venerdì, dicembre 07, 2007

Questioni semantiche (articolo di Zret)

Per la stesura di questo articolo, mi sono avvalso di alcune osservazioni contenute in un testo elaborato da "Davidege" che ha smontato, punto per punto, le dichiarazioni di un noto "esperto" circa le scie chimiche.

L'aerosol cui si riferisce il C.N.R. è inquadrabile in un programma di nebulizzazione di sostanze chimiche nell'atmosfera? Ovviamente i disinformatori negano tale eventualità, affermando che l'aerosol citato in molti "progetti" del C.N.R. coincide con la nebbia o con altri fenomeni meteorologici. Tuttavia il vocabolo aerosol, come riportato da qualsiasi dizionario, possiede diverse accezioni:


1) TS fis., dispersione in un gas di particelle liquide o solide
2a) TS med., sospensione finemente nebulizzata di un farmaco in soluzione acquosa o oleosa, somministrata per inalazione nella terapia delle affezioni respiratorie
2b) CO apparecchio per praticare l’aerosolterapia
3a) TS industr., liquido da nebulizzare conservato sotto pressione in appositi contenitori
3b) CO estens., confezione spray


Come si vede, l'accezione 3a si attaglia ad una dispersione di una sostanza in qualsiasi medium. In effetti, l'operazione scie chimiche è svolta con aerei dotati sia di appositi serbatoi, in cui sono contenute le miscele chimiche, sia di dispositivi erogatori con i quali l'aerosol è immesso nella biosfera. Il termine “aerosol” quindi si adatta completamente ad una nebulizzazione di vari veleni tramite aeroplani. Il prefissoide “aero” (dal greco aer, aria), infatti, si riferisce sia a tutto ciò che ha connessione con l’aria, ma è anche elemento linguistico collegato agli aerei, come in parole quali "aeroporto", "aeroclub", "aerocisterna" etc.

Bisogna anche considerare un altro passaggio di uno dei "progetti" facenti capo al C.N.R.: "Aerobiologia: attività di studio del materiale biologico aerodisperso in atmosfera e negli ambienti confinati, immissione, trasporto e diffusione, interazione con altro materiale particolato. Viene gestita la rete di campionamento del materiale biologico per i ministeri della Sanità e dell’Ambiente".

In questo caso i negatori del fenomeno chemtrails asseriscono che l'espressione “materiale biologico aerodisperso” si riferisce a normalissimi pollini che sono presenti in atmosfera. Nondimeno questa interpretazione è veramente capziosa. In primo luogo, infatti, il verbo “aerodisperso” è un participio passato passivo che sembra indicare un'azione subita da un materiale biologico e non pare essere un riferimento a pollini di piante che, naturalmente, si diffondono nell'aria per mezzo del vento. Ancora più esplicita è l'espressione successiva, ossia "immissione, trasporto e diffusione, interazione con altro materiale particolato".

Ora, non è impossibile immaginare che a qualche agente naturale si confacciano azioni come l'"immissione, il trasporto, la diffusione, l'interazione con altro materiale particolato", ma, quelli riportati (soprattutto "immissione" e "trasporto"), sono sostantivi che possono evocare anche una precisa attività basata su varie operazioni, tra cui appunto la deliberata diffusione in atmosfera di sostanze biologiche.

Sono questioni semantiche piuttosto sottili: d'altronde non ci si può aspettare che le istituzioni ammettano, apertis verbis, di compiere distruttive azioni chimiche e biologiche. Eppure, tra le righe di molti documenti del C.N.R., a volte in modo neanche tanto sibillino, si possono leggere cenni ad irrorazioni chimiche et similia.

Esaminando il linguaggio irto di tecnicismi (talvolta arbitrari), di eufemismi, di circonlocuzioni... si può quindi evincere la vera natura degli "studi" promossi dal C.N.R. Come il latinorum di don Abbondio non può ingannare Renzo più di tanto, così le espressioni cifrate e fumose di certi "ricercatori" possono confondere ed irretire solo dei completi ed "attivissimi" sprovveduti.

Articolo correlato:

Zret, Il C.N.R. ammette l'esistenza delle scie chimico-biologiche, 2007

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