Abbiamo tradotto le parti salienti di uno studio relativo ad accurate analisi di laboratorio di filamenti che vengono diffusi attraverso l’’abominevole operazione “scie chimiche”. Le analisi, condotte da due scienziati, il Dottor Karjoo e la Dottoressa Staninger, hanno consentito di stabilire una precisa correlazione tra le fibre contenute nelle sostanze di ricaduta ed i filamenti estratti dalla pelle di pazienti colpiti dal terribile morbo di Morgellons. Per evitare di appesantire il testo, non abbiamo riportato le percentuali riferite agli elementi chimici rintracciati nei campioni né dati tecnici non indispensabili alla comprensione dei contenuti fondamentali. Chi intendesse conoscere ogni particolare, potrà leggere l’articolo in lingua inglese.
Premessa
Sono stati inviati numerosi campioni di fibre sconosciute in vari laboratori nelle ultime settimane. Ci è stato richiesto di esaminarle al microscopio e di determinare le loro proprietà fisiche. Sono state compiute analisi spettroscopiche di vario tipo. Il personale di laboratorio ha anche comparato le fibre con altre nanofibre contenenti silicone e luminescenti.
Tutti i campioni sono stati confrontati con filamenti con punta dorata ricevuti dal Dottor Rahim Karjoo e dalla Dottoressa Hildegarde Staninger e con le fibre che sono state identificate come fibre di polietilene ad alta densità. Le analisi sono state eseguite dal Dottor Karjoo e dalla tossicologa Dottoressa Staninger, ricercatrice che si è occupata del morbo di Morgellons e che, a differenza di altri medici, ha subito riconosciuto l’eziologia non psicologica della malattia.
All’apparenza, qualche fibra analizzata assomiglia a fibre di carbonio e di silicone precedentemente studiate dall’Integrative Health International, LCC.
Sono state scattate fotografie ravvicinate e microfotografie (1000 X) di molti campioni.
Sono state viste forme inusuali e grumi strani.
Sono state identificate fibre anomale.
Sono state rintracciate fibre di polietilene e tracce di un'altra sostanza, un gel di colore marrone.
Sommario
Le fibre identificate non presentano struttura cellulare, ma hanno una forma nanotecnologica dalla funzione non determinata. La loro composizione chimica è estranea all’organismo umano. La pelle umana brucia o si scioglie a 165 gradi Fahrenheit (74° Celsius); le fibre resistono fino a 1400° F (760° Celsius) I tessuti umani non secernono gel e non è conosciuta una struttura cellulare umana che resista a temperature superiori ai 600° F (315,5° Celsius).
Le fibre esaminate risultano essere identiche a quelle trovate nei pazienti affetti dal Morgellons. Sono filamenti che si possono unire, allargare, espandere. Alcuni campioni hanno apparenze biologiche artificiali. Sono state individuate forme pseudo-biologiche contenenti DNA, RNA, microorganismi, proteine, enzimi, plasmidi (frammenti di DNA del citoplasma presente nei batteri) usati nell’industria delle nanotecnologie.
Analisi di alcuni campioni
1) Nel campione non risulta calcio, ma zolfo e si rilevano tracce di rame. Contiene poi sodio, alluminio e cloruro. Questi elementi sono usati nelle batterie insieme con l’idrossido di potassio, il piombo e l’ossido di nichel. Un composto noto come calcopirite serve per ottenere solfato di rame, ossido di ferro ed acido solforico. Quando è aggiunta la sabbia (SiO2) si ricava il silicato di ferro.
2) Nel campione sono stati isolati alluminio, fosforo, zolfo, calcio e cloruro. È importante notare che il verderame è tossico per alcuni microorganismi: è impiegato negli stagni per inibire la crescita di funghi e di alghe e per combattere le muffe delle vigne. Il solfato di rame e l'idrossido di calcio (poltiglia bordolese) sono spruzzati sulle colture di ortaggi (patate, pomodori) e sui vigneti. Da notare che ciascuno specimen comprendente calcio può aver contenuto in precedenza carbonato di calcio e calce. Queste conclusioni sono basate su dati relativi ad un “ago” trasparente estratto da una persona affetta da Morgellons.
3) Il campione è costituito da una sostanza simile ad una ragnatela caduta durante un’operazione chimica. Sono stati individuati nanotubi ed elementi come sodio, alluminio, fosforo, zolfo nonché elementi noti per le loro proprietà magnetiche ed usati nella batterie. I nanotubi incorporano delle microscopiche batterie che consentono alle fibre di muoversi agevolmente, anche sotto la pelle. Sono quindi nanorobots da cui dipende l’insopportabile prurito accusato dai pazienti. Le microbatterie possono interagire con le cellule e con l’acqua: quando ciò accade, si osserva un’alta elettroconducibilità nell’organismo.
4) Lo specimen contiene alluminio, zolfo, clorido, calcio, ferro, zinco, sodio, potassio. Pare che la struttura nanomolecolare di queste fibre sia concepita in modo tale da ospitare una “memoria”. Ciò ricorda la schiuma con la memoria progettata dalla N.A.S.A., una schiuma che mantiene la sua forma originaria.
5) Il campione coincide con uno pseudo-capello che non è di provenienza né umana né animale.
6) Il campione non appare come una fibra, ma come composto da granuli colorati. Il punto di fusione è superiore ai 400 gradi F.
Tutti i campioni sono raffrontabili con i filamenti trovati nei pazienti affetti dal Morgellons: si tratta di strutture nanotecnologiche. Analisi future potranno determinare le caratteristiche di biodegradabilità di questi nanotubi, nanofibre, nanofili, nonché gli effetti sulla salute di tali nanomacchine. Questi materiali sono stati progettati per scopi specifici che non sono ancora noti, ma che saranno compresi in un prossimo futuro.
7) Il campione sembra essere composto da silicone elastico ed è confrontabile con i filamenti estratti da pazienti affetti dalla sindrome denominata Morgellons. Si rileva anche un polimero organico. I campioni risultano contenere diversi composti nelle differenti aree della loro struttura. La fibra adiacente alla testa mostra poliestere, inoltre sono stati rilevati composti alifatici ed aromatici. I filamenti sono fluorescenti. Sono materiali prodotti dall’uomo e che non si trovano in natura.
Leggi qui vari approfondimenti sulle nanotecnologie.
Premessa
Sono stati inviati numerosi campioni di fibre sconosciute in vari laboratori nelle ultime settimane. Ci è stato richiesto di esaminarle al microscopio e di determinare le loro proprietà fisiche. Sono state compiute analisi spettroscopiche di vario tipo. Il personale di laboratorio ha anche comparato le fibre con altre nanofibre contenenti silicone e luminescenti.
Tutti i campioni sono stati confrontati con filamenti con punta dorata ricevuti dal Dottor Rahim Karjoo e dalla Dottoressa Hildegarde Staninger e con le fibre che sono state identificate come fibre di polietilene ad alta densità. Le analisi sono state eseguite dal Dottor Karjoo e dalla tossicologa Dottoressa Staninger, ricercatrice che si è occupata del morbo di Morgellons e che, a differenza di altri medici, ha subito riconosciuto l’eziologia non psicologica della malattia.
All’apparenza, qualche fibra analizzata assomiglia a fibre di carbonio e di silicone precedentemente studiate dall’Integrative Health International, LCC.
Sono state scattate fotografie ravvicinate e microfotografie (1000 X) di molti campioni.
Sono state viste forme inusuali e grumi strani.
Sono state identificate fibre anomale.
Sono state rintracciate fibre di polietilene e tracce di un'altra sostanza, un gel di colore marrone.
Sommario
Le fibre identificate non presentano struttura cellulare, ma hanno una forma nanotecnologica dalla funzione non determinata. La loro composizione chimica è estranea all’organismo umano. La pelle umana brucia o si scioglie a 165 gradi Fahrenheit (74° Celsius); le fibre resistono fino a 1400° F (760° Celsius) I tessuti umani non secernono gel e non è conosciuta una struttura cellulare umana che resista a temperature superiori ai 600° F (315,5° Celsius).
Le fibre esaminate risultano essere identiche a quelle trovate nei pazienti affetti dal Morgellons. Sono filamenti che si possono unire, allargare, espandere. Alcuni campioni hanno apparenze biologiche artificiali. Sono state individuate forme pseudo-biologiche contenenti DNA, RNA, microorganismi, proteine, enzimi, plasmidi (frammenti di DNA del citoplasma presente nei batteri) usati nell’industria delle nanotecnologie.
Analisi di alcuni campioni
1) Nel campione non risulta calcio, ma zolfo e si rilevano tracce di rame. Contiene poi sodio, alluminio e cloruro. Questi elementi sono usati nelle batterie insieme con l’idrossido di potassio, il piombo e l’ossido di nichel. Un composto noto come calcopirite serve per ottenere solfato di rame, ossido di ferro ed acido solforico. Quando è aggiunta la sabbia (SiO2) si ricava il silicato di ferro.
2) Nel campione sono stati isolati alluminio, fosforo, zolfo, calcio e cloruro. È importante notare che il verderame è tossico per alcuni microorganismi: è impiegato negli stagni per inibire la crescita di funghi e di alghe e per combattere le muffe delle vigne. Il solfato di rame e l'idrossido di calcio (poltiglia bordolese) sono spruzzati sulle colture di ortaggi (patate, pomodori) e sui vigneti. Da notare che ciascuno specimen comprendente calcio può aver contenuto in precedenza carbonato di calcio e calce. Queste conclusioni sono basate su dati relativi ad un “ago” trasparente estratto da una persona affetta da Morgellons.
3) Il campione è costituito da una sostanza simile ad una ragnatela caduta durante un’operazione chimica. Sono stati individuati nanotubi ed elementi come sodio, alluminio, fosforo, zolfo nonché elementi noti per le loro proprietà magnetiche ed usati nella batterie. I nanotubi incorporano delle microscopiche batterie che consentono alle fibre di muoversi agevolmente, anche sotto la pelle. Sono quindi nanorobots da cui dipende l’insopportabile prurito accusato dai pazienti. Le microbatterie possono interagire con le cellule e con l’acqua: quando ciò accade, si osserva un’alta elettroconducibilità nell’organismo.
4) Lo specimen contiene alluminio, zolfo, clorido, calcio, ferro, zinco, sodio, potassio. Pare che la struttura nanomolecolare di queste fibre sia concepita in modo tale da ospitare una “memoria”. Ciò ricorda la schiuma con la memoria progettata dalla N.A.S.A., una schiuma che mantiene la sua forma originaria.
5) Il campione coincide con uno pseudo-capello che non è di provenienza né umana né animale.
6) Il campione non appare come una fibra, ma come composto da granuli colorati. Il punto di fusione è superiore ai 400 gradi F.
Tutti i campioni sono raffrontabili con i filamenti trovati nei pazienti affetti dal Morgellons: si tratta di strutture nanotecnologiche. Analisi future potranno determinare le caratteristiche di biodegradabilità di questi nanotubi, nanofibre, nanofili, nonché gli effetti sulla salute di tali nanomacchine. Questi materiali sono stati progettati per scopi specifici che non sono ancora noti, ma che saranno compresi in un prossimo futuro.
7) Il campione sembra essere composto da silicone elastico ed è confrontabile con i filamenti estratti da pazienti affetti dalla sindrome denominata Morgellons. Si rileva anche un polimero organico. I campioni risultano contenere diversi composti nelle differenti aree della loro struttura. La fibra adiacente alla testa mostra poliestere, inoltre sono stati rilevati composti alifatici ed aromatici. I filamenti sono fluorescenti. Sono materiali prodotti dall’uomo e che non si trovano in natura.
Leggi qui vari approfondimenti sulle nanotecnologie.
Il neurologo Edward Spencer ricorda:"Come sintomi il Morgellons presenta affaticamento, difficoltà di concentrazione ed altri sintomi neurologici. Questi sintomi sono associati alla presenza di sottilissime fibre che escono dalla pelle e che causano prurito intenso e lesioni cutanee. Tali fibre inoltre si muovono sotto il derma. Non esiste purtroppo alcuna terapia ed i medici, che non hanno nessuna familiarità con questa sindrome, tendono ad ignorarla. I pazienti sono etichettati come persone che soffrono di disturbi psichiatrici, ma i medici non hanno esaminato né la pelle né i filamenti, prima di formulare questa superficiale diagnosi. I filamenti blu che ho esaminato hanno un’estremità color oro e non bruciano neppure se sottoposti ad una temperatura di 1700 gradi Fahreneit. Niente di simile ai capelli che, se bruciati, sprigionano un odore caratteristico. I capelli inoltre hanno una struttura cellulare. Il Dottor Janovy ha stabilito che non sono né cellule né parassiti, ma nanomacchine veicolate, come sostiene anche la Dottoressa Hildegarde Staninger, da insetti: infatti le avvisaglie della malattia sono precedute dalla percezione di una puntura di insetto. Sono punture di insetti che provengono dai sistemi fognari.
RispondiEliminaSono mesi che leggo documenti allucinati sull'argomento, ci sono centinaia di siti che ne parlano. La mia domanda è: Vi sembra possibile che a tutt'oggi, fra tanti cervelloni ed uomini di azione, non si sia formato un movimento, un gruppo compatto, che aiuti le persone ancora inconsapevoli a schierarsi ed imporre ai governi di mettere fine a questa strage di massa? Parlarne non basta, le masse sono già senza volontà da decenni accecati dal consumismo. Dove sono finiti i nostri eroi?
RispondiEliminaNoi che cosa stiamo facendo dal 2005? Ho girato l'Italia ed ho speso migliaia di euro in informazione. Ho perso lavoro ed amicizie per questo giochetto. Mi sono tirato addosso l'ira dello Stato e dei servizi. Ora tocca a voi.
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