martedì, marzo 21, 2017

Il Pubblico Ministero infranse il codice di procedura penale: il rinvio a giudizio è nullo



Novembre 2013: a seguito di un'illegittima ed illegale perquisizione in casa Marcianò, ad opera di cinque agenti della Polizia Postale di Imperia e su mandato del Pubblico Ministero, Dott.ssa Maria Paola Marrali, nonostante tale perquisizione si concluse in un nulla di fatto (il GUP rigettò l'incidente probatorio ed ordinò la restituzione del materiale illecitamente sequestrato), i fratelli Antonio e Rosario Marcianò furono comunque rinviati a giudizio per supposta diffamazione nei confronti di... udite udite... Massimo Della Schiava (Il fioba), noto disinformatore e stalker incallito, amico dello psicopatico Federico De Massis alias Task Force Butler. Assieme a lui, Serena Giacomin (conduttrice televisiva) e Paolo Panerai (dirigente Class meteo TV), tutti insieme appassionatamente.

A distanza di anni, non certo grazie agli avvocati (di fiducia e d'ufficio) che sino ad ora si sono succeduti ad assistere i due "imputati", veniamo a scoprire, spulciando tra i cavlli procedurali, che il Pubblico Ministero, Dott.ssa Maria Paola Marrali violò palesemente il Codice di procedura penale, giacché a suo tempo rigettò senza appello la richiesta di chi scrive e fratello di essere sentiti, per voce del loro legale all'epoca assegnato dalla Procura di Sanremo. Nessuno eccepì, tant'è che ci venne negata anche l'udienza preliminare.

Noi che curiamo i nostri interessi, osserviamo la totale illegittimità del rinvio a giudizio per mancato interrogatorio di garanzia e constestuale violazione del Codice di procedura penale, poiché in questo quadro è palese la violazione degli articoli 416 (comma 1) e 415-bis. Nella fattispecie, la violazione dell'articolo 415-bis determina la nullità del rinvio a giudizio.

Leggiamo [ FONTE ] che cosa scrive il legislatore in merito a questo che è un diritto inalienabile dell'imputato.

[...] Deve al riguardo tenersi presente l’articolo 416, comma 1, c.p.p. secondo il quale "La richiesta di rinvio a giudizio è nulla, se non è preceduta dall’avviso previsto dall’articolo 415bis, nonché dall’invito a presentarsi per rendere l’interrogatorio ai sensi dell’articolo 375, comma 3, qualora la persona sottoposta alle indagini abbia chiesto di essere sottoposta ad interrogatorio entro il termine di cui all’articolo 415-bis, comma 3, CPP".

CODICE DI PROCEDURA PENALE - PARTE SECONDA - LIBRO QUINTO - INDAGINI PRELIMINARI E UDIENZA PRELIMINARE - TITOLO IX - Udienza preliminare - Art. 416.

L'avviso contiene altresì l'avvertimento che l'indagato ha facoltà, entro il termine di venti giorni, di presentare memorie, produrre documenti, depositare documentazione relativa ad investigazioni del difensore, chiedere al Pubblico ministero il compimento di atti di indagine, nonché di presentarsi per rilasciare dichiarazioni ovvero chiedere di essere sottoposto ad interrogatorio. Se l'indagato chiede di essere sottoposto ad interrogatorio, il Pubblico ministero deve procedervi. Il Pubblico ministero non può rigettare l’istanza e, se non segue questa norma alla lettera, il provvedimento di rinvio a giudizio è nullo.

Ne consegue che il processo tuttora incredibilmente in corso (il 22 marzo il Giudice Dott.ssa Alessia Ceccardi intenderebbe ascoltare i testimoni per l'"accusa") è, secondo la legge, nullo, illegittimo, illegale. In tutta evidenza la legge è un optional ed i primi ad infrangerla sono i magistrati, con la prona complicità dei legali difensori, poiché non è possibile immaginare che questi non conoscano i rudimenti del Codice di procedura penale. Il sistema si tutela in questo modo, in pieno spregio di quella frase scritta alle spalle del Giudice: "La giustizia è uguale per tutti". Sì... magari!


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giovedì, marzo 16, 2017

Cristiano Di Paoloantonio vittima del progetto Monarch?



Morto [ LINK ] Cristiano Di Paolantonio (del gruppo "Presidio Stop scie chimiche Pordenone"), protagonista in passato di esternazioni al limite del paradossale in merito alle scie chimiche (il bario fa bene...) e riguardo a Rosario Marcianò, definito "Gatekeeper-Guru-Disinformatore-fasullo" legato ai servizi segreti. Di Paoloantonio è deceduto, insieme alla moglie, in uno scontro frontale occorso tra il suo furgone ed un camion guidato da un cinquantaduenne.

Di Paoloantonio proveniva dall’ospedale di Treviso, dove era andato a riprendere la compagna, dimessa in mattinata dopo un’uscita di strada che aveva visto la stessa coppia protagonista di un altro incidente, poche ore prima a Vittorio Veneto sulla via del Cansiglio, a lungo chiusa al traffico. Anche nell’occasione, alle 16 di domenica scorsa, l’imprenditore, nella circostanza illeso, si trovava alla guida, mentre la compagna, rimasta ferita e trasportata in elicottero all’ospedale di Treviso, si trovava sul sedile del passeggero. I rilievi sul posto, insolitamente, sono stati condotti dai Carabinieri anziché dalla Polizia stradale e, dopo soli due giorni, la Procura di Pordenone ha chiuso le indagini affermando che si è trattato di omicidio-suicidio e motivando tale frettolosa conclusione col fatto che la coppia Di Paoloantonio era in crisi (Sic!). Nessuna autopsia è stata disposta sui cadaveri ed in effetti, per arrivare a chiudere le indagini dopo 48 ore, è evidente che anche un'eventuale esame autoptico non avrebbe potuto fornire risultati di sorta in così breve tempo.

Ma leggiamo alcune farneticanti righe, estrapolate da tre diversi post (dopo il loro repentino cambio di rotta), sulla pagina Facebook dei fratelli Di Paoloantonio, Simone e Cristiano.

"Visto che siamo dei possibilisti e non dei complottisti siamo arrivati alla conclusione che le scie chimiche non possono essere tosssiche. Molto probabilmente sono tutte di condensa con una tecnologia che permette di condensare a qualsiasi altitudine. Quindi il nome scie chimiche va cambiato ma il nome lo decidiamo noi".

"Il fasullo (Rosario Marcianò n.dr.) ha le ore contate. Il suo gioco sta volgendo al termine... Lo stiamo smascherando ogni giorno di più!!! Vi consigliamo di salvare sul vostro hard disc tutte le documentazioni possibili che ci sono dentro a tenker enemy (Sic!) in quanto l'intelligence ha dato tutto il materiale sulla geoingegneria e a breve crediamo che questo sito verrà oscurato con la scusa del processo farsa lasciano senza informazioni sull'argomento".

"Il presidio è più vivo che mai... Oggi abbiamo fatto presente insistentemente al signor Marcianò alias Task Force Butler (Sic!) della nostra presenza al suo processo-farsa ad Imperia dove lo avremmo sbiancato pubblicamente!! Marcianò, sei un fasullo. Vergognati!".



Nel frattempo, sebbene nella cronaca nazionale (il che lascia stupefatti) questo drammatico incidente che, lo ricordiamo, ha coinvolto un innocente camionista, alcuni pennivendoli molto attenti alla questione "scie chimiche" (quando c'è da riderci sopra), si sono interessati come al solito, andando a spulciare tra i commenti sui profili Facebook di Tommaso Minniti e Rosario Marcianò, nel ridicolo tentativo di normalizzare le circostanze dell'"incidente" e, nel contempo, di gettare un po' di fango addosso (occasione ghiotta) ai due ricercatori indipendenti. Certo è che questi giornalai ne hanno di faccia tosta, definendo insensibile chi scrive, mentre mettono in copertina un'immagine caricaturale del Di Paoloantonio con su scritto: "I don't want to live"!

Ma chi era Cristiano Di Paoloantonio? Costui, con il fratello Simone, aveva iniziato a far parlare di sé attraverso iniziative "border line" che miravano, secondo il duo, a sensibilizzare le persone sulla guerra climatica in corso. Nulla da dire... ognuno ha i suoi metodi ed è libero di fare ciò che preferisce...

Il fatto è che, di lì a poco i due fratelli si rimangiano tutto e negano quanto essi stessi avevano sino a poco prima dato per evidente e, rispettando uno schema rodato, iniziano a pubblicare post diffamatori e di discredito nei confronti dei fratelli Marcianò. Sì, uno schema rodato. Infatti diversi attivisti che adesso non citiamo, poiché l'elenco è lunghissimo, hanno cambiato casacca, passando a dar man forte all'ansimante disinformazione nonché agli stalkers di regime, rappresentati dai vari Task Force Butler e compagnia cantante.



Il fatto è che se accetti caramelle avvelenate da questi particolari agenti di Stato, non puoi pensare di uscirne di tua iniziativa, se non con i piedi davanti! Per chi eccepisce che, se si fosse trattato di un omicidio architettato dai servizi, non avrebbero coinvolto altre vittime, ricordiamo il caso dei due piloti della pattuglia acrobatica italiana, testimoni scomodi che di lì a poco avrebbero dovuto esser sentiti dal magistrato allora titolare delle indagini, il Giudice Rosario Priore, sull'"incidente" accaduto al velivolo Itavia nei cieli di Ustica. Si trattava dei piloti dell'Aeronautica Ivo Nutarelli e Mario Naldini. Anche loro vittime di un "incidente" aereo, ma a Ramstein, in Germania. Appartenevano alla Pan, la mitica formazione delle Frecce Tricolori con base a Rivolto, in provincia di Udine. Con loro morì anche il capitano Giorgio Alessio. Nel sud-ovest della Germania non ci fu soltanto un incidente aereo: si compì una strage, con 67 morti e 346 feriti. Era il 28 agosto 1988 e la relazione dell’Aeronautica non lasciò, allora, scampo a dubbi: un incidente provocato da un errore di Nutarelli (Ricordate il caso Germanwings?). Il disastro delle Frecce Tricolori non fu un incidente, stando alla controindagine della famiglia del pilota Nutarelli, ma un omicidio.

Tornando a Cristiano Di Paolantonio, riteniamo che costui sia stato indotto a compiere un atto folle. Era sotto terapia psichiatrica ed è tutto dire... Già negli anni Cinquanta del XX secolo gli Stati Uniti studiavano la possibilità di indurre comportamenti di ogni genere nelle loro vittime. Successivamente, negli anni Sessanta e Settanta, con il "Progetto MK Ultra", si svilupparono metodi e tecnologie, non solo farmacologiche, utili a controllare completamente alcuni "target individual". Anche l'Italia non è da meno, con il programma denominato "Monarch", nel quale sono stati coinvolti centinaia di cittadini inconsapevoli, definiti dagli psichiatri "schizzofrenici", ma che, in realtà, erano cavie nelle mani dei servizi segreti italiani.

Dunque Di Paoloantonio è stato ucciso? Noi pensiamo di sì. E voi?



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