impossibile. Ho perso ogni speranza.
Sul tetto del condomio di fronte (quattro piani - ora disabitato), a 110 metri di distanza, nel marzo 2005, furono installate due antenne di telefonia mobile. Nel settembre 2005 mio padre iniziò a conclamare disturbi motori per un tumore (glioblastoma IV, accertatamente causato dalla telefonia mobile), che però non gli fu diagnosticato. Infatti, sino a dicembre 2010, tutti pensavamo, a causa di una diagnosi sbagliata, al morbo di Parkinson. Purtroppo ciò alla fine è costata la vita a mio padre, che è morto, dopo sei mesi di atroci sofferenze, il 3 aprile 2011.
Il 17 aprile rientro con lui dopo un ricovero di circa un mese e mezzo presso il centro Humanitas di Rozzano (Mi). Mi accordo con mio fratello per il rientro circa una settimana prima. Mio padre, tutto sommato, stava meglio. Fatto sta che, solo 12 ore dopo il nostro rientro a casa, nostro papà subisce una gravissima emorragia cerebrale con annesse scariche epilettiche che si protraggono per un'ora. Una settimana circa prima, sempre sul tetto della palazzina di fronte, era stato montato uno strano apparato, che poi venne rimosso il giorno dopo la morte di nostro padre, quattro mesi dopo. Si notino il cablaggio messo su in modo visibilmente provvisorio, il diametro notevole del cablaggio medesimo e la strana forma dell'"antenna". Ho chiesto a diversi tecnici se riconoscono l'attrezzatura, ma nessuno ha saputo darmi una risposta chiara e convincente. Personalmente, visto il chiaro collegamento che esiste tra le microonde e le emorragie cerebrali (oltre che i tumori) e data la strana coincidenza di eventi e fatti relativi alla morte del nostro babbo, ho pensato ad un amplificatore di microonde. Considerato che ci occupiamo di temi scomodi, abbiamo pensato ad una specie di vendetta trasversale. Allego le foto che, per fortuna, scattai nei diversi periodi e cioè appena dopo l'installazione e successivamente alla rimozione del singolo apparato.
Preciso che ho due numeri telefonici sotto controllo e che quindi chi di dovere poteva benissimo sapere del mio rientro a casa.
"Da una piu accurata analisi, se mi e permesso, non si tratta assolutamente di antenna né parabolare né di ricezione di tipologia conosciuta né commerciale. Dopo ricerche sarò piu preciso".
Mi hanno appena confermato che quel particolare apparato, installato in direzione della nostra abitazione per quattro mesi ed ora rimosso, è un apparato "camuffato" che, con molta probabilità è un cosidetto "quinta banda" e cioè attrezzatura militare realizzata es installata per arrecare danni, mediante fasci di microonde concentrati in una ristretta area.
Cari Rosario ed Antonio ho letto tutto....purtroppo.....non avevo capito di quale calvario si fosse trattato...
RispondiEliminaVi chiedo l'autorizzazione di condividere questa cronaca di sofferenza sulla mia bacheca facebook
Volentieri. Grazie, amico.
RispondiEliminaHo fatto un tuffo nel passato leggendo quanto avete scritto, ho ripercorso la strada a ritroso nel tempo: la stereotassica fatta a mia moglie per un oligodendroglioma, la sua ripresa immediata il giorno dopo, e la lucidità con netta ripresa dei giorni seguenti.
RispondiEliminaTutto uguale come al Vostro Papà, tranne le piaghe da decubito che io prontamente mi ero preoccupato che venisse approntato un letto adeguato.
Purtroppo (non per mio volere e nemmeno di mio figlio) per decisione di mia moglie ha voluto fare, prima la chemioterapia e successivamente l'anno dopo la radioterapia per un avanzamento dell'edema occipitale sinistro dove è stata operata con il metodo stereotassico.
Queste devastanti cure sono state la causa della morte di mia moglie dopo quattro anni di tormenti e di paure.
cari Amici questa cosa è difficile da far passare e capisco il baratro in cui ci si trova, sono passati quattro anni e mezzo dalla morte di mia moglie, non c'è un giorno che non penso a lei e a quello che avremmo potuto fare verso la china della vecchiaia, come goderci i nostri nipotini e pensare al loro futuro.
Ora mi trovo da solo con grande dolore ancora nel cuore e mi diletto (per non pensare) a scrivere poesie per la mia amata.
Vi abbraccio con affetto, Rosario e Antonio, mi complimento con Voi per aver avuto il grande coraggio di scrivere una parte importante della storia dolorosa della Vostra Famiglia, io non ho avuto ancora il coraggio di farlo (troppo dolore) ma un giorno lo farò.
Con stima e rispetto, wlady
Carissimo Wlady, questi avvenimenti drammatici sono purtroppo ormai frequentissimi e minano irrimediabilmente la serenità di molte famiglie unite. Spero, con questo scritto, di aver perlomeno contribuito a restituire un briciolo di giustizia ed umanità al mio amato padre. Ne avevo d'altronde bisogno, affinché egli non venga mai dimenticato.
RispondiEliminaCarissimo Rosario,
RispondiEliminacredo che l'immortalità, sia proprio nel ricordo vivo che noi teniamo per i nostri cari, finché li ricorderemo e li onoreremo, non moriranno mai, saranno sempre vivi nei nostri cuori, e dei nostri figli e nipoti.
Parlare di loro è come parlare di noi, siamo la stessa carne, bisogna tenere vivo il ricordo e ... non saranno mai dimenticati.
Lo scritto è un buon viatico per il ricordo, e Voi, siete dotti e sapienti per perpetrarlo...
E' così, Wlady. Sagge parole.
RispondiEliminaLe tue bellissime parole mi commuovono, Wlady.
RispondiEliminaGrazie infinite della tua schietta, viva umanità.
A presto!
Grazie anche a te, Arancino meccanico.
RispondiEliminaCiao
Una struggente lirica del poeta irlandese Yeats.
RispondiEliminaSono logoro di sogni;
Un tritone di marmo, roso dalle intemperie
Tra i fiutti;
E tutto il giorno guardo
La bellezza di questa signora
Come avessi trovato in un libro
Una bellezza dipinta,
Lieto d'aver riempito gli occhi
O l'orecchio sapiente,
Felice d'essere saggio e non altro,
Perché gli uomini migliorano con gli anni;
Eppure, eppure,
E' un mio sogno questo o è la verità?
Oh, ci fossimo incontrati
Quando avevo la mia ardente giovinezza!
Ma io invecchio tra i sogni,
Un tritone di marmo, roso dalle intemperie
Tra i flutti.
Caro Rosario,il tuo papà è stato un essere umano degno di questo nome,tra i pochi ad indossare con onore la divisa dell'Arma,proprio in questo momento abbiamo un disperato bisogno di persone come il tuo compianto papà nelle istituzioni,sono commosso anche se non ci conosciamo di persona.
RispondiEliminaRinnovo il mio abbraccio a tutta la vostra famiglia,certo che il vostro papà è in pace nel regno dei giusti.
Bellissima poesia Zret,
RispondiEliminala pubblico nel mio blog; la poesia è il nutrimento dell'anima.
Ciao Damocle, grazie! Sono certo che papà sarebbe contento di queste tue considerazioni.
RispondiEliminaAnnoto che l'Arma dei Carabinieri non si è nemmeno degnata di inviare le condoglianze alla famiglia.
Che vergogna!!!
RispondiEliminaSiamo tutti trattati come pedine.
Il denaro viene messo in cima alla lista.
RispondiEliminaLa pensione l'hanno immediatamente sospesa.
RispondiEliminaIn questa notte lunga e silenziosa il mio pensiero va a Rosario e Antonio, la loro mamma e naturalmente al papà Pasquale che ho avuto la fortuna di poter incontrare prima del suo calvario. Voglio testimoniare la sua bellezza umana, le parole di stima per i suoi figli e per il loro impegno civile; il mio è il ricordo di un grande uomo. Ringrazio Rosario per il coraggioso sforzo, ancora una volta usato per scrivere questo racconto che è un atto d'amore verso il benemerito padre, oltre che una lucida descrizione della nostra sanità.
RispondiEliminaSono sicuro che il Signor Pasquale, nel posto in cui si trova, apprezza molto e a lui va il mio saluto.
Wlady, se posso permettermi:
RispondiElimina@ "Ora mi trovo da solo con grande dolore ancora nel cuore e mi diletto (per non pensare) a scrivere poesie per la mia amata".
Ho letto altre volte la tua tristezza, la rabbia, il dolore che provi; per rispetto non mi osavo scriverti a riguardo ma dopo le tue parole che ho letto stesera vorrei dirti: "non c'è un giorno che non penso" al tuo dolore quando entro in T.Enemy e ti leggo, questo da un po' di mesi. Anche se non ci conosciamo sappi che dal mio cuore ti arrivano i pensieri più profondi, e spero davvero tanto che tu possa trovare serenità. Ciao da uno "sconosciuto" che ti vuole bene :)
E poi dicono che la pubblica amministrazione non è efficiente!!!.
RispondiEliminaGrazie France, sono certo che papà ti ricorda con affetto e stima.
RispondiEliminaE una testimonianza prima di tutto di amore.
RispondiEliminaMi sono svegliata presto e ho ripercorso all' alba di questa domenica di Pasqua insieme a voi in forma condensata e virtuale il camino con vostro padre, cammino verso la luce.
Sono importanti racconti come questi, testimoniano una dimensione di questa società dove l'uomo uomo non è più, ma altro, che non vorrei definire ora....
E non voglio aggiungere altro.
Credo che esca come messaggio del vostro viaggio insieme qualcosa di importante, l'amore che vi lega ed è l'amore che vince.
La vostra testimonianza raccontata aiuterà ad una scienza diventata disumana a ritrovare la via verso la guarigione. E scienza ammalata, degenerata.
Viviamo tempi bui i,rinascere e trovare la luce avviene molto attraverso questa forma di intenso impegno.
La cura, la cura di tutti e di tutto, è il nostro grande impegno,verso noi stessi e il nostro pianeta.
Ristabilire ordine.
Un ordine d'amore.
Lascio anch'io una poesia. Auguro una buona pasqua... rinascere dentro di noi.......
Segui l’amore – Gibran
Quando l’amore vi chiama,
seguitelo, anche se le sue vie
sono dure e scoscese.
E quando le sue ali vi abbracciano,
arrendetevi a lui.
Quando vi parla, credete in lui,
anche se la sua voce
può cancellare i vostri sogni,
come il vento scompiglia il giardino.
Come covoni di grano, vi raccoglie in sè.
Vi batte fino a farvi spogli.
Vi setaccia per liberarvi dalla pula.
Vi macina per farvi farina bianca.
Vi impasta finchè non siete docili alle mani;
e vi consegna al fuoco sacro,
perchè siete pane consacrato
alla mensa del Signore.
L’amore non dà altro che se stesso e
non prende niente se non da sè.
L’amore non possiede
nè vuol essere posseduto,
perchè l’amore basta all’amore”.
Kahlil Gibran
Dedicato a tutti coloro che credono alla forza dell’amore. L’amore vince ogni cosa.
"Omnia vincit amor".
RispondiEliminaGrazie a tutti.
Ciao
Nienteecomesembra, ti ringrazio soprattutto perchè so che per te è stato particolarmente difficile leggere questo racconto di vita e di morte. Come giustamente evidenzi, il mio/nostro intento è far sì che non accadano più certi drammi, cagionati in gran parte da una sanità che del vecchio giuramento di Ippocrate non conserva più nulla, ma che mette in cima alla lista il solo interesse economico, declassando a bestie coloro che, malati, dovrebbero essere considerati ancor più esseri umani con diritto di assistenza, ma anche di amore e dedizione.
RispondiEliminaPer questi motivi abbiamo preferito che papà percorresse i suoi ultimi passi di vita in casa, tra i suoi familiari e non dimenticato in un letto d'ospedale tramutato in gabbia per cani.
Ciao france,
RispondiEliminagrazie per le bellissime parole che hai scritto e per l'incondizionato affetto che ricambio.
E' vero siamo quasi tutti sconosciuti sul web, questo strumento nato per la guerra a volte lascia trasparire una grande umanità
Un abbraccio ed un sorriso ^_^ wlady
Personalmente ho sempre in un certo modo diffidato delle medicine.
RispondiEliminaDa quanto ho scoperto la Nuova Medicina Germanica del Dott. Hamer poi non ho più preso nemmeno un raffreddore (capendo da cosa deriva, non certo da freddo e pioggia)
Ti linko la recensione di un interessante libro:
LA MEDICINA CHE NON GUARISCE di Jörg Blech
Il libro presenta un argomento difficile in modo chiaro e scorrevole. Con tono ironico e diretto porta alla luce l’indicibile: le cure mediche di cui usufruisce oggi la società sono in moltissimi casi superflue e, in troppi casi, dannose.
L’autore riporta, dati alla mano, percentuali imbarazzanti di medicine il cui uso è inutile e dispendioso.
Farmaci, procedure mediche, protocolli e operazioni chirurgiche.. nulla sfugge all’occhio critico con cui l’autore guarda al mondo sopravalutato della medicina.
Una stoccata impietosa anche alla classe medica, in parte venduta ormai ai colossi farmaceutici.
Costose cure mediche, con grassi ritorni per i dottori senza scrupolo che hanno trasformato i loro studi in templi mercificati, pesano sulle spese sociali, personali e di Stato e portano a risultati pressoché nulli se non addirittura nocivi, a volte letali.
Se a questo disincanto aggiungiamo il documentato legame tra l’industria della salute e i più potenti banchieri (veri padroni del mondo) il quadro che ci appare è istruttivo e drammatico al contempo.
Alla luce dei fatti possiamo raggiungere una nuova coscienza:
“La prossima volta che mandiamo giù una pillola colorata facciamolo solo se veramente convinti e in ogni caso consapevoli dei pro e dei contro ben enunciati in questo testo”.
Il libro conclude con una civile esortazione ad una maggiore etica della medicina nella nostra società e con una partecipazione più attiva da parte del cittadino/paziente e del cittadino/dottore.
Non voglio dire che Hamer abbia completamente ragione, ma un buon 90% di verità credo che lo abbia raggiunto
RispondiEliminaPurtroppo la morte di papà è dovuta ad una diagnosi sbagliata. In tutti questi mesi il tumore stava regredendo grazie alle cure alternative. Sel'è portato via un fungo.
RispondiEliminaCaro Rosario,
RispondiEliminain questi giorni in cui hai ripreso a scrivere nel blog, ti ho pensato spesso, perchè mi immaginavo che, una volta passata la fase concitata degli eventi, ci si ritrova distrutti, soli, atterriti.
Per fortuna è arrivato questo racconto, che pur soffertissimo è un segno che stai cercando di metabolizzare il dolore non arrendendoti ma continuare anche in questo, le tue lotte per il bene comune.
Mi sono soffermata soprattutto ad osservare gli occhi e il volto dolce di tuo padre, parlano di tante cose.
Immagino il tuo peso emotivo nell'incontrare il suo sguardo attonito che come un bambino si chiede perchè succeda tutto questo, perchè si debba subire certe sofferenze e certi trattamenti.
Purtroppo si spera sempre che certe cose non accadano più e puntualmente questi drammi
si ripresentano perchè nessuna delle parti in gioco ricorda gli orrori passati.
Mi rattrista pensare che un pezzo di te se ne è andato con tuo padre, preferisco che tu dica
che un pezzo di tuo padre è rimasto qua con te.
Questo tuo racconto è importante perchè il dolore raccontato è una emozione che risveglia le anime
e ci ricorda che dobbiamo rimanere umani.
Dobbiamo anche iniziare a concepire, o meglio accettare quando siamo veramente nei casini,
che niente viene fatto per tutelare la nostra salute.
Quando si è in mezzo, tra la vita, la morte, la sofferenza, siamo fortemente ingannati e manipolati.
Nessuno ci aiuta a discernere cosa sia meglio o sia peggio e non possiamo autoaccusarci di scelte sbagliate.
Se ci portiamo dietro i sensi di colpa...facciamo in modo che vinca ancora una volta il male.
Te hai fatto l'unica cosa giusta e reale che serve veramente a qualcosa: hai dato amore.
Grazie per aver condiviso questa parte di te.
Un abbraccio.
Ciao Trotterella, è come dici: ho cercato (e cerco ancora) di metabolizzare questo lutto. Non ho perso un padre, ma un amico, un complice. Soprattutto ho perso la fiducia nel libero arbitrio ed ho compreso che nulla si può se le cose sono già scritte. Mi rammarico di aver creduto e di aver dato speranza ad un uomo che, invece, aveva il destino segnato. Ciononostante papà resta nel mio cuore ed è sempre più forte la sua presenza, proprio mentre mi guarda con quei suoi occhi profondi ed espressivi. Ecco... negli ultimi quindici giorni egli non poteva parlare, ma il suo sguardo mi ha sempre comunicato quanto intendeva dirmi. Sono certo che è andato via in pace.
RispondiEliminaGrazie Trotterella, del tuo empatico commento.
RispondiEliminaLa vera sconfitta non è la morte, che è apparente, ma l'annichilimento della coscienza. Pensiamo a chi l'ha perduta e capiremo quale benedizione sia averla, pur nel vortice delle traversie.
Ciao e grazie ancora.
Lorazepam.
RispondiEliminaA venti anni, tornando da una delle mie notti infrasettimanali in disco, non riuscendo a prendere sonno ho preso una mezza pasticca di tavor. Non avevo bevuto alcolici ero solo agitata ma fisicamente stanca per una serata divertente. Ho avuto delle allucinazioni tremende, crisi di panico, sensazioni di caduta nel vuoto, colori e olfatto deformati, vedevo ombre e luci improvvise. Inutile dire che non ho certo dormito
in questo stato. Questa esperienza mi ha subito fatto venire in mente il racconto di un amico
che aveva provato l'lsd e per me è stata più che sufficiente per tenermi alla larga da sostanze
psicotrope cosiddette legali e non.
A casa dei miei genitori il tavor scorre a fiumi...peccato che mia mamma comunque non dorma e
soffra di stati di profonda agitazione...mia sorella ha iniziato minorenne, lucida di giorno me lo faceva chiudere in cassaforte, per poi implorarmi isterica di notte di farle avere la dose...
Far capire alla mia famiglia i danni provocati da quella assurda pasticca è una impresa ormai
impossibile. Ho perso ogni speranza.
Hai detto tutto. E qui negli ospedali di Sanremo e Bordighera lo usano come acqua...
RispondiEliminaTrotterella, a volte questi veleni vengono prescritti pure agli adolescenti. Si può immaginare con quali ripercussioni.
RispondiEliminaCiao
Sono lieto che anche il Comando Generale dei Carabinieri abbia oggi visionato il racconto sugli ultimi mesi di vita di papà.
RispondiEliminaLo STALKING di eSSSe-Attivissimo
RispondiEliminaSul tetto del condomio di fronte (quattro piani - ora disabitato), a 110 metri di distanza, nel marzo 2005, furono installate due antenne di telefonia mobile. Nel settembre 2005 mio padre iniziò a conclamare disturbi motori per un tumore (glioblastoma IV, accertatamente causato dalla telefonia mobile), che però non gli fu diagnosticato. Infatti, sino a dicembre 2010, tutti pensavamo, a causa di una diagnosi sbagliata, al morbo di Parkinson. Purtroppo ciò alla fine è costata la vita a mio padre, che è morto, dopo sei mesi di atroci sofferenze, il 3 aprile 2011.
RispondiEliminaIl 17 aprile rientro con lui dopo un ricovero di circa un mese e mezzo presso il centro Humanitas di Rozzano (Mi). Mi accordo con mio fratello per il rientro circa una settimana prima. Mio padre, tutto sommato, stava meglio. Fatto sta che, solo 12 ore dopo il nostro rientro a casa, nostro papà subisce una gravissima emorragia cerebrale con annesse scariche epilettiche che si protraggono per un'ora. Una settimana circa prima, sempre sul tetto della palazzina di fronte, era stato montato uno strano apparato, che poi venne rimosso il giorno dopo la morte di nostro padre, quattro mesi dopo. Si notino il cablaggio messo su in modo visibilmente provvisorio, il diametro notevole del cablaggio medesimo e la strana forma dell'"antenna". Ho chiesto a diversi tecnici se riconoscono l'attrezzatura, ma nessuno ha saputo darmi una risposta chiara e convincente. Personalmente, visto il chiaro collegamento che esiste tra le microonde e le emorragie cerebrali (oltre che i tumori) e data la strana coincidenza di eventi e fatti relativi alla morte del nostro babbo, ho pensato ad un amplificatore di microonde. Considerato che ci occupiamo di temi scomodi, abbiamo pensato ad una specie di vendetta trasversale. Allego le foto che, per fortuna, scattai nei diversi periodi e cioè appena dopo l'installazione e successivamente alla rimozione del singolo apparato.
Preciso che ho due numeri telefonici sotto controllo e che quindi chi di dovere poteva benissimo sapere del mio rientro a casa.
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AMPLIFICATORE DI MICROONDE
RispondiEliminaMi scrivono:
"Da una piu accurata analisi, se mi e permesso, non si tratta assolutamente di antenna né parabolare né di ricezione di tipologia conosciuta né commerciale. Dopo ricerche sarò piu preciso".
Mi hanno appena confermato che quel particolare apparato, installato in direzione della nostra abitazione per quattro mesi ed ora rimosso, è un apparato "camuffato" che, con molta probabilità è un cosidetto "quinta banda" e cioè attrezzatura militare realizzata es installata per arrecare danni, mediante fasci di microonde concentrati in una ristretta area.
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