La giornalista austriaca Jane Burgermeister ha denunciato l'Organizzazione Mondiale della "Sanità", case farmaceutiche e addirittura il presidente degli Stati Uniti, Barack Obama, di far parte di un piano di vaccinazione di massa contro l'influenza suina che ha come vero scopo la riduzione significativa della popolazione mondiale. Questo sembra essere in collegamento con la morte di Michael Jackson e qualcuno accusa la C.I.A. di averlo assassinato.
A monte della motivazione che la Central Intelligence Agency avrebbe avuto per assassinare Michael Jackson ci sarebbe stato un accordo sottoscritto con il figlio del Re del Bahrein, lo Sceicco Abdullah bin Hamad al-Khalifa, intesa dello scorso novembre a Londra, la quale prevedeva che, in cambio di milioni di dollari preventivamente versati a Jackson dallo Sceicco, la pop star avrebbe permesso che il suo tour di concerti "tutti esauriti" nel Regno Unito diventasse una piattaforma per mettere in guardia il mondo da un imminente evento di genocidio di massa. Sia Michael Jackson sia lo Sceicco Abdullah bin Hamad al-Khalifa sono stati a lungo dei sostenitori della coraggiosa giornalista investigativa austriaca, Jane Burgermeister, che tenta di avvertire il mondo che sta per essere compiuto il più grande crimine contro l'umanità.
Jane Burgmeister ha inoltre recentemente denunciato, presso l'F.B.I., l'Organizzazzione Mondiale della "Sanità" - O.M.S. (WHO), le Nazioni Unite - O.N.U. (U.N.) e molti funzionari governativi di alto rango di bio-terrorismo criminale e di tentativo di commettere un assassinio di massa. La giornalista ha anche preparato un'ingiunzione contro le vaccinazioni forzate che stanno per essere imposte negli Stati Uniti. Queste denunce seguono quella che la Burgmeister aveva sporto in aprile contro la Baxter AG e la Avir Green Hills Biotechnology in Austria per aver prodotto un vaccino contaminato contro l'influenza, affermando che questo era un atto deliberato per causare e trarre profitto da una pandemia.
Nelle sue accuse la Burgmeister presenta evidenze di atti di bioterrorismo che sono in violazione delle leggi statunitensi, compiuti da un gruppo operante all'interno degli U.S.A. sotto la direzione di banchieri internazionali che controllano la Federal Reserve e che comprende anche l'Organizzazione Mondiale per la "Sanità", le Nazioni Unite e la N.A.T.O. Questo bioterrorismo avrebbe come scopo quello di compiere un genocidio di massa contro la popolazione degli Stati Uniti attraverso l'impiego di un vaccino contro l'influenza geneticamente manipolato, allo scopo di causare la morte. Questo gruppo godrebbe della complicità di uffici governativi di alto livello negli Stati Uniti.
Specificamente le accuse sono rivolte verso il presidente Barack Obama, David Nabarro, coordinatore per l'Influenza presso le Nazioni Unite, Margaret Chan, Direttore Generale dell'Organizzazione Mondiale per la "Sanità", Kathleen Sibelius, Segretario del Dipartimento della "Salute" e dei Servizi negli Stati Uniti, Janet Napolitano, Segretario del Dipartimento della Sicurezza nazionale, David de Rotschild, banchiere, David Rockefeller, banchiere, George Soros, banchiere, Werner Faymann, Cancelliere austriaco, Alois Stoger, Ministro della "Sanità" austriaco e molti altri che farebbero parte di questo gruppo internazionale criminale che avrebbe già sviluppato, prodotto, stoccato ed impiegato armi biologiche per eliminare la popolazione degli Stati Uniti e di altri paesi per vantaggi economici e politici.
La denuncia contesta agli accusati di aver cospirato gli uni con gli altri allo scopo di ideare, finanziare e prendere parte alla fase finale dell'implementazione di un piano segreto bioterroristico internazionale che coinvolgerebbe anche le compagnie farmaceutiche Baxter e Novartis. Ciò sarebbe stato compiuto attraverso la bioingegneria ed il rilascio di agenti biologici letali, specificamente i virus dell'influenza aviaria e di quella cosiddetta suina allo scopo di avere un pretesto per richiedere un programma di vaccinazione obbligatoria di massa che diventerebbe il mezzo per somministrare un agente biologico tossico in grado di causare la morte o la debilitazione dei cittadini degli Stati Uniti. Questa azione è in violazione del Biological Weapons Anti-terrorism Act degli U.S.A.
E' interessante notare anche che, nel giorno dell'assassinio di Michael Jackson, il Centro statunitense per la Prevenzione ed il controllo delle malattia ha diffuso un comunicato che dichiarava che i loro modelli matematici mostravano che un milione di statunitensi ha già contratto l'influenza suina e che sono già state istituite delle Aree Contaminate di Emergenza negli Stati Uniti.
Nonostante la consapevolezza che Michael Jackson abbia condotto una vita problematica, non può essere sottaciuto che la star ha mostrato un amore reale verso tutta l'umanità, come espresso da lui nel coro dell'inno al genere umano, "We are the world".
Fonti:
http://ambientalismodirazza.blogspot.com
Michael Jackson assassinato dalla C.I.A.
http://www.whatdoesitmean.com/index1244.htm
http://www.cherada.com/articulos/exposed-michael-jackson-fue-presuntamente-asesinado-por-la-cia
Giornalista accusa l'O.M.S. e l'O.N.U. di Bioterrorismo e Intenzione di Commettere un Omicidio di Massa Trattato di Lisbona: firma per chiedere il referendum
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TANKER ENEMY TV: i filmati del Comitato Nazionale
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24 giugno 2009. La N.A.S.A., l’agenzia spaziale statunitense, sembra essere pronta a dichiarare guerra alla Luna. Stando a quanto riportato sulle pagine del tabloid americano The Examiner, infatti, l’ente spaziale statunitense, già questo prossimo autunno, si servirà di una nuova arma cinetica, dalla forza d'impatto di circa 2 tonnellate, capace di lasciare sulla superficie del nostro satellite un cratere di circa otto chilometri di diametro. Il progetto della N.A.S.A., ribattezzato “LCROSS Mission” (Lunar Crater Observation and Sensing Satellite), mira a scovare eventuali fonti d’acqua nel sottosuolo lunare, risorsa indispensabile per la futura colonizzazione del satellite.
La N.A.S.A. dichiara guerra alla Luna - Uno scopo puramente scientifico dunque che potrebbe tuttavia creare tensioni tra l’umanità e gli extraterrestri. Secondo gli ex astronauti americani Buzz Aldrin e Neil Armstrong, convinti sostenitori del fatto che gli alieni non solo esistano ma siano persino a noi molto vicini, con colonie situate sul lato nascosto della Luna, bombardare la superficie del satellite naturale della Terra potrebbe esser considerato un atto ostile e per questo rischia di innescare una guerra.
Attenti agli alieni, vivono sul lato oscuro della Luna - Tale tesi, sebbene per molti possa sembrare assurda, verrebbe confermata anche dall’ente N.S.A., l’agenzia per la sicurezza nazionale U.S.A., e da diversi scienziati dell’ex Unione Sovietica e dell’attuale Russia. Il bombardamento avrà comunque luogo il prossimo 9 ottobre 2009.
Si ringrazia l'amico Paolo per la segnalazione.
Fonte: Tiscali.it
Articolo originale: Examiner.com
Trattato di Lisbona: firma per chiedere il referendum
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TANKER ENEMY TV: i filmati del Comitato Nazionale
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Non rientra nelle nostre priorità occuparci dei fiancheggiatori del sistema, ovvero dei disinformatori attivi sulla Rete, ma è doveroso aggiornare i nostri lettori sulle ultime "iniziative" di questi inqualificabili individui.
Questo post sarà impostato come una sorta di resoconto su quanto è accaduto in queste ultime settimane.
Cominciamo da Paolo Attivissimo. Egli si definisce orgogliosamente "giornalista", ma le sue azioni sono la vergogna per il vero giornalismo e, per aver più volte violato la deontologia professionale, dovrebbe essere radiato dall'albo, ammesso e non concesso che vi sia iscritto. Ma tant'è, ci accontentiamo di raccontarne le gloriose gesta.
Qualche settimana fa, abbiamo segnalato reiterate violazioni del copyright da parte di uno degli scagnozzi di Paolo Attivissimo, tale eSSSe, viscido personaggio che trascorre il tempo, tra un'attività e l'altra presso la Schindler Informatik, azienda elvetica di servizi, ricopiando pedissequamente i nostri articoli per riproporli sul suo blog, laddove i suoi "colleghi" possono insultarci senza alcun limite di decenza.
Divertitevi a trovare eSSSe...
La piattaforma Google Blogger, in caso di notifica di violazione di copyright, richiede che un'eventuale contronotifica venga eseguita da persona identificabile e che quindi colui che intende contrastare un'azione da parte degli amministratori, debba rilasciare i suoi.
Queste informazioni verranno visualizzate anche da chi richiede la rimozione dei contenuti copiati illecitamente. Ora, visto che eSSSe, nel puro "stile" del disinformatore, non può e non vuole essere identificato, ha chiesto aiuto al prode Attivissimo che, senza alcun problema, ha dichiarato il falso, eseguendo una contronotifica in cui egli si presenta come gestore del blog all'url strakerenemy.blogspot.com. Non solo, l'eroico Attivissimo dichiara che è lui ad avere tutti i diritti di copiare i nostri articoli, riportando una sola parte del disclaimer posto in cima a questa pagina, ovvero "E' INCORAGGIATA LA RIPRODUZIONE DEI CONTENUTI DI QUESTO BLOG, CITANDO LA FONTE ED IL LINK" e tralasciando, come è ovvio, la parte che recita: "NON SONO, INVECE, AUTORIZZATI I DISINFORMATORI".
Naturalmente, dato che i gestori di Google Blogger sono culo e camicia con certa gentaglia, hanno accettato la mendace contronotifica, senza eseguire alcuna verifica sul vero intestatario del blog (e quindi rilevando le false dichiarazioni di Paolo Attivissimo), né tenendo in considerazione le nostre osservazioni. Non ci aspettavamo di certo un comportamento diverso. Semmai ciò è una conferma di quanto avevamo scritto nell'articolo "Scie chimiche: organigramma delle istituzioni coinvolte e ruolo dei disinformatori" e nel relativo grafico, nel quale, è in bella vista Google.
Quanto avvenuto in questo episodio, di là dalla mancata chiusura del blog Strakerenemy (che di per sé non è un gran danno), gestito da eSSSe della Schindler e non da Attivissimo (il quale comunque coopera), dimostra quanto sia perfettamente possibile l'impunità, di fronte a reati penali, per gente come Paolo Attivissimo ed i suoi compagni di merende. Non bisoogna stupirsi, in quanto, sebbene Attivissimo non sia il giornalista che afferma di essere, sicuramente ha delle importanti aderenze per operare in questo modo disdicevole e contro ogni deontologia professionale, non da mesi, ma da anni.
Ciò precisato, è, però, emerso un dato forte, ovvero che Paolo Attivissimo, come scritto nell'articolo "Range finder, come si sono svolti i fatti" appartiene ad un gruppo coeso ed organizzato di disinformatori operanti sulla Rete 24 ore su 24, con l'unico scopo di tentare di contrastare le azioni di ricercatori e divulgatori. Molti attivisti ci confermano di essere pedinati e ci riferiscono circa azioni di ostruzionismo, boicottagio ed intimidazione, di vario genere e gravità.
Dunque costoro agiscono per conto di poteri forti e possono operare senza alcun limite e nella totale impunità.
E' un fatto che, nonostante sia stata sporta denuncia (presso la Polizia Postale di Imperia) nei confronti di determinate persone (ben identificabili dagli indirizzi IP I.N.P.S. ed I.N.P.D.A.P.), i disinformatori hanno proseguito tranquilli nelle loro attività di disturbo. L'unica differenza che abbiamo riscontrato, si badi bene dal giorno stesso della dettagliata denuncia (il 4 giugno 2009, alle ore 11:10), consiste nel fatto che da allora, uno di loro si connette per accedere al nostro blog con Vodafone, probabilmente per mezzo di un servizio U.M.T.S. Prudenza? Qualcuno ha avvertito il peyote di stare più attento?
Già... Il Peyote, alias CanarinoMannaro, radioamatore con nominativo IZ2CPT. Costui non aveva digerito tanto bene, evidentemente, certe nostre interferenze, così, alcune settimane fa, pensò bene di creare una mail tutta sua che è la seguente: rosario.marciano@email.it e cominciò ad inviare email di spam e minacce ad attivisti e conoscenti, spacciandosi per Rosario Marcianò. Nonostante la nostra segnalazione alla Polizia Postale, egli ha proseguito indisturbato ed è di pochi giorni fa la comunicazione dell'amico Marzio che ci ha mandato questa email. Risulta evidente lo scopo di tale gaglioffo, ovvero seminare discordia, inducendo amici ed attivisti a credere che il sottoscritto è una persona da cui guardarsi.
Il peyote, ovviamente, ha subito negato ogni addebito, accusando "[G.E.O.] - [Global Evil Organizzation]" e dichiarando di non conoscerlo nemmeno. Peccato che costui abbia dimenticato di avermi inviato questa email qualche settimana prima, usando sempre l'account di cui sopra (rosario.marciano@email.it) e firmandosi "ilpeyote" in fondo alla becera esclamazione tanto di moda tra questi idioti, ovvero "Puppa!".
E' anche vero che molti di questi sciagurati usano gli stessi I.S.P. di connessione. Alcuni di loro usano account diversi (vedi Wasp, ad esempio, che si logga anche come Leoniero, oppure Orsovolante, che divide la sua postazione con altri lestofanti), inoltre Ilpeyote è abituato ad azioni simili: ad esempio, qualche settimana addietro, ci inviò migliaia di mail di spam e si fermò solo quando seppe che queste venivano re-inoltrate al grande capo, Paolo Attivissimo.
In definitiva, formano una banda Bassotti e lo dimostrano in modo inequivocabile con l'ultima loro scaltra iniziativa. I disinformatori si sponsorizzano tramite Google Adsense che offre un servizio di pubblicità Pay-per-Click a costi che spaziano dai 50/70 centesimi sino ad arrivare ad 1 euro a click. Lo sponsor, con la seguente dicitura: "Scie chimiche: la verità" reindirizza al blog "Primo, secondo, terzo" e nella pagina, sulla destra, appare in bella vista, l'elenco dei blog spazzatura e tra questi, come è naturale, il blog di Attivissimo.
Ci chiediamo: "Chi paga"? E' palese che una campagna su Google, con i costi che implica, non può essere l'iniziativa di quattro gatti desiderosi di "verità sciacondensista", ma è più credibile che ciò sia il frutto di un progetto finanziato da chi coordina i disinformatori italiani.
Non è il caso che ci si soffermi su chi gestisce e finanzia Attivissimo ed i suoi paggi.
Fonte: Tanker Enemy Trattato di Lisbona: firma per chiedere il referendum
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Esistono in Italia buffi personaggi che sembrano avere nella loro povera esistenza, un solo scopo: servire i loro padroni. Questi zelanti scribacchini, poiché hanno fallito miseramente nella vita, credono di avere successo nel campo della disinformazione. Essi quindi falsificano i dati e riscrivono la realtà a piacimento ma, se accusati di questa nefandezza, si offendono. Strano davvero il mondo in cui viviamo.
Un estroso meteorologo(?), già noto per le sue improbabili previsioni a base di "temporali di calore", di "innocue velature" e baggianate simili, si è voluto cimentare nell'arte di Apelle, ma i risultati sono stati penosi: sbavature, linee storte, campiture disomogenee. Non basta un pennello per essere artisti: le sue istantanee sono sciatte contraffazioni, falsi in technicolor, il cui carattere fittiziamente hollywoodiano stride con l'intento dichiarato nel suo tragicomico blog: "Ci tengo a precisare che io voglio far vedere il cielo di Sanremo, in tutta onestà, come effettivamente è: non come io vorrei che fosse o come quegli "scellerati" del terrazzino ce lo descrivono [...]
E' proprio lui: Wasp, il pennellatore che, orgoglioso del suo cognome e del suo strumento di comunicazione mediatica, maneggia il pennello anche per ritoccare le fotografie di scorci di Sanremo che egli spaccia per scatti originali. Per quale motivo un siffatto individuo manipola delle foto? Per un solo motivo dichiarato e cioè per dimostrare che a Sanremo non esiste alcuna manipolazione climatica ad opera di "aerei chimici", che il cielo è sempre blu intenso e che quindi i redattori di Tankerenemy mentono.
Chiunque viva a Sanremo da diversi anni ha potuto toccare con mano che le giornate non sono più quelle antecedenti al 2005, ma il pennello di Sanremo ha deciso che la realtà è un'altra... magari quella che gli hanno ordinato di mostrare e così il soldatino esegue. Peccato, però, che nel fotoritocco sia un vero fallimento. Peccato per lui (e per coloro che gli hanno consigliato di aprire il blog "Il cielo di sanremo") che le bugie hanno le gambe corte, in specialmodo quando a ripeterle è un incompetente maldestro.
Wasp si è ingegnato nell'eseguire una serie di scatti quasi quotidiani, sovrapponendo nella gran parte di essi un cielo talmente blu che non lo si vede nemmeno nei cartoni animati. Questi colori sono talmente luminosi e tersi da destare sospetti anche in persone che non hanno mai adoperato un programma di fotoritocco o magari visto il cielo di Sanremo dal 2005 ad oggi, bianco come vetro smerigliato o coperto da nuvole artificiali per la maggior parte dell'anno.
Ad una prima osservazione delle artistiche istantanee, si nota subito che queste non forniscono alcun dato exif, il che non depone certo a favore dell'autenticità del materiale. Appare anche strano che il "pennellatore wasp" cancelli le fotografie di volta in volta dalla sua macchina fotografica, tanto è vero che, ad ogni nuovo post, gli scatti ricominciano con il numero progressivo "001". Paura di lasciare tracce?
Analizzando i vari dagherrotipi, si nota che quasi tutti presentano le medesime anomalie, ovvero "migrazioni di colore" tra soggetto e sfondo, anomalie nella dimensione e forma dei pixel nei punti di contatto con gli sfondi rigorosamente blu, sbavature di cielo azzurro sui corpi solidi (si notino, ad esempio, la croce sul campanile del Duomo di Piazza San Siro, oppure gli ombrelloni e le sdraio sulla spiaggia).
Consiglieremmo a Wasp di cambiare mestiere o di dedicarsi all'ippica per evitare di rendersi oltremodo ridicolo. Già è sufficiente che armeggi con un pennello in televisione per recitare le veline dei militari. Non vada oltre: l'arte, persino quella dell'imitazione, è preclusa ai mestieranti.
Link ai falsi di Wasp.
Alcune foto, scattate dall'amico Pirata Pantani (queste hanno i dati exif), sono disponibili ai seguenti link:
Foto 1
Foto 2
Foto 3
Foto 4
Aggiornamento: Pare che wasp non l'abbia presa molto bene...
AGGIORNAMENTO del 19 giugno 2009
Grazie alla segnalazione di un amico (fg) che ringraziamo, abbiamo potuto verificare, attraverso l'uso di un software specifico (JPEGsnoop) l'assoluta non autenticità degli scatti di Wasp. Abbiamo, infatti, analizzato tutte le foto mostrate in questo articolo ed il tool (gratuito) ha sentenziato che il materiale mostrato dal pennellatore Wasp è stato senza alcun dubbio modificato.
Qui uno screenshot relativo ad una scansione. Chi avesse ancora delle perplessità può scaricare le fotografie e sottoporle a sua volta ad analisi.
AGGIORNAMENTO del 22 giugno 2009
Wasp ci riprova: sostituisce una delle foto incriminate con una che egli dice essere l'originale non "ritoccata", ma il software JPEGsnoop lo contraddice di nuovo.
Fonte: Tanker Enemy Trattato di Lisbona: firma per chiedere il referendum
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Inchieste
A cura di Maurizio Torrealta per Rainews24
Servizio andato in onda Giovedi 4 Giugno 2009 [ LINK ]
"Ho esaminato le immagini, gli spettri e le tabelle dei campioni che avete reperito a Gaza dopo la recente guerra e mostrano con molta chiarezza che sono state usate delle armi basate su nano sistemi e questa è una delle prime prove evidenti che i nanosistemi, soprattutto i nanotubi al carbonio, possono essere usati con efficacia distruttiva molto forte. Per quanto mi consta, è il primo caso sperimentato sul campo durante un atto bellico”.
Così ha commentato il Prof. Alberto Breccia Fratadocchi, membro del Comitato Scientifico dell’organizzazione per la proibizione delle armi chimiche (O.P.A.C.), le analisi dei campioni delle armi misteriose usate a Gaza nell’ultimo conflitto.
I campioni sono stati raccolti dal documentarista Manolo Lupicchini per la trasmissione di Riccardo Iacona “Presadiretta” e portati ai laboratori dell’Università di Ferrara affinché fossero analizzati. Le analisi sono terminate qualche settimana fa ed ora è la redazione Investigativa di Rainews24 a riprendere il percorso dell’inchiesta con approfondite interviste sui risultati delle analisi e sulle caratteristiche delle ferite misteriose riscontrate dai medici che hanno operato allo Shifa Hospital a Gaza. Due medici norvegesi, il Dott Erich Fosse ed il Dott Gilbert Mads, che hanno operato in quell’ospedale durante il conflitto, raccontano di aver spesso trattato arti inferiori mutilati all’altezza del femore senza tracce di frammenti di metallo o proiettili, con un'insolita morfologia del tessuto organico che appare cauterizzato e che non risponde alle cure.
Le analisi dei tre frammenti degli ordigni misteriosi, svoltesi presso i laboratori dell’Università di Ferrara, hanno mostrato una lega di metalli, un agglomerato di fosfati fusi ed un frammento di carbonio. Quest’ultimo, ad un’indagine microscopica, ha rivelato la presenza di nanotubi di carbonio e nanocavi, sui quali sono state rilevate sostanze chimiche, in particolare magnesio. L'impiego di nanotubi di carbonio, secondo il Prof. Alberto Breccia, aumenterebbe fino cinque volte la potenza del materiale chimico, riducendo il peso dell’ordigno che, secondo le testimonianze raccolte, viene sganciato da aerei teleguidati (U.A.V.) ed è in grado di colpire con estrema precisione aree di pochi metri, all’interno dei quali ha conseguenze letali, senza creare danni "collaterali" nelle aree circostanti.
Nell’inchiesta vengono formulate ipotesi sul funzionamento delle diverse nuove armi usate nel conflitto e sui sofisticati processi fisici che vengono usati, ma la caratteristica comune di questi nuovi ordigni è quella di impiegare nanotubi di carbonio potenziati con elementi chimici e questo fatto potrebbe essere interpretato come una violazione del trattato internazionale del 1993 e delle integrazioni del 1997 che proibiscono l’uso di armi chimiche.
Fonte: croceviaterra.itTrattato di Lisbona: firma per chiedere il referendum
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In questi giorni, uno degli argomenti a tenere banco è senz’altro il disastro del Volo Air France AF447, un Airbus 330 precipitato con 228 persone a bordo, quattro ore dopo il decollo da Rio de Janeiro, in Brasile, in rotta verso Parigi. La mancanza di comunicazioni di emergenza con l’equipaggio, l’incertezza sul luogo esatto del disastro (il più grave nella storia della compagnia di bandiera), i presunti 24 messaggi automatici di segnalazione anomalie lanciati dal velivolo, fra cui il disinserimento del pilota automatico nei minuti finali che non si sa se attribuire a una decisione dei piloti o a informazioni contraddittorie sulla velocità registrate dal sistema di bordo, hanno infittito il mistero sui motivi dell’incidente.
Apparentemente il volo non avrebbe incontrato condizioni meteorologiche particolarmente proibitive. Il punto è che i media francesi, fra cui Le Monde, hanno citato fonti investigative secondo le quali l’aereo stava volando troppo lento prima del disastro, dando implicitamente ad intendere che potrebbe essersi danneggiato irreparabilmente attraversando un fronte temporalesco. Questo, però, non spiega l’estensione del tratto di oceano lungo il quale si stanno recuperando corpi e rottami, ampio ben 55 miglia. Non ci vuole un genio dell’ingegneria aeronautica per giungere alla conclusione che il velivolo si è in qualche modo disintegrato in volo. Interessante la segnalazione di un pilota della Air Comet in volo da Lima a Madrid, che, non lontano dalla zona del disastro, avrebbe osservato “un intenso bagliore di luce bianca” che è sembrato scendere verticalmente e separarsi in sei segmenti.
Nessuna fonte ufficiale al momento ha tirato in ballo atti terroristici: al contrario, si è fatto di tutto per escluderla. Ora la priorità sembrerebbe quella di recuperare le scatole nere, ma da più parti si mettono le mani avanti con affermazioni del tipo “non siamo sicuri di riuscire a recuperare le scatole nere”, “probabilmente non sapremo mai cos’è successo realmente” etc. Tuttavia molti esperti non escludono affatto l’ipotesi di una bomba a bordo, anzi. Persino un pilota della stessa compagnia ha espresso questa idea che, a suo dire, è l’unica spiegazione per la mancanza di comunicazioni di emergenza con i piloti e la dispersione dei rottami su un’area così vasta. Se così fosse, allora quella dei segnali automatici trasmessi per alcuni minuti sarebbe una storia di copertura, in quanto del tutto incompatibile con lo scenario dell’esplosione o disintegrazione improvvisa.
Qualcuno ipotizza la presenza fra i passeggeri a bordo di qualche personaggio particolarmente importante e/o scomodo da eliminare, considerando l’elevato livello di insabbiamento presumibilmente in atto da parte del governo francese e di quello brasiliano. Curiosamente, su quell’aereo viaggiavano l’argentino Pablo Dreyfus e lo svizzero Ronald Dreyer, due attivisti di fama mondiale, impegnati da anni a investigare e denunciare i traffici internazionali di armi e stupefacenti e le relative connessioni, con eccellenti risultati. Si stavano recando a Ginevra per presentare l’ultima edizione del rapporto Small Arms Survey, del quale Dreyfus era co-editore. Nel sito web dell’organizzazione indipendente Small Arms Survey, la quale fa parte del Graduate Institute of International Studies, si afferma che il lavoro di Dryer come diplomatico nell'ambito di missioni dell’O.N.U. in El Salvador, Mozambico, Azerbaijan, Kosovo e Angola, ha contribuito a mobilitare il sostegno di oltre 100 paesi alla causa del disarmo e dell’eliminazione dei traffici di armi leggere.
A questo punto, speriamo solo che a nessuno venga in mente di tirare in ballo gli U.F.O., che, dal canto loro, ultimamente stanno creando non pochi grattacapi, particolarmente al governo britannico.
Scritto da: Tom Bosco
Fonte: Nexusedizioni.it
Aggiornamento delle ore 19:19
Pubblichiamo la lista dei passeggeri da cui risulta che a bordo dell'aereo dell'Airfrance si trovavano i due attivisti citati nell'articolo, ossia Pablo Dreyfus e Ronald Dreyer. Ringraziamo F.T. per la ricerca.
QUI.
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LOS ANGELES - Lieto fine per la vicenda di Daniel Hauser, hanno titolato giorni fa buona parte dei giornali americani. Lieto fine? Ma davvero? Sarebbe dunque un happy end quello di un ragazzino di 13 anni che viene costretto a norma di legge a sottoporsi alla chemioterapia? Che viene ricercato dalla polizia in tutto il Paese perché - d’accordo con la madre - vuole sottoporsi a cura alternative anziché alla chemio? Che poi deve abiurare - insieme ai genitori - disconoscendo le proprie scelte per non venir strappato alla famiglia?
Ma ci rendiamo conto dell’abisso di follia in cui stiamo precipitando - complici gli smisurati interessi di «Big Pharma» e delle classi dominanti i cui media ormai hanno preso pieno possesso delle nostre coscienze - con eventi come questi, a seguito dei quali sembra che tutti abdichino allegramente al sano giudizio?
Ma andiamo per ordine. Di Daniel Hauser la stampa italiana ha parlato poco e male. D’altra parte abbiamo anche noi italiani in questo periodo le nostre belle gatte da pelare. Tuttavia quello che oggi accade da questa parte dell’Atlantico potrebbe domani verificarsi anche in Europa, ed in alcuni casi si è già verificato.
Allora cerchiamo di capire di che si tratta.
Daniel Hauser è un tredicenne del Minnesota cui nel gennaio scorso è stato diagnosticato un linfoma Hodgkin. Ha fatto il primo dei sei cicli di chemio che gli sono stati prescritti, ma al momento di sottoporsi al secondo, il ragazzino non si è più presentato in ospedale.
I genitori, convocati dai medici, hanno apertamente appoggiato la sua scelta di non sottoporsi più alla chemioterapia ma di curarsi con metodi naturali, ad esempio quelli sostenuti da un gruppo di nativi americani, Nemenhah (www.nemenhah.org). Hanno affermato con decisione che, nonostante abbia appena 13 anni, dovrebbe essere Daniel a decidere cosa sia meglio per lui. In effetti le cure naturali iniziate stavano dando, a detta della madre di Daniel, degli ottimi effetti ed il ragazzo stava visibilmente migliorando giorno dopo giorno.
Ma l’oncologo che ha in cura il ragazzo non ci sta e minaccia i genitori affermando che, sottoponendosi alla chemioterapia, Daniel avrà il 90% di possibilità di sopravvivere; in caso contrario «quasi sicuramente morirà». I genitori, Coleen e Anthony Hauser si rifiutano di sottoporre il ragazzo al trattamento e così il personale medico li denuncia. I due sono chiamati a comparire davanti al giudice. Ma ecco che - colpo di scena - dal giudice si presenta solo il padre, dicendo di non sapere dove siano madre e figlio, che hanno, nel frattempo, fatto perdere le loro tracce.
Il giudice allora spicca un mandato d'arresto nei confronti della madre ed affida il ragazzo all’assistenza sociale.
Da quel momento inizia la caccia ai due fuggiaschi, rei di essersi sottratti alla chemioterapia coatta. La fuga dura una settimana; madre e figlio vagano nel sud della California, probabilmente cercando di entrare in Messico dove vi sono molte opportunità di cure alternative, considerate da anni illegali sul territorio americano, come l’Essiac (http://www.essiacinc.com) o il metodo Hoxsey (http://www.cancure.org/hoxsey_clinic.htm).
Tuttavia, vista la piega che stava prendendo la faccenda, con la grancassa mediatica dedicata al caso, evidentemente rinunciano a tentare di passare il confine federale per non peggiorare la propria situazione, che avrebbe portato all’arresto della madre ed all’allontanamento di David dalla famiglia. Decidono quindi di ritornare a casa, affiancati da un avvocato che li aiuta ad affrontare la vicenda legale, patteggiando con il tribunale la sospensione del mandato d’arresto nei confronti della madre se Daniel si lascerà visitare da un oncologo.
Così è stato e naturalmente il dottor Michael Richards, da cui è stato prontamente visitato il ragazzo, ha puntualmente affermato che il tumore nel petto di Daniel era notevolmente aumentato da quando aveva terminato il primo ciclo di chemioterapia in febbraio. Il medico ha anche aggiunto che tale secondo ciclo «avrebbe dovuto» migliorare la situazione visto che il primo ciclo aveva avuto un buon risultato, ma, che se «così non fosse stato», si sarebbe dovuto passare a protocolli più forti o a nuovi piani terapeutici. I medici hanno anche escluso di accogliere la richiesta, avanzata dalla famiglia Hauser, di sospendere per periodi più lunghi la chemio, in quanto ciò potrebbe rendere il tumore chemio-resistente.
I genitori e Daniel stesso sono stati quindi costretti ad abiurare pubblicamente davanti alle telecamere al loro proposito di affidarsi a cure alternative, rinunciando espressamente alle medicine tradizionali dei nativi americani per le quali intendevano optare per contrastare il tumore di Daniel.
Così Daniel ha dovuto sottoporsi - pena il ricovero coatto ed il distacco dalla famiglia - al secondo ciclo di chemioterapia presso l’ospedale pediatrico di Minneapolis.
Inoltre, visto che né lui né la madre appaiono convinti di quanto sono stati costretti a scegliere, sono sotto stretta sorveglianza da parte della polizia e dei servizi sociali della Brown County.
Fin qui la cronaca recentissima.
Naturalmente sui media americani e sui siti web è divampata la polemica libertà si-libertà no, diritti del malato e obblighi dei genitori e chi più ne ha più ne metta.
Tutto ragionevole e verosimile, con motivazioni valide da una parte e dall’altra.
Il tutto però sempre eludente un aspetto fondamentale: la questione della possibile validità delle cure cosiddette «alternative», che non viene mai presa in seria considerazione.
In estrema sintesi la maggior parte dei commentatori sostiene che sì, un adulto dovrebbe avere la libertà di terapia anche se non efficace, ma che un ragazzino no, perché non in grado di decidere autonomamente. Ma ci sono i genitori che lo hanno fatto per lui, dicono gli altri. No, non basta, perché loro si affidano ad improbabili cure «alternative» che farebbero morire il ragazzo.
Ma qualcuno si è degnato di andare ad indagare se le cure cosiddette «alternative» siano più o meno dannose o più o meno «efficaci» delle cure ufficiali, che in questo caso vengono addirittura somministrate in maniera coercitiva?
Nessuno. Si parte dal pregiudizio che, non essendo riconosciute dalla Associazione Medica Americana, non possano tout-court essere valide.
Eppure di casi come quello di Daniel ve ne sono stati altri in passato qui negli USA, a partire da quello di Billy Best, anche lui con una diagnosi di linfoma Hodgkin a sedici anni, anche lui costretto a sottoporsi alla chemio. Ma dopo quattro cicli di chemioterapia, che lo avevano quasi ucciso - come lui stesso racconta - Billy decise che ne aveva abbastanza.
Così pensò bene di scappare da genitori e da medici e, aiutato da persone che conoscevano altri percorsi curativi, iniziò delle terapie naturali ed una alimentazione appropriata che lo portarono alla guarigione in breve tempo. Questo quindici anni fa; oggi Billy Best è vivo e sta bene, con buona pace del medico che gli aveva garantito morte certa se non si fosse lasciato sottoporre alla chemioterapia.
«I dottori mi dicevano che c’erano solo tre modi per guarire dal cancro: chirurgia, chemio e radio. Mi volevano togliere anche la milza, nonostante non fosse stata colpita dal male. Mi dissi che se Dio me l’aveva data, qualche ragione c’era. Così lasciai un biglietto ai miei dicendo loro che me ne andavo perché la chemio mi stava uccidendo invece di aiutarmi». (http://www.naturalnews.com/podcasts/InterviewBillyBest.mp3)
Ma i genitori gli risposero che se fosse tornato a casa non sarebbe stato costretto a fare la chemio dato che c’erano altri metodi per affrontare il suo male. Così Billy tornò a casa ed iniziò una dieta priva di carne rossa, di farina, di zucchero, latte e derivati, mangiando prevalentemente vegetali biologici ed utilizzando un potente rimedio naturale, l’Essiac (http://www.essiacinc.com) in grado di eliminare le tossine del corpo. Billy usò anche il 714X (http://www.billybest.net/714X.htm) che guarì la sua malattia in appena due mesi e mezzo.
Pensare che il suo medico gli aveva detto che le sue probabilità di sopravvivenza senza chemioterapia erano inferiori al 5%!
Intervistato oggi sulla vicenda di Daniel, Billy Best oltre a sorprendersi dell’atteggiamento del Tribunale - nel suo caso ebbe parere favorevole nel lontano 1994 - ribadisce che ancora oggi rifiuterebbe senza esitazioni il trattamento.
Ciò detto, cosa dobbiamo pensare di tutta la vicenda?
Ebbene, a mio avviso, in un caso come questo la questione non è tanto - o, meglio, non è solo - se il nostro teenager abbia o meno il diritto di scegliere per sé la cura che ritiene più consona alle sue idee e valutazioni. Il problema è decisamente mal posto.
Infatti, a prescindere dal fatto che, come dicono i medici, la chemioterapia «possa» avere una elevata efficacia sui giovanissimi (mentre il tasso di sopravvivenza degli adulti a cinque anni non supera il 3%), il vero problema è che la medicina cosiddetta alternativa non viene considerata di fatto una… alternativa. E questo a causa dell’ostracismo e della ridicolizzazione messa in atto da decenni da parte della medicina ufficiale - negli USA dalle potentissime AMA e FDA - di ogni metodo che non rientri nella «sacra triade»: chirurgia, chemioterapia, radioterapia.
Mettendo all’indice, con una pervicacia e violenza in tutto e per tutto simile a quella praticata nel passato dalla Santa Inquisizione, qualsiasi percorso curativo che non venga «benedetto» dall’establishment medico. Questo stato di cose ha di fatto impedito che fossero resi noti al grande pubblico dei dati scientifici «oggettivi» sui risultati delle terapie ufficiali confrontati con quelle… «eretiche».
Pertanto la diatriba libertà sì-libertà no dei due schieramenti è falsata alla base da questa fondamentale mancanza.
Non si può scegliere se non si conosce.
La libertà nasce solo dalla possibilità di disporre di dati adeguati per esprimere un giudizio. Ed i dati sono oggi falsati da una parte (medicina ufficiale) ed ignoti ai più dall’altra (medicina alternativa).
Solo un atteggiamento autenticamente scientifico che consenta di produrre sperimentazioni coerenti dei vari metodi curativi, ufficiali ed alternativi, potrebbe dare luogo ad una reale possibilità di scelta.
Fino a quel momento la libertà di scelta sarà solo una bella parola senza contenuto.
Piero Cammerinesi per EFFEDIEFFE.com
(giornalista italiano, vive e lavora a Los Angeles)Trattato di Lisbona: firma per chiedere il referendum
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"Il mondo si divide in tre categorie di persone: un piccolissimo numero che produce gli avvenimenti; un gruppo un po' più importante che veglia sulla loro esecuzione ed assiste al loro compimento e, infine, una vasta maggioranza che giammai saprà ciò che in realtà è accaduto".
Nicholas Murray Butler, esponente del C.F.R. , Council on foreign relations, struttura fondata dai Gesuiti
Di fronte al disastro a cui assistiamo quotidianamente, rappresentato dalle operazioni clandestine di aerosol (chemtrails), la nostra reazione istintiva è un misto di sconcerto, collera, disorientamento. Osserviamo aerei non identificati, privi di livree e targhe di riconoscimento. Il loro transponder è spento, per cui sono aerei che, ufficialmente, non esistono. Eppure migliaia di questi velivoli attraversano ogni giorno i cieli del mondo.
Come già altre volte precisato, siamo di fronte ad un progetto di avvelenamento della biosfera nel quale sono impegnate forze militari ma anche civili: infatti è appurato che le compagnie aeree per il trasporto di passeggeri e di merci collaborano fattivamente. Questi vettori percorrono i corridoi aerei alle quote loro assegnate (8/13000 metri), disperdendo additivi particolari in atmosfera. Noi, in realtà, siamo in grado di notare solo gli aerei militari che volano a quote di molto inferiori (1500/6000 metri circa) e questi velivoli vengono, però, spacciati per aerei di linea che formano "innocue scie di condensa".
Appare chiaro che esiste una rete disinformativa che coordina e gestisce ogni singola attività legata alla irrorazioni clandestine. Affinché sia possibile mantenere il silenzio su tali attività, è necessaria una stretta collaborazione tra istituzioni, enti pubblici, società private, militari e singoli individui. Ciò è perfettamente possibile ed i precedenti, come, ad esempio, le sperimentazioni su popolazioni inermi in Gran Bretagna, lo dimostrano. Se, infatti, la catena organizzativa è ben strutturata e legata da interessi reciproci che garantiscano la tenuta stagna delle informazioni, qualsiasi attività illegale può tranquillamente essere perpetrata per anni senza che il cittadino ne venga a conoscenza.
Quando ci riferiamo ai disinformatori, ci sfugge il vero significato e l'importanza che essi assumono nella gestione del cover-up e soprattutto non comprendiamo che essi esistono poiché qualcuno li coordina e li finanzia, fornendo loro strumenti, strutture ed un supporto logistico di tutto rispetto.
E' quindi sbagliato pensare che il fenomeno correlato alla rete di disinformatori sia un fattore minore e trascurabile, in quanto essi sono la protesi di coloro che, ai vertici, hanno a suo tempo deciso di avvelenare le popolazioni civili per meri scopi legati al controllo mentale ed alla manipolazione genetica, nell'ambito di progetti militari e governativi.
Non esisterebbero disinformatori, se non esistesse alle loro spalle un impianto organizzativo e finanziario. Un gruppo ristretto di agenti è preposto al reclutamento ed all’addestramento-indottrinamento di individui spesso frustrati e psicopatici (Costoro sono l'ideale per certe logoranti attività). Più in alto, nella catena di comando, sono onnipresenti i servizi, i quali forniscono le informazioni riservate (utili al momento giusto nel caso si debba dissuadere qualcuno dal continuare nella sua azione pericolosa per il sistema), predispongono l’identificazione degli attivisti operanti sulla Rete, nonché la successiva intercettazione delle loro utenze, l'assegnazione degli I.S.P. di connessione per i vari gruppi di disinformatori, il reperimento di materiale giudiziario, il finanziamento, attraverso fondi neri, di persone, dotazioni tecnologiche ed attività etc.
In questo modo il disinformatore, assunto con contratti a termine, ha carta bianca. Può operare anche sul luogo di lavoro. Verrà garantita la piena collaborazione e segretezza. L'unico suo obbligo è di rispettare il programma assegnatogli, senza limiti di orari e senza alcun impedimento per quanto riguarda la legalità delle sue azioni. L'unico imperativo è di operare a stretto contatto con gli altri disinformatori e di coordinare ogni azione con la struttura gerarchica di comando.
Il disinformatore "gregario" percepisce in media circa 6.000 euro al mese, più i premi per azioni di riconosciuto impatto mediatico utili alla delegittimazione dei ricercatori indipendenti.
Ovviamente, per agire sulla Rete, il disinformatore ha bisogno di una connessione veloce privilegiata e sempre operativa. In questo ambito, abbiamo notato che enti come l'I.N.P.S. e l'I.N.P.D.A.P. assumono un ruolo importante in questo ambito, visto che "ospitano" vari agenti disinformatori, fornendo loro I.S.P. pubblici, pagati dai contribuenti. Chiaramente ciò non rappresenta un incidente dettato dal caso o dalla fruizione clandestina di tali I.S.P., in quanto ogni amministratore di sistema di tali enti dispone di strumenti idonei alla tracciatura del traffico Internet, per cui un "dipendente" che dovesse impegnare il suo tempo per scrivere insulti e/o minacce sul blog Tanker Enemy o su altri blog e siti sotto sorveglianza, anziché svolgere il suo lavoro ufficiale, verrebbe subito identificato e punito. Ciò evidentemente non avviene poiché chi fornisce gli strumenti di connessione alla Rete è perfettamente consapevole del "lavoro" che sta svolgendo il dipendente I.N.P.S. o I.N.P.D.A.P. o di qualsivoglia altro ente o ufficio pubblico. E' chiaro perciò che, se gli amministratori di sistema chiudono non un occhio, ma due sulle illecite attività nell'ambito di un servizio pubblico, è semplicemente perché hanno ricevuto ordini molto precisi in tal senso e questi ordini provengono evidentemente dai dirigenti, i quali, a loro volta, hanno ricevuto ordini dal Ministero competente.
Se un cittadino qualunque si rivolge alle A.R.P.A. locali, le risposte che riceverà saranno le medesime fornite ogni ora dai disinformatori sulla Rete, dai piloti di linea, dai piloti militari, dai geologi come Mario Tozzi, dai meteorologi, dal Ministero della Difesa, dal Ministero dell'Ambiente, dal Ministero della Salute, dal N.O.E. dei Carabinieri (sempre se e quando si degnano di rispondere) etc., ovvero: "State tranquilli: è solo la condensa degli aerei di linea".
Queste risposte preconfezionate si collocano all'interno del progetto di cover-up globale, considerato che la popolazione deve rimanere completamente all'oscuro e, basandosi sull'ignoranza in certe materie, viene ai cittadini ammannita la solita storiella delle scie di condensazione. A questo si aggiungono i continui messaggi subliminali più o meno evidenti in spots pubblicitari, cartelloni, depliants, pellicole cinematografiche, telefilms, cartoni animati, videogiochi... Insomma il quadro è desolante, poiché le forze in gioco sono potenti e piene di risorse. In questo panorama di tele tessute nei nostri cieli e di riprogrammazione mentale ad opera di sottili menti, l'informazione, quella vera, si trova a dover combattere una battaglia impari ma, paradossalmente, tutto questo dimostra che la ragione è dalla nostra.
Laddove si manifesta il dissenso, ecco che entrano in gioco i disinformatori. Siamo di fronte ad un grave problema di liceità nella gestione della cosa pubblica e quindi del denaro dei contribuenti. Non si può ridurre a pura presenza fastidiosa e trascurabile un fenomeno, come quello della disinformazione, il quale è parte integrante del programma di avvelenamento del pianeta con le scie chimiche e con mille altri veleni. Dobbiamo combattere con tutte le nostre forze questo abominio, se vogliamo avere un futuro. Sta a noi decidere se vogliamo vegetare rassegnati o se vogliamo riappropriarci della nostra libertà.
Clicca qui per visionare l’organigramma delle istituzioni coinvolte in formato PDF.
NOTA: questo articolo sarà inviato alle sedi competenti
Fonte: Tanker Enemy Trattato di Lisbona: firma per chiedere il referendum
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