venerdì, agosto 29, 2008

Atrocità nell'Ossezia del sud perpetrate dall'esercito georgiano (articolo di Irina Karavaeva)

Grazie al gentilissimo Davy pubblichiamo una cruda testimonianza circa le scelleratezze perpetrate in Ossezia del sud dall'esercito georgiano. Naturalmente il conflitto rientra nei piani dell'infame sinarchia che intende creare i prodromi di una terza guerra mondiale: come sempre, vittime dei generali e di chi li controlla, sono le popolazioni civili.


Il 7 agosto 2008 mia figlia ha compiuto 25 anni, il 7 Agosto il mondo si sta preparando per i Giochi olimpici, il 7 agosto alle 23.30 sulla città di Zhinvali, dove la gente sta per “andare a dormire”, quando cominciano a cadere le bombe. La Georgia usa i missili di sistema “Grad” che, in sei secondi, copre un territorio di 60 km quadrati. Dopo poche ore, la città viene devastata quasi completamente. Non a caso i militari georgiani avevano definito questa operazione “ Piazza pulita”. All’alba in Schinvali entrano i carri armati del presidente della Georgia Saakascvili. Per primi sono distrutti l’ospedale, l’acquedotto, i panifici, la chiesa, le scuole. Poi comincia la caccia ai cittadini.

I Georgiani non risparmiano nessuno: sparano contro le colonne di profughi. Parla un testimone oculare: "Io ho visto come un carro armato georgiano ha sparato contro un’auto carica di bambini. Non dimenticherò mai questa atrocità".

I cittadini cercano di nascondersi nelle cantine dei palazzi, stanno lì per tre lunghi, lunghissimi giorni senz’acqua e cibo. Lì ci sono bambini, donne incinte, anziani. Ogni tanto qualcuno, coraggioso e disperato, esce per cercare acqua, ma trova solo la morte inflitta dai cecchini.

Ci sono tanti, tanti morti e la gente non ha neanche la possibilità di seppellire i propri cari, gli amici, i vicini; anche il cimitero è stato distrutto e così i corpi vengono inumati negli orti o sotto le case.

Sotto la sua casa è stata sepolta una ragazza incinta di otto mesi con il suo bambino che non è riuscito a vedere la luce.

I soldati della Georgia sparano contro le basi del contingente di pace russo. Sono 6000 contro 500.

Il primo giorno sono caduti 15 soldati russi che, pur avendo la possibilità di andarsene, sono rimasti a difendere la popolazione dell’Ossezia del sud.

Chiedo scusa per questi particolari così crudi, ma mi sento in dovere di evidenziare come la stampa occidentale non abbia neppure accennato alla notizia della morte di oltre 1600 fra i civili, cittadini inermi dell’Ossezia, ai 38 mila profughi, agli 82 soldati russi uccisi e alla distruzione totale di 10 villaggi. Ha solo e ampiamente parlato di invasione per opera dei Russi. Come definiamo i soldati del contingente di pace in Ossezia, se sono considerati eroi i militari italiani del contingente di pace uccisi in Iraq o in Afghanistan?

Queste cose nel 2008 non dovrebbero neanche succedere e non solo in Georgia, ma in nessuna parte del mondo. Vorrei che qualcuno versasse una lacrima anche per questi innocenti e soprattutto per i bambini.

Purtroppo i servizi segreti russi hanno le prove che la Georgia si sta riarmando…

Nota: le fonti delle informazioni provengono da giornali (ad es. Argomenti e Fatti) e telegiornali russi (TV RTR, ORT, VESTI etc.)

IRINA KARAVAEVA (cittadina russa residente in Italia).




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sabato, agosto 23, 2008

Scatola nera nelle auto (articolo di Davy)

Il nuovo governo, con grande sorpresa per chi si aspettava una politica un poco più liberale, si ritrova in questi giorni a ventilare atti opprimenti che si sperava fossero rivolti solo ed esclusivamente a quel gruppo di persone che, ultimamente, i media classificano come immigrati irregolari e quant’altro. Come si può, però, notare, queste iniziative (in linea teorica condivisibili) contro l'immigrazione clandestina, ma anche contro gli automobilisti imprudenti, hanno fatto sì che l’applicazione di specifici sistemi di controllo verso i cittadini, possano essere introdotti, sfruttando eventi come le tragedie della strada. Questi problemi potrebbero sicuramente esse risolti con l’ausilio di mezzi che puntano, invece, alla vera sicurezza e non al controllo dell'individuo, tramite l’inserimento di “scatole nere”, prodotte da aziende private, all’interno di auto, per ora, ancora altrettanto "private”!

Non è assolutamente una casualità che questa nuova normativa venga discussa subito dopo l’adesione dell’Italia al nefasto Trattato di Lisbona che, tra le varie nefandezze, consente a determinate società private estere di detenere il controllo centralizzato sui dati personali del cittadino. Tali dati potrebbero essere usati per qualunque scopo, anche illegale.

Molti incidenti stradali possono essere prevenuti ed arginati con sistemi efficaci: sono innumerevoli gli esempi. In particolare, esiste un sistema cui si riferì Grilllo tempo fa: riguarda un semplice sensore di distanza studiato per evitare i sinistri in caso di nebbia. Questo sensore, a detta di Grillo, era già disponibile negli anni '80 ed in possesso della F.I.A.T. (I dirigenti dell’azienda glielo mostrarono mentre discutevano un possibile spot) ed è simile al sensore per le distanze di sicurezza che, da qualche anno, viene montato sulle auto più lussuose.

Non se ne seppe più nulla, come di quel cittadino italiano che, agli inizi degli anni '80 dimostrò che si poteva produrre petrolio con l'immondizia.

Un bell’esempio che ci permette di capire come alcuni apparati di controllo vengano camuffati da dispositivi di sicurezza, riguarda sicuramente il nuovo dispositivo per il rilevamento della velocità media in determinati tratti stradali, definito Tutor. Questo sistema, introdotto un paio d’anni addietro, in alcune arterie autostradali e stradali, consente di identificare qualunque veicolo transiti in quel determinato tratto. Anche il mezzo di chi percorre quel tratto, rispettando i limiti di velocità e nell’assoluta legalità viene registrato, ma quello che è ancor più assurdo è l’investimento che lo stato ha fatto per questo "occhio che tutto vede", anziché destinare risorse per l'asfalto drenante o per le barriere in cemento, in tratti come l'autostrada A26 da Ovada a Genova, in cui, nell’ultimo segmento, nonostante le tre corsie a disposizione dell’automobilista, il limite è di 100Km/h!

Come dichiarato nell’agosto del 2007 dal sovrintendente della Polizia Stradale di Ventimiglia sul giornale “La Stampa”, gli incidenti in quel tratto di autostrada messo sotto controllo dai primi mesi invernali del 2006, sono drasticamente diminuiti. Peccato che il funzionario della Stradale si sia dimenticato di ricordare che il governo investì le risorse per l’asfalto drenante in quel tratto, considerato da “Quattro ruote tra i più pericolosi d’Italia, nell’inverno 2006/07 che è stato il meno piovoso degli ultimi decenni.

Personalmente, percorrendo da diversi anni e con gran frequenza quel tratto di autostrada, ho visto veicoli schiantarsi ad ottanta chilometri orari sotto la pioggia (persino io ho rischiato a bassa velocità un impatto sul guard-rail, quando mi sono trovato ad attraversare un’inspiegabile pozza d’acqua proprio davanti all’autogrill di Ovada). E' quindi un’assurdità pubblicare su un quotidiano come “La Stampa” una notizia che elogia la presunta efficacia di un sistema di controllo (e non certo di prevenzione): in realtà, sono drasticamente diminuite le precipitazioni e per questo motivo anche gli incidenti. Se avessero decantatato i "benefici" delle irrorazioni chimiche e del controllo climatico, avrebbero fatto più bella figura.

Per l’ennesima volta, il governo ha deciso di stanziare fondi derivanti dalle tasse dei contribuenti per rendere il controllo sempre più coercitivo. In questo caso, ne beneficeranno le case automobilistiche che introdurrano la “scatola nera” negli autoveicoli i cui prezzi aumenteranno. Tutto ciò serve solo ad incatenare sempre più i cittadini e non ad altri scopi. Se prendo la mia auto e pago qualche euro per tirarla al limite sul circuito di Monza e, se quando esco, una pattuglia mi ferma, accertando che sulla mia scatola nera sono registrati 250 Km/h come picco, come agirà la stradale?

Forse mi sarà elevata una contravvenzione e ritirata la patente, ma io ero in luogo privato e potevo spingere la mia vettura al limite.

Un controllo satellitare che vede ogni luogo in cui sei stato, anche se sei sposato con la collega di chi ti sta controllando, informazioni personali divulgate a chicchessia, con intrusione nella tua vita privata: questo è lo scenario futuro.

Il nuovo mantra “Scatola nera nelle auto” NON può certo evitare incidenti e NON può individuare criminali all’interno di un'auto. Inoltre è molto più dispendioso del sensore che controlla le distanze dei veicoli e che eviterebbe davvero gli incidenti. La scatola nera non permette al mezzo di tenere di più la strada, quando piove. La scatola nera implica situazioni distruttive per la vita privata di un individuo, nel momento in cui sono gestite da enti privati di investigazione e di sondaggio.


A molti può venire in mente la legge sulla privacy, ma a quei molti ricordo che l’adesione dell’Italia al Trattato di Lisbona ha decretato la fine del diritto alla riservatezza per i cittadini.

Infine bisogna ricordare che gli incidenti stradali sono diminuiti come le violazioni del codice della strada in questi ultimi anni, ma i media ci subissano con notizie di incidenti per criminalizzare i cittadini, anziché denunciare le storture della classe politica. Le percentuali sono chiare: mai, come in quest'ultimo periodo, gli incidenti stradali sono stati così poco numerosi, ma ogni giorno nei telegiornali li presentano come catastrofi.

Intanto non ci accorgiamo di avere così tanti criminali in Parlamento: i notiziari evitano il discorso, occupando lo spazio a disposizione con questioni ridicole!

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venerdì, agosto 22, 2008

Falso il fuel dumping di MD80.it

Il 19 agosto, in seguito alla pubblicazione sul forum del sito md80.it, di due fotografie ritraenti un supposto fuel dumping nei cieli di Torino, abbiamo dimostrato [Qui], sulla base di diversi elementi, che si trattava di un falso creato ad hoc per giustificare il passaggio a bassissima quota di un velivolo chimico, spacciandolo per un aereo di linea in emergenza rientro e conseguente scarico di carburante. Ovviamente non solo gli autori del fake fotografico hanno negato ogni addebito, ma si sono anche lanciati, insieme con i soliti disinformatori, in una campagna diffamatoria nei nostri confronti.

Per l'ennesima volta, i falsari sono stai colti in flagrante!

Disponiamo, infatti, della registrazione (autentica, non spuria come tutte le foto e le notizie dei disinformatori) con la telefonata alla responsabile dell'aeroporto di Milano Malpensa. Ella ha escluso in modo categorico che sia mai stato eseguito un fuel dumping il 10 agosto per il velivolo 767-300 della Delta Airlines. Non solo! Abbiamo conferma che l'aereo non ha nemmeno sorvolato Torino per lo scarico del carburante, perché era ancora in fase di salita ed è rientrato nello scalo milanese in tempi ristrettissimi. Tra l'altro, come è logico, la dispersione del carburante in caso di emergenza, richiede almeno 45 minuti (vedi conversazione), e non può essere stata attuata nel lasso brevissimo tra l'allarme ed il forzato rientro, come spiegato dalla responsabile.

Un episodio istruttivo: il sistema inventa menzogne, lasciando il compito ai vari pennivendoli di amplificarle e di diffonderle, ma questi imbrattacarte valgono meno di un soldo bucato. Solo gli idioti possono credere alle loro ridicole bugie.

Ascolta l'intervista ai responsabili di Milano Malpensa.



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lunedì, agosto 18, 2008

MD80.it sforna un altro falso: il fuel dumping su Torino

In seguito alla pubblicazione di un nostro articolo nel quale mostravamo l'eccezionale testimonianza filmata del nostro lettore Niko, negli ambienti dei siti e forum dei disinformatori si è diffuso il disorientamento, non potendo essi dare spiegazioni "razionali" al fenomeno mostrato nel video dell'amico Niko.

Il filmato (con audio originale) mostra il rumoroso sorvolo a bassissima quota di un velivolo di grosse dimensioni (probabilmente un 767-300) mentre rilascia due lunghissime e dense scie, tipicamente assimilabili alle famigerate chemtrails. Era la tarda mattina del 10 agosto 2008. L'aspetto davvero interessante è rappresentato dal punto di fuoriuscita delle scie: due punti precisi dei bordi alari e non i motori. Per un fenomeno del genere, non si possono addurre spiegazioni credibili come, ad esempio, la condensa, per diversi motivi. Alcuni hanno subito parlato di fuel dumping (scarico del carburante), ma ciò non è possibile perché in contrasto con le normative ENAC, in quanto il fuel dumping è consentito solo da quote elevate (vengono citati 30000 piedi) e comunque non sopra i centri abitati. Ciò, ovviamente, per evitare ulteriore inquinamento da elementi chimici contenuti nei carburanti per aviazione (jet-a1). Oltre tutto le normative ENAC vietano anche il sorvolo a bassa quota sui centri abitati, mentre il video, ma soprattutto l'audio del filmato di Niko, dimostrano, oltre ogni ragionevole dubbio, che di altitudini davvero basse si tratta. E per finire, sembra che quel particolare modello di aereo, a meno che non sia di recente costruzione, non disponga della capacità di effettuare fuel dumping, così come evidenziato in questa tabella.

E' chiaro che siamo di fronte ad un ennesimo, spudorato episodio di avvelenamento volontario della popolazione per opera di un tanker chimico. Le scie appaiono lunghe e dense e non sembrano affatto carburante di scarico, in verità più trasparente e di persistenza inferiore.

Riassumendo: non si tratta di fuel dumping, non siamo di fronte a fenomeni di condensa e non si tratta di comuni trecce di Berenice (fenomeno di evanescenti flussi d'aria sui bordi alari dei flaps abbassati). Per questo motivo la testimonianza filmata di Niko rappresenta una prova schiacciante. Come fare allora per metterci una pietosa toppa? I già tristemente noti scribacchini del sito di md80.it hanno quindi escogitato un trucchetto da baraccone per legittimare e rendere credibile un episodio di fuel dumping a bassa quota (illegale) sul centro abitato di Torino.

Hanno tirato fuori dal cilindro un rientro in emergenza di un 767-300 verificatosi proprio, guarda caso, il 10 agosto 2008, tra le 10:46 e le 11:15 (condensa in cabina - sic!) ed hanno realizzato in Photoshop un falso fotografico, laddove viene presentato il 767-300 del rientro in emergenza, mentre esegue uno scarico di carburante proprio sul centro di Torino. Ma tu guarda che fortuna! Inoltre facciamo notare che l'aeromobile ripreso da Niko non è lo stesso mostrato da md80.it: infatti il timone di coda differisce nei colori.

Analizziamo ora le due foto spacciate per autentiche dall'utente del forum di md80.it "caledonian". Tale (caledonian) ha la passione della fotografia. Usa una Canon EOS 350D DIGITAL con obiettivo da 500 mm che gli permette di scattare istantanee di alta qualità e con dettagli nitidi. Eppure un particolare salta subito all'occhio: le due foto che ritraggono il supposto 767-300 in emergenza rientro e che compie il fuel dumping, sono sfocate nonché sgranate. Sono le uniche del vasto catalogo mostrato con orgoglio da caledonian. Per quale motivo, se la macchina fotografica (dai dati exif se ne ha la conferma) è la medesima delle foto mostrate sul suo blog? Un tale scoop fotografico viene proposto con una qualità indecente? Perché mai? Semplice, perché il 767-300 ritratto nel penoso fotomontaggio è frutto di una maldestra manipolazione da dissimulare per i seguenti motivi.

a) Perché si tratta di velivolo ripreso (da altro fotografo - ignoto - e con risoluzione più bassa) in fase di ascesa (rateo di salita da decollo - ma non era fuel dumping al rientro?) incollato su uno sfondo proveniente da un proprio scatto (con la Canon EOS 350D) a risoluzione elevata;

b) Perché le scie che dovrebbero rappresentare il fuel dumping sono state letteralmente aggiunte in computergrafica;

c) Osservando le foto originali e qui pubblicate dopo essere state opportunamente trattate per evidenziare le varie fasi di copia-incolla, si noterà che la risoluzione (dpi) dello sfondo (il cielo) è maggiore della risoluzione dell'aereo nonché delle scie. Ciò è dimostrato dalla presenza di "pixellaggio" evidente sull'aereo e sulle scie, ma completamente assente sullo sfondo;

d) Si osserva anche che le scie incollate sulle ali del 767-300 non seguono la direzione corretta del flusso dinamico del velivolo, ma sono spostate verso l'alto ed una delle due, addirittura, converge verso la linea ideale di centro. E' chiaro che sono state aggiunte in seguito.

e) Alcuni dettagli del velivolo in fotomontaggio risultano mossi (vedi i motori), mentre le scie non mostrano alcuno sfasamento di immagine.

Inutile ricordare che il pacco, confezionato come consuetudine da quelli di md80.it, è salito agli onori della cronaca sul portale di md80.it e, Varese News (sito collegato ad md80.it) e, udite udite, sul quotidiano di regime La stampa, che ha bevuto come genuina una foto che, invece, è un vergognoso falso fotografico costruito al solo scopo di coprire le malefatte dei soliti avvelenatori (rendendo così normale un fuel dumping sul centro abitato ed a bassissima quota).

Alla luce di quanto esposto, ritenete ancora affidabile un sito come md80.it? Pensate ancora che la sua vasta documentazione spuria in stile puramente sciacondensista sia degna di attenzione? Non è forse chiaro che qualcuno in md80.it ha tutto l'interesse a coprire la questione scie chimiche, costi quel che costi? Questo ennesimo falso fotografico dimostra, una volta di più, che la menzogna veste anche le stellette di piloti civili.


Ringraziamo gli amici Vibravito e Niko per la preziosa collaborazione offerta.

Aggiornamento del 22 agosto 2008: leggi qui gli incredibili sviluppi.





NORMATIVE E.N.A.C. su quote di volo e scarico oggetti ocarburante sui centri abitati

3.1.2 - Altezze minime

Ad eccezione dei casi in cui è necessario per il decollo o l'atterraggio, o nei casi di permesso accordato dall’ENAC, gli aeromobili non devono volare al di sopra di aree abitate di città e paesi, su insediamenti o assembramenti di persone all'aperto, a meno di volare ad un’altezza tale da consentire, in caso di emergenza, un atterraggio senza porre in pericolo persone o beni al suolo.

3.1.4 -
Spargimento di sostanze o lancio di oggetti

Il lancio di oggetti o lo spargimento di sostanze può essere effettuato solo in conformità alle disposizioni ENAC ed in conformità a quanto reso noto con le pertinenti informazioni aeronautiche. Tale attività, quando prescritto, è oggetto di autorizzazione da parte dei competenti enti ATS. La documentazione che determina l’eventuale diniego dell’autorizzazione è conservata per tre mesi e viene mostrata a richiesta.



L'inquietante filmato di Niko che costituisce la prova della deliberata irrorazione chimico-biologica.



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domenica, agosto 17, 2008

Mineralogramma in Liguria: i veri motivi

L'agenda di irrorazione chimico/biologica ha subìto in questi ultimi mesi un'escalation impressionante. In alcune regioni d'Italia non passa giorno che non presenti sfregi nel cielo, sia nelle ore notturne sia durante il giorno. Purtroppo gran parte della popolazione non si avvede di nulla e quei pochi che sanno hanno le mani legate, trovando di fronte a sé un invalicabile muro di gomma eretto dalle istituzioni. Grazie a ciò, gli avvelenatori stanno osando sempre più, sperimentando in atmosfera e sulla popolazione, per biechi scopi diversi, nuove sostanze chimiche e nuovi composti biologici.

Nel quadro di una verifica capillare dei dati, la Regione Liguria, unica in Italia, ha deciso di adottare l'analisi del capello (mineralogramma) nei tests a campione che verranno eseguiti sugli automobilisti fermati sulle strade liguri. L'analisi del mineralogramma permette di ricavare dati di assunzione di sostanze chimiche nell'arco dei sei mesi precedenti. Infatti, se il soggetto vive e lavora in un ambiente inquinato ad esempio da bario, alluminio, titanio etc. il loro accumulo verrà evidenziato, analizzando pochi capelli, prelevati da diverse aree della nuca. Nei capelli, come del resto nelle unghie, si accumula qualunque elemento chimico o sostanza che vengano respirati o ingeriti.

L'iniziativa è stata ufficialmente giustificata con l'esigenza di scoprire chi fa uso di sostanze psicotrope o alcool e di verificarne l'eventuale assunzione protratta nel tempo. La spiegazione non convince affatto, considerato che non si può essere multati per guida in stato di ebbrezza, se si è bevuto un whisky il mese prima. Non si comprende l'adozione di un costosissimo esame come il mineralogramma (esame prescritto dai medici solo in caso di sospetta sclerosi multipla a placche o in pochissime altre evenienze) solo per obiettivi di controllo e repressione nell'ambito della sicurezza stradale. E' più facile, invece, che le autorità che, impunemente e clandestinamente eseguono esperimenti chimico/biologici in atmosfera e sulla popolazione, intendano monitorare la situazione attraverso analisi su soggetti a campione. Non dimentichiamo che l'I.S.A.C.-C.N.R., sotto l'egida del professor Franco Prodi, fratello del nostro beneamato ex Presidente del Consiglio, Romano Prodi, in collaborazione con diversi centri universitari italiani e stranieri, è impegnato in diversi progetti imperniati sullo studio degli aerosol in atmosfera e sui loro effetti sugli organismi viventi.

A proposito di elementi irrorati quotidianamente con l'operazione "chemtrails", è quantomeno sospetto che le mappe satellitari più significative gestite dalla N.A.S.A. e che evidenziano spesso lo scempio arrecato sulle nostre terre ed i nostri mari, stiano progressivamente sparendo. Di esse non si trova più traccia! Un'ulteriore dimostrazione che quanto qui si scrive è non solo rispondente a verità, ma che qualcuno sia particolarmente preoccupato e cerchi quindi di correre ai ripari. Negli scorsi mesi, ad esempio, avevamo affrontato il problema degli incendi divampati in Italia, Grecia, Croazia, Spagna, Tunisia, Libia, Marocco etc. e, grazie anche ad alcune importanti testimonianze, avevamo dipinto un fosco quadro che vedeva l'origine di tali incendi in poteri molto forti, laddove la spiegazione del pastore che appicca il fuoco al suo pascolo, unica fonte di sostentamento per lui, appariva improponibile nonché offensiva nei confronti dell'intelligenza umana. Evidentemente non ci sbagliavamo, visto che, proprio le mappe satellitari AERONET più significative riguardanti i roghi nel nostro paese, sono state (TUTTE) rimosse dai databases MODIS.

L'agronoma Rosalind Peterson, impegnata nella lotta contro le chemtrails da diversi anni, ha potuto verificare che la maggiore causa dei devastanti incendi che divampano negli U.S.A. ed in altri paesi nel mondo pesantemente interessati dalle operazioni di aerosol, è da ricercarsi nella massiccia diffusione, tra gli altri, di biossido di zolfo. La Peterson scrive:

"Agenti chimici altamente tossici e infiammabili, tra i quali il biossido di zolfo, vengono dispersi nella nostra atmosfera. Questi contaminano la nostra aria, l'acqua, il terreno. Dopo avere contaminato il suolo, bruceranno rapidamente ed intensamente caldi e, una volta in aria, potranno prendere fuoco, proprio come una miccia innescata troppo vicino a fumi di gasolio".

Intanto le mappe satellitari che evidenziano in modo chiaro ed inequivocabile che non si tratta di incendi causati da azioni di piromani, vengono a mano a mano rimosse dai databases AERONET MODIS. Qualcuno ha la coscienza sporca.

E lo scempio continua...


Un sentito ringraziamento ad Ezra Pound per le traduzioni.




A proposito del mineralogramma

L'Analisi Minerale Tissutale è uno screening ovvero un test che si realizza mediante l'analisi in genere dei capelli cresciuti nell'ultimo mese, mediante l'analisi spettrofotometrica.

Perché i capelli? Essi sono un campione semplice e non traumatico e forniscono una lettura cellulare dei minerali; la cellula è il maggior luogo dell'attività metabolica; il capello è un materiale da biopsia stabile che non richiede particolari trattamenti; fatto importante è che nei capelli i livelli dei minerali sono circa 10 volte maggiori di quelli del sangue, per cui consente di ottenerne la quantificazione con maggior accuratezza; i metalli tossici si concentrano sopra tutto nei tessuti molli fra cui il capello, non nel sangue o nelle urine.

Questo è un test valido per tutti, ed assume un ruolo importante nell'ambito dell'investigazione biologica a livello nutrizionale e permette di meglio comprendere i processi fisiopatologici; esso viene considerato uno strumento molto utile di ricerca per la ricerca degli eventi avuti all'interno del corpo.

Nel caso dei capelli e non solo essi, costituiscono un materiale bioptico e di notevole valore medico interpretativo che consente la comprensione circa la funzionalità della cellula e del suo metabolismo, la glicosi, la fosforizzazione, il ciclo degli acidi tricarbossilici, tutti eventi biochimici che divengono osservabili e correggibili di conseguenza con l'appropriato intervento terapeutico Nutrizionale che permette di riordinare gli alterati e sottoli equilibri omeostatici corporei.

Esso è di fatto un diagramma dei valori dei minerali, intra ed extra cellulari, contenuti nelle sostanze analizzate. Consente di conoscere le esatte necessità individuali vitaminico/minerali e gli alimenti necessari per riordinare un organismo; i controlli successivi permettono di conoscere lìandamento della terapia e le reazioni della stessa.

Questa tecnica va comunque integrata con le altre tecniche di indagine Bio elettroniche ed anche con l'esame delle urine chiamato Tumtu e/o Metaltest.

Fonte: http://www.mednat.org/




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mercoledì, agosto 13, 2008

Rischio aumentato di tumori intorno alle antenne della telefonia mobile

Il Ministero della Sanità Austriaco esamina i risultati della sintesi dell'alta concentrazione di tumori nella periferia a 200 metri di una stazione base di antenne di telefonia mobile situata in prossimità della stazione di Graz.


Graz - Agenzia di Stampa Austriaca (APA) - E' stato trovato un «aumento significativo del rischio di cancro dovuto alle radiazioni delle Radiofrequenze nel raggio di 200 metri dalle antenne di una stazione base di telefonia mobile» questo è ciò che ha dichiarato il Dr. Gerd Oberfeld, medico del servizio di salute ambientale di Salisburgo, nel quadro di uno studio commissionato nel 2005 dal dipartimento di salute della regione di Steiermark.

I dati sull'incidenza dei tumori sono stati raccolti nelle zone di Vasoldsberg/Hausmannstaetten (distretto di Graz) dove si trovava un'antenna di telefonia mobile per C-net (telefonia analogica a 450 MHZ) rimasta in funzione dal 1984 al 1997.

Punto di partenza di questo studio era un sospetto riguardante il numero elevato di patologie cancerogene nella popolazione locale. Il sospetto è stato confermato dal gruppo del Dr. Gerd Oberfeld autore dello studio.

Nell'elaborazione dello studio, si è supposto che le antenne della telefonia mobile potessero essere il fattore determinante. Di conseguenza la zona dello studio è una zona circolare avente un raggio di circa 1200 metri intorno al trasmettitore telefonico. Parallelamente e in associazione, uno studio comparativo di casi di testimonianze è stato realizzato utilizzando tre gruppi di popolazioni diverse per zone concentriche.

Una delle condizioni era che le persone dovevano risiedere almeno da 5 anni nelle zone studiate.

Il risultato più significativo si è avuto in relazione ad un campione di 67 persone su un totale di 1247 persone del gruppo di controllo, che avevano sviluppato ed erano decedute a causa di un cancro.

Un'ulteriore verifica è stata effettuata con un'antenna posizionata a soli 25 metri dalla precedente, misurando le radiofrequenze generate e le conseguenze nella zona notte di 84 partecipanti allo studio.

Inoltre, un programma informatico ha aiutato a calcolare i livelli delle radiazioni. Il risultato del paragone tra i calcoli automatici del programma e la verifica effettuata è ottimo secondo il Dr. Gerd Oberfeld: "Questo significa che i risultati di questi calcoli possono ugualmente essere utilizzati e confrontati per valutare un campione più esteso".

Le antenne di Vasoldsberg/Hausmannstaetten erano "casi eccezionali, perché l'altezza delle antenne raggiungeva solamente all'incirca gli 8 metri, nel bel mezzo di un quartiere residenziale", ha dichiarato l'autore dello studio nella sua intervista all'agenzia di Stampa APA. Normalmente, le antennne di C-net sono omnidirezinali, hanno un'altezza di circa due metri e sono installate su piloni più elevati.

La distanza tra due stazioni base varia abitualmente tra i 30 ai 50 km. Il Dr. G. Oberfeld ha aggiunto: "Sarebbe giudizioso realizzare un altro studio in un diverso luogo avente carattristiche similari al fine di confermare il risultato del lavoro di Hausmannstaetten."

La C.net era ugualmente conosciuta per essere installata come "telefonia mobile in auto", le sue antenne sono state spente alla fine del 1997, dopo 13 anni di attività.


Fonte: La leva di Archimede

http://www.laleva.org/

Ndlr de Next-up: Lo studio epidemiologico completo 111 pagine in tedesco
http://www.next-up.org/Newsoftheworld/ClustersEmfCem.php



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lunedì, agosto 11, 2008

Il bavaglio su Internet aspetta solo un grande pretesto

Sono emerse delle rivelazioni stupefacenti in relazione ad alcuni attuali piani governativi che intendono mettere mano al funzionamento di internet per applicare restrizioni e controlli molto più estesi sul web.

Il professor Lawrence Lessig, un autorevole giurista della Stanford University, nel rivolgersi al pubblico che quest’anno presenziava alla conferenza Brainstorm Tech - organizzata da Fortune a Half Moon Bay, in California – ha dichiarato che «sta per accadere una specie di ‘11 settembre di internet’», un evento che catalizzerà una radicale modifica delle norme che regolano la Rete.

Lessig ha anche rivelato di aver appreso nel corso di un pranzo con l’ex “Zar” governativo del controterrorismo, Richard Clarke, che c’è già un 'cyber-equivalente' del Patriot Act, una sorta di ‘Patriot Act per la Rete’, mentre il Dipartimento della Giustizia è in attesa di un evento cyber-terroristico per poterne applicare le norme.

Durante una sessione di un gruppo di discussione, intitolata “2018: Vita sulla Rete”, Lessig ha dichiarato:


«Sta per accadere una specie di ‘11 settembre di internet’ (“an i-9/11 event” nell’originale, NdT). Il che non significa necessariamente un attacco di al-Qā‘ida, bensì un evento in cui l’instabilità o l’insicurezza di internet diventi manifesta durante un fatto doloso che poi ispira al governo una reazione. Dovete ricordarvi che dopo l’11 settembre il governo ha predisposto il Patriot Act in appena 20 giorni e lo ha fatto approvare».


«Il Patriot Act è bel mattone e ricordo qualcuno che chiedeva a un funzionario del Dipartimento della Giustizia come avessero fatto a scrivere un cosi vasto corpus giuridico in così poco tempo, e ovviamente la risposta fu che esso se ne era stato buono buono dentro i cassetti ministeriali per tutti gli ultimi 20 anni, in attesa di un evento che lo avrebbe fatto tirar fuori di lì.»

«Naturalmente il Patriot Act è pieno di ogni sorta di follia su come i diritti civili vengono protetti, o non protetti in questo caso. Perciò mentre pranzavo assieme a Richard Clarke gli ho chiesto se ci fosse un equivalente, se c’era per caso un ‘Patriot Act per la Rete’ dentro qualche cassetto, in attesa di un qualunque considerevole evento da usare come pretesto per cambiare radicalmente il modo in cui funziona internet. Disse: “Naturalmente sì”».


Lessig è il fondatore del Center for Internet and Society alla Stanford Law School. È membro fondatore di Creative Commons, fa parte del consiglio di amministrazione della Electronic Frontier Foundation nonché del Software Freedom Law Center. È ancora più noto quale proponente di riduzioni nelle restrizioni legali nei confronti dei diritti d’autore, dei marchi e dello spettro delle frequenze radio, specie nelle applicazioni tecnologiche.

Questi non sono dunque i vaneggiamenti di un qualche smanettone paranoico.

Il Patriot Act, così come il meno conosciuto provvedimento denominato Domestic Security Enhancement Act 2003 (altrimenti noto come Patriot Act II), sono stati universalmente condannati dai difensori dei diritti civili e dai costituzionalisti collocati lungo tutto l’arco delle posizioni politiche. Queste leggi hanno sguarnito i diritti fondamentali e modellato quel che perfino i critici più moderati hanno definito come un “controllo dittatoriale” ceduto al presidente e al governo federale.

Molti credono che la legge fosse una risposta agli attentati dell’11/9, ma la realtà è che il Patriot Act è stato preparato ben prima dell’11/9 e se ne stava in sospeso, pronto per un evento che ne giustificasse l’applicazione.

Nei giorni successivi agli attentati, la legge fu approvata dalla Camera dei Rappresentanti con una maggioranza di 357 a 66. Al Senato fu approvata con 98 voti a favore e un solo voto contrario. Il parlamentare repubblicano texano Ron Paul dichiarò al «Washington Times» che a nessun membro del Congresso fu nemmeno consentito di leggere il provvedimento. Ora scopriamo che quasi la stessa normativa restrittiva per le libertà è stata già preparata per il cyberspazio.

Un “11 settembre di internet”, così come descritto da Lawrence Lessig, offrirebbe il pretesto perfetto per applicare simili restrizioni in un solo colpo, nonché di offrire la giustificazione per emarginare ed eliminare specifici contenuti e informazioni presenti nel web.

Un tale evento potrebbe presentarsi nella forma di un grande attacco virale, un hacking dei sistemi di sicurezza o dei trasporti ovvero di altri sistemi vitali di una metropoli, o una combinazione di tutte queste cose. Considerando la quantità di domande senza risposta riguardanti l’11/9 e tutti gli indizi sul fatto che fosse un’operazione deviata sotto copertura, non è difficile immaginare un evento simile dispiegarsi nel cyberspazio.

Tuttavia, anche lasciando perdere qualsiasi “11 settembre di internet” o “Patriot Act per la Rete”, c’è già uno sforzo coordinato mirante a circoscrivere il raggio d’azione e l’influenza di internet.

Abbiamo instancabilmente lanciato l’allarme su questo movimento generale teso a restringere, censurare, controllare a alla fine bloccare del tutto internet così come oggi la conosciamo, uccidendo in quel modo le ultime vere vestigia della libertà di parola oggi nel mondo ed eliminando il più grande strumento di comunicazione e informazione mai concepito.

I nostri governi hanno pagine e pagine di norme compilate per mettere le ganasce all’attuale Rete. provvedimenti quali il PRO-IP Act del 2007 /H.R. 4279, inteso a creare uno ‘zar degli IP’ presso il Dipartimento della Giustizia, oppure l’Intellectual Property Enforcement Act of 2007/S. 522, mirante a creare un'intera “rete di rafforzamento della proprietà intellettuale”. Non sono che due esempi.

Inoltre, abbiamo già visto in che modo i più grandi siti web privati ed i social network si stiano concentrando e convergano per realizzare sistemi onnicomprensivi di identificazione, verifica e accesso che sono stati descritti dal fondatore di Facebook, Mark Zuckerberg, come «l’inizio di un movimento e l’inizio di un’industria.»

Alcune di queste grandi società tecnologiche hanno già unito gli sforzi su progetti quali la Information Card Foundation, che ha proposto la creazione di un sistema di carte d’identità per Internet che saranno richieste per entrare in Rete. Naturalmente un tale sistema darebbe a chi lo gestisse la capacità di rintracciare e controllare l’attività degli utenti con molta più efficacia. Questo è solo un esempio.

Non basta. Come abbiamo già raccontato, i più grandi hub dei trasporti, come St. Pancras International, o anche le biblioteche, le grandi imprese, gli ospedali e altre grandi strutture aperte al pubblico che offrono internet wi-fi, stanno mettendo in lista nera i siti web di informazione alternativa rendendoli del tutto inaccessibili ai loro utenti.

Questi precedenti sono semplicemente il primo indicatore di quanto viene pianificato per internet nei prossimi 5-10 anni, con il web ‘tradizionale’ in via di divenire poco più che una vasta banca dati spionistica che cataloga ogni attività delle persone e le bombarda di pubblicità, mentre coloro che si conformano al controllo e alle regole centralizzate saranno liberi di godere del nuovo e velocissimo Internet.

Dobbiamo parlar chiaro riguardo a questa spinta irruente, che mira ad applicare meccanismi di stretto controllo sul web, e farlo ADESSO prima che sia troppo tardi, prima che la spina dorsale di un internet libero si rompa e il suo corpo diventi in sostanza paralizzato senza rimedio.


PrisonPlanet , traduzione di Pino Cabras

Fonte: http://www.pressante.com/
Articolo originale: http://www.pressante.com/big-brother/il-bavaglio-su-internet-aspetta-solo-un-grande-pretesto.html

Scritto da Steve Watson
sabato 09 agosto 2008

Trattato di Lisbona: firma per chiedere il referendum

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TANKER ENEMY TV: i filmati del Comitato Nazionale

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giovedì, agosto 07, 2008

La riscrittura orwelliana della storia (by Tanker Enemy)

Sono moltissimi i filmati e le foto ufficiali di aerei della seconda guerra mondiale ritratti, mentre non rilasciano alcuna scia di condensa. Questo punto è cruciale, laddove in alcuni ambienti si vuole instillare la convinzione che gli aerei del secondo conflitto mondiale rilasciavano abitualmente contrails. Non esiste, infatti, alcuna enciclopedia cartacea o testo cartaceo di un certo spessore (per i non addetti ai lavori - vedi lo studio Applemann del 1953), pubblicati sino a tutto il 1990 dello scorso secolo, che citi le scie di condensazione. Esse sono un fenomeno talmente raro ed insignificante da non essere nemmeno state ritenute argomento da trattare in testi divulgativi a vari livelli. Ora sappiamo, invece, che, dal 1995 (anno di inizio intensivo delle irrorazioni chimico-biologiche), la N.A.S.A., l'U.S.A.F., i meteorologi allineati, persino i nostri governi e, a seguire, uno stuolo di venduti lacchè che imbrattano il WEB e che organizzano mendaci conferenze, insistono sulla questione delle scie di condensa, addirittura persistenti, inventando di sana pianta parametri a sostegno di una scienza menzognera, utile a nascondere il fenomeno REALE delle chemtrails.

Il C.I.C.A.P. ed i disinformatori attivi sulla Rete (che poi sono gestiti da un'unica longa manus), sbandierano un paio di foto (che a noi, sinceramente, paiono davvero disegni malfatti), con aerei della seconda guerra mondiale in un cielo di scie di "condensa". Strano, visto che le fortezze volanti, per meri motivi strategici, tecnici e tattici, non volavano oltre i 7.000 metri.

Ricordiamo, per chiarezza, che la formazione di contrails è legata a ben precisi (e che devono essere concomitanti) parametri fisici. Questi sono: la quota (superiore agli 8.000 metri), l'umidità relativa (uguale o superiore al 72%), la temperatura (inferiore ai 42° celsius), la pressione atmosferica. E' bene precisare inoltre che, all'aumentare della quota, l'umidità diminuisce considerevolmente ed è per questo motivo che la formazione di scie di condensa è un fenomeno estremamente raro. Infatti, se pure si dovessero incontrare temperature al di sotto dei -42° Celsius, non si avrebbero i parametri idonei di umidità relativa. A puro titolo di esempio, in molti casi, a quote vicine ai 10.000 metri, si raggiungono sovente temperature prossime ai -50° Celsius, ma, per contro, si hanno valori di umidità relativa molto di rado superiori al 15%. I disinformatori, scaltramente, non accennano mai (in realtà se ne guardano bene) a questi parametri e addirittura si riferiscono genericamente a temperature appena sotto lo zero termico, adatte, secondo loro, alla formazione delle scie di condensa.

Simone Angioni (Coordinatore C.I.C.A.P. Lombardia), intervistato da Liliana Boranga, di Radio Base, afferma:

"Uno dei primo problemi con cui si sono cominciati a scontrare i militari che iniziavano a volare con questi aerei per azioni di guerra, qual era: era quello di sfuggire alla contraerea, ma per sfuggire alla contraerea bisognava alzarsi di quota, in modo da poter evitare, no? si fosse avvistati. Il problema è che più questi si alzavano di quota, più dietro di loro compariva una scia, visibilissima anche a chilometri di distanza, soprattutto da terra. Questo avvisava i nemici che gli aerei stavano arrivando, stavano attaccando e quindi ci si poteva preparare con largo anticipo. Quindi lo studio di queste scie bianche è partito sostanzialmente dagli anni venti, no? ed è dagli anni venti che si sa che gli aerei, di qualunque tipo è, compreso i primi caccia a pistoni della seconda guerra mondiale, producono questa scia bianca. Questa scia bianca è composta principalmente da acqua, sostanzialmente, che è il prodotto di scarto della combustione dei combustibili fossili


Intervistatrice:

Ecco, perché alcuni si, alcuni no?


Simone Angioni:

Allora, questo è il discorso principale, cosa succede all'acqua quando esce da un motore? Quando l'acqua esce da un motore ed è molto calda e si trova in un ambiente molto freddo, si raffredda molto velocemente, se la temperatura è sotto lo zero (SIC!), l'acqua oltre a condensare congela in piccoli aghetti di ghiaccio; questi aghetti rimangono in sospensione nell'atmosfera e a seconda delle condizioni possono essere persistenti o non persistenti, le scie di condensa non sono solamente quelle che durano poco, la persistenza non è indice della genuinità o meno della scia di condensa, la scia di condensa può durare tanto, può durare poco a seconda delle condizioni che ci sono in quota, se c'è un forte vento possono assumere forme molto particolari, infatti si vedono delle scie di condensa circolari (SIC!)".


Un turbofan moderno emette gas a temperature superiori ai 750 gradi centigradi. I motori a pistoni non potevano formare le contrails che raramente si possono osservare oggi, viste le quote inferiori agli 8.000 metri (un B-17 carico di bombe non poteva superare i 7.000 metri ed inoltre un bombardamento di precisione era impossibile da quote elevate), le latitudini in cui operavano i velivoli e, soprattutto, le temperature nettamente più basse all'uscita degli scarichi. Oltre tutto, gli aerei di quel tempo non erano pressurizzati, per cui non potevano volare per lunghi, interminabili minuti ad alte quote. Le temperature in cabina arrivavano, infatti, a -30 gradi, per cui tutto ghiacciava, anche la saliva nelle maschere d'ossigeno ed i meccanismi delle mitragliatrici.

Per questo motivo sono davvero sospette le poche foto, molto simili ad oleografiche illustrazioni di enciclopedie per adolescenti mostranti B-17 in formazione ad alta quota in un cielo di "contrails". Si tratta indubbiamente di falsi fotografici che immortalano aerei degli anni '40 con scie di condensa, ma non solo! Si afferma che il problema delle contrails proviene addirittura dai velivoli degli anni '20!

Qualcuno si fa ancora abbindolare, lavare il cervello, ma, al giorno d'oggi, la possibilità statistica di formazione delle scie di condensa generate da motori turbofan, è bene precisarlo, è pari al 2,8%, alle nostre latitudini. Perciò, durante il secondo conflitto mondiale, la possibilità che si formassero scie di condensazione a 6000 metri era pari a zero e, laddove tali velivoli passavano a quote superiori, come da testimonianze, foto e filmati da noi ritrovati, non emettevano alcuna contrail. Appare quindi impossibile che esistano istantanee di B-17 operativi a quote idonee alla formazione di pur effimere scie di condensa. Ancora più inverosimili appaiono quindi quattro foto sgranate e confuse che ritraggono le fortezzze volanti immerse in un "mare" di contrails persistenti. Sono le uniche testimonianze iconografiche, badate bene, mostrateci dal C.I.C.A.P. ed accoliti, a fronte di un numero infinito di filmati e foto con aerei che non formano alcun tipo di contrail.

Siamo quindi di fronte ad una pericolosa mistificazione. Assistiamo ad una becera riscrittura della storia dell'aeronautica, in puro stile orwelliano, al fine di adeguare le esigenze degli avvelenatori con le leggi della fisica e che, impunemente, vengono a piacimento modificate da gente senza scrupoli.


Boeing B-17 Flying Fortress

Il B-17 nasce a seguito di una specifica richiesta dell'8 agosto 1935 per opera dell'American Army Air Corps per un bombardiere capace di raggiungere i 400 km/h, con un'autonomia di 3200 km e con una quota operativa di 3000 metri.

La Boeing propose allora il Model 299 che si trovò a competere con il Martin B12 e il Douglas DB1. Il 30 ottobre 1935, durante un volo di valutazione, il modello 299 precipitò, causando la morte dell'equipaggio e l'American Army Air Corps dovette squalificarlo, decretando la vittoria del Douglas DB1. Tuttavia qualche modello 299 venne comunque ordinato «per valutazioni future». Causa dell'incidente era il fatto che, prima del decollo, non erano stati rimossi tutti i blocchi alle superfici di controllo.

Allo scoppio della seconda guerra mondiale, il Douglas DB1 si dimostrò troppo poco potente, mentre il modello 299 ulteriormente sviluppato e rinominato YB17 era molto più potente e poteva volare ad una quota molto maggiore, ma l'American Army Air Corps ne possedeva solo 30. Nel 1941 20 B-17 furono spediti in Gran Bretagna, ma non dimostrarono grandi doti: il primo in volo sul Regno Unito precipitò: durante la prima missione, le mitragliatrici si ghiacciarono e le bombe furono sganciate fuori obiettivo.

Per ovviare a questi problemi i Britannici aumentarono la corazza e l'armamento, riducendo la quota operativa.

A seguito dell'attacco giapponese a Pearl Harbor, la produzione di armamenti negli Stati Uniti crebbe a dismisura e, alla fine della produzione, avvenuta nel 1945, i B-17 prodotti furono 12.726.

Il B-17 fu usato in tutti i teatri operativi della Seconda guerra mondiale. La prima operazione è dell'agosto 1942. In seguito, venne impiegato principalmente per bombardamenti diurni di precisione [a quote vicine ai 4000 metri - n.d.r.] su fabbriche e raffinerie dall'U.S.A.F., mentre la R.A.F. si occupava di quelli notturni.

I B-17 volavano normalmente attorno ai 300 kmh a pieno carico, con tangenza di 6.000-8.000 metri, più spesso attorno ai 7.200-7.800 m. Una volta scarichi, i B-17 possono salire oltre i 10.000 metri oppure accelerare a circa 500 kmh, ma, data l'assenza della pressurizzazione, tali altitudini non potevano essere mantenute per molto tempo. Infatti, oltre alle mitragliatrici, anche la saliva nella maschera d'ossigeno si ghiacciava, per via delle basse temperature.

Il B-17F poteva reagire agli attacchi da tergo con un totale di 7 mitragliatrici di grosso calibro, utilizzabili tra le 2 e le 4, se non addirittura 6 armi in simultanea. Questo spiegava bene perché gli attacchi fossero particolarmente apprezzabili, se sferrati dal settore anteriore, oltretutto con una velocità di 'closing' di quasi 1000 km (300 il bombardiere, 500-600 il caccia). Gli attacchi sui lati o anche da settori 'quasi frontali' erano pure utili, sopratutto perché si poteva evitare di incrociare il bombardiere e di dover manovrare per evitarlo all'ultimo secondo, ma erano anche piuttosto dispersivi come colpi a segno e meno letali nell'insieme. Inoltre il B-17 poteva reagire con un massimo di 5 mtg da 12,7 mm. Ma l'attacco frontale, sferrato con un caccia in volo a 7000 metri di quota, con i comandi meno responsivi per l'atmosfera rarefatta, con il motore in superpotenza per garantire una velocità elevata e con i problemi di manovrabilità e stabilità dati dallo sparare e manovrare a quote e velocità tanto alte, non era affatto facile.

I B17 anteguerra (versioni A, B, C) erano delle leggere macchine volanti che portavano al massimo 2.000 kg di bombe. A partire dalla versione D, il B17 era stato completamente riprogettato ed ora era in grado di trasportare 4.500 kg di bombe con un equipaggio di 13 uomini ed una selva di torrette armate delle .50 che, con il loro munizionamento e le necessarie blindature, avevano richiesto la completa riprogettazione della fusoliera.

Il peso era aumentato in modo drammatico ed ora la "Fortezza" in volo si comportava come un incrociatore, pesante, lento e superdifeso. A 6.000 metri ci arrivava ancora (i motori vennero potenziati dagli originali 1000 ai 1400 CV), ma la velocità era drammaticamente scesa a 370 km/h.

Oltretutto, bombardando da 6.000 metri, si scoprì che si faceva fatica a colpire l'area urbana di una città ed ancor meno un edificio specifico. Tutte le missioni dovettero essere riprogrammate. Le Fortezze dovevano volare solo in formazioni "chiuse" (e quindi la velocità si ridusse ancora); venne aumentato l'armamento di bordo (ed il peso aumentò ancora) e si dovette scendere a 4.000 metri per bombardare con un minimo di precisione.


L'INSIDIA DELLA DISINFORMAZIONE NASCOSTA TRA LE RIGHE
dal testo "La vera storia dell'aviazione"

I piloti statunitensi non si sentivano più al sicuro a 6.000 metri [affermazione mendace: la quota menzionata non è idonea alla formazione di fenomeni di condensazione] e cominciarono ad odiare le "contrails" (scie di condensazione] che a quelle quote le Fortezze lasciavano e che i "crucchi" usavano come "bersaglio" per le loro "ottiche" di tiro della Zeiss (chi conosce il sistema di messa a fuoco "a mezzaluna spezzata" sa come sia facile "collimare" un oggetto dritto come quella di una scia "stampata" nel cielo azzurro). Le Fortezze tornarono a volare a 4.000 metri ed il 190 ebbe pane per i suoi denti.

Boeing B-29 Superfortress

Il Boeing B-29 Superfortress (Boeing Model 341/345) era un bombardiere pesante quadrimotore ad elica, famoso per aver preso parte alla campagna di bombardamento sul Giappone da parte dell'U.S.A.F., durante la Seconda Guerra mondiale, e per aver inaugurato l'era nucleare. Fu anche il più grande e pesante tra gli aerei ad aver prestato servizio operativo nel conflitto.

Nato come bombardiere diurno d'alta quota (tangenza operativa: 6.000-9.000), venne, invece, spesso usato per bombardamenti incendiari notturni a bassa e media quota sul Giappone, nonché per lo sgancio delle due bombe atomiche su Hiroshima e Nagasaki. I due esemplari che operarono il bombardamento atomico erano chiamati Enola Gay e BOCKSCAR.

Il 21 settembre 1942 il primo prototipo decollò con successo, ma il 18 febbraio successivo si schiantò durante un altro test, uccidendo sul colpo l'intero equipaggio e diversi membri del personale a terra. I problemi che si erano presentati nella prima fase dello sviluppo furono esaminati e corretti faticosamente, con un lavoro che permise a quasi 600 ingegneri di eliminare progressivamente circa 10.000 difetti, ma anche in questo modo non fu possibile rendere pienamente operativi i modelli fino al gennaio 1945, anche se le campagne di bombardamento iniziarono già nel giugno 1944.

Nel 1943 la comparsa dei Grumman F6F Hellcat e degli Chance Vought F4U Corsair aveva imposto il predominio statunitense sui cieli. L’anno seguente i bombardieri Boeing B-29 Superfortress cominciarono ad attaccare obiettivi in Giappone. Quando i bombardamenti di precisione da alta quota non diedero i risultati voluti, i B-29 furono inviati in missioni notturne a quota più bassa per compiere raid incendiari simili a quelli sperimentati dalla RAF in Germania.


Un eloquente album fotografico


Fonti:

Wikipedia
Encarta



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martedì, agosto 05, 2008

Vitamina C contro i tumori (articolo di Mario Pappagallo)

L'articolo che proponiamo, tratto da Ecplanet.com, è una conferma dei benefici collegati all'assunzione di vitamina C. Fu per primo lo scienziato statunitense Carl Linus Pauling (1901-1994), premio Nobel 1954 per le sue ricerche sui legami chimici, a sostenere che l'acido ascorbico aveva proprietà antitumorali, ma si trovano già intuizioni di tali proprietà in alcuni scrittori latini che consigliavano il consumo di cavoli (ricchi di vitamina C) contro le neoplasie. Recentemente Mark Levine, attraverso una serie di ricerche, ha potuto appurare che l'acido ascorbico è utile in varie forme aggressive di tumore. Si comprende, alla luce di queste acquisizioni, perché l'Unione europea intenda vietare la vendita di vitamina C, a decorrere dal 2009.


Alimenti che ne sono ricchi aiutano a prevenirli. Iniettarla ad alte dosi forse aiuta a ridurne la crescita

Una spremuta di due arance fresche, un piatto di broccoletti lessati e conditi con olio e limone (o broccoli, cime di rapa, friarielli, cavolo bianco o nero), un paio di bicchieri di vino rosso, tè verde lontano dai pasti. Tutti i giorni questa è la migliore difesa dal cancro, se si riesce, con l'aggiunta di una testa d'aglio quotidiana, sebbene questo, si sa, crei problemi nei rapporti sociali. Il segreto è costituito dagli anti-ossidanti e da altri principi attivi, presenti in grandi quantità in questi «alimenti-farmaco», in particolare la vitamina C, studiata da anni come prevenzione e che ora sarebbe stata consacrata anche come potente cura in varie forme molte aggressive di tumore.

Anti-ossidante e pro-ossidante. E' necessaria, però, un'accortezza: come anti-ossidante, la vitamina C difende, come pro-ossidante (ossia in grado di formare radicali liberi e non di combatterli) attacca. Ma, per farla diventare killer, bisogna non mangiarla, ma iniettarla. Iniezioni di alte dosi di vitamina C. A dare ragione alle teorie di Linus Pauling, Nobel per la chimica nel 1954 per le sue scoperte sui benefici della vitamina C, è la ricerca pubblicata da Proceedings of the National Academy of Sciences (Pnas) a firma di Mark Levine dei National Institutes of Health (Nih). Levine ha impiantato tre forme di tumori molto aggressivi (del pancreas, delle ovaie, del cervello) in un gruppo di topi che sono stati successivamente trattati con iniezioni di alte dosi di acido ascorbico (la vitamina C). I topi trattati hanno evidenziato una crescita delle cellule cancerose pari alla metà di quelli non sottoposti a terapia. Il peso e la crescita dei carcinomi sono stati ridotti del 41-53%. Precedenti esperimenti, che avevano usato vitamina C in forma di pillole, non avevano avuto lo stesso successo.

Test sull'uomo. "Siamo molto vicini a dare avvio a test analoghi sulle persone", ha dichiarato Levine. Esistono, infatti, sistemi naturali di controllo sulla quantità di vitamina C assorbita quando viene introdotta per via orale. Se si consumano due arance ed una porzione di broccoli, per esempio, si introducono oltre 200 milligrammi di acido ascorbico: la dose ottimale e preventiva da assumere giornalmente con la dieta. Tutto ciò che eccede, viene eliminato o immagazzinato dal corpo attraverso speciali meccanismi. Ecco perché finora non si riusciva a capire se tanta vitamina C poteva distruggere un tumore. Per by-passare i processi di controllo naturali e tentare di introdurre nei topi alte dosi di vitamina C, oltre 4 grammi per chilo di peso corporeo ogni giorno, gli studiosi hanno iniettato la sostanza direttamente nelle vene o nelle cavità addominali degli animali ammalati. Così, per la prima volta, si è rilevato l'effetto pro-ossidante, invece che anti-ossidante, della vitamina C, ossia i radicali liberi, causa dell'invecchiamento e del cancro, sono usati finalmente come cura.

Data articolo: agosto 2008
Fonte: www.corriere.it


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lunedì, agosto 04, 2008

Top secret: trappola per topi (articolo di Antonio Marcianò)

Di recente Rete 4 ha mandato in onda una puntata di Top secret dedicata agli U.F.O. Sulla trasmissione Maurizio Baiata ha scritto un editoriale, intitolato Esame di maturità per Top secret. E' un fondo di cui condividiamo, in linea di massima, le valutazioni, in merito ai ruoli interpretati dai vari ospiti, dall'eroico Pinotti, ormai prossimo all'apoteosi, ai vari "esperti" del C.I.C.A.P. esibitisi in un happening consistente nella creazione di un orrendo crop circle, agli scienziati ufficiali (Bignami e Guidoni) più preistorici, con i loro "argomenti" antidiluviani, di trilobiti.

Interessanti, sebbene esilissimi, i contributi di Benni e di Colaminè, soffocati da un ingombrante, pleonastico Brachino e da una jungla di servizi beceri. Alla fine, come osserva Baiata, "la discussione dei contenuti che costituiscono la traccia fondamentale dei moderni studi ufologici non ha travalicato i confini già noti, stabiliti una quarantina di anni fa, al chiudersi del Progetto Blue Book: abbiamo spiegato quasi tutti gli avvistamenti, ma una piccola percentuale - il famoso fattore 5% - resta inspiegabile".

Eppure il programma non è stato solo la ripetizione stanca e monocorde del già noto, poiché, tra le pieghe di una testimonianza e l'altra, è stato pure insinuato un messaggio che sempre più spesso viene veicolato dai media di regime, ossia gli alieni potrebbero essere pericolosi. Niente paura, però, perché i governi terrestri, che sono tanto tanto buoni, ci proteggono, ci difendono. [1] Eventualmente i nostri baldanzosi paladini della libertà potranno, manu militari, respingere un'invasione di visitatori indesiderati e cattivi. Come siamo rassicurati! Siamo in buone mani! Nelle mani dell'aeronautica militare che, come è noto, con i suoi potenti mezzi, intercetta ogni giorno i velivoli chimici, allorché osano penetrare nello spazio aereo italiano per spargere i loro veleni.

Assistiamo ai prodromi dell'operazione Bluebeam? La Cabal sta architettando un piano per inscenare una falsa aggressione esterna? Stando ad alcuni segni ed a certe divulgazioni, pare di sì. Si pensi al rilascio di dossiers sugli avvistamenti di O.V.N.I. per opera di vari esecutivi. Ecco allora che la puntata di Top secret, pur, all'apparenza, del tutto sovrapponibile alle passate performances ufologiche dei media ufficiali, rivela una discontinuità, una frattura, coincidente col segreto proposito di instillare nell'opinione pubblica la paura dell'alieno. La paura è un micidiale strumento di controllo della popolazione nonché il pretesto per nuove misure sempre più coercitive e liberticide, presupposti dell'instaurazione del Nuovo ordine mondiale. In questo quadro, poco è servita la sobria, istruttiva e, in fondo, confortante testimonianza di Maurizio Cavallo, di cui, anzi, attraverso scaltri accorgimenti di regia, si è voluto evidenziare l'aspetto sinistro.

Se un giorno, forse non lontano, fonti di regime ammetteranno che gli U.F.O. sono, in alcuni casi, navicelle non terrestri, nel contempo, si dichiarerà che gli alieni sono una minaccia per il pianeta. "Armiamoci e partite!" Ciò è inverosimile? Non lo era anche il 911 con tutte le sue tragiche conseguenze, 911 preannunciato e codificato in decine di produzioni cinematografiche, televisive, in carte da gioco, pubblicità etc.?

Vediamo quanti topi cadranno nella trappola.

[1] Un elenco, inevitabilmente incompleto, delle azioni caritatevoli compiute dal Collegio invisibile con l'assenso e la complicità dei vari governi

- Danneggiamento dello strato di ozono e delle fasce di Van Allen a causa delle esplosioni nucleari
- Asservimento delle nazioni per mezzo del signoraggio bancario
- Distruzione delle culture locali con estinzione di lingue antichissime
- Diffusione di patologie di vario tipo
- Avvelenamento degli alimenti con l'aspartame e con additivi chimici
- Fomentazione di conflitti con uso di armi letali o che causano mutilazioni e danni permanenti
- Invenzione di armi non (?) letali da usare contro i manifestanti
- Inquinamento deliberato della biosfera con scie tossiche e strumenti elettromagnetici
- Creazione di squilibri economici e sociali per aumentare il disordine e per rinfocolare odii interetnici
- ...

Articolo correlato: S. Greer, Raggiro cosmico, con introduzione di M.Fratini

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domenica, agosto 03, 2008

A.R.P.A.: non vedo, non sento, non parlo

Non vedo, non sento non parlo. Il motto delle A.R.P.A. localiPubblichiamo una testimonianza di un lettore molto informato circa il ruolo delle A.R.P.A. (Agenzie regionali per la protezione dell'ambiente). E' evidente che tali agenzie sono a conoscenza dell'operazione "scie chimiche", ma... Da puntualizzare che il fine della modificazione meteorologica evocato nel testo è, in realtà, solo uno dei tanti scopi e neppure il più importante e sinistro. Appare inoltre curioso che uno dei più assidui ed operosi disinformatori sulla rete è un dipendente di un'A.R.P.A. locale.


"Sono riuscito a parlare a lungo con un paio di persone che lavorano all'A.R.P.A. (non preciso la regione, perché non vorrei mai che avessero problemi) in merito alla questione "scie chimiche".

Mi hanno riferito che le analisi compiute sui campioni che i tecnici analizzano quasi quotidianamente (acqua, aria e terreno) dovrebbero essere divulgate all'opinione pubblica e che questo, per le persone che svolgono sul territorio questo genere di lavoro, sta diventando sempre di più un problema di coscienza. Mi hanno confidato che la questione chemtrails è di esclusiva competenza militare e che lo scopo di tali attività è quello di controllare il clima.

Quando ho chiesto perché questi dati non venissero resi pubblici, visto che i cittadini hanno diritto di sapere, si sono trincerati dietro il loro contratto che è una specie di "giuramento". Non possono rendere noti per nessun motivo al mondo i risultati ed i dati delle indagini che vengono condotte fuori e dentro la struttura, altrimenti rischiano di perdere il posto".


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